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Autore: Its Ellie    26/09/2015    1 recensioni
Thomas è appena arrivato in città e si aspetta di tutto tranne che di salvare un ragazzo dal morire annegato il suo primo giorno di scuola.
Non sa che, grazie a questo suo gesto, finirà travolto da un vortice di persone, esperienze e, soprattutto, emozioni.
Perché, in mezzo al caos della sua nuova vita nella piccola città di periferia, ci sarà un punto fermo a cui Thomas sembrerà sempre far ritorno.
E quel punto porta il nome di un ragazzo biondo dalla vita più incasinata dell sua.
[Newtmas | Nalby | AU]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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I bet my life

Prologo

Il primo giorno di Thomas nella sua nuova scuola cominciò con un bel tuffo in piscina.
 
Entrò nell’atrio di corsa, ben consapevole di essere in ritardo, fiondandosi verso la segreteria, quando fu costretto ad arrestarsi bruscamente alla comparsa di un uomo che usciva proprio da lì. Tuttavia non riuscì a fermarsi in tempo e andò a sbattere in pieno contro quello che doveva essere uno dei professori, che a sua volta batté la testa contro la porta.
“Ah!” esclamò l’uomo, nonostante sembrasse più infastidito che dolorante, la faccia da ratto contratta in una smorfia ridicola. “Che modi sono, ragazzino?”
Thomas sentì il sangue affluirgli alle guance e cercò di balbettare qualche scusa, ma quello lo interruppe irritato.
“Non ha importanza, ma la prossima volta sarà meglio che non ti becchi a correre per i corridoi o non sarò così permissivo.”
Grandioso, pensò Thomas con una punta di stizza. Era lì da appena cinque secondi ed era già riuscito a combinare un disastro.
“Mi scusi ancora, signore” borbottò, per poi affrettarsi ad entrare nella segreteria.
Si sentiva ancora così disorientato. Essere strappato alla grande città per essere portato in quella cittadina di periferia l’aveva in un certo senso svuotato. Faticava ancora a considerare quel posto la sua nuova casa, con tutte quelle facce sconosciute.
L’anziana signora che lo accolse con un gran sorriso aveva un’aria molto più gentile rispetto allo scorbutico professore di prima, così Thomas si rilassò.
“Salve” la salutò, ricambiando il sorriso. “Sono Thomas Rogers, il ragazzo nuovo. Avrei bisogno dell’orario.”
 
Poco dopo stava vagando per i corridoi, in cerca dell’aula di chimica, quando si era imbattuto nuovamente nel professore di prima.
L’uomo, vedendolo tenere in mano l’orario e guardarsi intorno con aria spaesata, doveva aver intuito chi fosse, perché con un sospiro si era offerto di accompagnarlo lui stesso.
Stavano camminando in direzione della palestra quando si sentì un urlo piuttosto flebile provenire proprio da dietro le grandi porte di metallo.
“Ha sentito?” chiese immediatamente Thomas, fermandosi di colpo. Il professore, invece, non smise neanche di camminare e, in tono annoiato, replicò “Non è divertente, ragazzo.”
“Non è uno scherzo” borbottò lui. Tese l’orecchio e subito si udirono altre grida provenire dalla palestra. “C’è qualcuno che urla!”
Subito si precipitò dentro, accompagnato dalle esclamazioni di protesta del professore, attraversando a gran velocità l’ampio campo dalla pavimentazione consumata e raggiungendo una porta di vetro che dava sulle piscine.
Entrò dentro e lo vide subito: un ragazzo di colore che si sbracciava furiosamente e chiamava aiuto. Prima che Thomas potesse fare qualunque cosa, tuttavia, scomparve sotto il pelo dell’acqua.
Merda.
Senza pensarci due volte, il ragazzo lasciò cadere lo zaino a terra e si tuffò in acqua. Riuscì a raggiungere l’altro e a riportarlo in superficie in poco tempo, adagiandolo sul pavimento freddo. Sentiva il cuore battergli a mille, ma non perse la concentrazione. Cominciò a premergli entrambe le mani sul petto, ancora e ancora, finché finalmente quello non rigettò fuori tutta l’acqua, tossendo violentemente.
“RAGAZZO!”
Il professore, la faccia rossa dalla furia, li raggiunse e fece per dire – o più probabilmente sbraitare – qualcosa, poi però si accorse del ragazzo di colore che si era messo in ginocchio e continuava a tossire con gli occhi fuori dalle orbite.
“Alby!” esclamò sorpreso, portandosi subito al suo fianco. “Cosa è successo?”
Thomas, senza poterselo impedire, sbuffò. Quel ragazzo sembrava tutto tranne che uno nelle condizioni di parlare.
Alla fine, svariati minuti dopo, quando si fu ripreso e calmato, il tipo parlò.
“E’ stato Gally, professor Janson.”
 
