Anime & Manga > Evangelion
Ricorda la storia  |       
Autore: Darik    18/08/2003    2 recensioni
Un cross over che unisce due delle più importanti saghe della fantascienza: Shinji Ikari nelle vesti di cavaliere Jedy, affronta il potere del Lato Oscuro. Che la Forza sia con voi!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Evangelion Wars

Autore: Darik

EVANGELION WARS
CROSS OVER DI NEON GENESIS EVANGELION CON GUERRE STELLARI (e non solo ...)

IN QUESTA STORIA
L'ORDINE DEGLI OSCURI GUERRIERI SITH RINASCE,
TENTANDO DI CONQUISTARE LA VECCHIA REPUBBLICA.
I CAVALIERI JEDY LI OSTACOLANO. COMUNQUE QUESTO RACCONTO E' TUTTO FARINA DEL MIO SACCO, ED E' ALQUANTO FORZATO, LO AMMETTO, IL MIO TENTATIVO DI INSERIRLO NELLA CONTINUITY DI STAR WARS. QUINDI NON STUPITEVI, SE ANDATE A CERCARE NELLE CRONOLOGIE DI STAR WARS, DI TROVARE FATTI E DESCRIZIONI DISCORDANTI CON LA VERSIONE UFFICIALE.
CHE LA FORZA SIA CON VOI.

La creatura di Luce e la creatura di Tenebre, combattevano tra di loro, ciascuna ammantata nella propria luce. Il loro duello durava da quando era sorta la materialità dell'universo, ma nessuno poteva dire se sarebbe continuato per sempre. Le loro due ultime incarnazioni esistevano da poco. Comunque questo sembrava essere già lo scontro definitivo tra le incarnazioni, tale era la violenza indescrivibile. Si inseguivano, si scavalcavano, si colpivano. Ogni colpo, e qualcosa nell'universo si incrinava. Non potevano continuare cosi. Allora la creatura di Luce scagliò una splendente lancia contro la creatura di Tenebre, colpendola in pieno. La creatura urlò dal dolore, si agitò per poi precipitare sempre più giù, in una discesa senza fine, negli inferi. La creatura era morta, ma le Tenebre l'avevano lasciata prima che morisse, rimanendo quindi in giro come scaglie impazzite. Anche la creatura di Luce urlò, e anche il suo era un urlo di dolore.

PIANETA CORUSCANT- 3900 ANNI PRIMA DI GUERRE STELLARI EPISODE IV

Regnava un silenzio totale tra gli ampi corridoi dell'accademia Jedy percorsi da arcate semplici come decorazioni, anzi, del tutto spoglie di decorazioni, ma enormi come dimensioni. I raggi del mattino avevano appena cominciato ad apparire dalle grandi finestre di forma triangolare situate in alto, tra ogni arcata.
In basso, sempre tra ogni arcata, c'erano porte automatiche di colore marrone, piccole e strette. Le loro dimensioni ridotte stridevano nel confronto con quelle dei corridoi e delle arcate. Affianco ad ogni porta, una piccola tastiera.
L'accademia faceva parte di un edificio denominato Tempio Jedy. Una gigantesca costruzione di forma cubica, dove risiedeva l'accademia, era la base e costituiva il grosso del tempio. Poi sopra la zona dell'accademia vi erano cinque torri, quattro disposte vicino agli angoli della costruzione cubica e l'ultima, più alta, al centro. In cima a queste torri vi erano locali di forma circolare come la sala del Gran Consiglio Jedy.
Sia dentro che fuori, il tempio era completamente privo di decorazioni, nonostante le dimensioni impressionanti.
Si diceva che i costruttori dell'accademia avessero pensato di realizzarlo cosi per ricordare costantemente ai Jedy la grandezza del loro ordine, una grandezza basata però sulla semplicità, e le porte erano cosi minuscole per farlo capire ancora meglio agli allievi. Infatti ogni porta conduceva alle celle in cui risiedevano gli apprendisti Jedy, detti padawan, celle anch'esse molto piccole e quasi del tutto spoglie, perché quei ragazzi e ragazze di ogni specie della galassia si mantenessero sempre umili e non coltivassero mai l'arroganza e la superbia (non che le celle dei cavalieri veri e propri fossero diverse).
D'un tratto, in uno di questi corridoi apparve un ragazzo molto giovane, sulla ventina* , con i capelli castani e un'espressione agitata, che sembrava andare molto di fretta, e nel muoversi cercava di fare il minor rumore possibile.
