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Autore: Eridian    27/09/2015    3 recensioni
Erano uno di fronte all'altra, lui con la sua adorata Beretta nella sua mano sinitra, lei con una piccola borsa sulla spalla destra.
Era stata lei a dargli appuntamento lì, nello stesso capannone in cui sua sorella era deceduta qualche mese prima.
Shiho, questo era il nome della ragazza, non aveva retto la notizia datale da Gin, l'uomo ora di fronte a lei, e dopo essersi disperata a lungo aveva deciso di vendicarsi.
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Si svegliò in uno scatto. Prende un grande respiro e, sedendosi, tossì per prendere aria. Calmatosi il respiro, si guardò in torno, nel tentativo di capire dove si trovasse. Nero. Il colore che predominava in quel luogo era il nero.
Si alzò preoccupata guardandosi accanto, impaurita. Fece un paio di passi in avanti, quando una luce bianca illuminò di poco davanti a lei. Quella grande luce proveniva dalle sue spalle, e tremante si girò a controllare cosa succedesse.
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Spero di avervi incuriositi!
Buona Lettura! ^-^
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Game Over or Respawn?
 

Erano uno di fronte all'altra, lui con la sua adorata Beretta nella sua mano sinistra, lei con una piccola borsa sulla spalla destra.
Era stata lei a dargli appuntamento lì, nello stesso capannone in cui sua sorella era deceduta qualche mese prima.
Shiho, questo era il nome della ragazza, non aveva retto la notizia datale da Gin, l'uomo ora di fronte a lei, e dopo essersi disperata a lungo aveva deciso di vendicarsi.
Gli aveva dato appuntamento in quel luogo e lui si era presentato da solo come richiesto.
Questa volta però era lei davanti alla porta del magazzino, sorprendendolo poco dopo che era entrato, sbucando dal nulla. Era nel punto esatto in cui si trovava Gin quando uccise sua sorella, e lo sapeva bene.
Sapeva anche però che ciò che voleva fare non era giusto, che farsi giustizia da soli era sbagliato, che uccidere era sbagliato. Ma non le importava. Lei lo voleva morto, e sarebbe riuscita nel suo intento.
Glielo disse. Senza troppi giri di parole.
Gli disse che lo voleva morto dopo ciò che aveva fatto, che non avrebbe esistato a ucciderlo e che lo avrebbe fatto in quel momento.
Gin però non si scompose. Ghignò, un ghigno perfido e perverso, senza preoccupazione nè paura. In un solo scattò alzò il braccio sinistro e puntando al cuore della ragazza parlò, quasi sussurrando.
-Addio, Sherry.- due semplici parole, poi sparò. Shiho non se ne rese nemmeno conto. Cadde indietro, per terra, priva di vita, con una lacrima a solcare il suo pallido viso. Gin ormai non aveva più nulla da fare lì, mise via la sua Beretta e, superando il cadavere di Shiho si avviò all'uscita di quel capannone.

Si svegliò in uno scatto. Prese un grande respiro e, sedendosi, tossì per prendere aria. Calmatosi il respiro, si guardò intorno, nel tentativo di capire dove si trovasse. Nero. Il colore che predominava in quel luogo era il nero.

Si alzò preoccupata guardandosi accanto, impaurita. Fece un paio di passi in avanti, quando una luce bianca illuminò di poco davanti a lei. Quella grande luce proveniva dalle sue spalle, e tremante si girò a controllare cosa succedesse. Guardò in alto e vide un'enorme scritta bianca, sotto la quale si trovava un grande tasto con una parola. "Respawn".
Corse in direzione opposta alla grande scritta per riuscire a leggerla bene e quando ci riuscì lesse ad alta voce.
"Shiho Miyano, 18 anni, sola al mondo.
Causa decesso: colpita al cuore da uno sparo.
Fin da bambina costretta a lavorare per un'organizzazione di criminali, ha perso la sorella 6 mesi fa e si stava per vendicare sul suo assassino.
Ha vissuto una vita d'inferno.
Ha diritto al Respawn, se lo desidera.
Scegli."
Era a dir poco allibita. Rilesse quella frase ancora e ancora senza capire cosa stesse accadendo, poi le venne in mente: i suoi golleghi in laboratorio gliene avevano parlato. Avevano scoperto, sentendo dichiarazioni da persone, presumibilmente morte, che dopo essere state uccise si erano trovate in una dimensione oscura dove una grossa scritta bianca annunciava loro che avevano diritto al "Respawn", o meglio a una seconda possibilità.
Shiho ne era felice! Dopo tutto il male che aveva fatto, le stava venendo offerto un ritorno alla vita destinato solo a chi lo meritava.
Fece un passo verso quel bottone bianco e luminoso, fermandosi immediatamente. In quell'istante le vennero in mente le parole di sua sorella Akemi il giorno prima della sua morte.

