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Autore: Inquisitor95    24/09/2015    0 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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35.

Lottare per la vita

 

 

 

Il castello comparve davanti ai nostri occhi in modo imponente, era diverso: risplendeva di un'aura nera, minacciosa e opprimente. Come se l'aria fosse carica di qualcosa, era pura magia, probabilmente la Seconda Arte Arcana visto che l'evocazione delle ombre era magia proibita. Dietro di me c'erano i miei compagni: Winsper e Morkor da un lato, Hematha e Yvossa dall'altro. Avevamo fatto in modo di contattarle in modo che ci raggiungessero subito. Davanti a quella porta imponente non c'erano guardie, solo i loro cadaveri e i segni di una battaglia. Qualcuno all'interno stava combattendo, non sapevo con certezza se fosse Raphael, per quel che ne sapevo poteva essere anche morto e il solo pensiero mi straziava. Dovevo agire comunque.

« Entriamo... ora o mai più! » dissi ad alta voce, la battaglia continuava nel peggiore dei modi: i giganti stavano distruggendo parte della città, i due eserciti ormai si trovavano all'interno a combattere tra le vie. I draghi solcavano ancora i cieli oscurandoli con le loro tetre e potenti fiamme elementali.

A quel punto non avevamo motivo di attendere oltre. Spalancammo le porte del castello e ci facemmo strada nella sala principale. Oscurata in tutto, candele spente. Cavalieri giacenti a terra privi di vita. Potevo avvertire il flusso magico che investiva quella sala a ogni mio passo in avanti. Davanti a noi c'era una grande luce e poco a poco riuscimmo a vedere il resto.

Un grande anello violaceo, fatto di quella che sembrava luce pura, era sospeso a mezz'aria, all'interno vi era una luce diversa, scura ma che straordinariamente brillava di bianco. Quasi come fosse uno specchio che assorbiva e rifletteva la luce da un punto. Davanti ad esso c'erano dei combattenti, alcuni orchi che lottavano contro i soldati, probabilmente cavalieri di Almajeria o guardie stesse del castello. C'era anche Raphael, il combattente che sembrava più agguerrito, insieme a lui vi era una figura vestita di abiti scuri, un'armatura pesante costituita da quelle che sembravano scaglie di chissà quale animale. Un uomo inquietante, dai capelli argentei e violacei e dagli occhi scuri e impenetrabili come la superficie dello specchio.

Il nostro intervento fu inevitabile e prendemmo parte allo scontro. Ognuno di noi scelse un bersaglio diverso, il mio fu lo stesso di Raphael e corsi contro i due guerrieri fermandomi ad alcuni metri di distanza, presi il bastone e lo strinsi.

Le fiamme avvolsero l'arma di Raphael che incrociò il grande spadone di Macdrair, entrambi non furono colti di sorpresa, nessuno distolse lo sguardo dall'avversario. Stavo preparando un altro incantesimo quando notai la ferita di Raphael, era profonda e incava nello stomaco, era come una voragine che non aveva mai fine. Il sangue era fuoriuscito copiosamente e questo spiegava il colorito biancastro del ragazzo, nonostante quella ferita però continuava a lottare con tutte le sue forze.

« Macdrair! I tuoi servi sono morti. Impedirò a te o a chiunque altro di far tornare le ombre! » urlai carica di rabbia, rilasciai i fulmini che andarono verso il bersaglio quasi come fossero artigli che volevano ghermire la preda.

Si liberò della morsa della spada di Raphael e spiccò un salto appena in tempo per evitare i miei fulmini, a quel punto allungò una mano verso di me e ne uscì un soffio di ghiaccio, feci appena in tempo a evocare la barriera contro le magie, fui avvolta da quel campo protettivo ma avvertii il freddo gelarmi le ossa, il sangue diventava sempre più freddo e con un sospiro riuscii a far uscire una nuvola di fumo. Era incredibilmente potente e non riuscivo a liberarmi di quell'incantesimo.

