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Autore: Queen_V_Introspective    30/09/2015    9 recensioni
"Lui non era né la spalla né l’eterno secondo di nessuno.
Aveva classe, leggiadria ed originalità.
Lui si era sempre distinto tra la folla. Più raro che unico.
Perché l’arte e la creatività gli fluivano nelle vene.
Perché lui era l’artista del calcio. Taro Misaki."
Ringrazio Gratia per la disponibilità, la gentilezza e l'accuratezza con cui ha revisionato questa One Shot
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Un artista è definito tale quando riesce ad esprimere la sua personalità attraverso le diverse forme della creatività.
Non è sufficiente disporre di un talento innato come il canto, la danza, la scrittura od altro: ciò che ci consente di distinguerci sono le emozioni.
Nell’universo, possiamo incrociare nel nostro percorso di vita una moltitudine di individui talentuosi.
Vi siete mai posti questo quesito: Ci sono al mondo scrittori emergenti che hanno un’innata padronanza del linguaggio. Tuttavia, nella loro umile esistenza, non hanno ottenuto altro al di fuori di una manciata di miseri elogi: asciutti ed aridi. Perché?
Perché, per l’appunto, non è sufficiente la magistrale padronanza del linguaggio forbito e degno di nota, esattamente come per il numero di respiri che facciamo è irrilevante. Quello che conta davvero sono gli istanti in cui il respiro ve lo tolgono” (1)
L’arte è la massima forma di espressione dell’amore, delle emozioni. Rappresenta la passione, la fatica, la costanza, la tenacia.
Esso riesce a rimirare e a percepire attraverso l’animo, attraverso il cuore.
Ci sono voci in grado produrre e distruggere i silenzi.
Ci sono emozioni illustrate attraverso la leggiadria e le movenze sinuose di una danzatrice.
Ci sono colori che, grazie all’abilità di un pittore inconsueto, risultano vividi e reali.
Qualsiasi sia la figura artistica che abbiamo scelto, non ha importanza, la sua vera essenza risiede nel cuore di ognuno di noi.”


 
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Fresco. Pulito. Puro.

Di Pulito, era la deliziosa sensazione che, da sempre, cullava Taro Misaki ad ogni suo risveglio.

La purezza era l’aurora, con i suoi colori tenui e flebili, che emanava un tepore in grado di risvegliare i suoi sensi dolcemente.

Fresca era la brezza mattutina che, carezzava in modo deciso il suo dolce viso dalla pelle nivea.

Adorava le prime luci dell’alba, la sensazione di benessere che riuscivano ad infondergli era incomparabile.
Singolare esattamente come lui, unico nel suo genere, originale, creativo.

L’artista del calcio.
Creativo nella vita. Gentile. Dolce. Sincero.
Il fantasista della solitudine.

Perché anche colui che appare ai nostri occhi forte nel profondo è molto fragile.
La solitudine, il dolore e le sofferenze albergano nel cuore di chiunque, e forse anche questi stralci appartengono ad un profilo d’arte inespressa. Incompresa.
Perché quelle iridi profonde ambrate, quegli occhi nocciola privi di qualsiasi cicatrice visibile, celavano ben altro al loro interno.
Taro, si era imbattuto nella solitudine e la malinconia, in modo del tutto prematuro. Il duro scontro con una realtà eccessivamente angusta per un adolescente, aveva sortito un effetto devastante. Tuttavia, nonostante le molteplici difficoltà l’avessero investito come un fiume in piena, non avevano avuto il potere di mutare il carattere mite e dolce del giovane Misaki. Aveva custodito come un prezioso oggetto la sua creatività, aveva protetto il suo essere solare e spontaneo dalle intemperie della solitudine.

Ovunque andasse lui, l’altra metà della Golden Combi risplendeva.

Il cambio repentino di luoghi, paesaggi, amicizie ed affetti avevano suscitato in lui un senso di abbandono e di isolamento.

