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Autore: rossella0806    30/09/2015    2 recensioni
Aurora è una ragazza con un passato molto doloroso alle spalle: dopo l'ennesima batosta ricevuta nella vita, decide di rifugiarsi in un paesino sperduto, un posto magico circondato da lago e montagne, per poter riflettere e ridare un senso alla propria vita.
Qui si ritroverà a fare i conti con se stessa e con la curiosità dei paesani, gente semplice che si rivelerà di grande aiuto per la sua rinascita spirituale.
Grazie a tutti loro, dal sindaco impicciona, a Liliana, la bottegaia del paese, a Linda, una ragazzina di dodici anni, a Macchia, un gattino trovatello e a Tommaso, aitante vigile del fuoco, Aurora imparerà a vivere e ad affrontare la sua solitudine.
E, alla fine, non solo verrà riscattata dalla sua passione per la fotografia ma, grazie anche ad un incontro inaspettato, si scoprirà più forte e amata di quanto avrebbe mai immaginato.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INCIDENTE DI PERCORSO


Dopo aver lasciato Linda addormentata e felice di aver visto gli scatti in anteprima o quasi, Aurora scende in cucina, dove trova Tommaso seduto su una delle sedie, proteso in basso a coccolare Macchia che, con le rumorose fusa e la coda che si muove sinuosa, sembra assai gradire quella dose di attenzioni.
La ragazza, sorridendo verso di loro, si siede a sua volta, notando solo allora la strana quiete che si è creata nella stanza: la confusione di poco prima, infatti, è svanita, sembra che la casa rossa sia di nuovo solo per lei, il gatto e il nuovo inquilino, ovviamente.
-Dove sono tutti?- domanda, speranzosa che il grande Esodo abbia già tolto il disturbo, versandosi
in un bicchiere di carta un po' d' acqua dalla bottiglia sul tavolo.
-Ho incontrato Liliana e il marito che stavano salendo dalla figlia, ma gli altri?-
Tommaso elargisce un'ultima carezza al manto folto e brillante di Macchia, poi ritorna a sedersi più comodamente, approfittando per stiracchiarsi braccia e schiena.
-Nelle loro camere, a riposare e a riordinare i pensieri, come mi ha detto Angela, quella signora tanto simpatica che parla solo il dialetto … - risponde con un sospiro soddisfatto da post stretching, poi, indicando il felino ebbro di coccole che si sta allontanando in giardino, la porta della veranda aperta, commenta:
-E' proprio bravo il tuo gatto, Aurora. Te lo sei portato da *** ?-
-No- ribatte orgogliosa, ma anche rassegnata al fatto che gli ospiti non se ne andranno così presto come aveva sperato in un primo momento -l’ho trovato qui, qualche giorno dopo essere arrivata. Per fortuna, si è subito ambientato... -
Versandosi un altro bicchiere d'acqua e sventolandosi con una mano per evitare di boccheggiare a causa dell'improvviso sole estivo che è tornato a illuminare la stanza, la ragazza s'informa con una punta di curiosità:
-A proposito, prima, mentre scendevo le scale, ho sentito il telefono. Chi era?-
-Ah, sì, erano i colleghi del posto. Sono andati all’appuntamento dal sindaco prima del previsto: sono stati contenti della mia proposta, tanto più che in queste situazioni critiche due mani in più servono sempre. Purtroppo, per stasera non riusciranno a fare più nulla: a causa del buio e del terreno fangoso per la pioggia di ieri, preferiscono aspettare domani mattina … mi verranno a prendere davanti al municipio, per le otto. Tu sai dov’è?-
-Sì, è molto facile da raggiungere- risponde Aurora, alzandosi per tirare le tende della finestra, nello stesso istante in cui Macchia ripiomba in casa con scattante agilità -è l’unico palazzo dall’altra parte della via principale, da solo occupa mezza strada. E poi ha la bandiera esposta su un balconcino o una finestra, non ricordo bene, comunque non puoi sbagliarti, stai tranquillo-
Una volta tornata a sedersi, continua:
-Sapete già come procedere?-
Tommaso smette di accarezzare il gatto che è tornato alla carica per nuovi grattini e carezze e che, contrariato da quella mancanza di attenzioni, si struscia con maggior vigore tra le sue gambe ma, senza ottenere altre coccole, se ne va indispettito dalla sua padrona, che lo accomoda sulle ginocchia.
