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Autore: past_zonk    26/09/2015    2 recensioni
Le onde marine carezzano e si ritraggono dalle sue membra in un moto di indecisa venerazione. Il sapore del sangue sulle labbra, il sangue – poco, sta lasciando il suo corpo – che corre veloce, dimentico delle ferite, ma carico dell’adrenalina che precede l’inevitabile; scuro, nero, viscoso.
Vorrebbe pronunciarlo, il suo nome – Hann-! Hh!
Vorrebbe che la lingua non fosse persa in quella palude di sangue; vorrebbe fosse libera, per chiamarlo a sé, e morire ancora una volta insieme a lui.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Abashed the devil stood and felt how awful goodness is and saw Virtue in her shape how lovely: and pined his loss.  /
Sbalordito il diavolo rimase, quando comprese quanto osceno fosse il bene e vide la Virtù nello splendore delle sue forme sinuose"






Lo scalpiccio degli zoccoli rimbomba nella cavità del suo petto; lo sente avvicinarsi, il cervo. Ne sente l’odore muschiato, l’umidità che aleggia attorno al suo regale muso. Ma Will sta dormendo e non può far nulla; non può passare una mano fra il corto pelo setoloso, né poggiare l’orecchio contro il suo torace -  sentire il sangue irradiare quelle carni scure.  Non può guardare la selvaggina negli occhi umidi e acquosi, vederne la paura e la potenza. Hannibal è lontano.
Steso, sul lato opposto della scogliera. Lo vede e non lo vede, il corpo di Hannibal, dinoccolato sugli scogli erosi, illuminato dalla luna come un dio – e persino il suo nome, pronunciato dalla voce della sua mente così poveramente umana, possiede la reverenza della santità. Un dio nordico, vendicativo: gli zigomi prorompenti, le mani grandi, gli occhi scaltri, vivi. Hannibal ha gli occhi chiusi, ora. Le onde marine carezzano e si ritraggono dalle sue membra in un moto di indecisa venerazione. Il sapore del sangue sulle labbra, il sangue – poco, sta lasciando il suo corpo – che corre veloce, dimentico delle ferite, ma carico dell’adrenalina che precede l’inevitabile; scuro, nero, viscoso.
Vorrebbe pronunciarlo, il suo nome – Hann-! Hh!
Vorrebbe che la lingua non fosse persa in quella palude di sangue; vorrebbe fosse libera, per chiamarlo a sé, e morire ancora una volta insieme a lui. Il sale brucia sulle ferite, ed Hannibal è veramente lontano. I suoi occhi son chiusi, ma Will sa che è vivo. Sa che è forte.
Sa che è un dio benevolo quello che ti risparmia di sopravvivere a ciò che ami, ma che è anche un dio maligno, quello che ad ogni goccia d’affetto ne versa due di scuro odio.
Nel broccato di pece che è il suo cuore, nella zattera monca della sua mente, non c’è posto per nient’altro, alla fine.
Vedere gli occhi di Hannibal schiudersi nel buio, fari accecanti, è il sollievo che gli fa rilasciare altro sangue. La pelle di Hannibal, ai suoi occhi lucida di grafite, grigia come zolfo, i suoi occhi sempre un'unica iniezione di sangue, tutto di Hannibal è diverso ora. Il dio-cervo del male è scomparso. Hannibal è pulito, nell’ultima metafora che la mente di Will Graham accetta.
La pelle di un neonato, candido fra la schiuma del mare, libero da ogni male, le labbra rosee, poggiate l’una contro l’altra, gli occhi cristallini che lo guardano, pregni di affetto, la mano che trema nell’allungarsi verso di lui. È allora che decide di andare; sulla retina è impressa la luce di questa visione, e la gola ancora gorgoglia per pronunciare il nome di quella divinità che tutt’a un tratto la mente di Will non riesce a riconoscere – Hann! Hannibal!
È solo una parola, suoni, fonemi recisi da ogni significato, solo una sensazione di leggerezza, l’infrangersi di un muro che per anni ha scheggiato il nucleo del suo essere; Hannibal – questo concetto che non riesce più a contenere né a spiegare – è tutto ciò di cui si sente composto, e di andarsene ora non ha neanche paura,  non ora che le iridi impresse nelle sue gli parlano sommessamente senza parole, quasi a carezzargli la testa docilmente, facendolo sentire protetto, e completo, e pronto, tutto  nel secondo prima di morire, e sparire completamente da questo piano dell’esistenza.
   
 
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