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Autore: itsover    25/09/2015    0 recensioni
Rebel Parker, la ragazza più bella, misteriosa ed affascinante della scuola, ma anche quella più solitaria. Nicholas è il suo unico amico e con lui vive i suoi momenti più belli e anche quelli più brutti, con lui ride, scherza, soffre e sogna. Ma con il tempo, si sa, le cose cambiano e se volete sapere come... dovete soltanto leggere.
Dal primo capitolo:
"Fai la brava" mi disse sorridendo. A volte avevo la sensazione che mi trattasse come se fossi la sua bambina, ed era anche bravo nel farlo. O perlomeno, meglio di come lo facesse John Parker, il mio vero padre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Amo la solitudine; il 99% delle persone farebbero di tutto pur di non restar sole, mentre io mi trovo a mio agio in essa e non mi spaventa non avere nessuno al mio fianco. Mio padre se n'è andato di casa quando io avevo otto anni.  Le uniche due persone a cui tengo più della mia stessa vita, oltre a Nico, il mio migliore amico, sono mia mamma e mio nonno paterno. Per loro darei tutto, anche la mia stessa vita.
La sveglia interruppe bruscamente il mio sonno profondo, mi rigirai nel letto più volte rifiutando l'idea di dover andare a scuola e di stare a contatto con la gente. Mi misi seduta e stropicciai gli occhi ancora mezza intontita, prima di vestirmi e andare in cucina per far colazione. 

"Ciao mamma" le dissi con tutta l'energia che avevo in corpo, ossia pari a zero, dirigendomi verso il frigorifero e prendendo il primo yogurt che mi capitò sotto mano.

"Siamo di buon umore oggi" mi rispose lei con ironia "Tesoro, sto uscendo per andare a lavoro. Stamattina inizio prima"

"D'accordo" risposi senza il minimo segno d'interesse. Mi salutò e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Andai in bagno per lavarmi la faccia, truccarmi e pettinarmi. Mentre mi legavo i capelli in una coda di cavallo, mi arrivò un messaggio sul telefono ed ero sicura, senza nemmeno guardare, che fosse di Nicholas perché 1 è l'unico amico che ho e 2 l'altra persona potrebbe essere soltanto mio nonno ma non sa scrivere sms con il telefono. Aprii il messaggio: prendi il bus stamattina? Ti devo raccontare assolutamente della partita di ieri.

A me non me ne fregava un cazzo delle partite di Nico, ma mi piaceva ascoltarlo, adoravo la voglia e la passione che ci metteva nel fare le cose e nel raccontarle, a differenza mia. Così gli risposi che ci saremmo visti in fermata. Mi diedi un'ultima spazzolata ai capelli, mi misi le scarpe e uscii di casa. Nel tragitto misi le cuffie e accesi la musica a tutto volume, cercando di allontanarmi dalla vita reale per il tempo restante. 
 

Quando arrivai, tutti i ragazzi e le ragazze che c'erano lì mi guardarono e mi fecero un cenno di saluto, perché io ero Rebel Parker, la ragazza più amata dall'intera scuola, la ragazza misteriosa di cui tutti parlavano, ma di cui nessuno sapeva quale fosse la sua vita al di fuori di quelle quattro mura o cosa le fosse successo in passato. Per quello piacevo, ero stata definita affascinante, ma la cosa non m'importava, come di tutto il resto in fondo, non m'importava di niente. 

"Ehi Parker, bella la giacchetta in pelle! Ti sta alla grande" sorrisi a Puk, uno degli amici di Nicholas, in segno di ringraziamento. "Ciao Reb" mi girai e vidi Nico con i suoi soliti occhiali da sole e il suo sorriso che mi metteva sempre di buonumore venirmi incontro. Lo salutai e lo abbracciai. Salimmo sul bus che era arrivato in quel preciso istante e ci sedemmo in uno dei posti in fondo, come tutte le altre mattine del resto. "Allora" mi disse togliendosi gli occhiali "ieri la partita è andata alla grande" "Fantastico" gli risposi accennandogli un mezzo sorriso "Reb per alla grande intendo che ho fatto goal all'ultimo minuto in una delle partite più importanti del campionato e il coach mi ha nominato nuovo capitano al posto di quel coglione di Hawkins" si girò verso di lui, che era seduto dietro di noi, lo squadrò dalla testa ai piedi e lui gli rispose facendogli il dito medio "questa è una gran bella notizia, sono contenta per te" mi guardò storto; gli risposi con uno sguardo che voleva intendere "che c'è?" Sospirò "Potresti anche sorridere ogni tanto, sei più carina quando lo fai" arrossii e cercai di nascondermi. Nonostante ci conoscessimo da una vita, ogni volta che mi faceva un complimento, mi metteva sempre in imbarazzo. "Idiota" sussurrai e appoggiai la mia testa alla sua spalla. "Reb" mi chiamò scostandosi qualche attimo dopo e guardandomi poi negli occhi "con la scuola come va? C'è, voglio dire, ti stai impegnando almeno un po'?" Nico era quel tipo di persona che se non lo conoscessi, potrei dire che non gliene importa assolutamente niente della scuola e che pensa solo agli amici, al divertimento e al calcio. Ma siccome lo conosco dico che non è così, ci tiene molto e si impegna. Vuole costruirsi un buon futuro e gli importa anche del mio, per questo spesso mi chiede come va, ma a me non m'importa di ciò che ne sarà di me tra qui a qualche anno e la scuola mi fa, beh... schifo. "Eh... Sai ho avuto tanto da fare in questi giorni e non ho studiato molto" gli dissi cercando di evitare il suo sguardo "me lo dici ogni volta, almeno potresti cambiare scusa ogni tanto, no?" Mi guardò impassibile, su certe cose non scherzava. "Già, devo inventarmi delle nuove scusanti, quelle che uso ormai son vecchie" lui annuì. 

Arrivammo a scuola e all'ingresso principale ci dividemmo perché, per mia sfortuna, non eravamo nella stessa classe, lui era un anno più grande di me. "Fai la brava" mi disse sorridendo. A volte avevo la sensazione che mi trattasse come se fossi la sua bambina, ed era anche bravo nel farlo. O perlomeno, meglio di come lo facesse John Parker, il mio vero padre.

 
  
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