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Autore: argentmist    28/09/2015    0 recensioni
[ Vampire!AU, Pruaus] [Sidepairing: Fruk, Spamano, Gerita]
Il proiettile mancò il bersaglio perché quest’ultimo con un agile scatto aveva raggiunto la balaustra del ponte, da cui si lanciò sprofondando nelle scure acque del fiume sottostante. [...]
L’ebbrezza della caccia lo faceva quasi sentire di nuovo vivo, specialmente in quest’ultimo caso. L’ultimo colpo lo aveva quasi preso, un risultato che a molti cacciatori più anziani non era mai riuscito.
Sapeva di star scherzando con il fuoco, ma non riusciva ad ignorare l’attrattiva che una sfida del genere rappresentava.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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4

 

Il ballo si teneva in una villa in centro città, circondata da un giardino con alberi sempreverdi lievemente coperti di neve e ai cui rami erano appese alcune illuminazioni, dando alla serata un’atmosfera onirica.

Sul viale principale, un costante rumore di passi sulla neve indicava l’arrivo degli invitati, una colorata folla formata da stoffe svolazzanti ed eccentriche maschere e tutto ciò era racchiuso da una sensazione di euforia quasi tangibile.

All’interno della villa, la sala era illuminata da un magnifico candeliere in stile Luigi XIV che faceva risaltare l’affresco alle pareti e rendeva il pavimento di marmo lucido come una lastra di ghiaccio.

L’effetto era rafforzato dalla vetrata che mostrava il panorama circostante e dalla cui porta si poteva accedere ad un balcone di pietra che con le sue scale, conduceva al giardino.

Un gruppo di cinque persone fece la sua entrata nella sala.

Ad una prima occhiata sembravano normali ospiti come tutti gli altri ma sotto le eleganti vesti si celavano le loro armi, pronte ad essere usate in caso di bisogno.

Erano il gruppo di cacciatori in incognito mandati a monitorare la sicurezza dell’evento ed assicurarsi che il misterioso assassino non mietesse una nuova vittima.

Il cacciatore da tratti asiatici nascondeva nelle ampie maniche del suo hanfu un paio di daghe e nella fascia che gli cingeva la vita si trovava un ventaglio, che se maneggiato alla giusta velocità era più affilato di qualsiasi lama.

Accanto a lui c’era il suo compagno di caccia, un russo dal sorriso gentile; un sorriso che molti vampiri avevano imparato a temere e per che molti altri era stata l’ultima cosa che avevano visto prima della loro fine.

Nel gruppo era presente anche una cacciatrice, letale con la spada. Ma dato che era un’arma difficile da nascondere, aveva optato per dei coltelli da lancio, nascosti in punti strategici sotto i vari strati del suo vestito dalle sfumature blu-verdi. E nella crocchia in cui aveva raccolto i suoi lunghi capelli castani, quelle che potevano sembrare delle innocue bacchette per capelli in argento erano in realtà un paio di stiletti.

Tra tutti spiccava particolarmente un cacciatore per via della muscolatura e i suoi penetranti occhi azzurri. La sua arma era la frusta, arrotolata intorno al polso e nascosta dai guanti bianchi che indossava.

A fianco a lui infine c’era Roderich con fondina e pistola nascoste sotto la giaccia del suo completo.

Non indossava gli occhiali ma delle lenti a contatto per via della maschera che doveva indossare, che con il suo color blu pavone e bordata in argento metteva in risalto la sfumatura violetta dei suoi occhi.

Silenziosamente il gruppo si disperse e mescolò con la folla nella sala.

 

*

Gilbert era appoggiato contro una delle pareti della sala con le braccia incrociate sul petto, osservando come l’evento si stava rivelando una noia mortale. Troppo formale per i suoi gusti.

Il suo sguardo vagava distratto per la sala, dall’affresco sulle pareti ai suoi amici che ballavano fino a quando non venne catturato da una persona dai capelli biondi che, nonostante il volto parzialmente coperto dalla maschera, riconobbe immediatamente.