-Per prima cosa, cercheremo di mettere in sicurezza la frana: mi hanno detto che gran parte del lavoro lo hanno già fatto stamattina, dovremo solo aggiungere una maglia di protezione in più e, con l’elicottero, sollevarla e portarla via. Se il tempo sarà clemente, credono che per domani pomeriggio dovrebbe tornare tutto come prima-
-Ah, bene, che sollievo ... al sindaco non ho negato il mio aiuto, mi sarei sentita una stupida e una maleducata, però, tutta questa situazione mi tiene sulla corda e non fa altro che farmi preoccupare e ... -
Tommaso le appoggia una mano sulla sua, per cercare di calmarla e per farle capire che, tutto sommato, la comprende; punzecchiandola, le fa notare con un mezzo sorriso:
-Ti ricordo che anche se andranno via gli altri, avrai sempre me da sopportare ancora per un po’ di giorni!-
Aurora abbozza un respiro più profondo degli altri, la voce ironicamente indifferente:
-Lo so, ma devo ammettere che ormai mi sto abituando alla tua presenza. E anche Macchia, da come ti gironzola sempre intorno-
-Sì, in effetti è una soddisfazione aver conquistato in un giorno solo un’anziana signora, un gatto e te  … non è da tutti, mia cara- prosegue, stringendo con maggior calore la mano della forestiera che, imbarazzata, la retrae e commenta:
-Già, non è da tutti ... -


Come previsto, le riserve di cibo per quattordici persone non sono certo facili da trovare così all’improvviso.
Quella sera Tommaso, propostosi addetto alla cucina, avrebbe preparato una casseruola abbondante di mezze maniche al pomodoro, gli unici due ingredienti che alla casa rossa non mancano, lasciando da parte le scorte della signora Liliana, per un eventuale futuro ancora molto incerto.
Ovviato il problema del cibo, rimane quello di dove e come far mangiare tutta quella gente, così, all’unanimità, dopo una democratica votazione per alzata di mano, ci si accorda per fare dei turni: prima avrebbero cenato le due coppie più anziane, poi tutti gli altri esodati, ad esclusione della signora Lina che, dato il forte attacco di mal di stomaco dovuto all'indigestione di poco prima, si sarebbe sfamata con un’altra tazza di camomilla e qualche biscotto secco, e di Linda che, non ancora completamente in forze per scendere le scale, avrebbe consumato la cena in camera sua.
Per ultimi, a gustarsi il banchetto per nulla luculliano, sarebbe toccato al cuoco e alla forestiera, che non avrebbero potuto sottrarsi al dovere di lavare da soli quella pila di piatti, se l’anima caritatevole della signora Liliana non li avesse aiutati nell’immane compito, volendosi assolutamente sdebitare in qualsiasi modo per l'ospitalità forzata.
Così, sfiniti ma soddisfatti, agli ultimi rintocchi del campanile, anche loro tre se ne vanno a dormire, fiduciosi che l'indomani avrebbe decretato la fine di quell'incubo ad occhi aperti.



MARTEDì 25 LUGLIO

La mattina successiva, il tempo sembra promettere bene: il cielo è completamente sgombro di nuvole e il sole, nonostante sia ancora relativamente presto, splende già alto.
Aurora si affaccia al balconcino della sua camera, la camicia da notte ancora addosso: da lì non riesce a vedere la frana, l’incombente minaccia che le ha fatto dormire un sonno agitato, ma intravede solo la parte buona della montagna, quella protettiva e famigliare, a racchiudere la distesa a perdita d’occhio del lago, in quel momento così simile al mare, largo, di un azzurro limpido, con i giochi di luce ad incresparne piacevolmente la superficie.