"Accidenti, sono in ritardo per la meditazione mattutina. Ma forse non mi hanno scoperto" pensava il giovane, che indossava un abito molto semplice di colore bianco, un pantalone con degli stivali marroni, una maglietta con intorno alla cintola una fascia.
Si fermò davanti alla porta di una cella, la sua, digitò il proprio codice sulla tastiera e pensò tranquillizzandosi: "Ce l'ho fatta!"
"Shinji!" lo chiamò autoritaria una voce nella sua mente.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, si voltò e vide una splendida donna con i lunghi capelli viola, che indossava un abito simile al suo, con in più una specie di saio marrone, aperto sul davanti e con un ampio cappuccio dietro la testa.
"M… madre!" disse il ragazzo sorridendo nervosamente.
"Le meditazioni mattutine sono iniziate da ben mezz'ora, e mi sembra che tu sia in ritardo" disse severa la donna.
"Ma… ma io, ecco… si insomma" il ragazzo tentava di giustificarsi, ma sapeva che era inutile mentire, quando la donna poteva leggere nei suoi pensieri. Perciò disse la verità.
"Le giuro che sarei arrivato in orario, ma mentre venivo qui ho visto un bambino che si era perso e che piangeva disperato sul marciapiede, ignorato dalla gente che gli passava affianco. Non ho resistito a quella vista, dovevo aiutarlo. Ho pensato che potevo portarlo dalla sorveglianza, ma ci avrebbero messo troppo tempo. E il bambino continuava a chiamare disperato la madre, quindi…"
"Hai usato le tecniche Jedy per guardare nella sua mente dove fosse la sua casa e ce l'hai accompagnato" disse la donna completando la frase del ragazzo.
"Si, è cosi".
La donna si avvicinò a Shinji, gli mise una mano sulla spalla, sorrise e disse: "Shinji, capisco il perché delle tue azioni, e lo approvo, dimostrano che possiedi le qualità morali necessarie dei Jedy. Provi sentimenti positivi. Però quello che hai fatto dimostra anche che sei portato a lasciarti dominare da essi. Questo non deve avvenire, ricorda che un Jedy ha bisogno di controllo totale sulle sue emozioni. Visto che il motivo era giusto, per questo volta ti copro, ma fai attenzione che non succeda mai più. Se lo dovesse scoprire il maestro Lorenz, cosi rispettoso delle regole, ti punirebbe severamente".
"Si madre, vi ringrazio" disse il ragazzo chinando il capo.
"Su, adesso vai nella tua cella e comincia la meditazione. Impara a capire la Forza" concluse la donna mettendogli una mano sulla testa e arruffandogli affettuosamente i capelli.
Shinji andò nella sua cella, mentre la donna si avviò verso l'altra parte del corridoio.
Una volta entrato il ragazzo si sedette con le gambe incrociate sul freddo pavimento della piccola e spoglia stanza (c'era solo un letto e una sedia davanti ad una rudimentale scrivania) con una piccola finestra che dava all'esterno.
Quando Shinji era più giovane e aveva cominciato da poco l'addestramento Jedy tentava di affacciarsi dalla piccola finestra per guardare Coruscant, gli altissimi palazzi che si estendevano a vista d'occhio verso il cielo, le miriadi di navi stellari, grandi e piccole, che solcavano come una fiumana continua l'aria. Uno spettacolo davvero imponente. E non si stancava mai di guardarlo. Ma adesso aveva altro da fare.
Chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e lasciò i suoi pensieri scorrere nella Forza.

La donna con i capelli viola si recò intanto, tramite un ascensore, in una sala molto ampia di forma circolare circondata da vetrate che davano sui palazzi circostanti e posta su una delle torri del Tempio Jedy. Al centro della sala vi era un grosso tavolo a forma di O, con delle sedie.
La donna andò prima a prendere una bottiglia e un bicchiere da una piccola credenza, poi si sedette e cominciò ad osservare il panorama.
I palazzi di Coruscant erano un vero spettacolo, sembravano espandersi all'infinito, e in effetti era cosi, visto che Coruscant era un pianeta-città, l'intera superficie dell'astro era coperta dalle costruzioni a più livelli della capitale della Repubblica. Il cielo però era perfettamente limpido, un azzurro stupendo, grazie all'utilizzo da parte di ogni mezzo, stellare o no, di forme di energia pulita.
Era una vista che la tranquillizzava sempre, mentre iniziava a sorseggiare la sua bevanda in quella che era la sala mensa per i maestri Jedy, dallo stile architettonico imponente e insieme semplice come tutto il resto dell'edificio.