« Allora Profetessa, dimmi un po': ti vanti tanto di aver sconfitto i miei alleati. Ma due dei tuoi oggi son caduti se non erro? » disse con la sua voce fredda come l'incanto che mi circondava. Qualcuno probabilmente lo aveva distratto visto che ero riuscita a liberarmi dalla morsa di ghiaccio. Raphael mi stava proteggendo ancora una volta. « Ma che ne dici se cadesse un terzo dei tuoi amici? » a quelle parole balzai in aria.

Non ebbi tempo di lanciare o preparare incantesimi vista la rapidità dei movimenti di Macdrair: un colpo ben impostato riuscì a disarmare Raphael facendogli volare via la spada, il secondo colpo era stato magico e lo aveva lasciato senza più difese, si avvicinò rapidamente e piantò lo spadone nel mezzo dello stomaco del ragazzo. Si piegò in due ed emise un debole urlo soffocato dal sangue che si riversava via dalle labbra.

Il capo della Gilda estrasse la spada con violenza gettando il corpo di Raphael lontano e concentrandosi poi su di me. Urlai per la rabbia, quasi come se l'urlo potesse potenziare i miei incantesimi, ne evocai quanti più possibili, a tal punto che sentivo il bastone tremare con violenza e quasi esplodere. Sulla sala si abbatterono contemporaneamente una tempesta di neve e di fulmini e il fuoco cadde dal soffitto, concentrai i tre incanti verso il membro della Gilda che cercava di balzare nel tentativo di difendersi, la bufera di neve stava lasciando in tutta l'area dei cristalli, le pareti e il pavimento si trasformarono in una lastra di ghiaccio spessa, i fulmini caddero per tutta la stanza e non potei controllarli, rischiavo di uccidere qualcuno dei miei ma indirizzai la mia energia ai colpi dell'incantesimo del fuoco. Meteore che potevo controllare e che furono deviate in parte da Macdrair, andarono a scontrarsi contro le pareti del castello, vari piani caddero sul tetto, le colonne cedettero e le finestre esplosero per la forte pressione magica all'interno della sala. Il mio obiettivo era ucciderlo come lui aveva fatto con Raphael! Non potevo sapere le condizioni del mio amato ma ero certa che fosse morto. A quel pensiero pensi il controllo sugli incanti che persero la loro potenza diventando quasi nulli.

Macdrair non si fece di certo sfuggire l'occasione. Sfruttò i suoi poteri oscuri e mi trovai a dover fronteggiare un raggio di pura oscurità, sentivo il male nella sua magia, mai prima di allora avevo avvertito quell'aura pericolosa. Eppure nonostante fossi stanca e distrutta riuscii a fronteggiarlo, evocai un raggio di luce come avevo fatto nella foresta degli elfi e mi trovai in uno scontro magico, l'aria intorno a noi continuava a tremare pericolosamente e l'anello era ormai diventato scuro come la superficie dello specchio che rifletteva una dimensione a me familiare. Il capo della Gilda trovava la situazione divertente, mi vedeva in difficoltà ma non dovevo cedere. Le lacrime tinsero i miei occhi e rigarono il mio viso. Sentivo un dolore al cuore, come se fosse stato squarciato.

Sfruttai quella rabbia, quell'odio per mettere in quell'incanto tutta la mia essenza, tutta la magia che possedevo, riuscii infine a respingerlo: il raggio di luce avanzò, lo dirottai non contro Macdrair ma contro lo specchio stesso, l'anello fu colpito dai nostri due raggi e vi fu un'esplosione che mi sbalzò via con forza, ci fu un fragore e ricordo che non sentivo più nulla, solo un acuto suono, come se qualcuno graffiasse i vetri. La mia vista però funzionava ancora: tra il fumo e i detriti del castello che crollavano dall'alto, vidi l'anello spezzato e in dissolvenza, lo specchio era stato frantumato e stava già scomparendo mentre Macdrair agitava le mani convulsamente. Disperato all'idea che l'evocazione delle ombre era fallita. Avevo distrutto il portale.