L’unica sua consolazione è che tra appena due giorni inizierà la festa del paese, di cui tanto ha sentito parlare e in cui tanto è stata coinvolta nella realizzazione.
Un rumore la distoglie dai suoi pensieri: hanno bussato alla porta, così, mentre si augura di non avere i capelli troppo scompigliati e la camicia troppo stropicciata, invita chiunque sia a farsi avanti.
Tommaso si affaccia nella stanza titubante, poi, ad un cenno ad entrare della ragazza, si mostra già perfettamente pettinato e vestito:
-Spero di non averti svegliata ... - commenta, indicando con un indice l'abbigliamento di Aurora, le tende che ondeggiano come danzatrici, spumose e protese ad accarezzare le pareti.
-N-no, figurati, mi ero appena alzata. Stai già andando?- ribatte, nervosa per essersi fatta trovare in quelle condizioni così poco consone ed eleganti.
-Sì, parto prima perché devo provare la divisa: ieri, per telefono, ho comunicato la taglia e hanno detto che me ne avrebbero portate un paio per vedere qual è la più comoda ... -
-Ho capito. Allora confidiamo tutti in voi, almeno questa volta cerca di portarmi belle notizie … - prosegue Aurora, sorridendogli e sentendosi meno inadeguata di quanto non sia.
Tommaso distoglie lo sguardo, come per ricambiare la forestiera con la stessa moneta, punzecchiandola amichevolmente, ma poi sembra cambiare idea, perché semplicemente annuisce:
-Ci proverò. Buona giornata, coinquilina, a più tardi-
-Grazie, buon lavoro e in bocca al lupo, coinquilino-


Per l’intera mattinata, alla casa rossa, sono tutti un po’ agitati e attendono con trepidazione che arrivi una qualche notizia dal “fronte” montagnino: le signore più anziane, capeggiate dalla Lina che si è ripresa a pieno regime, hanno indetto cinque minuti di preghiera prima e dopo il pranzo, convinte che le loro parole devote e supplichevoli, abbiano il potere di richiamare un qualche aiuto divino.
Oltre ovviamente a voler tornare al più presto nelle loro case, tutti sperano di non dover rimandare l’inizio della festa, perché non è mai successo e, credono piuttosto superstiziosamente, che possa rivelarsi di cattivo auspicio doverlo farlo.
Preghiera dopo preghiera, Aurora è costretta molto a malincuore ad abbandonare quella sorta di setta, per recarsi nell’ufficio del sindaco a recuperare gli striscioni da appendere alla mostra, come dall'appuntamento fissato il giorno avanti.
Senza pensare due volte circa l'affidabilità di Liliana, consegna nelle sue mani la gestione della casa e, dieci minuti dopo le tre e mezza, si avvia verso il municipio, costeggiando il paese e la chiesa di sant’Abbondio, fortuitamente lontana dalla zona rossa.
-Venga, si accomodi- la invita il sindaco, una volta entrata nella stanza: tutto è rimasto come sabato, pochi giorni prima, perfettamente in ordine.
La grande finestra che dà le spalle alla scrivania in mogano, la libreria di ciliegio con gli scaffali imbottiti di libri di ogni dimensione e genere e cianfrusaglie di modesto pregio, la poltrona color caffé in eco pelle ... la frana avrà anche modificato le abitudini dei paesani, ma l'apparenza di normalità che traspare dall'ufficio della donna, la dice lunga sulla tenacia e la costanza montagnina degli abitanti del luogo.