"Sapevo che ti avrei trovata qui Misato" disse una voce femminile alle sue spalle.
"Mi chiedevo quando avresti parlato. Ho sentito la tua presenza da un pezzo, Ritsuko".
Un'altra donna stupenda, stavolta con i capelli biondi, che indossava lo stesso abito di Misato, entrò nella sala e si sedette affianco alla prima.
"Vedo che sei tornata dal tuo viaggio su Ossus. Sarà stata una gioia per te poter visitare la biblioteca dei Jedy. Com'è andata?" domandò Misato.
"Una normale missione, consistente nel sedare alcune liti tra le tribù abitanti il satellite di Ossus" rispose Ritsuko
Passarono alcuni attimi di silenzio, poi Ritsuko parlò: "Ho percepito cosa è successo a Shinji stamattina. L'hai coperto vero? Spero che tu ti renda conto del rischio che corri con il maestro Lorenz. Quell'uomo è cosi fissato con le regole, che sarebbe capace di cacciare Shinji dall'accademia e di 'esiliarti' in qualche pianeta remoto, se lo scoprisse. Anche se la 'colpa' è cosi lieve".
"Lo so, ma sono pronta a correre questi rischi per Shinji" ribatté Misato.
"Solo per lui? Capisco il legame tra te e lui, ma un Jedy dev'essere pronto a sacrificarsi per chiunque sia in pericolo, mentre il tuo atteggiamento mi fa pensare che potresti preferire il bene di uno a quelli di molti Ho sentito anche quello che hai detto a Shinji prima, che non bisogna farsi dominare dalle emozioni. E' giusto ma sembrerebbe che neanche tu abbia imparato bene questa lezione".
"Non ho bisogno di lezioni da te" disse leggermente seccata Misato "conosco i doveri dei Jedy. E credo che tu la stia facendo troppo grossa. Non ho fatto niente di male in fondo. E se Shinji ha commesso un ritardo per aiutare un bambino bisognoso, lo si può punire?"
"Certo che no, ma il maestro Lorenz non si sarebbe fatto scrupoli. E comunque ricorda che spesso tutto comincia da ciò che è piccolo. Da un gesto minore fuori dalle regole per Shinji, può derivare un azione gravissima, punibile molto severamente dal codice Jedy".
"Insomma, possibile che in questa accademia siano tutti cosi fissati con le regole?! Shinji ha solo commesso un piccolo ritardo, non ha mica tradito! E io non l'ho punito perché quel ritardo era giustificato da una buona azione!"
"Misato…" Ritsuko provò a dire qualcosa senza riuscirci perché Misato, che dal tono di voce sembrava si stesse scaldando sempre di più, non le dava il tempo di parlare.
"Da quando è scoppiata la guerra contro i Sith e il maestro Arca e tutti gli altri grandi saggi sono andati a combattere su altri pianeti, è Lorenz che domina nell'accademia con il suo esasperato rigorismo e sta opprimendo tutti!"
"Basta adesso Misato. Stai perdendo il controllo, e questo è poco conveniente per un Jedy. Perciò calmati, Lorenz non piace neanche a me, e anche se sono potuta sembrarti odiosa, volevo solo avvertirti di stare attenta. Con lui non si scherza. Intanto non possiamo fare altro che ubbidirgli, lui infatti è stato designato dal Gran Consiglio dei Jedy a capo dell'accademia. Finché dura questa guerra, è lui che comanda".
Misato rimase in silenzio, poi disse: "Hai ragione. Devo calmarmi. Ma resta il fatto che Lorenz non mi va assolutamente giù, sembra che non aspettasse altro che questa guerra per prendere il controllo dell'accademia. E con la maggior parte dei Jedy esperti che combattono al fronte insieme all'esercito della Repubblica, qui sono rimasti solo pochi cavalieri, come noi, e i padawan, che non hanno l'esperienza e il carattere necessario per tenergli testa. Il fatto è che il suo modo di comandare sta diventando una specie di dittatura. Intorno alla sua poltrona vi sono undici membri, e ufficialmente il loro dovrebbe essere un governo di tipo collegiale. E invece le decisioni le prende solo lui, gli altri si limitano ad annuire. Questo ti sembra un comportamento da Jedy?"
Ritsuko si strinse nelle spalle: "Qui hai ragione tu. Ma sai com'è… il codice è uguale e insieme diverso. Uguale perché il testo è sempre lo stesso, diverso perché ci sono quelli che lo interpretano a modo loro. E non è detto che lo interpretino sempre equamente. Accade raramente perché di solito i maestri sono guidati dalla Forza e quindi ne afferrano il senso giusto, ma può accadere. E noi non possiamo opporci".
