Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Joanna_    26/09/2015    0 recensioni
Piccola one-shot tutta per voi, ambientata nell'episodio 5x08
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Dall'incipit:
{Un lungo istante, quello in cui tutti avvertirono la minaccia, vera, concreta, la percepirono sulla pelle, ma ancora non la realizzarono; non era paura quella dipinta sui loro volti, né sorpresa, né incredulità. Non era niente. Poi si levarono i turbini di neve congelata e gli animali impazzirono, mentre nei cuori degli uomini si risvegliava un terrore primordiale. Un copione già scritto, una scena che quelle terre avevano già visto, molti, troppi, secoli prima}
Genere: Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The White Walkers -  Back to Hardhome


Nella valle l’aria si era improvvisamente cristallizzata.
Un lungo istante, quello in cui tutti avvertirono la minaccia, vera, concreta, la percepirono sulla pelle, ma ancora non la realizzarono; non era paura quella dipinta sui loro volti, né sorpresa, né incredulità. Non era niente. Poi si levarono i turbini di neve congelata e gli animali impazzirono, mentre nei cuori degli uomini si risvegliava un terrore primordiale. Un copione già scritto, una scena che quelle terre avevano già visto, molti, troppi, secoli prima. “È trascorso troppo tempo perché l’umanità possa ricordare” pensò.
L’esercito di non morti si riversò nella valle: pallidi spettri di carne marcia si avventarono sui vivi, tentando di ridurre in pulsanti brandelli i loro corpi, affamati di sangue, di vita. Le porte di legno vennero chiuse, dividendo i vivi dai vivi. Si definivano umani loro, individui meschini che condannavano i propri simili a un destino peggiore della morte, mentre, con le spade nei pugni tremanti, ne udivano le urla disperate, sordi agli appelli e alle suppliche di coloro che cercavano un rifugio inesistente. Quindi il silenzio. La palizzata smise di sussultare e il gelo si insinuò tra le travature del legno, preludio di ciò che stava per accadere. I morti non più tali, si rialzarono, memori della crudele ingiustizia appena subita. Gli occhi, illuminati di freddo azzurro, si riaprirono e andarono alla ricerca dei loro nuovi nemici. Alcuni tentarono di scavalcare la palizzata, altri scavarono nella neve per poterci passare sotto. Erano sgraziati, erano puro istinto omicida, senza alcuna ragione, non avevano una strategia, un ordine, la loro unica forza era il numero, una mostruosa moltitudine di corpi lattiginosi unita da un obiettivo comune: uccidere. Il legno si spezzò e infine cedette sotto l’assalto dell’esercito dei non-morti, sotto il peso della calca che premeva per entrare. Si schiacciarono a vicenda, si calpestarono, come straccioni in fila per un avanzo di pane, loro cercavano di sopraffarsi per un pezzo di carne. Avanzarono, lasciandosi dietro una scia di cadaveri e sangue. Alcuni barcollavano decapitati, altri arrancavano mutilati di un braccio, qualcuno strisciava privo delle gambe, ma a nulla potevano le armi degli uomini contro creature già morte, niente poteva arrestarli. Mariti si avventarono contro mogli in fuga trafiggendo i loro cuori con pugnali affilati anziché dolci baci, bambini raggiunsero i genitori e li abbracciarono, soffocandoli con i loro artigli neri. Intanto i guardiani della notte tentavano di mettere in salvo sulle scialuppe quante più persone possibile, ma per ognuno che veniva strappato alla morte, dieci cadevano sotto le lame dei cadaveri rianimati.
Ma gli uomini, si sa, sono eccellenti sopravvissuti: sono deboli, senza particolari poteri, miseri ammassi di carne e ossa; non sanno volare, né respirare sott’acqua; non sono più possenti della maggior parte degli animali, non hanno armi naturali. Eppure sopravvivono.
E infatti, lentamente, i non morti furono costretti a recedere, il fuoco li divorò, la forza che teneva insieme quelle membra sfatte venne meno, ed essi collassarono su sé stessi in patetici mucchietti di ossa annerite.
“Ci siamo” gioì silenziosamente. Spronò il cavallo fino a raggiungere il bordo del precipizio. Sotto di sé poteva vedere l’intera valle trasformata in un immenso cimitero, e, tra le tombe a cielo aperto, i piccoli uomini che si affrettavano a lasciare quel luogo ora doppiamente maledetto. Ma non era ancora finita per loro. Mentalmente diede l’ordine ai suoi fratelli: una nuova ondata di non morti comparve istantaneamente e si gettò a capofitto dal dirupo, riversandosi come una valanga nella valle sottostante; alcuni dei suoi fratelli si unirono a loro. Diede un ordine all’ultimo che si mosse “Distruggere l’arma”; riusciva a percepirne il potere persino da quella distanza. Era lì, nascosta da qualche parte, l’unica arma in grado di annientarli. Ripensò a quella notte, di quasi ottomila anni prima.