La forestiera si siede come l’altra volta sulla sedia di legno intarsiato, di fronte allo scrittoio:
-Poco fa ho parlato con il Comandante dei Vigili del fuoco- esordisce il sindaco, non riuscendo a trattenere un sorriso carico di soddisfazione, un'elegante girocollo di seta color amaranto a lasciarle nude le braccia -mi ha detto che sta procedendo tutto come previsto, anzi, mi ha praticamente assicurato che entro questa sera i nostri concittadini potranno tornare nelle loro case!-
-E’ una bellissima notizia! Quindi hanno già rimosso la frana?- vuole sapere Aurora, sistemandosi meglio.
-Avrebbero iniziato proprio dopo la nostra telefonata! Speriamo che vada tutto per il meglio, così non dovremo rimandare la festa. Ah, guardi, le ho messo gli striscioni in questo sacchetto. Lo apra pure, così mi dice come sono- spiega la prima cittadina, porgendo una busta di carta alla sua ospite, dopo averla recuperata da uno dei cassetti della scrivania.
La forestiera dispiega con mani un po’ emozionanti le due stoffe bianche ripiegate con eleganza, trovandosi sotto gli occhi quei caratteri blu, verde e rosso che le aveva annunciato la donna appena il giorno prima.
-Vanno benissimo! E’ molto bella anche la stampa ... -
-Perfetto, allora direi che possiamo procedere con l’allestimento sul cornicione della chiesa e dietro l’altare, almeno con questo potremo dire concluso il suo lavoro!- sancisce il sindaco, già pronta ad agguantare la cornetta dell'apparecchio di fianco a lei.
-Chiamerò subito Vittorio, si ricorda di lui?-
-Sì, certo, c’era alla riunione in parrocchia … -
Lo squillo del telefono interrompe la conversazione: il sindaco sbianca in volto appena un paio di battute dopo aver pronunciato semplicemente la parola pronto.
-Quando è successo?! C’è qualche ferito grave?! No, purtroppo, non è possibile. D’accordo, lo contatto subito. Vi aspetto in ufficio, a dopo-
Aurora, abbandonato lo striscione che ora rischia di cadere, comprende che dev’essere accaduto qualcosa di molto serio, così, allarmata, domanda:
-Chi era? Cos’è successo?!-
-Era il Comandante dei Vigili del fuoco- la informa soprappensiero l'altra donna, lo sguardo basso e preoccupato.
-C’è stata una nuova frana, per fortuna più piccola della precedente: erano appena riusciti a rimuovere la prima, che la seconda è scesa proprio mentre stavano caricando l’altra sull’elicottero. Ci sono tre feriti ... lievi - continua il sindaco, cercando di domare la voce concitata in favore di un tono sereno.
-Ora devo telefonare al dottor Berti: porteranno i feriti qui al municipio, perché il suo ambulatorio si trova nella zona rossa e per questo è stato momentaneamente chiuso-
-Sa se è coinvolto anche il signor Pastero?- si appresta a sapere Aurora, ormai dimenticatasi dello striscione e della festa.
-Non me lo ha detto, mi dispiace. Se vuole aspettare, credo che a momenti saranno qui ... -
-Sì, certo, aspetterò, non c'è problema-


Il dottor Berti, un uomo sulla cinquantina, dai capelli folti e brizzolati, arriva dopo una decina di minuti con la sua valigetta in cuoio marrone e la cassetta del Pronto soccorso:
-Mi scusi- dice rivolto al sindaco, che nell'attesa ha sgomberato la scrivania e fatto portare in ufficio altre tre sedie e un tavolo, per poter visitare i feriti –ma dal momento che l’ambulatorio non è agibile, è tutto quello che avevo in casa … -
-Non si preoccupi, il Comandante mi ha detto che sono solo casi lievi. Se proprio sarà necessario, chiameremo un elisoccorso, anche se mi auguro non si arrivi a tanto ... -
La ragazza ascolta con attenzione il dialogo tra i due, mentre lancia un’occhiata verso la finestra dietro la scrivania, per controllare l’arrivo dei Vigili del fuoco.
-Spero infatti che non ce ne sia bisogno. Non le hanno detto di che tipo di ferite si tratta? Contusioni, probabili fratture, lacerazioni ... ?-
-No, non so nulla, purtroppo- risponde sempre più in apprensione il primo cittadino, torturandosi l'anello in oro bianco all'anulare destro.