 

Si trovavano al solito bar, testimone dei loro incontri, quelle rare volte che potevano avvenire.
Erano sedute ad un tavolo accanto all'enorme vetrata.
Erano lì ormai da diverse ore, ed era giunto il momento di salutarsi.
-È meglio che vada ora!- disse Akemi sorridendo alla sorella.
-Non andare. Non lasciarmi di nuovo Akemi, rimani. Non sopporto più la tua lontananza. Sto pensando...di togliermi la vita. Non riesco più a vivere in quel laboratorio giorno e notte. E mi manchi! Mi manca la tua presenza accanto a me, le tue risate, i tuoi abbracci, la tua voce, il tuo dolce sguardo. Non ce la faccio più Akemi!- si era sfogata. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, e lei era la sola con cui poteva farlo.
La maggiore rimane incantata a guardare quel volto angelico rigato dalle lacrime. Shiho infatti aveva iniziato a piangere.
Akemi sorrise.
-Ti prometto che presto staremo insieme per sempre. Senza separarci mai più. Ti chiedo solo di avere ancora un poco di pazienza. E non pensare mai più di ucciderti, chiaro!? Ricorda: la vita è speciale proprio perchè è unica. E non vale la pena di sprecarla così. Ricominceremo insieme. Resisti.- le aveva preso le mani nelle sue strinegole forte per infonderle coraggio.
La ramata era rimasta colpita dalle parole della castana e, per la prima volta dopo tanto, sorrise. Sorrise alla sua unica ragione di vita. E, come richiesto dalla sorella, impresse quelle parole nella sua mente. Non le avrebbe mai cancellate.

 

Già. La vita è speciale e unica. Quelle parole erano di sua sorella, ed essendo deceduta anche lei era passata in questa dimensione. E lei aveva deciso di rinunciare alla vita.
La vita è unica e speciale. E non era giusto che lei continuasse a vivere e sua sorella no.
Fece per tornare indietro, ma si fermò.
Non era giusto che sua sorella non fosse più in vita, ma il suo assassino si. No. Doveva fargliela pagare. Senza pensarci su corsi verso quel grande pulsante e mettendogli le mani a palmo aperto sopra lo spinse pesantemente. Un fascio di luce bianca la invase, accecandola.

Piano piano riaprii gli occhi, tranquillamente, come se si fosse appena svegliata da un sonno qualunque. Si sedette e, guardandosi attorno si rese conto di essere tornata in quel capannone.
Dietro di lei sentì dei passi. Si girò silenziosamente, guardando la figura di Gin allontanarsi da lei e avanzare verso l'uscita.
Aprì la sua borsa, estrasse la pistola carica e alzatasi puntò la pistola contro Gin.
-Fine dei giochi. Gin.- disse, e lui si girò in uno scatto. Com'era possibile che si fosse salvata!? Era la domanda che l'uomo si poneva mentre la guardava ad occhi sbarrati.
Shiho premette il grilletto. Non poteva più aspettare.
Il colpo partì. Centrò in pieno il cuore di Gin che, spaesato, cadde a terra senza vita.
Shiho sorrise finalmente. Sua sorella era stata vendicata. E sapeva bene che dopo questo grande gesto, non le sarebbe mai stata più data un'altra possibilità di vita. Tutti prima o poi avrebbero commesso errori nella loro vita. E tutti prima o poi non avrebbero più avuto il Respawn. E lei aveva già bruciato ogni sua possibilità di salvezza in un unico gesto. Ma si sentiva libera finalmente. Aveva ucciso il suo incubo peggiore. E stava bene.
Lo guardò un'ultima volta dicendogli addio per sempre. Poi salì sulla sua Porsche parcheggiata lì fuori e se ne andò da quel posto.
Lasciò una busta indirizzata a Shinichi Kudo nella cassetta delle lettere del suo vicino, un adorabile anziano. Conteneva l'antidoto per l'APTX4869 somministratagli qualche tempo prima e una lettera, dove spiegava chi fosse, cos'era quella pillola, e dove sarebbe andata. Sapeva che poteva fidarsi.
Compiuto anche quel gesto, se ne andò dal Giappone. Sola. Com'era sempre stata e come sarà.
O almeno era ciò che pensava in quel momento, perchè presto sarebbe arrivato un ragazzo a salvarla da quella solitudine.

Si svegliò in un colpo, spaesato nel buio. Prese una boccata d'aria e si alzò da terra guardandosi in torno. Fece qualche passo in avanti e una luce dietro di lui lo illuminò.
Si girò e vide una scritta, o meglio, due parole nell'aria.
"Game Over" erano queste. E sotto a queste due parole c'era un timer di 10 secondi che piano piano andava alla rovescia, verso il numero da cui tutto aveva inizio.
La sua espressione divenne di puro terrore. Si guardò il petto illuminato. Iniziava a dolergli e non poco. E il dolore si espandeva in tutto il corpo lentamente. Un urlo squarciò quel silenzio, il timer arrivò allo 0, il buio prese il possesso di quel posto, e nessuno ebbe mai più notizie di Gin.

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Salve EFP!
Non mi chiedete da dove sia uscita questa...cosa, perchè non ne ho la minima idea.
Spero comunque che vi sia piaciuta! ^-^
Ditemi cosa ne pensate! :)
E grazie per averla letta!
Baci<3
Dudi_Mouri

  
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