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Autore: cioccolatoprego    14/02/2009    1 recensioni
Andando nel mondo di Hyperversum, Ian corona il suo amore, e gli unici insoddisfatti sono i genitori di Daniel. Almeno, così sembra. Chi è quel tipo sullo sfondo che osserva torvo lo svolgersi dei fatti??
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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quel tipo sullo sfondo CAPITOLO 1 - Sorvegliando casa Freeland

Era un radioso mattino d'estate: il sole splendeva nel cielo senza nuvole, gli uccellini cinguettavano allegri e tutto, in quel tranquillo viale di Phoenix, sembrava invitare alla calma e alla serenità.
Con un gesto rabbioso scacciai i passeri che mi svolazzavano intorno e mi concentrai sulla casa davanti a me: un edificio uguale a tutti quelli che lo circondavano, ma che sarebbe rimasto innocuo ancora per poco, perchè proprio lì stava per arrivare il Sorvegliato Numero Uno. A dire il vero mancavano ancora una trentina di minuti, ma sapevo per esperienza che in mezz'ora di distrazione poteva succedere di tutto, quindi non mi mossi dal cespuglio di rose dietro al quale ero nascosto, nè staccai gli occhi dal binocolo che portavo appeso al collo.
Perchè mi trovavo in quella situazione? Bella domanda. Non lo sapevo neanch'io. Ciò che sapevo era che il giorno prima il mio capo aveva ricevuto una e-mail che lo informava di loschi affari che avrebbero avuto luogo lì. E così eccomi: il migliore agente dell' Fbi che faceva il palo. Splendido, davvero. Avevo passato tutta la mattina a spiare gli abitanti della casa - un uomo, una donna, un ragazzo e un marmocchio - e ad aspettare il Sorvegliato Numero Uno, Ian Maayrkas. Di lui sapevo che stava studiando per un dottorato in storia medievale, che al momento viveva in Francia, per finire la tesi, e che l'e-mail lo indicava come il colpevole del reato che sarebbe stato compiuto. Nella casa c'era il suo complice, Daniel Freeland, ventidue anni, laureando in fisica. Appena arrivato dalla Francia, Maaayrkas era ospite dai Freeland, sua famiglia adottiva, e ci sarebbe rimasto per un bel po'.
A mio parere, spiarlo era una perdita di tempo, ma il mio capo era entusiasta, e mi aveva spedito via con aria incredibilmente euforica. " Un incarico semplice" lo ha definito "proprio ciò che ci vuole per te". Avevo il massimo rispetto per il mio capo, ma davvero non lo capivo quando parlava così...
- EHI, TU!
La voce vicinissima mi fece sobbalzare. Mi girai, per trovarmi davanti un tizio grande, grosso e muscoloso, con un espressione non proprio di benvenuto.
- Chi è lei?!
- Ehm,buongiorno, io sono... sono...
- Si?
-...mmh, sono...il giardiniere!
Il tizio mi guardò perplesso. - Il giardiniere? Ma qui nessuno ha un giardiniere!
 - Sono stato appena assunto. Dalla signora che abita lì accanto.
- E allora perchè è in questo giardino, invece che nel suo?
- Ah...mi sono sbagliato.
Sempre guardandomi sospettoso, il tizio, che aveva lunghi capelli neri, occhi azzurri e una statura esagerata, si diresse verso la casa che sorvegliavo, e a quel punto capii: quello era Ian Maayrkas! Incredulo, fissai la montagna di muscoli a cui avrei dovuto impedire di compiere un reato.
L'impresa si annunciava disperata.

Nel pomeriggio i coniugi Freeland uscirono. Ian Maayrkas, Daniel Freeland e il non meglio identificato fratellino Martin salirono al piano di sopra, insieme a una ragazza bruna arrivata probabilmente in un momento in cui la mia attenzione era minima - mi ero appisolato - e a cui Daniel teneva la mano. Da come tubavano, dedussi che fossero fidanzati.
Il gruppo era collegato a un computer: da dove mi trovavo, riuscivo a vedere l'icona di un videogioco molto popolare. Come si chiamava? Qualcosa come Hypervartum, o Hypercertum... Ah, ecco, Hyperversum. Era un gioco recente, che permetteva di vivere virtualmente avventure nel passato.
Senza pensarci due volte, mi collegai anch'io, dal portatile che mi portavo sempre dietro.
Indossati anche visore e guanti, mi ritrovai in una specie di porto. La gente intorno a me era chiaramente creata al computer, a parte il gruppo dei miei sorvegliati. Quando li vidi salire su una nave, li seguii. La barca, ovviamente, era paleolitica, e infatti poco dopo colò a picco. Non fu un'esperienza piacevole. Meno male che sapevo nuotare...
Così finii su una spiaggia, poco distante, ma non visto, dagli altri ragazzi. Fu in quel momento che udii un tuono, e tutto si fece buio.



NdA: vorrei ringraziare mia sorella Akuby_ge, che mi ha costretta a scrivere questa storia, e le sue amiche che so che la leggeranno.





  
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