Il calcio l’aveva salvato in tutti i modi in cui è possibile salvare una persona.

A causa di quegli attimi di profonda solitudine, di disagio e di amarezza, la sfera dai colori freddi, incapace di esprimere sentimenti, era divenuta l’unica fonte di calore nella sua pallida e grigia esistenza.
Eppure, chi aveva avuto l’opportunità di stargli vicino aveva avuto modo di percepire un profondo senso di quiete, di sicurezza, di stabilità. Niente, aveva scalfito la sua limpidezza, la sua purezza. Persino il dolore per il distacco prematuro dalla madre, il repentino vagare di città in città o il susseguirsi degli estenuanti viaggi verso mete sconosciute, per lui erano motivo di forza. Da sempre, grazie alla sua abilità, aveva tratto dalle situazioni più critiche tutta l’essenza positiva.

Un bambino forte. Un adolescente solare. Un uomo originale. Un esteta completo.

La massima espressione della sua solitudine avveniva in campo. La sua versatilità era ineguagliabile, i molteplici viaggi gli avevano concesso l’opportunità di incappare non solo nell’isolamento, ma anche di circondarsi di tanti amici che amavano lo sport al suo stesso modo. Aveva appreso nel corso degli anni tecniche e consigli da individui che, come lui, dedicavano anima e corpo ad un sogno comune: il calcio.

Il profumo dell’erba fresca inebriava i suoi sensi nell’istante in cui varcava la soglia di un qualsiasi stadio o campo da gioco. I battiti acceleravano, percepiva l’adrenalina fluire nelle vene rapidamente, il respiro corto. Emozioni uniche che nessuno al mondo avrebbe potuto elargire in egual modo.
Le sue movenze sinuose e leggiadre ammaliavano chiunque lo osservasse. Come ipnotizzati dal fascino di quel giovane uomo, forte e leggero, che in campo inscenava uno spettacolo straordinario per i suoi astanti con una danza emozionante. Il suo tocco era gentile e ben calibrato, la sfera in suo possesso diveniva una parte integrante del suo corpo. Per alcuni, era sempre apparso come “L’eterna Spalla di Tsubasa”.

Lui non era né la spalla né l’eterno secondo di nessuno.
Lui aveva classe, leggiadria ed originalità.
Lui si era sempre distinto tra la folla. Più raro che unico.

Era creativo, un fantasista che, con le sue abili doti inventive, attraeva ed ipnotizzava chiunque. Unico nel suo genere, rappresentava appunto, l’altra faccia della medaglia.

La metà della coppia d’oro.

Non era affatto la sua ombra, bensì era un tutt’uno con il capitano.

Avevano intrapreso quel viaggio insieme, ed insieme avevano condotto i propri cari sui binari intrecciati della loro esistenza, in quel treno di emozioni, gioie, dolori e sacrifici.
Perché per lui, la vita, rappresentava appunto un viaggio su di un treno ove coloro che ci accompagnano in questo cammino tortuoso non sempre possono risiedere al nostro fianco. In alcuni istanti la solitudine prende il sopravvento in modo tale da sopraffarci, conducendoci in quel limbo oscuro. Un tunnel privo di luce, a tratti tortuoso. E Taro conosceva a fondo quelle sensazioni.
Tante volte il sapore amaro che aveva provato nel distaccarsi dalle persone stimate, gli aveva procurato un profondo tormento. Era cresciuto in fretta, ed ogni qual volta le ferite dolevano, la solitudine era la sua nota e dolce compagna. L’amica più preziosa. La compagna di sempre.
Ritrovarsi in un luogo ove, oltre al cospetto di sé stessi, non vi sono altri, gli aveva donato la forza per allontanarsi dall’oblio che lo attanagliava. Oltre ad essere gratificante era anche stimolante. Nel tempo si acquista una capacità nuova di analizzare e conoscere meglio il proprio io, la propria anima, dando così l’opportunità a sé stessi, da quella profonda conoscenza, di risalire dall’oscurità e finalmente giungere alla fine del tunnel.