* * *
“Psst.”
L’equazione era dannatamente difficile e il fatto che Newt continuasse a trovare risultati non compresi tra le quattro soluzioni date non aiutava.
 “Ehi, pive!”
Ti prego, dammi il risultato giusto, pensò esasperato. I numeri avevano cominciato ad intrecciarsi sotto i suoi occhi, fino a perdere quasi di significato. Perché diavolo la professoressa di matematica non poteva chieder loro ‘Come sono andate le vostre vacanze’ invece di pretendere che degli indifesi ragazzini risolvessero equazioni chilometriche?
 “Fagio, Newt, Come-ti-chiami... parlo con te!”
Dannatamente difficile.
“Piv-”
“Che cacchio vuoi, Minho?” Si girò di scatto, irritato, lanciando un’occhiataccia al ragazzo asiatico seduto dietro di lui, che sorrise compiaciuto.
“Calma, pive, non essere così nervoso. Volevo solo dirti della festa di stasera” sussurrò Minho. I suoi occhi furono attraversati da una scintilla pericolosa. Non poteva promettere niente di buono.
Prima che potesse aggiungere altro, Newt rispose secco “Di qualsiasi cosa si tratti, non m’interessa. E smettila di chiamarmi pive.”
La campanella suonò, salvandolo da quel flagello che era la matematica. Newt raccolse in fretta le sue cose e si alzò ma, prima che potesse incamminarsi verso la porta, Minho si parò davanti a lui col suo solito sorrisetto insopportabile e gli diede una pacca sulla spalla che di amichevole aveva ben poco.
“Dico sul serio, dovresti venirci alla festa. La organizza Brenda, hai presente? Mora, capelli lunghi, molto carina...”
“So chi è Brenda, ma non vedo perché vorresti invitarmi. Non siamo amici” rispose Newt inarcando un sopracciglio con fare scettico. Era in classe con Minho alle medie e tutt’ora frequentavano parecchi corsi insieme, ma lui continuava a far finta di non ricordarsi il suo nome e a malapena gli rivolgeva la parola. Il fatto che lo stesse invitando ad una festa era piuttosto sospetto.
“Ooh, avanti!” esclamò lui prendendolo sottobraccio e trascinandolo fuori dall’aula. “Visto? Siamo amicissimi, ci conosciamo da tanti anni infondo! Davvero, vieni alla festa. Comincia alle nove, sicuramente sai dov’è casa di Brenda. Porta anche il tuo amico se vuoi, quell’Alfie...”
“Si chiama Alby, Minho, lo sai bene” ribatté Newt esasperato, cercando di sottrarsi alla presa dell’altro ragazzo, che tuttavia non cedette. Minho era più basso di lui, ma più robusto. La sua presa era salda.
“Sì, esatto, Alby. Digli che lo invito personalmente. Dopo quello che gli è successo stamattina ne ha davvero bisogno. Be’, spero di vedervi. Ci si becca in giro!” Finalmente lo lasciò andare e fece per allontanarsi lungo il corridoio, ma stavolta fu Newt a trattenerlo.
“Che vuol dire ‘quello che gli è successo oggi’?” chiese, improvvisamente preoccupato. Quando si trattava di Alby, Newt era sempre preoccupato. Era probabilmente l’unica persona a volergli bene, dentro quella scuola.
Minho sembrava sorpreso. “Ma come, non lo sai? Ne parlano tutti!”
“Di cosa?”
“Prima dell’inizio delle lezioni, Gally ha gettato il tuo amico in piscina e lui sarebbe morto annegato se non fosse stato per il Fagio. È un tipo forte, quel Thomas.”
“Gally cosa?”
Minho sbuffò, improvvisamente annoiato. “Dai, hai capito. Convincilo a venire alla festa, gli farà bene.” Poi se ne andò.
Newt rimase fermo nel corridoio per parecchio tempo, mille pensieri che gli vorticavano nella mente.
Gally ha gettato il tuo amico in piscina.
Sarebbe morto annegato.
È un tipo forte, quel Thomas.
Incredulo, Newt si precipitò verso l’infermeria.
Per essere il primo giorno di scuola, erano partiti maledettamente bene.






L'angolino di Ellie
Macciao!
Anzitutto, se state leggendo questo, vuol dire che avete letto anche tutto il resto, perciò grazie davvero!
So che di Newtmas, e soprattutto di AU Newtmas di questo tipo, se ne trovano davvero tante (se non troppe), ma dopotutto questa è la mia OTP e non potevo non scrivere qualcosa su di loro! E poi io adoro anche i Nalby e trovo che siano davvero troppo sottovalutati, perciò mi è sembrato giusto porre rimedio.
Nel caso non si fosse capito, ci sarà il triangolo Alby/Newt/Thomas, ma vi giurò che non darò niente per scontato fino alla fine. Spero che decidiate di seguire questa storia, che è pure la prima per me in questo fandom meraviglioso.
Se vorrete lasciarmi una recensione di qualsiasi tipo sappiate che mi renderete la persona più felice sulla faccia della terra *^*
Okay, direi che posso chiudere qui.
Un abbraccio e alla prossima,
Ellie
   
 
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