-Se posso fare qualcosa ... - commenta con un filo di voce la forestiera, facendosi per la prima volta avanti.
L'uomo si volta verso di lei e, dopo le sbrigative presentazioni da parte del sindaco, scuote la testa:
-Fin quando non vedo con i miei occhi cos'è successo, non posso dirvi se potrà essermi utile il vostro aiuto, signore mie ... dobbiamo solo aspettare, a quanto pare-
Cinque minuti più tardi, tempo che la donna più anziana ha trascorso a rispondere a un paio di telefonate all'apparenza infinite, i malcapitati entrano nell’ufficio del sindaco: c’è anche Tommaso, tra di loro, con una vistosa escoriazione al braccio sinistro e alle mani, fasciate con delle bende ora sporche di sangue.
Gli altri due feriti zoppicano piuttosto vistosamente e, anche loro, mostrano varie lesioni sulle braccia.
-Siamo stati fortunati- saluta il Comandante, un uomo alto ed atletico, i capelli completamente rasati e gli occhi molto scuri, stringendo le mani della prima cittadina e del medico.
-Com’è accaduto?- s’informa prontamente la donna, facendosi da parte per far accomodare i tre feriti sul tavolo portato apposta per l'improvvisa evenienza.
-La frana era la metà di quella che abbiamo rimosso, però è scesa talmente all’improvviso che non abbiamo potuto deviarla. Per fortuna, i miei uomini, così come il tenente Pastero, sono allenati e in gamba, altrimenti avrebbe potuto travolgerli-
-E lei Comandante, non si è fatto niente? Non è ferito, vero?-
-No. Io, insieme alla squadra della Protezione civile, ero addetto a coordinare i lavori di rimozione dagli elicotteri: mentre l'uno avrebbe portato via la frana, l’altro lo avrebbe seguito a distanza, sorvolando sulla zona per controllare che non ci fossero altri massi. Purtroppo, la frana era perfettamente nascosta e non abbiamo fatto in tempo a dare la segnalazione ai colleghi lì sotto… -
-L’importante è che non sia successo nulla di grave- continua il sindaco – ora occupiamoci dei feriti. Le presento il dottor Berti, il medico del paese: l’ho subito chiamato, come d'accordo, così potrà visitare i feriti ... -
-Grazie, è stata molto gentile- ringrazia il Comandante, un sorriso sincero a testimoniarlo.
Aurora, sempre in disparte dal gruppo, si gira verso Tommaso, che si tiene il braccio escoriato con la mano insanguinata e, incrociando il suo sguardo, la rassicura sorridendole.
-Prima preferirei visitare i due uomini che ho visto zoppicare: vorrei escludere lesioni importanti-
I Vigili del fuoco chiamati in causa si fanno avanti, due quarantenni non troppo alti ma massicci, i visi ancora leggermente sporchi di terra e gli occhi color ambra, l'uno con i capelli ricci, l'altro lisci:
-Per fortuna non c’è nessuna frattura, solo una distorsione abbastanza grave- sentenzia il dottor Berti, dopo un’accurata analisi alle caviglie dei feriti – ora fascerò il piede ad entrambi, ma cercate di non appoggiarlo per almeno un paio di giorni. Se avete dolore e il ghiaccio non vi aiuta, potete togliere la fasciatura e mettere un po’ di questo spray che vi darò. Mi raccomando, utilizzate sempre bende pulite e possibilmente fatele aderire alla pelle, ma non troppo. Ora vi disinfetto le escoriazioni- continua a spiegare l'uomo, spostandosi verso la scrivania per recuperare gli strumenti necessari nella cassetta del Pronto Soccorso -fatelo anche a casa, possibilmente la sera, e dopo lasciatele libere durante la notte, in modo che la cute non maceri ... -
-Va bene dottore, grazie- annuiscono i due Vigili del fuoco, aiutati dal medico a sistemarsi sulle sedie e ad allungare le caviglie ferite su altrettante seggiole di fronte a loro.