« Piccola bastarda! » a poco a poco ritornai ad avvertire la realtà e i suoni intorno a me e l'uomo era furibondo. « Giuro che ti ucciderò! » stava letteralmente dando di matto, poi corse via senza neanche guardarmi. « Stavolta hai vinto. Ma ti prometto che la tua vita sarà un inferno continuo e vivrai nella paura! » correva via, mentre il castello continuava a crollare, quelle parole mi fecero riflettere e nell'attimo in cui scelsi come agire qualcuno mi fermò e avvertii una mano sulla spalla.

« Myrah basta combattere! Lascialo fuggire... quando tornerà lo uccideremo insieme... » era la voce di Hematha, gli altri erano chiaramente d'accordo. Non volevo crederci! Il mio sguardo vagò inizialmente in giro per la sala, poi si posò su Raphael. « Non c'è nulla che si possa fare ormai... è morto! » continuò lei con la voce tremante. Anche lei voleva piangere per i caduti.

Non avevo più parole. Finiva così la guerra. La mia battaglia. L'amore della mia vita era morto. Tutto quel dolore e quelle sensazioni terribili durarono pochi istanti, il tempo che annuissi e che i quattro si allontanassero credendo di avermi dietro di loro. Agii con velocità: evocai un muro di fiamme che dal terreno si elevò quasi fino al tetto, sentivo energia fluire dalle mie mani al bastone, i miei compagni che urlavano perché non potevano raggiungermi e fermarmi. Le fiamme che avevo generato bruciarono pure le colonne e fecero crollare parte del tetto. A quel punto rimasi nel più totale silenzio e in preda all'angoscia. Ogni passo che facevo verso il corpo di Raphael era una ferita in ogni angolo del mio cuore. La sua armatura squarciata e lui in un lago di sangue, la neve bagnata di rosso e la sua espressione ormai stanca, gli occhi chiusi.

Mi lasciai cadere quasi sul suo corpo, strisciai per l'ultimo metro fino ad arrivare al suo corpo. Volevo urlare per la rabbia, per il dolore ma avevo ancora speranza e volevo attingerne e spingermi oltre ogni limite. Cacciai le lacrime dentro di me, ogni forma di dolore, sia mentale che fisico, imposi le mani sulla ferita di Raphael e chiusi gli occhi, l'oscurità davanti a me.

Hematha mi aveva insegnato gli incantesimi di Magia Bianca per curare le persone, la magia curativa però era inutile in questo caso. L'unica incanto curativo che potesse fare al caso mio, era quello di resurrezione. Una magia tanto potente quanto pericolosa, in grado di strappare un'anima dalla morte se presa in tempo necessario. La magia non sempre poteva salvare dalla morte, ma coloro che provavano ad ingannarla non erano stupidi, conoscevano il rischio e sapevano che potevano perdere la vita durante l'esecuzione dell'incantesimo. Non me ne curai, la mia vita non aveva senso senza Raphael al mio fianco.

« Ti seguirò fino al confini della vita e oltre... » sussurrai a me stessa raccogliendo tutte le energie che mi erano rimaste. Sperai solo di non soffrire in caso di fallimento, poi sperai di avere successo, infine le mie mani si tinsero di una luce bianca e intensa che quasi mi accecava, spostai la mia attenzione all'area del cuore e allora vi posai le mani delicatamente eseguendo la magia di Resurrezione. « Ti riporterò da me... »

