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Autore: Capricornina    05/03/2005    1 recensioni
il 1° capitolo + quello che mi piace di +, perchè ci ho messo più intensità di sentimenti. Sto scrivendo il secondo, spero venga bene come questo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"cosa ci fai lì a piagnucolare come una femminuccia?idiota..." Una voce profonda, la tua, giunge improvvisamente alle mie orecchie facendomi trasalire. Scatto in piedi tenendo basso lo sgaurdo e coprendomi alla meglio il volto con l'avambraccio mentre tento di asciugare le lacrime. Che diavolo ci fai TU qui a quest'ora!!! Mi verrebbe da chiederti, ma non ne trovo la forza e senza mai guardarti mi allontano in silenzio. Il campo da basket è vuoto,muto e per metà immerso nell'atmosfera notturna che lentamente va diradandosi. Ci siamo solo noi, a quest'ora insulsa, siamo solo noi i protagonisti di questo mondo che profuma ancora di sogno. Ti ho voltato le spalle senza nemmeno risponderti, senza dirti nulla, senza rancore. Non avresti dovuto essere qui, stupida volpe! Dovresti essere a casa a dormire al calduccio, avvolto nell'abbraccio della trapunta, coi capelli finissimi sparsi sul cuscino e un espressione angelica e innocente dipinta sul volto. "Do'aho..." mi chiami con voce neutra, forse con l'intenzione di farmi girare per vedermi in faccia, o per vedere se quest'ombra che vaga sul campo avvolta da un alone di tristezza sia veramente Hanamichi Sakuragi. Mi impongo di ignorarti e sto per imboccare il cancello, quando mi sento afferrare per il collo della maglietta. "Idiota, non ignorarmi" Serro i pugni e la mascella iniziando a tremare e sforzandomi di rimanere impassibile rispondo: "Lasciami andare, stupida volpe." Ma tu non demordi. "No." Stai forse provando qualche sadico divertimento nel vedermi soffrire,Rukawa? Che diavolo vuoi ancora?! Non vedi come mi hai ridotto? Non ti basta quello che mi hai fatto? Cosa altro vuoi da me! Non ce la faccio più a trattenermi, e voltandomi nella tua direzione, gli occhi lucidi di pianto e le guance arrossate, urlo: "Cosa vuoi?!!" Incrociando il blu oltremare dei tuoi occhi,mio principe delle nevi, sento un brivido algido attraversarmi la schiena e una lama di ghiaccio conficcarsi nel petto. Guardarti, in questa condizione di smarrimento e delirio dei sensi, fatta solo di vibrazioni ed impulsi irrefrenabili, è qualcosa di indescrivibile. Davanti a me appare la figura androgina di una creatura perfetta, bellissima nella sua interezza, e incredibilmente armoniosa in ogni singolo dettaglio. Non mi ero mai soffermato a specchiarmi così a fondo in quello sguardo intenso, da cavar l'anima. "Cosa voglio?" ripeti la mia domanda, facendo un passo avanti, senza mai distogliere lo sguardo oramai incatenato al mio. Mi sento indifeso come non mai, un'anima sporca di peccato di fronte a un dio luminoso e puro. Non riesco ad insultarti e attaccar briga, perchè qualcosa preme contro le pareti del mio cuore, stringendolo energicamente fino a togliermi il respiro e la forza di reagire e combattere. La consapevolezza dell'impossibilità di questo amore mi dilania l'anima,sempre, come un enorme langoliere che devasta giorno e notte la mia interiorità, distruggendola,inghiottendola, e lasciando solo vuoto al suo posto. Questo sentimento è sbagliato, terribilmente sbagliato, anzi direi...proibito. "Non hai ancora capito che cosa voglio?" fai un altro passo e la distanza che ci separa si riduce improvvisamente: ti ho qui, a pochi centimetri da me, sento il tuo respiro e il tuo profumo, inizio a distinguere le splendide striature dell'oceano blu che circonda le pupille nere come gocce d'inchiostro, e sto male. Sto male perchè non posso averti,toccarti,parlarti del turbine che scateni in me ogni volta che siamo troppo vicini. Vorrei allungare una mano nella tua direzione e sfiorarti delicatamente le guance di porcellana per accertarmi che non siano l'opera magnificente di qualche scultore. Vorrei saggiare la morbidezza dei tuoi capelli giocherellando con qualche ciocca corvina che ti ricade amabilmente sulla fronte, e infine abbracciarti per riconoscere il calore del tuo corpo che tante volte ho avuto modo di percepire durante una delle nostre solite querele.Mi manca il tuo calore, è per me come una droga dalla quale non posso assolutamente astenermi. "voglio te" sussurri al mio orecchio, ritraendoti subito dopo per osservare la mia reazione a ciò che quelle soffici labbra rosee hanno appena pronunciato.
  
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