"Già, meglio parlare d'altro".
Misato sorseggiò un po' della sua bevanda.
Ritsuko: "Ancora birra boeana?! Ma non lo sai che può bruciarti lo stomaco?!".
"Si. Ma solo se ne bevo troppa. Un bicchiere non può farmi male" ribatté Misato.
"Certo che anche questo è davvero un comportamento da Jedy!" commentò sarcastica Ritsuko.
Un breve silenzio e poi le due donne cominciarono a ridere, una risata controllata e insieme liberatoria.
All'improvviso smisero di ridere e guardarono verso l'alto come se vedessero qualcosa, ma non c'era niente.
"Ci stanno chiamando nella sala del consiglio. E credo di sapere di cosa si tratti" disse Ritsuko.
Misato annuì ed entrambe uscirono dalla sala.

Nel frattempo Shinji era ancora immerso nella meditazione. Il suo legame con la Forza era ancora più intenso del solito in momenti come quello. Nonostante fosse chiuso in una piccola cella, egli sentiva la sua mente, le sue percezioni, che si estendevano al di fuori delle mura, raggiungevano altri luoghi…. ora era nel corridoio, poi passava in alcune celle dove gli altri suoi compagni erano impegnati nella sua stessa attività, adesso si trovava nella sala mensa…
Sapeva il motivo per cui era giunto fin li: ogni essere vivente emana una luce, la sua luce vitale nella Forza, e i cavalieri Jedy sono in grado di riconoscere e individuare gli altri grazie appunto a questa luce. E la luce lascia anche delle tracce. Nella sala mensa Shinji aveva sentito istintivamente le tracce lasciate dalla luce di Misato, sua madre adottiva, la persona a cui era più legato in assoluto. E doveva per forza essere stato un gesto istintivo, perché solo i Jedy esperti riuscivano a controllare questo potere usando la volontà. Gli allievi invece, ancora in gran parte inesperti, si lasciavano guidare troppo dagli impulsi del subconscio, insomma individuavano solo coloro con cui avevano un legame diretto, negativo o positivo che fosse.
Ma non erano in grado di cercare qualcuno volontariamente. E Shinji non riusciva ad arrivare nel luogo esatto dove si trovava Misato anche perché la donna non voleva che la sua presenza fosse un ostacolo per l'addestramento del figlio, quindi nascondeva la sua presenza nella Forza.
Nascondere del tutto la propria luce vitale era impossibile, però quando veniva celata intenzionalmente solo i Jedy esperti riuscivano a individuarla ancora, certo non ci riuscivano i padawan come Shinji.
All'improvviso Shinji avvertì una strana presenza esterna, ma anche vicina all'accademia, non riusciva ad individuarla con esattezza, però sentiva che era malvagia…
Una presenza malvagia nella Forza? Possibile che fosse…. un Sith!?
Certo non erano solo i Sith ad avere una luce oscura nella Forza, ma solo un Sith poteva possedere un energia negativa che si avvertisse distintamente in quel luogo, nell'accademia Jedy, permeata dalle energia positive dei cavalieri.
Cosa doveva fare? Avvertire li altri?
No, non poteva, se usciva dalla meditazione avrebbe perso il contatto con quella energia oscura, e si rischiava di non ritrovarla più. Anche se fossero passati pochi minuti, erano sufficienti a quella presenza per scomparire. E non era ancora sicuro di riuscire a chiamare gli altri mentalmente.
Doveva pensarci lui, cercare qualche indizio. Cominciò a concentrarsi su quell'energia oscura, era un'energia molto forte visto che l'aveva percepita subito, e cercò di far si che fosse il suo istinto a condurlo alla luce oscura, come un'astronave in mezzo ad una nebulosa segue un faro interstellare. Non sa esattamente dove si trovi il faro, ma ne vede la luce e seguendola vi arriva.
Questo ora cercava di fare lui.
E sembrava riuscirci, si sentiva sempre più vicino alla luce oscura, ma proprio quando gli parve di distinguerla, essa scomparve di colpo.
Per la sorpresa Shinji perse la concentrazione, e fu come se si risvegliasse da un sonno profondo, ritrovandosi di nuovo seduto sul pavimento della sua cella.
Cominciò a massaggiarsi la fronte e a chiedersi cosa fare.
Doveva avvertire o no gli altri di ciò che aveva sentito?