Avvertì non solo la mia magia, anche la mia stessa anima fluire via dal mio corpo, non saprei descrivervi come mi sentissi: ero stata privata di botto di qualunque forma di energia, mi sentivo morta, moribonda. Stanca e prosciugata. Era come se la magia attingesse alla mia stessa carne, al mio sangue. Doveva trovare una fonte di potere, la mia stessa vita. Poi però accadde qualcosa: la luce bianca divenne azzurra, vi era un qualcosa di angelico e mi accorsi di respirare ancora. A quel punto la ferita di Raphael stava ritrovando la sua giusta strada, si richiudeva e la pelle tornava a essere rosea, sentivo la vita scorrere dalle mie vene alle sue, il cuore stimolato nel riprendere a pulsare e avevo acciuffato la sua anima. La sentivo tra le mani, forte e potente ma cullata del fatto che ci fossi io, o forse del fatto che lo stessi riportando alla vita. Infine la sentii sfuggire dentro il suo corpo. Un semplice movimento doveva concludere il rito magico.

Alzai le mani tenendole sempre giunte e le battei con forza sul petto, proprio all'altezza del cuore, scontrandomi col ferro. A quel punto la luce si spense e avvertii l'incanto terminato, un leggero pulsare, due cuori battevano nella sala e uno non era il mio. Vidi il brillante verde vivo negli occhi di Raphael, nuovamente aperti e strabuzzati per la nuova vita.

« Myrah... » fu la sua prima parola. A quel punto non potei più resistere e scoppiai in lacrime per la gioia. Gli strinsi la mano mentre l'altra gli accarezzava il viso dolcemente.

« Son qui con te! Per sempre! » riuscii a dire tra i singhiozzi. Un terremoto lontano spezzò qualunque momento di dolcezza e mi riportò alla realtà. « Raphael... dobbiamo continuare a lottare. Macdrair è fuggito... non posso lasciarlo andare via! » lo guardai negli occhi sperando che fosse con me, nel caso non lo fosse stato avrei dovuto combattere da sola contro il capo della Gilda. Ma stavo parlando con uno appena tornato in vita.

Si alzò a fatica, prima si mise seduto, rannicchiò le gambe, stirò le braccia, si guardò intorno cercando di cogliere la realtà, quasi come se non credesse che tutto quello era possibile. Che lui era realmente vivo. Bastò guardarmi negli occhi per capirlo.

« Immagino che la battaglia non sia finita... fammi strada e combatterò con te! » risposta ovvia da parte di Raphael, appoggiarmi in qualunque cosa, fino alla fine avremmo lottato insieme. Gli diedi un bacio fugace, troppo breve e debole. Ci rialzammo dal posto insieme, lo aiutai a prendere la spada e lo scudo e ci voltammo verso la sala delle udienze, Mcdrair non poteva essere fuggito lontano. Era nostro compito andarlo a prendere e chiudere quella storia una volta per tutte. Senza scambiarci altre parole, cominciammo a correre anche se Raphael era più lento di me viste le funzioni vitali appena riassunte. Insieme però avremmo vinto.

Come avevo immaginato, Macdrair non si era allontanato molto da noi. Era riuscito a distruggere la sala delle udienze creandosi un varco per poter fuggire con più tranquillità. Così si era però rallentato. Stava utilizzando la sua magia per distruggere ciò che gli stava tra i piedi nella sua fuga, c'erano decine di abitazioni ormai ridotti in rovine, distavamo di alcuni metri e poté sentirci arrivare alle sue spalle. Si voltò lentamente con lo sguardo truce e spaventato, notai solo allora i suoi occhi scuri mutati da pochi minuti primi, fece un sorriso e si voltò completamente mostrandoci che aveva uno squarcio nelle vesti e nell'armatura. Aveva il petto totalmente libero e privo di qualunque stoffa, la pelle biancastra era marchiata con un complesso simbolo, era un intrico di linee simili a un labirinto. Capii subito di cosa si trattava visto che io stessa potevo avvertire un potere simile.