      Avevano quasi vinto. Si erano moltiplicati fino a formare il più grande esercito che il mondo avesse mai visto. Uno dopo l’altro, tutti i regni degli uomini erano capitolati, schiacciati dalla loro inesorabile avanzata, soffocati dalla neve che aveva continuato a cadere, strangolati dal ghiaccio che aveva ricoperto ogni cosa. Ogni essere umano era caduto per poi risorgere e servire, ogni bestia era stata soggiogata. Ne rimaneva uno, un solo uomo. La loro rovina. Era riuscito chissà come a sfuggire alle ombre bianche, aveva raggiunto gli ultimi figli degli alberi, creature vergognosamente testarde, che gli avevano consegnato l’ultima arma rimasta nel continente. Se l’erano ritrovato davanti, da solo contro mille e mille, brandendo quella lama. Non era acciaio, non era vetro, né fuoco. Al contatto con le loro spade di ghiaccio non si frantumava, conficcata nei loro freddi corpi non solo poteva distruggerli, ma non si polverizzava, come invece il vetro di drago, ma anzi poteva colpire ancora e ancora. Era nera, affilatissima, robusta, impossibile da spezzare; uno dopo l’altro tutti i suoi fratelli erano caduti sotto i suoi fendenti fatali. Era rimasto soltanto lui, e Lamya. Insieme si erano ritirati nel profondo nord, per poi scoprire che, in appena pochi decenni, era stata innalzata una gigantesca muraglia a separarli dal resto del mondo. Il ghiaccio di cui era composta era diverso, invulnerabile ai loro attacchi, ma cosa ancora più importante, la barriera era intrisa di incantesimi che l’aveva resa invalicabile per quelli come loro. Ma Lamya non aveva voluto rinunciare, un po’ di ghiaccio e qualche parola borbottata non avrebbero potuto fermarli, non loro, le creature più sublimi mai apparse nel mondo. Così era riuscita a sedurre un giovane uomo, questo rientrava nelle sue specifiche abilità, fino a convincerlo a costruire un passaggio che poteva permettere il loro passaggio. Il fascino esercitato sull’umano però l’aveva corrotto irrimediabilmente, anche agli occhi dei suoi simili. Così il re degli uomini del nord l’aveva ucciso, insieme a Lamya, senza, però, distruggere il portale. Era dunque rimasto solo, l’ultimo della propria specie. Aveva vagato nelle terre dell’estremo nord, cercando i propri simili, senza successo. Erano gli anziani a preoccuparsi degli aspetti più occulti del loro potere, non sapeva come effettivamente era nato, ammesso che fosse davvero vivo. I contatti con gli uomini che vivevano in quel nord si erano fatti sempre più frequenti, aveva appreso molto sulla loro natura. Qualcosa che sapeva gli sarebbe tornata utile. Alla fine aveva deciso: aveva varcato il portale che lo aveva condotto in un mondo nuovo, diverso, luminoso. Lì gli uomini parlavano di strani esseri di ghiaccio, li chiamavano Estranei; raccontavano di una Lunga Notte e di un Ultimo Eroe, narrando le sue gesta leggendarie. E allora aveva capito. Gli uomini stavano dimenticando, gli uomini stavano ricadendo nel loro errore. Cominciarono a chiamare lui, quello che credevano essere solo uno strano essere umano, Symeon, cavaliere cieco che al posto degli occhi aveva due zaffiri dal taglio particolare. Symeon occhi di stelle. Aveva esplorato ogni angolo del continente, e anche oltre; aveva appreso quanto più aveva potuto sugli uomini. Aveva visitato la muraglia di ghiaccio, la Barriera, aveva ascoltato, dalla bocca degli uomini in nero, la storia del Re della Notte, l’uomo che Lamya aveva fatto innamorare;  come erano ciechi e sordi e stupidi. Avevano già dimenticato e avevano accolto il nemico nelle loro case, l’avevano messo a conoscenza dei loro segreti. Acciaio di Valyria, era quello il nome dell’arma micidiale, ferro forgiato dal fuoco dei draghi. Aveva atteso per millenni, ricreando la sua specie, rifondando la sua stirpe, formando lentamente un nuovo esercito. I draghi ora erano morti e gli Estranei erano tornati.

      Intanto la battaglia, o meglio il massacro, era finalmente terminato. Lasciò il cavallo e agile discese il precipizio, fino a raggiungere la riva della baia. I cadaveri freschi giacevano sulla neve a migliaia. Cercò con lo sguardo il ragazzo che impugnava l’arma valyriana. Insieme costituivano il pericolo; il ragazzo sapeva, capiva, lui assurdamente sembrava non aver mai dimenticato. Lo vide allontanarsi sul mare. Cercò di entrare nella sua mente, ma ciò che vi scorse gli fece provare qualcosa di nuovo. Paura? Non proprio. Quel ragazzo sapeva la verità su di lui, sulla sua specie. Sapeva che non erano invincibili, ma quello che era peggio, sapeva che un tempo anche loro erano stati uomini. 
Piantò i sui occhi azzurri nei suoi e, lentamente, sollevò le braccia.








Angolo Autrice

Ed eccoci qui, con questa piccola one-shot un po' assurda che la mia gentile mente ha partorito per voi.
Allora chi conosce già i miei precedenti lavori, sa che ho una passione per la "mitologia westerosiana" (?) e non potevo esimermi dal dare una mia personale interpretazione per queste straordinarie creature che sono i dolcissimi estranei ^_^
Devo ammettere che il progetto originario era di rendere gli Estranei meno umani, incapaci di vedere l'orrore compiuto, un po' come i leoni che uccidono una gazzella, mica capiscono di averla uccisa, non nel senso che intendiamo noi.... Però poi ho optato per una linea più soft... Perciò beccatevi un po' questa e, se volete, fatemi sapere che cosa ne pensate :)


_Jo







  
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