-E ora passiamo a lei- il medico si rivolge a Tommaso, rimasto in piedi vicino alla scrivania del sindaco.
Aurora vorrebbe avvicinarsi, ma non fa in tempo perché il dottor Berti si para davanti al forestiero.
-Ha una brutta escoriazione al braccio: riesce a muoverlo?-
-Abbastanza, comunque non credo sia rotto- commenta con una smorfia mal celata, le sopracciglia aggrottate.
-Le fa molto male?- indaga l'altro, prendendo l'arto con delicatezza tra le mani.
-Uhm ... n-no, non molto-
-Provi a portarlo in alto, poi in basso … sì, così, ancora una volta di lato e infine cerchi di disegnare un piccolo cerchio in aria-
Il giovane fa tutto quello che gli dice l’uomo, soffocando un'altra smorfia di fastidioso dolore.
Il dottor Berti, soddisfatto per la buona riuscita di quegli esercizi, prosegue:
-Molto bene, anche lei è stato fortunato, non ha nessuna frattura. Ora vorrei vedere le mani … -
Srotolando le bende macchiate di un sangue scuro,
domanda rivolgendosi al sindaco:
-Ha un cestino dove buttarle?- .
-Sì, tenga- gli risponde lei, avvicinandolo preoccupata.
-Come ha fatto a conciarle in questo modo? Sembra che abbia cercato di bloccare la frana … - commenta, a metà tra il sarcastico e l'inquisitorio.
-Quando l’ho vista arrivare, mi sono buttato di lato, per cercare di ripararmi, solo che dalla mia parte c’era un groviglio di arbusti che mi ha graffiato le mani e le braccia … -
-Ho capito. Comunque, non vedo schegge di legno infilate … disinfetterò le escoriazioni anche a lei: come ho detto ai suoi colleghi, lo faccia anche a casa, tutte le sere. In più, per farle cicatrizzare prima, le do un campione di una pomata da mettere due volte al giorno: prima lavi accuratamente le mani, le disinfetti, e infine ci spalmi su un po’ di questa. E’ meglio, però, che tenga sempre su le fasciature, anche durante la notte, almeno per tre o quattro giorni-
-Va bene, grazie-
Il dottor Berti, una volta fatto il suo lavoro e aver scambiato ancora qualche battuta di circostanza con i presenti, se ne va, promettendo che a fine settimana sarebbe tornato a visitare i tre feriti.
-Ora Comandante, dovrete rimuovere anche la seconda frana che è caduta?- domanda la prima cittadina, dopo essersi accomodati sulle sedie libere, insieme a Tommaso e alla forestiera.
-No, la frana è rotolata fino a valle, ma si è fermata in un luogo, diciamo così, sicuro e facilmente raggiungibile con l’elicottero. Andremo a recuperarla domani mattina. Il problema è un altro: non vorrei che qualche altra frana scendesse dalle montagne e che, non riuscendola a vederla, come è successo con quella di oggi, possa fare altri danni maggiori. Gli uomini della Protezione civile stanno aspettando una mia telefonata per andare a fare un sopralluogo, prima che faccia buio, così potremo valutare l’eventuale presenza ed entità del pericolo-
-E le famiglie che abbiamo fatto evacuare ieri? Potranno tornare a casa?-
-Direi proprio di no. Per la loro incolumità preferisco che restino ancora per questa notte lontano dalla zona rossa. Le saprò dire qualcosa con maggiore sicurezza più tardi, dopo aver fatto il sopralluogo-
-Va bene. E per quanto riguarda il collegamento con la città?- continua apprensiva il sindaco, lanciando un'occhiata ad Aurora, attenta a quella conversazione.