Aveva imparato a convivere e ad apprezzare l’isolamento, senza più avere remore.

Lui non paventava più la solitudine.

Il suo treno della vita era variopinto, proprio come il suo carattere dalle molteplici sfaccettature. Alcune oscure. Come ogni essere vivente, d’altronde.

Chi non ha mai avuto oscurità nel suo subconscio?

Il suo essere enigmatico molte volte aveva incuriosito ed ammaliato le persone. Nessuno si era addentrato tra i meandri profondi e reconditi di Taro e forse persino lui, con il fluire del tempo, aveva imparato a scavare nel suo profondo, scorgendo così verità nascoste ed aspetti celati del suo carattere.
Sul suo treno erano salite una moltitudine di persone. Alcune lo avevano accompagnato in quel viaggio desistendo alle intemperie e alle difficoltà, altre non si erano trattenute a lungo nel suo vagone, altre ancora erano salite per poi ridiscendere così velocemente che nessuno aveva notato la loro presenza. Durante il viaggio è possibile incappare nella tristezza, fatica o felicità, non importa, questo è il viaggio: ricco di sfide, sogni, speranze addii… Senza alcuna opportunità di far ritorno.

Il viaggio è per tutti di sola andata. Non ci è dato sapere quando e come si concluderà.

Il motivo della sua forza era dovuto proprio alla sensazione di bilico. Taro aveva cercato di non abbandonarsi alla disperazione per un addio prematuro, per le distanze forzate, per i cambiamenti dovuti ma non voluti.
Il coraggio era anche quello: la consapevolezza che gli insuccessi fossero comunque il frutto dei tentativi. Talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.

Perché l’arte e la creatività gli fluivano nelle vene.

Perché lui era l’artista del calcio. Taro Misaki.


 
 

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Credits.
(1) La frase "Il numero di respiri che fate in vita vostra è irrilevante. Quello che conta sono i momenti che il respiro ve lo tolgono." è stata tratta dal film "Hitch. Lui si che capisce le donne" senza alcuno scopo di lucro.

Per la metafora finale riguardante "Il treno della vita"  mi sono ispirata all'omonima poesia del poeta sardo "
pulvigiu" senza alcuno scopo di lucro. Lo splendido testo di questa poesia bellissima è reperibile su internet,
oppure potete cliccare sul link ---> 
Il treno della vita.








Note dell'autrice:
Salve a tutti, 
questa piccola One Shot nasce dalla passione per questo manga/anime e soprattutto dalla profonda stima che nutro verso questo personaggio. Ringrazio Gratia per avermi incoraggiata , per i preziosi consigli e la gentile revisione del testo. È sempre un piacere incontrare nuovi autori degni di nota. Ringrazio tutti coloro che hanno dedicato un pezzettino del loro tempo per la lettura della Shot.
Ringrazio in anticipo chi avrà piacere nell'inserire le mie shot tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro (se ne avranno piacere ovviamente!) che recensiranno e ai miei cari amici del gruppo di Captain Tsubasa su Fb.
Il gruppo è nato proprio dalla passione che ci accomuna tutti per questo manga/anime. Chiunque può richiedere di iscriversi.
 
 
 
 

Questa è la mia pagina personale di Facebook, ove potrete seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle mie fanfiction: Queen_V_Introspective
Gestisco anche un gruppo nel fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP)
(Basta cliccare sopra i Nickname scritti in azzurro e potrete giungere alle pagine o sul gruppo).

Con affetto,
Annalucia.



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© Disclaimer. Tutti i personaggi tratti dal Manga/Anime Captain Tsubasa non mi appartengono, il suo autore originale è Yoichi Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Captain Tsubasa nei vari paesi.
La storia  La Fanfiction non è stata scritta con finalità di lucro.

 
 
 
   
 
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