« Si è lasciato possedere da un demone! » urlai a Raphael a mo' di avvertimento. Stringemmo le armi mentre Macdrair rideva, la sua voce però era chiaramente distorta. Era sotto il controllo del demone, qualunque avesse evocato.

« Io sono Zagaelys! Signore degli Abissi più oscuri. Creatore delle ombre. Dinnanzi a voi avete la vostra unica vera divinità... ora Profetessa preparati alla morte! » un'altra risata tra gli echi di quelle parole, una voce agghiacciante.

« Non ti permetterò di farlo! Non puoi vincere contro di noi... per quanto tu sia potente, i tuoi poteri sono limitati finché non assumerai forma carnale... » non potevo conoscere la salute di Macdrair, ero però certa che di lui restasse ancora qualcosa, ciò le rendeva un comune mortale e potevamo ucciderlo.

Significava inoltre che Zagaelys, o meglio il guscio in cui era evocato, poteva morire e svanire per sempre. Tenni il bastone sospeso e lanciai dei fulmini nella direzione del demone. Parve essere colpito dall'incanto ma non ne subì alcun danno e si alzò con tranquillità e seguendo una risata diabolica. A quel punto impugnò il suo spadone e corse contro di noi per lottare.

Nella mia mente giravano centinaia di pensieri, uno in particolare mi diceva però che essendo in due potevamo prevalere. Ovviamente mi sbagliavo come su molte cose. Macdrair si lanciò per primo su di me colpendomi ripetutamente con la sua lama, il viso contorto dall'odio e forse dalla possessione. Tuttavia il mio scudo reggeva forte nonostante fossi rimasta senza energie. Non so da dove vi stessi facendo appello, forse era merito di Lamia in quella battaglia.

Alle sue spalle Raphael andò a caricare, colpendo quasi il nemico che aveva evocato delle fiamme intorno a sé così da non farsi prendere, si voltò in fretta colpendo lo scudo del cavaliere, cercai di prevalere io ma ancora una volta il posseduto si seppe difendere: utilizzò l'elettricità per contrastarmi mentre l'altra mano combatteva contro Raphael, come se fosse diviso in due. Fui spinta via e quasi caddi a terra, mi ripresi in fretta ed evocai un soffio di ghiaccio nella speranza di congelarlo, riuscì però a balzare alle mie spalle e quasi mi uccideva, mi voltai appena in tempo e mi spostai leggermente facendomi colpire a un fianco. Sentii la sua lama trapassare la mia veste e la carne, urlai di dolore e mi piegai in due mentre il sangue si riversava fuori lentamente. Macdrair alzò ancora una volta l'arma per colpirmi ma si trovò contro l'arma di Raphael che aveva corso per difendermi dal colpo nemico. Gli stavo alle spalle e vedevo i suoi arti tremare per lo sforzo di restare in piedi.

Allungai una mano facendo prendere fuoco all'arma di Raphael, un potenziamento che poteva essere vano ma che avrebbe fatto più male. Raphael cercò di resistere mentre cominciai a invocare l'incanto per affilargli l'arma. Vidi io stessa la mutazione della lama che divenne più spessa e affilata come un dente di drago e sperai che fosse altrettanto letale.

Ci volle concentrazione ma Raphael riuscì a respingere l'assalto nemico e a sferrare un colpo che fu ben evitato con un balzo rivolto indietro. Lanciai altri fulmini cercando di paralizzarlo, nonostante avessi preso il demone in pieno non subì gli effetti che avevo sperato e sembrava semplicemente intorpidito pronto però per combattere ancora.

« Dimmi la verità Profetessa. Pensi davvero che un giorno i demoni non devasteranno questa terra? Pensi che le tue visioni del Guardiano drago siano riferite a questa dimensione? » le parole di Zagaelys sembravano confuse, parlava in maniera strana e sentivo di poterlo capire solo io. Nel frattempo il combattimento non cessava, Raphael fece la sua mossa.