A prima vista sembrava che la risposta fosse ovvia: certo che doveva informarli. Un'energia oscura fortissima, che per questo motivo al 99% apparteneva di sicuro ad un Sith, era stata percepita a Coruscant, la capitale della Repubblica. Mai si erano visti Sith in quel luogo. Ancora più pericoloso il fatto che fosse stata avvertita vicino all'accademia Jedy.
Ma era anche possibile che non gli credessero, e c'erano due motivi molto validi perché accadesse ciò.
Il primo era appunto il fatto che non si erano mai visti Sith nella capitale. In quel periodo si stava svolgendo una dura guerra contro i Sith, ma erano ancora molto lontani da Coruscant. Come avrebbero mai potuto arrivare li?
Il secondo era che, anche ammettendo che un Sith aveva raggiunto il pianeta-città, lui l'aveva percepito addirittura nei dintorni dell'accademia Jedy.
Ma sembrava averlo sentito solo lui.
Questo perché se tutti coloro che si trovavano nell'edificio, Jedy e padawan, avessero percepito il Sith, ora lui sentirebbe come un onda in piena il loro stupore, la loro agitazione e anche la loro paura.
Invece niente, era sempre tutto calmo. Pareva davvero che l'avesse sentito solo lui.
Avrebbero creduto alla singola parola di un ragazzo? Che per di più era solo un padawan e non un Jedy vero e proprio?
Anche se li avesse invitati a guardare nella sua memoria per accertare la veridicità di quanto diceva, potevano rispondergli: "Probabilmente sei tu ad essere convinto di averlo percepito. Ma è impossibile che un Sith, vicinissimo a noi, possa essere sfuggito ai cavalieri e ai maestri Jedy, e l'abbia percepito tu solo, un semplice apprendista".
Anzi, di sicuro il maestro Lorenz gli avrebbero detto cosi. Perché questo era il pensiero del maestro Lorenz, il quale non concedeva alcun credito agli apprendisti, solo a coloro che erano già Jedy.
Un comportamento certamente sbagliato, e che certamente non avrebbero avuto saggi come il maestro Arca. Ma Arca era in quel momento molto lontano. E il comando era stato dato a Lorenz.
I rischi c'erano eccome, Shinji poteva anche essere cacciato dall'accademia, con l'accusa o di aver organizzato uno scherzo al Consiglio degli Jedy, oppure di essere un elemento instabile, le cui percezioni sono del tutto inattendibili. Per questo non idoneo ad essere uno Jedy.
Ma lui ci teneva molto a diventare un Jedy, perché se fosse riuscito a diventarlo, poteva finalmente dimostrare agli altri e soprattutto a se stesso, di valere qualcosa.
Tuttavia il codice Jedy imponeva di avvertire i propri superiori nel caso fossero avvertiti dei pericoli. E Shinji doveva ubbidire.
Facendosi forza con tutto il suo coraggio, uscì dalla cella per avvertire chi di dovere. Era conscio del rischio, ma visto che finora tutti gli avevano sempre detto che doveva essere più deciso, allora quello sarebbe stato il momento adatto per diventarlo.

Misato e Ritsuko si trovavano in mezzo alla sala di forma circolare del Gran Consiglio Jedy, situata su una delle cinque torri.
Intorno a loro erano seduti i dodici membri attuali di tale consiglio, che sostituivano gli altri maestri recatisi al fronte della guerra contro i Sith.
Di fronte alle due donne stava il capo del Consiglio, Keel Lorenz, un uomo basso, tarchiato, molto anziano anche se non al livello di uomini quasi millenari come Arca. Portava davanti agli occhi un visore ottico, senza i quali non riusciva a vedere, ma in realtà quasi tutto il suo corpo al 60% era meccanico. Pare fosse rimasto vittima di una violentissima esplosione quando era molto giovane, riuscì a sopravvivere però dovette sostituire con protesi artificiali le gambe, il basso ventre e un braccio. Quell'evento aveva segnato la fine della sua carriera come guerriero, perché per quanto gli arti bionici fossero avanzati non potevano mai dargli l'agilità, la prontezza di riflessi necessari ad un Jedy. Cosi fu costretto a dedicarsi allo studio della mistica Jedy e delle leggi.
Questo (unito probabilmente anche ad una sorta di risentimento per quello che gli era successo in gioventù) lo aveva reso una persona acida, al quanto scettica nei confronti dei giovani. Per lui il centro della sua vita era sempre la Forza, come per tutti i Jedy. Tuttavia non si trattava della Forza vivente, ma della Forza che si trovava sui testi, quindi imprigionata in una gabbia di formalismi e schematismi che riteneva importantissimi. Guai a colui che trasgrediva anche di una virgola tali schemi.
