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Autore: eolide98    25/09/2015    4 recensioni
I nostri eroici viaggiatori si ritrovano in una piccola cittadina chiamta Portici. E trascorrono una vacanza simpatica e perfettamente norma... scherzavo, ovviamente.
Nico e Percy, un sacco di fluff ( sul serio, una quantità spropositata di fluff), litigi, gelosie, pacche sul sedere in metropolitana, siti archeologici ed ovviamente una bella uscita a quattro.
Che ne dite di passare?
Dal cap 2
"Purtroppo, proprio quando Nico si era deciso ad allontanarsi, sentì distintamente qualcuno mettergli una mano nella tasca destra dei jeans.
Nico si voltò di scatto, rendendosi conto che la mano incriminata non apparteneva al suo fidanzato. Il ragazzo più alto arrossì violentemente pronunciando, in un inglese un po’ maccheronico le parole “scusa” e “malinteso”.
Percy, sfortunatamente era già partito in quarta.
Il treno si fermò proprio nella stazione di Ercolano. Nico scese dalla Vesuviana, Percy agguantò il ragazzo alto per il colletto e lo scaraventò giù, mettendo, a sua volta, i piedi per terra."
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Travelling'
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Cosa cavolo è la vesuviana?!

 

Ossia di come Percy assomigli a Cristoforo Colombo

 

Quella mattina Nico si svegliò di cattivo umore.

Non che avesse dormito male o che gli effetti del viaggio in aereo si facessero ancora sentire. 

Il ragazzo si era solo alzato con la luna storta, cosa che non succedeva poi tanto di rado. 

Il letto matrimoniale era quasi totalmente occupato dalla sua esile figura. La camera dove Nico e Percy dormivano non era molto grande, ma la arredamento e la grossa finestra che stava di fronte al comodino contribuivano a rendere l'intera camera ariosa e luminosa. Nico si stropicciò pigramente gli occhi, mettendosi seduto sul letto —Perceeeee!— chiamò, ad alta voce. Era del tutto certo che il suo fidanzato stesse preparando la colazione, tuttavia sentiva la prorompente ed egoistica necessità di avere il suo ragazzo vicino e, magari, di poterglisi addormentare affianco. 

Percy entrò dalla porta con un grosso vassoio pieno di biscotti. Una grossa brocca piena di succo d'arancia era appoggiata su un poggiabicchiere.

—Buongiorno pulcino!— salutò Percy usando uno dei suoi soliti appellativi di dubbio gusto che facevano diventare il povero Nico rosso come peperone. 

—Io lo uccido...—sussurrò il ragazzo più giovane mentre un sorriso assolutamente immotivato gli si dipingeva sulle labbra. 

—Ti ho portato la colazione!— disse Percy, tutto contento, appoggiando il vassoio sulle gambe del suo ragazzo.

Nico, dal canto suo, osservò i biscotti e il succo d'arancia con sospetto per poi incurvare le sopracciglia. 

— E il caffè?— il ragazzo non avrebbe voluto indurire a tal punto la voce ma la mattina il caffè era l'unica cosa della quale davvero Nico non poteva fare a meno; lo aiutava a svegliarsi del tutto e ad affrontare al meglio la giornata.

Percy gli sorrise e versò un po' di succo d'arancia in un bicchiere, porgendoglielo. 

— Ti fa male, Nico. Sai come la penso! Niente caffè fino a quando non torniamo a casa!— dichiarò il ragazzo più grande, mentre Nico si preparava a prenderlo a testate sul naso. Prima che, però, avesse anche solo la possibilità di colpire, Percy lo baciò, fuggendo, poi, dalla camera da letto. 

 

Nonostante il neo-laureato si fosse dimostrato agguerrito, e forse un po' scorretto, nei confronti del suo ragazzo, aveva gradito molto la colazione e soprattutto aveva apprezzato il fatto che Percy si fosse svegliato tremendamente presto solo per preparargli qualcosa di diverso.

Il ragazzo addentò un biscotto e lo mangiò con gusto.

Una volta finita la colazione Nico si alzò dal letto e si diresse, rigorosamente scalzo, verso l'armadio dove la sera prima aveva disposto i suoi vestiti. 

Era estate e lì, in quella strana cittadina chiamata Portici, si moriva di caldo. 

Nico optò per una delle maglie chiare che Percy gli aveva regalato. Il risultato non fu poi tanto terribile. 

Sopra ad un jeans lungo di colore grigio il ragazzo aveva intonato una maglia azzurrina che di sicuro Percy avrebbe apprezzato. 

Il neo-laureato si era, poi, diretto nel bagno dove si era lavato, per poi arrivare fino alla cucina dove il suo ragazzo studiava una cartina piena di linee colorate disegnate a mano. 

 

— E queste sarebbero?— chiese Nico, riferendosi alle linee colorate che attraversavano la superficie bianca.

— La signora che abita al piano di sopra, il nome mi sembra sia “Doni”, stamattina mi ha spiegato come si fa a muoversi col treno nelle zone circostanti. In pratica c'è una specie di metropolitana che gira attorno al Vesuvio e che ha delle fermate in tutte le località più interessanti: Pompei, Ercolano, Napoli... ed una anche qui a Portici. I treni passano ogni mezz'ora. Se la usassimo per muoverci non sarei costretto ad affittare un'auto e, soprattutto, tu non dovrai guidarla — in effetti Percy non aveva tutti i torti. Nico, tra i due, era l'unico capace di guidare. Da quando, due anni e mezzo fa, il ragazzo più grande aveva avuto un incidente con un tale di nome “Luke Castellan” si era rifiutato di tornare a guidare. Il povero Di Angelo fungeva, quindi, da autista e spesso e volentieri si ritrovava a dover accompagnare il suo ragazzo un po' ovunque. 

— Non mi sembra una cattiva idea, ma sei sicuro di riuscire a farci arrivare a destinazione senza finire in qualche strano posto sperduto? —

Percy si alzò immediatamente e posò il piede destro sulla sedia sulla quale stava, mimando in maniera alquanto bizzarra Cristoforo Colombo. 

— Io sono un navigatore vivente, miscredente! Arriveremo a destinazione qualunque essa sia, non ci perderemo! — Nico fu certo che si sarebbero persi, che sarebbero finiti in un paesino sperduto, o peggio che il treno li avrebbe portati in luoghi solitari e malfamati. 

Ma non gli importava: fintanto che Percy era vicino a lui poteva fare qualsiasi cosa. 

— Beh, Jackson, che cosa stiamo aspettando? Dov'è che si prende questo treno? — chiese il più giovane, entusiasta. 

-Ehm...

 

N.D.A.

Buonasera mondo!

 

Ecco il secondo capitolo di Travelling, storia ambientata nella mia città, Portici, e più in generale nelle città campane. Mi auguro che piaccia a vi quanto è piaciuto a me scriverla. Ringrazio Iladn, la mia fantasticherrima trascrittrice per aver trascritto i miei appunti ( ti voglio bene) e vi prego di lasciare qualche recensione... dai su che non vi costa nulla!

La storia è stata scritta ascoltando la canzone di Arisa “Quante Parole, che ha un testo meraviglioso e che vi consiglio caldamente di ascoltare ( qui il link → https://www.youtube.com/watch?v=Nrtff795Jsg&index=152&list=LLcGYQW995f0Qk5tv2fBC_rg)

 

Se la storia vi è piaciuta potete semplicemente aggiungerla alle vostre preferite/ricordate ecc. o lasciare un commento ( si l'ho già detto) che è sempre gradito.

Vi abbraccio forte...

E.f.

   
 
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