Si scontrò con forza contro il demone, incrociarono le loro lame e combatterono violentemente, per pochi istanti fui incapace di agire visto che i due si muovevano con troppa velocità, era impossibile per me definire chi fosse il demone e chi il mio alleato, Si muovevano con straordinaria velocità.

« Fermerò il tuo piano per tornare in vita e Inakarrias non verrà mai distrutta! Il Guardiano drago mi ha mostrato la giusta via... oggi questa storia finirà! » dissi, alla fine riuscii a localizzare Raphael, evocai le fiamme dal pavimento che misero un confine tra i due combattenti e direzionai un tornado di fuoco contro Macdrair, le fiamme caddero dal cielo e girarono velocemente con intensità, si unirono e infine crearono un cono che si scontrò contro il pavimento mentre il demone cercava di spostarsi velocemente per evitare le fiamme, senza rendermene conto vidi che si era spostato davanti ai miei occhi.

Stavo per pararmi col bastone, incapace ormai di utilizzare una magia per difendermi. Fu allora che il suo spadone colpì il centro del bastone spezzandolo in due metà perfette. Il cristallo perse la sua luce e sentii come un colpo al cuore, come se avesse distrutto una parte di me. Una ferita che non sapevo se sarebbe rimarginata, un vuoto incolmabile. Quel bastone era il ricordo di mio fratello, e adesso era perso per sempre, la cosa mi fece stare male ma non potei fermarmi visto il punto della battaglia in cui eravamo arrivati. Erano le battute finali. Lasciai scivolare le due metà del bastone magico ed evocai un serpente d'acqua, si innalzarono nell'aria ben cinque flussi di acqua, era sporca e contaminata dal sangue, probabilmente c'erano stati dei morti in una battaglia sul fiume, tuttavia venne sotto il mio controllo al richiamo dell'incantesimo e ne generai una creatura diversa dal serpente marino che avevo imparato a fare. Una creatura alata e dalla forma draconiana e possente.

« Pensi di potermi fermare con un trucchetto magico del genere? » a quel punto seguì una risata e il demone si trovò a combattere contro la creatura d'acqua. Raphael era al mio fianco, ferito anche lui senza che avessi visto come.

Le mie mani si muovevano a scatti per controllare il drago, non potevo però riuscire a tenerlo a lungo visto quanta energia consumasse quell'attacco. Infine lasciai la presa e il demone si trovò investito da tutta l'acqua che avevo evocato. Raphael sfruttò quell'occasione per avanzare e colpire con la sua spada in fiamme, urlò in carica e sferrò dei colpi diretti contro il nemico che era ancora confuso, infine Raphael riuscì a perforare il petto del demone. Il suo corpo era ancora umano, poi urlò e mutò: al posto delle mani gli comparvero degli artigli, il viso divenne mostruoso e insanguinato mantenendo i lineamenti di Macdrair, era così che agiva un demone? Possedeva il corpo e lo rendeva un mostro? Infine comparvero le ali e diede un pugno ben mirato contro il viso di Raphael che cadde indietro col naso distrutto, cercò di rialzarsi ma il dolore doveva essere più forte, fiotti di sangue gli scendevano dal naso lungo le labbra e sull'armatura in ferro ma non urlò di dolore.

« È un ciclo che non avrà mai fine. Se mi uccidi oggi, domani tornerò. Se mi uccidono domani... tornerò ancora. I sacerdoti e i maghi l'hanno predetto... » il demone si allontanò di pochi passi aggirando Raphael ma con lo sguardo fisso su di lui.

