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Autore: kissenlove    23/09/2015    3 recensioni
Ikuto, per festeggiare il grande evento di star per diventare padre, decide di mettere su carta questo momento.
Cosa scriverà in questa lettera dedicata ad Amu?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                   Lettera ad Amu




Amu.. amore mio
Sottolineo queste due parole perché mi sono entrate nel cuore, in realtà tu mi sei entrata nel cuore, fin dal momento in cui ci siamo incontrati. Non so molto bene come si scrive una lettera d’amore, non ci ho mai provato, giurerei che è la stessa emozione di quando prendo tra le mani il violino, e mando avanti e indietro quella piccola asticella, creando una melodia dolce ma che può essere anche triste per certi sensi. Diciamo che è la stessa cosa che scrivere
Non sono mai stato bravo a essere serio, ti ho sempre preso in giro, sempre quel tono ammiccante che ti faceva arrabbiare, sempre con quella strafottenza che mi contraddistingueva. Non sapevo bene perché ti trattavo in quel modo, in un certo senso mi divertiva, tu mi divertivi, quando gonfiavi le guance ad ogni mio commento sgradevole; oppure quando mi infiltravo di nascosto nel tuo letto e mi cacciavi a calci... adesso non lo fai più. 
Ora sono tuo marito. L’uomo che hai scelto per te, colui che finalmente vuoi al tuo fianco, colui che ti ama e che presto ti darà un figlio, nonostante le nostre iniziali antipatie, nonostante quel piccolo reuccio che ti confodeva le idee, e per cui avevi una cotta, adesso so Amu che mi hai scelto, adesso so che sono io che sarò parte del bambino che sta crescendo in te; sai non volevo diventare padre, non volevo comportamenti nel mondo ignobile di mio padre.. 
Quando mi hai detto che avremmo avuto un bambino, che aspettavi un bambino da me, che presto saremmo stati una vera famiglia, avrei dovuto dimostrarti tutto il mio amore, avrei dovuto baciarti, abbracciarti, stringerti a me, ma non l’ho fatto per stupidità, per cupidigia, per tutto. Ti amo Amu, non dimenticarlo. 
Dopo quell’istante di improvvisa confusione sono tornato, come un gatto dalla sua padrona, perché tu sei la mia padrona, la donna e unica e sola che ha saputo come cambiarmi, che ha saputo come guidarmi verso una strada diversa lontana dalla Easter. Quando mi sono ripresentato, dispiaciuto alla tua porta, alla porta di casa nostra, tu mi hai prima
trattato male, poi mi hai avviluppato nelle tue braccia, e ti sei messa a piangere come una fontana vaneggiando che era tutta colpa del tuo stato. Alla fine questo bambino non ci ha divisi, ci ha semplicemente legati a sé. 
Vederlo così piccolo, vedere come mutavi in meglio, come le tue forme cambiavano, come cresceva dentro di te, e come lo amavo, nonostante non mi fosse permesso ascoltare la tua sensazione, era solo tua.. mi dicevi, quando lo sentivi muovere prima come un veloce sfarfallio, poi come un vermicello, infine come qualcosa di pesante.. 
Il nostro bambino, il nostro bellissimo bambino, o forse bambina, che amavo ancor prima di conoscere. 
Amavo te. Amavo il nostro bambino, e avrei protetto la mia figlia per sempre. 
Ti avrei amato fino alle fine dei miei giorni. Ti avrei amato pur essendo lontano da te. 
Non so se ti sto esprimendo bene i miei sentimenti, siamo giunti alla fine del nostro percorso, tra poco potrò conoscere il nostro bambino, quel minuscolo esserino vivente che vive in te, che respira in te, che è parte di te. 
Mi hai obbligato a partecipare al parto. Avevi paura, ne avevi molta, ma eri anche in trepidazione. 