Era suo fratello.

Immobilizzato dalla scoperta, i ricordi riemersero violentemente:

La loro disperata fuga nella notte per sfuggire alle guardie, lo sparo che lo colpì al fianco e le urla del suo fratellino quando lo vide cadere a terra; con una pozza di sangue che si andava allargando sulla neve sotto di lui. Come la sua voce rantolante intimò suo fratello di continuare a correre senza fermarsi, l’apparizione di una persona con accento francese che lo sollevò e portò lontano dai suoi inseguitori mentre suoi calava l’oscurità.

Gilbert scosse la testa per cercare di riprendersi ed allontanare quei dolorosi ricordi cercando di concentrarsi sul presente. Era lieto di vedere suo fratello in buona salute e a giudicare dal suo elegante completo, aveva anche una buona posizione sociale. Ragion per cui decise di rimanere nell’ombra e non rivelare la sua presenza, anche se una parte di lui avrebbe voluto attraversare la sala ed abbracciarlo come quando erano più piccoli.

Ma non voleva rovinare la nuova vita che suo fratello si era costruito.

Ancora scosso e distratto da tutto ciò finì per accettare l’invito a ballare di una delle tante fanciulle che durante la serate erano state attirate dalla sua apparenza insolita. La tonalità perlacea dei suoi capelli contrastava con lo scarlatto della sua maschera, con piccole spirali dorate sul bordo inferiore, che inoltre accentuava la sua carnagione pallida.

Notando con sollievo che la ragazza era una buona ballerina, lasciò che la musica lavasse via i suoi pensieri e lo avvolgesse come un bozzolo che lo isolasse da tutto ciò che non fosse l’atto di danzare.

L’albino venne riscosso da quello stato di apatia quando intercettò nell’aria la debole traccia di un odore che riconobbe subito, nonostante avesse avuto occasione di sentirlo soltanto una volta.

Era tutta la sera che attendeva questo momento.

Un sorriso compiaciuto apparì sul suo volto quando individuò il punto da dove si originava la traccia.

Vide il cacciatore vicino ad una parete e parlare con una ragazza, dai capelli castani e un vestito blu-verde, fino a quando lei non accettò un invito a ballare e lui non riportò la sua attenzione sulla folla di fronte a lui.

Fino a quando, sentendosi osservato, girò la testa ed i loro si incontrarono.

Dall’improvvisa tensione nelle sue spalle, Gilbert dedusse che doveva averlo riconosciuto e in segno di sfida decise di mantenere il contatto visivo.

Dopo che la musica finì, si congedò con un inchino dalla dama e si diresse verso l’uscita e dopo aver visto che il cacciatore lo stava seguendo, si disperse nella folla, il cui chiacchiericcio stava riempendo la sala.

Inizialmente Roderich riuscì a tenere d’occhio gli spostamenti di colui che stava seguendo, essendo l’unica macchia bianca in quel mare colorato di corpi, ma ben presto venne inghiottito da esso e perse cosi traccia del suo bersaglio.

Senza pensare, si diresse all’uscita che conduceva al giardino e scendendo le scale del balcone venne accolto dalla fredda aria invernale e dal rumore della neve sotto i suoi piedi.

Senza avvisare nessuno dei suoi compagni della sua caccia, anche se avrebbe dovuto.

 

*

La notte con il suo scuro mantello aveva coperto le cime degli alberi e il sentiero del giardino era rischiarato dalle lanterne decorative appese i rami. Il silenzio quasi irreale era rotto solamente dal costante rumore dei passi del cacciatore sulla neve.

Mentre camminava, con il fiato che si condensava in piccole nuvolette bianche, Roderich pensò che tutto ciò era assurdo e avrebbe fatto molto meglio a tornare indietro, ma continuò ad avanzare.