-Non è più un problema. Questa mattina, prima di salire a rimuovere la frana, abbiamo sgomberato la strada dai detriti, così ora non siete più isolati. E lo stesso vale per il paese dietro il vostro, da cui è scesa la prima frana-
Finalmente, un sorriso si apre sul volto dei presenti, che stringe la mano all’uomo:
-Grazie, almeno una bella notizia!- commenta soddisfatta la prima cittadina.
-Sono sicura che anche il sopralluogo andrà bene!-
-Lo speriamo tutti. Ora mi scusi, ma devo andare-
Il Comandante si alza dalla sedia e, stringendo la mano delle due donne, si commiata rassicurante:
-La terrò informata. Arrivederci a tutti, e lei, tenente Pastero, si rimetta presto - gli augura, salutandolo con una stretta sulla spalla.
-Sì, signore, grazie-


Passando davanti alla chiesa di sant’Abbondio, Aurora e Tommaso si fermano sul ponte che attraversa il fiume, la parte illesa che non fa parte della zona rossa.
Affacciata al parapetto, il vento le scompiglia i capelli raccolti da un fermaglio tempestato di piccoli Swarovski.
-Ho avuto paura per te-
-Dici sul serio?- la guarda stupito il ragazzo, muovendo titubante le mani.
Lei annuisce, distogliendo lo sguardo da lui, per posarlo sul fiume dorato dal sole.
-Quando il sindaco mi ha detto che c’erano stati dei feriti, anche se lievi, ho come avuto la sensazione che tu fossi coinvolto, non so perché … -
-Beh, mi fa piacere che ti sia preoccupata per me, ma hai sentito quello che ha detto il dottore, no? Basta disinfettare e spalmare la pomata! Vedrai che le mie mani torneranno come nuove!-
Ritornando a fissare gli occhi verdi in quelli scuri di Tommaso, la forestiera sembra davvero preoccupata:
-Sei sicuro che non ti faccia male?-
-No, per niente, credimi! Mi dà solo un po’ fastidio il braccio: la pelle mi tira quando lo muovo, ma per il resto mi sento bene, anzi, sto bene!-
Aurora si mette a ridere, scuotendo la testa:
-Perché ridi?-
-No, scusa, è che mi viene in mente una cosa sciocca: questa sera chi mi aiuterà a cucinare e a lavare i piatti?-
-Ah, grazie per la tua considerazione! Ora capisco tutte quelle domande … puro ed egoistico interessamento personale, il tuo!-
-Ma scherzavo! Io ero veramente preoccupata per te! E’ solo che devo ammettere che ci sai fare in cucina, e anche con la signora Lina. Chissà adesso quando ti vedrà ridotto così come ti coccolerà!- lo punzecchia, girandosi e dando la schiena al fiume.
-Vorrei scappare solo per questo! No, a parte tutto, mi sta simpatica quella vecchietta, è molto gentile … -
-Se non te ne sei ancora accorto, lo è solo con te: la prima volta che ci siamo incontrate e mi sono permessa di domandarle se l’acqua del rubinetto fosse potabile, mi ha quasi sbranata!-
-Ma dai, non ci credo!- ribatte il ragazzo, ancora appoggiato al parapetto del ponte.
-E' perché non sai come trattarla, ci vuole pazienza e, quando possibile, assecondarla in quello che vuole fare, io non faccio nulla di più ... -
-Se lo dici tu che sei diventato il suo protetto … -
-Puoi fidarti. Comunque, per questa sera, non preoccuparti: con le mani conciate così non posso fare molto, ma il mio sostegno morale ce l’avrai sempre, e anche incondizionato!-
-Bene, ora sì che sono tranquilla e non vedo l’ora di affrontare quella banda di affamati!-
Tommaso dirige lo sguardo in direzione del campanile dietro di loro:
-Sono le cinque e mezza: cosa ne dici se cominciamo ad avviarci?-
Aurora annuisce con un profondo respiro e, sostenendo ironicamente il ferito, si apprestano a raggiungere la strada principale e a percorrere il viale verso la casa rossa e l'ignoto.
   
 
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