Sugli altri undici membri non c'era molto da dire, uomini di mezza età, meno anziani di Lorenz, che erano stati direttamente o indirettamente suoi allievi. E che nutrivano una sorta di venerazione per lui, oltre a condividere la stessa visione schematica della Forza.
Ovvio quindi che gli dessero sempre ragione. E se mai prendevano una decisione, era sempre la stessa decisione che avrebbe preso Lorenz.
Circolavano voci (neanche l'accademia Jedy era del tutto immune ai pettegolezzi) che quei dodici fossero stati scelti non tanto per la loro preparazione, ma solo perché non c'erano altri maestri disponibili. I cavalieri rimasti, come Misato e Ritsuko, erano più portati per l'azione che per il comando.
Potevano solo sopportare con pazienza Lorenz e i suoi e sperare che Arca e gli altri grandi maestri, veri pilastri di saggezza, tornassero al più presto.
"Eccoci maestro Lorenz." Esordì Misato "Cosa deve riferirci?"
"Stanno accadendo fatti molto gravi al fronte. Nonostante sulla maggior parte dei pianeti riusciamo a tenere a freno gli oscuri guerrieri Sith e le loro orde, circa una settimana fa in alcuni punti vi sono stati dei cedimenti, e anche se il nemico è stato a fatica respinto, vi sono serie possibilità, anzi è quasi certo, che alcuni Sith si siano introdotti all'interno del nostro schieramento e abbiano creato delle teste di ponte. Una cosa troppo pericolosa. Anche se quegli eventuali Sith fossero in pochi, ne bastano appunto pochi perché si diffondano e prendano alle spalle le nostre linee, grazie al potere del Lato Oscuro della Forza. Pochi di loro valgono quanto un esercito. Purtroppo non possiamo usare i nostri poteri per rintracciarli, a causa delle troppe energie negative dei loro compagni impegnati nella guerra e situati li vicino. Ho deciso perciò di inviare alcuni Jedy sul luogo per indagare e se ci sarà bisogno eliminare questi eventuali Sith" spiegò Lorenz.
"E quindi avete pensato a noi due" concluse Misato.
"Esattamente. Ne avevo già discusso in precedenza con Ritsuko Akagi di questa faccenda. E lei si è subito offerta volontaria, facendo da garante anche per te, Misato Katsuragi. Io ho accettato. La maggior parte dei Jedy sono impegnati a combattere, qui ne sono rimasti pochi, e quei pochi servono ad addestrare i padawan. Ci servono elementi liberi dall'insegnamento e nello stesso tempo molto abili. Voi due rispondete pienamente ad ambo queste necessità: i vostri ultimi allievi sono stati tutti elevati al rango di cavalieri Jedy e inviati al fronte. E i vostri talenti sono da tempo riconosciuti. Siete ciò che fa al caso nostro" disse Lorenz.
"Sia come desiderate , maestro Lorenz" dissero le due donne chinando il capo.
"Bene, partirete domani. La vostra destinazione" Lorenz mentre parlava premette un pulsante sul bracciolo della sua sedia e apparve davanti alle due Jedy un ologramma raffigurante un sistema planetario "è il pianeta Garol. Un pianeta di media grandezza, dalla superficie interamente rocciosa ma ricco di acqua nel sottosuolo. Li è insediata una comunità industriale piccola ma prospera. Non fanno parte della Repubblica, ma è da molto tempo che si sono messi sotto il suo protettorato. Diciamo che rientrano nella Repubblica ufficiosamente. Vi mandiamo qui perché è il luogo più vicino ai punti in cui la nostra linea ha ceduto. Se i Sith hanno tentato di rifugiarsi da qualche parte prima di essere respinti del tutto, quello era l'unico pianeta a portata di mano".
L'ologramma si avvicinò ad un pianeta in particolare, Garol, e affianco alla sua immagine apparirono vari dati sul suo ambiente.
"Va bene, andremo subito a preparaci" disse Ritsuko.
"Un momento" disse loro Lorenz facendogli un gesto con la mano "mi hanno comunicato mentalmente che un padawan ha qualcosa da riferire al Consiglio. E sembra che si tratti di suo figlio, Katsuragi".
"Cosa? Shinji?" Misato rimase perplessa.
"Ho ordinato di farlo passare e visto il legame tra voi, ho pensato che volesse sentire anche lei cosa voleva" disse l'anziano Jedy.
