Dolce luna, con la tua timida e
pallida luce risplendi sulla via,
neppure il vento mi accompagna,
vago, da solo, senza gioia, senza
anima e senza speranza, nulla
può salvarmi sono condannato a
misera fine. O madre natura,
questo tuo figlio dannato nulla può,
se non ammirar la tua infinità,
e mentre osservo la tua pace la
gioia torna per qualche istante ma,
tradito dal mio unico amore,
un pugnale trafigge il mio petto,
e cadendo ricerco con lo sguardo
il cielo, dove una luna di sangue,
il mio sangue, risplende nella notte