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Autore: utopia_B612    12/02/2009    2 recensioni
amore e dolore.. due parole che troppo spesso fanno coppia.. purtroppo
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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colline d'aprile

Primavera. Giochi di suoni, giochi di profumi, giochi d’amore..
Il vento soffia e muove dolcemente una foglia. Lei, avventurosa, si fa cullare e non cade, non è ancora il momento.. 

Anne, lei, lei pure si lascia cullare da quel tepore che sa d’estate. Lei, li, è contenta. Lei, li, non è sola. Lei, li, ama. Ama lui. Ama tutto di lui. 
Ama gli occhi, ama le mani, ama ogni sottile linea del suo corpo, ama la sua voce calda. Ama come mai prima, sta vivendo una favola. E ora è lì con lui. Lo guarda, lo bacia. Lui la prende, la abbraccia e le accarezza la schiena e piano lascia cadere il suo vestito.. e allora lui respira, finalmente, la sua droga. 
Lui, Thomas, che ha trovato il suo uragano in questa ragazzina dai capelli castani e gli occhi grandi, bellissimi che nascondono tutto.
Quante volte si era perso in quelle montagne rocciose per vedere un’aquila volare? E allo stesso tempo nelle sue iridi scorgeva l’oceano e la placida luna?
E ora lei è li, accanto a lui, e non se ne andrà mai,  mai, e poi mai..
O almeno così pensano entrambi.

Autunno. Ora quella fogliolina è cresciuta, e ha visto troppo dolore per vincere ancora il vento, e allora si lascia cadere, si stacca, e non potrò tornare più indietro, ed è meglio così.. soffrirebbe soltanto a vedere ciò che le radici del suo albero coccolano: lei, Anne. Non c’è più, stroncata da un incidente.. spirò con un mezzo addio e un bacio sulle labbra. L’ultima cosa che vide fu il dolore di Thomas, e lei non riuscirà mai a trovare pace, nemmeno al sicuro sotto la terra smossa di quell’albero d’aprile..
Lui, ora, piange. Non gli capitava spesso prima, ormai adesso è un’abitudine. Lui vive nell’immagine del ricordo, dell’illusione del nulla. Spera di dimenticare tutto, perché non ce la fa più, perché ha amato troppo.

 Notte. Notte bastarda, infame, fredda, oscura.
È notte e lui non riesce a dormire. Notte d’aprile, e lui ripensa al suo terremoto, alla sua droga, e non è ancora disintossicato.
Si alza, accende la loro musica e disegna. Da quando lei non c’è più  suoi quadri sono i suoi figli, e i dipinti hanno un unico soggetto: lei e le dolci colline. E poi ancora i cieli, le notti stellate e.. no basta non ci riesce. Oggi avrebbero festeggiato un anno assieme, e a lui è stato concesso troppo poco tempo di felicità. E piange, ancora e ancora..

 “Ciao!” e il suo sorriso da bambina. Eccola qui, davanti ai miei occhi. Ecco la mia anima.
“Vieni con me, andiamo un po’ sull’altalena, come i piccoli” e il suo inciampare e il suo ridere..
“Ehi, mio dislessico- i nostri stupidi soprannomi- devo dirti una cosa. Ho preso una decisione: ti amo.” Lei era cosi. Improvvisa. Imprevedibile. E il mio cuore si ferma da quanto veloce batte. E non ci penso due volte e la bacio, con quell’ardore che solo gli innamorati si possono permettere. E ogni volta era come la prima, ogni volta il suo calore, il suo amore, era una scoperta..

 

Basta, è solo un ricordo, uno dei tanti che lo punzecchiano come piccole lame affilate sulla pelle.
Sa dove andare per dormire bene.. vicino a lei..
Cammina, corre, urla, e la trova, ecco la collina, la Loro collina. E con il cuore in mano si lascia cadere; ora, a pochi metri da lei riesce a chiudere gli occhi, e a fare i suoi sogni più belli, quelli che non vorresti abbandonare mai. Ed è così che fa lui: non li abbandona. Con la luce del sole il suo corpo non si muove, resta lì, immobile. Il cuore è fermo, le membra fredde, eppure lui non si è mai sentito così bene.. finalmente l’ha ritrovata. Finalmente anche lui trova riposo tra i rami di quell’albero, accanto a lei..
Cosi, con le mute parole degli sguardi, le loro anime si baciano, e festeggiano il loro primo ed eterno anniversario. 

  
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