"Mmm… va bene" rispose una dubbiosa Misato.
Dopo qualche minuto Shinji entrò nella sala. Sapeva della presenza di Misato, mentre saliva con l'ascensore e si avvicinava sempre più alla sua destinazione ne aveva avvertito istintivamente la presenza. Anche se la donna nascondeva la sua presenza a Shinji, il ragazzo in quel momento era troppo vicino a lei e il loro rapporto troppo profondo.
Tuttavia era rimasto molto turbato dal trovarla li in quel momento, perché era consapevole della possibile reazione negativa del maestro Lorenz e temeva di coinvolgere nel eventuale rimprovero anche sua madre.
Avanzò di qualche metro al centro della sala, Misato e Ritsuko lo guardavano con aria interrogativa, la prima avvertiva in lui ansia e anche paura.
Shinji si sentì schiacciato da tutti quelli sguardi puntati su di lui ed era anche spaventato dal trovarsi di fronte l'intero Gran Consiglio dei Jedy.
Il padawan passò oltre le due Jedy e si inginocchiò davanti a Lorenz.
"Allora, giovane padawan, cosa devi riferirci?" esordì Lorenz.
"Ecco… si.. allora, maestro Lorenz io poco fa, durante la lezione di meditazione mattutina, ho avvertito…" il ragazzo trovava difficile parlare per via della tensione.
"Arriva al dunque, giovane padawan" sembrò rimproverarlo Lorenz.
"Si… io ho percepito un energia negativa, e ritengo appartenesse ad un oscuro guerriero Sith"
A sentire quella parola tutti i presenti, chi più chi meno, si irrigidirono, escluso Lorenz, che domandò: "E dove lo avresti sentito, questo Sith?"
Shinji si sentiva sprofondare: "L'ho percepito vicino all'accademia Jedy, maestro Lorenz".
Calò un silenzio sbigottito: un Sith a Coruscant?! Vicino al Tempio Jedy?!
Misato e Ritsuko si guardarono sbalordite, e anche i membri del Consiglio si lanciarono delle strane occhiate.
Il maestro Lorenz dopo circa tre minuti ruppe il silenzio: "Ragazzo" e a questa prima parola Shinji si sentiva morire, perché non lo chiamava più padawan "vai nella tua cella e prendi le tue cose. Ti do tempo fino a domani per trovarti un nuovo alloggio".
Shinji sentì qualcosa rompersi dentro di lui: se non fosse stato per i primi insegnamenti di auto-controllo impartitegli, sarebbe scoppiato a piangere.
Lo stava cacciando dall'accademia Jedy!
Il ragazzo rimase come inebetito, invano con lo sguardo cercava aiuto negli altri membri del Consiglio, i loro sguardi lo condannavano senza appello.
"Un momento, non potete farlo maestro Lorenz!" disse ad un tratto una voce femminile dietro di lui.
Misato?
No, Ritsuko, la quale però fu subito seguita dalla sua amica Misato: "E' vero. Qual è il motivo poi?"
"Ho sondato i ricordi di questo ragazzo, e non sta mentendo. Ma nessuno di noi ha mai percepito la presenza di un Sith qui vicino. E neanche adesso che ho controllato ho sentito una presenza simile. Quindi è solo lui che si è autoconvinto di averlo sentito e per tale motivo le percezioni di questo ragazzo devono per forza essere anormali. Un essere che non riesce ad utilizzare in modo affidabile la Forza, non può diventare un Jedy" disse seccamente Lorenz.
"Mi oppongo ad una cosa del genere" disse Misato "so che il mio giudizio può essere accusato di parzialità visto il mio legame col ragazzo, ma proprio per questo ho sempre affidato ad altri la selezione e l'addestramento di Shinji. Tutti gli hanno riconosciuto le necessarie qualità richieste ad un Jedy. E le sue percezioni non sono mai state sbagliate finora."
" Katsuragi" replicò Lorenz "lei sta forse criticando la decisione del capo del Gran Consiglio Jedy?"
"Non oserei mai farlo, a meno che non si tratti di una decisione arbitraria e superficiale come in questo caso".
Una serie di mormorii si alzò dagli undici membri del consiglio.
"Fai attenzione, anche tu puoi essere punita, Katsuragi".
"Ma ha ragione, maestro Lorenz. Se questo ragazzo ha sempre mostrato di possedere le qualità per essere un Jedy, non può averle perse adesso e senza motivo" si inserì Ritsuko in aiuto alla sua amica.