Sentì un rumore dietro di sé e si girò di scatto, pronto a sfoderare la pistola ma alla fine si rivelò essere solo della neve caduta a terra da uno dei rami più alti.

Ma prima che la tensione del momento si dissipasse, notò con la coda dell’occhio un movimento alle sue spalle e mentre tirò fuori la pistola, sentì una voce mormorare ironicamente in tedesco:

"Guten Abend, Herr Jäger.”

Sentire la sua lingua madre distrasse Roderich per un momento e si ritrovò così spinto contro l’albero più vicino.

Quando sbatte con la schiena contro il tronco si lasciò sfuggire un imprecazione, “Verdammt” e velocemente puntò di fronte a sé la pistola, mentre nello stesso istante l’altro prese il cacciatore per la gola.

Erano ad un punto di stallo, fissandosi per un infinito momento fino a quando Gilbert non abbassò la testa, appoggiando la fronte contro il freddo metallo della canna della pistola come ad incitarlo a premere il grilletto.

“Sai che potrei farlo.” Minacciò il cacciatore.

 L’altro rispose sogghignando. “No, non potresti. Non vorresti mica rompere il patto e scatenare un’altra guerra, vero? E poi sarebbe un peccato se il nostro piccolo gioco si concludesse così in fretta.”

 Roderich abbassò infine la pistola, irritato dal fatto che l’altro avesse ragione.

Se lo avesse ucciso senza un valido motivo, la comunità dei vampiri lo avrebbe usato come pretesto per scatenare il caos.

Gilbert in cambio allentò la presa sul collo del cacciatore, ma mentre stava per ritirare la mano, graffiò con un’unghia un punto vicino alla giugulare e da cui spillò una goccia di sangue; che raccolse con l’indice e da cui lentamente la leccò via.

“Cosa vuoi?” Roderich chiese in tono fermo e nonostante la sua calma apparente, nei suoi occhi bruciava un fuoco che attendeva solo il momento opportuno per eruttare.

L’altro non rispose ma invece allungo una mano per slegare il laccio della maschera che il cacciatore ancora indossava, che cadde con un tonfo attutito sulla neve e gli per permise di osservarne il volto, notando come sotto la luce della luna la sua carnagione sembrasse essere di porcellana.

Il silenzio tra i due venne interrotto da delle voci in lontananza che chiamavano il suo nome. Roderich si girò di scatto verso la direzione da cui provenivano le voci e sentì l’altro commentare: “Sembra che abbiamo compagnia. Ma riprenderemo un’altra volta, in un momento più adeguato.”

“Se ci sarà una prossima volta, sarà la volta che ti ucciderò e lo farò sembrare una regolare esecuzione.” rispose minaccioso Roderich prima di voltarsi con l’intenzione di andarsene.

Ma prima che potesse farlo, Gilbert lo afferrò per un braccio e si abbassò per catturare le labbra del cacciatore tra le sue con veemenza. Aveva deciso di agire così da una parte perché voleva scoprire fino a dove poteva spingersi con le sue provocazioni e dall’altra perché dopo aver assaggiato il suo sangue sentiva il bisogno di assaporare di più.

A questo contatto inaspettato Roderich inizialmente fu immobile per la sorpresa ma poi reagì all’intrusione mordendo con forza il labbro inferiore dell’altro, che interruppe il contatto e portandosi una mano alla parte lesa, sogghignò dicendo:

“Ribelle. Mi piace.” E se ne andò, sentendo che le voci si facevano sempre più vicine.

Roderich raccolse la maschera e raggiunse i suoi compagni, Elizaveta e Ludwig, che si erano preoccupati per il fatto che si fosse allontanato senza una parola e per quello lo ripresero. Il gruppo fece così ritorno al salone.

In lontananza una figura con un lungo mantello nero ed una maschera che terminava a forma di becco di corvo, aveva assistito alla scena tra il vampiro ed il cacciatore, si allontano anch’esso con un sorriso malevolo sul volto.

 

  
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