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Autore: iheartjortini    25/09/2015    2 recensioni
“Offro io per una bella damigella come te”
Mi girai di scatto verso quella voce che involontariamente mi aveva fatto smettere di pensare al motivo per cui avevo -due minuti prima- ordinato una vodka.
“Ad una condizione però: dopo mi concedi un ballo”
Il solito stronzo che si fa tutte. Perfetto. Volevo dimenticare ciò che era successo 48 ore prima e mi compare davanti la reincarnazione del tipo di ragazzo che avrei dovuto evitare.
C'erano due opzioni: ignorarlo e allontanarmi da ogni essere umano che fosse come lui, o accettare e cercare di divertirmi per smettere di pensare senza la necessità di dover perdere tutti i sensi.
Indovinate quale ho scelto.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Credo che non sia stata una buona idea farsi trascinare dalle idee dei miei amici ed andare in discoteca per dimenticare tutto. Sono sullo sgabello in camoscio nero del bar, aspettando un drink che avevo appena ordinato al barista lì dietro.

- “Ehi Stoessel, andiamo?” - Avevo appena chiuso l'armadietto quando, girandomi, mi ritrovai Lodovica davanti. Ogni Giovedì tornavamo a casa insieme dato che Ruggero, il suo fidanzato, non poteva accompagnarla per via degli allenamenti di basket. - “Va bene, dammi due minuti e arrivo. Tu intanto aspettami fuori” - Corsi velocemente senza aspettare una sua risposta, dovevo salutare Diego che a quest'ora stava sempre davanti ai bagni del secondo piano a cazzeggiare con i suoi amici. Esatto, suoi. Non mi erano mai piaciuti, l'unica parola che scambiavo con ognuno di loro era un misero“Ciao”detto tanto per non sembrare maleducata. Stranamente quando arrivai davanti ai bagni non c'era nessuno. Strano. Prima di raggiungere Lodovica, però sentii dei rumori. Non ci feci molto caso, sai quanti ragazzi non riescono a controllare i loro ormoni fino a casa e decidono di farlo in bagno? “Oh si Diego, più forte”. Furono queste -esattamente queste- le parole che catturarono la mia attenzione prima di entrare nel bagno -ignorando il fatto che alle ragazze era proibito entrare, escludendo quelle che si sbattono i ragazzi, ovviamente. - Solo una porta era chiusa, dovevo aprirla o no? Magari non era quel Diego, o forse sì. Era insicurezza, o solo paura di vedere davanti ai miei occhi qualcosa che non mi sarebbe piaciuto per niente?

“Offro io per una bella damigella come te” Mi girai di scatto verso quella voce che involontariamente mi aveva fatto smettere di pensare al motivo per cui avevo -due minuti prima- ordinato una vodka. “Ad una condizione peró: dopo mi concedi un ballo” Il solito stronzo che si fa tutte. Perfetto. Volevo dimenticare ció che era successo 48 ore prima e mi compare davanti la reincarnazione del tipo di ragazzo che avrei dovuto evitare. C'erano due opzioni: ignorarlo e allontanarmi da ogni essere umano che fosse come lui, o accettare e divertirmi per smettere di pensare senza la necessitá di dover perdere tutti i sensi. Indovinate quale ho scelto.

Ho raggiunto il mio obiettivo per questa sera, mi sono lasciata andare ed adesso sono ubriaca fradicia a ballare un lento insieme a lui. Mi stringeva a sè, fino a farmi posare il capo sul suo petto. Avevo gli occhi chiusi, fino a quando posò due dita sul mio mento per poterlo guardare negli occhi.
Si avvicinò, sapevo cosa voleva fare. Voleva baciarmi.
- “Aspetta” - sussurai quando era vicino. Buttarmi o no? Infondo era per questo che ero venuta qui, no? Dovevo dimenticare.
- “Non sono una di quelle che ti fai sempre” - Dovevo cercare di resistere. Anche se sapevo come sarebbe andata a finire non volevo fare quella facile.
- “Davvero credi che sia uno di quelli?” - Okay, va bene che mentre ballavamo era stato dolce, ma non penso sia un santo.
- “Ci conosciamo da venti minuti e volevi baciarmi, suppongo di sì” - La dolcezza è la materia in cui vado meglio insomma.
- “Ti sbagli di grosso, piccola. ” - Posa le sue labbra sulla punta del mio naso. Okay, cosa sta facendo?
- “Non sono come tutte le altre” - Un altro bacio. Sulla guancia destra. Mandava a puttane il mio cervello così.
- “Ne sono consapevole” - Ora sulla guancia sinistra. Cazzo, baciami.
- “Okay, mi arrendo” - L'avevo fatto aspettare e mi ero stufata anche io. Non so se era l'alcool, due giorni fa non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Forse domani mi sarei pentita, ma volevo per la prima volta mandare a quel paese la mia mente e buttarmi. Ero venuta qui per dimenticare, e così sarebbe stato.
- “Lo sapevo che avresti ceduto” - Rise e si avvicina sempre di più finché le nostre labbra sono finalmente in contatto, subito la sua lingua chiede accesso alla mia bocca che gli viene concesso, continuiamo così per qualche minuto finché lui non dice “Vieni con me..”

Ci troviamo davanti ad una porta della discoteca, sono praticamente schiacciata dal suo corpo verso la porta ma tutto ciò mi piace. Lui cerca di aprire la porta mentre continua a baciarmi, la apre e col piede la richiude e mi sbatte sul letto, si mette sopra di me e comincia a baciarmi il collo, non posso trattenere i gemiti. Comincia ad alzarmi la maglia e con una voce sensuale mi chiede
- “È la tua prima volta?”
- “No..” - Dopo ciò comincio a sfilargli la camicia, lui continua a lasciarmi baci per tutta la parte scoperta dalla maglietta. Pian piano comincia a sfilarmi anche i pantaloni e rimango in intimo.
- “Sei troppo vestito..Non vale” -
- “Allora trova un rimedio per questo” - Rido e comincio a sfilargli i jeans mentre lui ha la mano sul gancio del reggiseno e lo sfila, comincia a baciarmi i seni e per la seconda volta non riesco a trattenere i gemiti. Gli sfilo i boxer e comincio a toccarglielo leggermente, man mano che tocco lui lascia dei gemiti sulla mia pelle. Mi sfila l'intimo rimanente e entra in me. Non posso trattenere un urlo, lui mi tappa la bocca e lentamente toglie la mia mano e comincia a baciarmi, mi abituo alla sensazione e man mano quello che era dolore si trasforma in piacere puro, la serata più bella della mia vita.

Sono sulla sua moto mentre mi riaccompagna a casa, arrivati sotto casa sto per entrare e poi mi ricordo che non ci siamo neanche presentati, mi fermo e mi giro di scatto.
- “Non ci siamo neanche presentati...” -
- “Mi chiamo Jorge, Jorge Blanco” - Mi lascia un biglietto e freccia per le vie di Buenos Aires, alle cinque del mattino, dopo una nottata non del tutto giornaliera. E ora? 



Angolo Autrice: Hello everybodyyy! (sempre se qualcuno sta leggendo tutto ciò). È la mia prima storia su efp e spero di avervi almeno un po' incuriositi. Ho pensato di cambiare un po' e non fare la solista storia d'amore “La nerd e il popolare che si innamorano” e fare qualcosa di più originale. Alla prossima, iheartjortini.
   
 
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