"Il Codice parla chiaro, non può essere un Jedy chi non possiede le caratteristiche necessarie. E non si può dire altrimenti di questo ragazzo, visto che afferma una cosa impossibile. Nessuno ha percepito un Sith qui, neanche io".
Misato, dopo aver riflettuto una decina di secondi che la parvero un eternità: "Mi scusi maestro Lorenz, ma lei che si appella tanto al codice, lo contraddice anche. Il codice infatti dice che niente dev'essere ritenuto impossibile per chi crede veramente nella Forza".
"Non ho percepito alcun Sith" ripeté alquanto seccato Lorenz. Per lui era inconcepibile che qualcuno criticasse le decisioni del capo del Gran Consiglio.
"Queso non vuol dire niente. La Forza rende tutto possibile, quindi noi Jedy dobbiamo aspettarci di tutto. E' vero che non dobbiamo diventare dei creduloni, ma è anche vero che non possiamo escludere niente a priori. Voi non l'avete percepito, ma tutti sanno che il Lato Oscuro è difficile da vedere. Il fatto che solo Shinji lo abbia sentito, non vuol dire necessariamente che una cosa del genere non sia mai avvenuta. Bisogna indagare prima di decidere" disse Ritsuko.
"E inoltre voi non gli credete perché l'ha sentito solo lui e il vostro controllo è risultato negativo. Ma credo che se anche voi solo aveste percepito questa presenza Sith, avreste dato credito a Shinji. Nonostante tutti gli altri non l'avessero sentita. Con tutto il rispetto, io credo che in questo caso il ritenere una cosa impossibile solo perché non l'avete percepita voi, sia un segno di arroganza" concluse Misato.
Calò un altro silenzio sbigottito nella sala: Misato aveva chiaramente accusato Lorenz, il capo del Consiglio. Un atto gravissimo, punibile anche con l'espulsione dall'ordine.
Come avrebbe reagito?
Le possibilità erano due: o permetteva a Shinji di restare oppure cacciava sia lui che Misato. E forse anche Ritsuko, perché poteva non perdonarle l'intervento a favore della sua amica.
Il ragazzo era rimasto in silenzio, sempre in ginocchio. Non osava parlare, questo guaio lo aveva iniziato lui, ulteriori parole da parte sua potevano aggravarlo.
Dopo alcuni momenti di silenzio, Lorenz disse: "Il caso del ragazzo verrà studiato in seguito. Lui intanto verrà sospeso temporaneamente dall'apprendimento. In quanto a voi due, preparatevi a partire per il pianeta Garol".
Il suo tono di voce faceva intendere che la discussione terminava li.
Almeno per il momento.
Misato e Ritsuko se ne andarono dopo aver chinato leggermente il capo, anche Shinji.
Quando uscirono dalla sala e si trovavano nell'ascensore, dovevano decidere il da farsi. Il comportamento di Lorenz si stava rivelando davvero insopportabile, non poteva continuare cosi. Lo stesso valeva per gli altri membri del consiglio. Nessuno aveva osato contraddirlo.
"Ora basta, sta davvero passando il limite. Se domani andremo vicino al fronte di guerra, ho intenzione di contattare il maestro Arca" dichiarò Misato.
"Non intendo certo fermarti. Però, ti consiglio prudenza. Non abbiamo vinto. Lorenz anzi vorrà prendersi la rivincita. Temo che se non risulterà niente dalla sua indagine, caccerà anche noi due insieme a Shinji" l'avvertì Ritsuko.
"Un rischio che sono pronta a correre, per impedire una possibile ingiustizia" disse decisa Misato.
Ritsuko inarcò un sopracciglio: "Per impedire una ingiustizia o solo per Shinji?" pensò.
Shinji intanto stava con lo sguardo basso, in silenzio.
Misato se ne accorse: "Non preoccuparti. Tu hai fatto quello che ritenevi giusto. Non hai colpa" gli disse.
"Ma ho coinvolto anche voi due, pur se involontariamente" rispose mestamente il ragazzo.
"Non siamo ancora stati condannati. Tranquillo" lo consolò la donna.

*= In questa FF i personaggi di Eva quattordicenni, hanno tutti un età compresa tra i 18 e i 20 anni. Personaggi invece già adulti, come Misato, hanno un'età più avanzata, sui cinquant'anni. Ma non li dimostrano perché la Forza, in Guerre Stellari, rende più longevi e rallenta il processo di invecchiamento. Perciò potete tranquillamente immaginarli come appaiono nella serie.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Evangelion / Vai alla pagina dell'autore: Darik