Primavera. Giochi
di suoni, giochi di profumi, giochi d’amore..
Il vento soffia e
muove dolcemente una foglia. Lei, avventurosa, si fa cullare e non cade, non è
ancora il momento..
Anne, lei, lei pure si lascia cullare da quel tepore che sa
d’estate. Lei, li, è contenta. Lei, li, non è sola. Lei, li, ama. Ama lui. Ama
tutto di lui.
Ama gli occhi, ama le mani, ama ogni sottile linea del suo corpo,
ama la sua voce calda. Ama come mai prima, sta vivendo una favola. E ora è lì
con lui. Lo guarda, lo bacia. Lui la prende, la abbraccia e le accarezza la
schiena e piano lascia cadere il suo vestito.. e allora lui respira,
finalmente, la sua droga.
Lui, Thomas, che ha trovato il suo uragano in questa
ragazzina dai capelli castani e gli occhi grandi, bellissimi che nascondono
tutto.
Quante volte si era perso in quelle montagne rocciose per vedere
un’aquila volare? E allo stesso tempo nelle sue iridi scorgeva l’oceano e la
placida luna?
E ora lei è li,
accanto a lui, e non se ne andrà mai,
mai, e poi mai..
O almeno così pensano
entrambi.
Autunno. Ora
quella fogliolina è cresciuta, e ha visto troppo dolore per vincere ancora il
vento, e allora si lascia cadere, si stacca, e non potrò tornare più indietro,
ed è meglio così.. soffrirebbe soltanto a vedere ciò che le radici del suo
albero coccolano: lei, Anne. Non c’è più, stroncata da un incidente.. spirò con
un mezzo addio e un bacio sulle labbra. L’ultima cosa che vide fu il dolore di
Thomas, e lei non riuscirà mai a trovare pace, nemmeno al sicuro sotto la terra
smossa di quell’albero d’aprile..
Lui, ora, piange.
Non gli capitava spesso prima, ormai adesso è un’abitudine. Lui vive nell’immagine
del ricordo, dell’illusione del nulla. Spera di dimenticare tutto, perché non
ce la fa più, perché ha amato troppo.
È notte e lui non
riesce a dormire. Notte d’aprile, e lui ripensa al suo terremoto, alla sua
droga, e non è ancora disintossicato.
Si alza, accende
la loro musica e disegna. Da quando lei non c’è più suoi quadri sono i suoi figli, e i dipinti
hanno un unico soggetto: lei e le dolci colline. E poi ancora i cieli, le notti
stellate e.. no basta non ci riesce. Oggi avrebbero festeggiato un anno
assieme, e a lui è stato concesso troppo poco tempo di felicità. E piange, ancora
e ancora..
“Vieni con me,
andiamo un po’ sull’altalena, come i piccoli” e il suo inciampare e il suo
ridere..
“Ehi, mio
dislessico- i nostri stupidi soprannomi- devo dirti una cosa. Ho preso una
decisione: ti amo.” Lei era cosi. Improvvisa. Imprevedibile. E il mio cuore
si ferma da quanto veloce batte. E non ci penso due volte e la bacio, con
quell’ardore che solo gli innamorati si possono permettere. E ogni volta era
come la prima, ogni volta il suo calore, il suo amore, era una scoperta..
Basta, è solo un
ricordo, uno dei tanti che lo punzecchiano come piccole lame affilate sulla
pelle.
Sa dove andare
per dormire bene.. vicino a lei..
Cammina, corre,
urla, e la trova, ecco la collina, la Loro collina. E con il cuore in mano si
lascia cadere; ora, a pochi metri da lei riesce a chiudere gli occhi, e a fare
i suoi sogni più belli, quelli che non vorresti abbandonare mai. Ed è così che
fa lui: non li abbandona. Con la luce del sole il suo corpo non si muove, resta
lì, immobile. Il cuore è fermo, le membra fredde, eppure lui non si è mai
sentito così bene.. finalmente l’ha ritrovata. Finalmente anche lui trova
riposo tra i rami di quell’albero, accanto a lei..
Cosi, con le mute
parole degli sguardi, le loro anime si baciano, e festeggiano il loro primo ed
eterno anniversario.