Anche tu volevi conoscere il frutto del nostro amore. Mi trattavi male, mi urlavi di non voler essere più toccata da me, e che se mi sarei azzardato mi avresti tagliato i viveri, poi mentre una nuova contrazione ti tagliava il fiato mi stringevi la mano destra come una valvola di sfogo, incurante che tu mi stessi spezzando un dito, o che l’anello nunziale mi facesse male; dopo tornavi tranquilla, cambiavi, mi imploravi di restare insieme a me, di non lasciarti, eri così carina, così debole che volevi una protezione che ti dovevo dare solo io. Avevi gli occhi ambra stravolti dalla stanchezza e dalla fatica, i capelli rosa confetto che ti si attaccavano alle tempie, e il viso piegato nella sofferenza quando il dottore non ti dava nemmeno il tempo di trarre qualche sospiro. Quando il dottore ti diceva quelle cose che ti facevano entrare ancora di più in ansia, io ti incitavo a dare ascolto solamente alla mia voce, quella calda, avvolgente, e di stringere, in caso di nuovo dolore, la mia mano anche se volevi spezzarmela. 
Tu facevi tutto ciò che ti dicevo. Ti specchiavi nei miei occhi blu notte, e poi dopo aver spinto per l’ennesima volta ti lasciavi ricadere esausta sul lettino, mentre proprio in quel momento veniva alla luce un mix di te e di me. 
Il dottore pareva soddisfatto. Io invece ero travolto dall’emozione, travolto dalle lacrime, un Ikuto non più misterioso, smantellato completamente della sua faccia tosta, grazie al visetto angelico e infantile della nostra bambina. 
Mi guardi soddisfatta, un piccolo pezzo familiare mentre ti passò tra le braccia quella piccola nuvola. 
Mia figlia, anzi, nostra figlia. So che è bellissima, è come te... ha i miei occhi, blu profondi che ricordano il mare, delle manine fragili che possono stringerti e che sono incredibilmente forti, i capelli invece li ha, ma sono per ora, piccoli fili rosa pastello. I miei occhi, i tuoi capelli, in lei... 
Sono padre, sono innamorato, sono un uomo tutto nuovo. 
Sarò padre, mi prenderò le responsabilità che mi competono perché quella piccola ranocchietta, grinzosa, nel lenzuolino rosa, ha bisogno del mio amore, ha bisogno della nostra forza, della nostra protezione, del nostro infinito e vero amore. Non farò come mio padre, io ti amerò come il più prezioso dei miei violini. 
Ti sorreggerò quando cadrai, perché stai correndo troppo. 
Ti amerò, perché amo Amu, e tu sei parte di lei. 
Ti proteggerò dai pericoli che scuoteranno la tua innocente vita. 
Ti farò addormentare, con la musica dolce del mio violino. 
Ti terrò stretta a me, e non ti lascerò.
Ti vedrò muovere i primi passi. Ti vedrò lasciarmi la mano, ti vedrò prendere la tua strada con sicurezza. 
Ti vedrò libera, felice, realizzata, e mi sentirò emozionato per te. 
Perché, amore mio.. tutto questo lo devo a te, è in questa lettera che ti ringrazio per avermi cambiato.
Per avermi fatto capire che un sogno va seguito, anche se impossibile. 
Non bisogna arrendersi, se si ha ancora una possibilità, e che è inoltre possibile vedere un arcobaleno. 
Infine, ti ringrazio... perché sei mia, perché sei speciale, perché sei tutto, e perché mi hai dato una figlia. 
La nostra bambina. Te ne sarò grato per sempre, spero di averti fatto capire con questa lettera che il mio unico desiderio era stare con te, e l’ho realizzato, e che adesso sono marito.. e sono padre. 
Padre della nostra Yuuki. 
Un solo nome che ci porterà ad amarcim ancora di più: Yuuki Tsukiyomi. 


                                                                                                                     Ti Amo, anzi, Vi amo.
                                                                                                                                  Tuo, Ikuto.










**Angolo di Ikuto!** 

Secondo me Ikuto è un po uscito fuori dagli schemi, ma me lo sono immaginato così nell’attesa che nasca la piccola Yuuki Tsukiyomi, sua figlia, la figlia avuta con Amu. A voi come vi sembra papà Ikuto
Dolce awww... 
Dite la vostra in qualche recensione. Baci ~Love




 
   
 
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