Presi la Spada Ammazza-draghi tra le mani e mi tenni pronta per creare una barriera che difendesse Raphael, era lui il più vulnerabile in quell'istante. « “Con l'Era del Sole, la stella brilla nel cielo e il mondo vivrà in una falsa pace. Un'illusione che verrà resa nera dall'Era dell'Oscurità. Con essa le ombre torneranno seminando il panico. Allora né i maghi, né la Chiesa né altri potranno fermarmi. E le ombre resteranno per cinque secoli fino alla distruzione di una delle fazioni!”... » era chiaramente tratto da un testo. Probabilmente qualcosa a cui Macdrair aveva avuto accesso, nessuno conosceva le predizioni sul futuro, solo dei presagi o piccole informazioni. Il nome della prossima epoca per esempio. Strinsi la spada per la rabbia.

« Non ti lascerò vivere. Distruggerò qualunque tua forma... finché avrò fiato in corpo.. le ombre non passeranno il portale! » era una promessa che stringevo a me, una promessa invisibile, un patto che non necessitava di essere mantenuto. Soprattutto visto che avrei messo il punto a quella storia. Raphael era ancora chino su se stesso, lanciai la barriera intorno a lui così da proteggerlo e poi mi fiondai sul nemico che si trovò di stucco: con le sue armi si era scontrato contro di me, la sua magia invece mirava a bruciare Raphael. Le fiamme ardevano però la mia barriera che non cedeva. Non diedi segno di vacillamento e riuscii a sostenere lo scontro tra le due armi.

« La Spada Ammazza-draghi? Come ha fatto una patetica essere umana a prenderla? Era perduta da secoli. Nascosta ai confini del mondo! » Zagaelys chiaramente era sconvolto. Stupito di fronte alla forza dell'arma e al fatto che io fossi riuscita a trovarla nonostante fosse stata dichiarata persa.

« Non così lontana in effetti! Era qui a Inakarrias. E con questa lama giuro che ti ucciderò! » per un attimo fui carica di energie, pensai addirittura di riuscire a sopraffarlo. Poi però ebbe la meglio e mi respinse lanciando un incantesimo col braccio. Ancora una volta dovetti reagire.

Utilizzai tutta l'energia che mi restava in corpo ed evocai dei fendenti fatti d'aria, la magia andò con violenza contro il suo braccio recidendolo di netto. L'arto cadde a terra diventando subito cenere mentre l'urlo di Macdrair avveniva nella realtà. Era ancora padrone del suo corpo!

« Nessuno uomo può uccidermi! Io sono Zagaelys! » urlò, una voce che veniva dal profondo della sua gola. Un miscuglio tra la voce demoniaca e quella dell'ospitante. Ritrovai l'equilibrio e mi feci avanti, senza alcuna magia. Semplicemente affondai la mia lama dritta nel cuore del demone, spezzando in due metà il marchio dell'Abisso, le scaglie della lama si illuminarono.

Tutto intorno a noi parve esplodere, confondersi con l'ombra e con la luce che proveniva da me. Una battaglia spirituale che stavo vincendo visto che anche dentro di me risiedeva un demone. « Allora è una fortuna che io sia una donna! »

Macdrair parve rinsavire, i suoi occhi tornarono di un nero più chiaro e umano. Il suo sguardo si spense improvvisamente e il suo corpo tornò normale ma con un arto mancante. Infine il segno dell'Abisso svanì. L'ospitante era morto di conseguenza il demone non poteva continuare a possedere il corpo umano.

L'ultimo membro della Gilda era finalmente morto. Mi sentivo libera ma carica di odio, estrassi la Spada con violenza tale che pensai di avergli rotto la gabbia toracica. Il suo corpo cadde a terra e divenne cenere in pochi istanti, finalmente la battaglia era finita. Non restava che cacciare l'esercito nemico.

Mi voltai verso Raphael che si era alzato, non perdeva più sangue dal naso ma il suo viso era una maschera rossa. Lo sfiorai appena prima di svenire tra le sue braccia, adesso riuscivo ad avvertire tutta la stanchezza della battaglia, il mio corpo era sotto stress. Pensai che quello fosse il mio ultimo respiro, la fine della mia vita. Chiusi gli occhi dimenticandomi di essere viva.

  
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