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Autore: itscassiehere    30/09/2015    1 recensioni
«Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.» Quello che uscì dalla bocca di Stiles fu molto simile ad un miagolio strozzato, ma sapeva che al diretto interessato la frase era arrivata più che chiara.
STEREK ALL THE WAY.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Carpe Diem.„
 
Fu durante un compito di letteratura latina che Stiles capì di dover prendere in mano le redini ed essere il primo a parlare, a confidarsi.
In modo caotico e senza la minima precisione, firmò il foglio protocollo dove, scritta con una calligrafia quasi indecifrabile, il ragazzo aveva tradotto un estratto delle Odi di Orazio.

Prese di peso lo zaino, portandoselo su una spalla e, suscitando l’irritazione di coloro che, con la cartella mezza penzolante, colpiva in pieno viso o dietro la nuca.
Quando raggiunse la cattedra, rivolse un ringraziamento silenzioso al santo che gli aveva evitato una caduta – e qualche ceffone da parte delle vittime del suo zaino – poggiò il foglio sulla pila di libri e, rivolgendo un lieve sorriso alla professoressa, corse fuori dalla classe, lasciandosi una pioggia di fogli volanti dietro.

Aveva voti abbastanza alti da potersi permettere un’uscita anticipata – in fin dai conti stava saltando solo l’ora del Coach ed una noiosissima ora di storia.
Nella corsa verso l’uscita, lasciò sull’armadietto di Scott un bigliettino, dove si scusava per avergli dato buca.
Uscì da scuola e saltò sulla jeep – se il Coach lo avesse visto probabilmente gli avrebbe dato una A per lo stile – e, dopo diverse imprecazioni, riuscì a mettere in moto e ad allontanarsi dalla scuola.

Il viaggio non fu particolarmente lungo, o per uno Stiles troppo assorto nei suoi pensieri da rispettare i limiti di velocità, o perché effettivamente dalla scuola al loft di Derek ci volevano solo dieci minuti, l’importante era essere arrivato indenne.
Nemmeno si accorse che in meno di due falcate era arrivato già alla grande porta metallica che lo separava da quel sourwolf che col tempo aveva imparato a conoscere e, alla fine – manco fosse una favola della Disney – era finito con l’invaghirsene.
Il pugno alzato a mezz’aria, indeciso se bussare o no contro il metallo rigido. Il ragazzo si guardò intorno, fortunatamente nessuno era testimone di quella scena a dir poco ridicola.

Inspirò profondamente, socchiudendo gli occhi, ed espirò, alzò la testa e quasi gli cadde la mascella quando notò Derek sull’uscio della porta semi aperta: la spalla sinistra appoggiata contro lo spigolo, le braccia incrociate sul petto ed un ghigno divertito sul volto. Era divertito lo stronzo.

Stiles roteò gli occhi, cercando di apparire il più irritato possibile e, con uno spintone - che servì a ben poco, visto che fu il più piccolo a farsi male, come sempre - entrò nel loft, gettando lo zaino ai piedi del divano.

Il maggiore, che inizialmente aveva seguito il più giovane con lo sguardo, si mosse, annullando l’enorme distanza che li separava in poco più di quattro passi.
Stiles, troppo occupato a fissarsi le punte delle scarpe, non si accorse della vicinanza con Derek e, quando alzò lo sguardo con l’intenzione di fare ciò per cui era lì, ebbe un sussulto.

Il lupo continuava a scrutarlo con occhio indagatore, come se, attraverso i suoi supersensi, potesse scoprire le intenzioni dell’umano.

«Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.» Quello che uscì dalla bocca di Stiles fu molto simile ad un miagolio strozzato, ma sapeva che al diretto interessato la frase era arrivata più che chiara.

Il più giovane sentì le gambe farsi gelatina e, prima che gli cedessero completamente, collezionando così una fatidica figura di merda, si aggrappò alle spalle di Derek, avventandosi poi, in modo alquanto impacciato, contro le sue labbra, mentre mentalmente pensava a come si sarebbe suicidato e a come quell’azione l’avrebbe perseguitato anche – se esisteva, ovviamente – nella sua seconda vita.

Quello che successe dopo, però, era completamente diverso dai piani dell’umano, poiché il lupo non fece nulla per allontanarlo, bensì gli circondò i fianchi con le braccia, attirandolo ancora di più a sé e, mandando in tilt tutti i neuroni del più piccolo, ricambiò il bacio.

Si separarono solo quando rimasero entrambi quasi senza ossigeno. Nessuno dei due disse nulla, nessuno dei due si spostò dalle loro postazioni, si limitarono a guardarsi negli occhi.

Quando, dopo alcuni minuti passati in religioso silenzio, Stiles si sentiva sul punto di scoppiare, stava per iniziare a sputare fuori parole sconnesse e senza il minimo collegamento logico, quando Derek, con un’occhiataccia, gli fece perdere ogni minima voglia di aprire bocca.

«Ero sicuro mi avresti citato la frase di qualche film o videogames.» Una risata appena accennata uscì dalla gola del più grande e, senza dare il tempo a quell’umano logorroico di controbattere, gli prese il viso tra le mani, facendo incontrare ancora una volta le loro bocche, dando inizio ad un nuovo scontro di labbra, lingue e denti. 

 
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Angolo Autrice:
Mi scuso umilmente con Orazio, la bon'anim', per averlo disgraziatamente infilato in questo 'qualcosa', ma ehi, sto studiando latino da più di tre ore e la mia testolina inizia a chiedere pietà. (Ecco il perché di questa oscenità.)
Comunque, sono consapevole del fatto che non ci siano né descrizioni approfondite, né il finale - o meglio, il finale c'è, ma è liberoh. -
NO OKAY, stiamo seri un secondo, questa cosa era nata come un'adorabile Flashfic, o almeno questo era il pensiero prima che superassi quelle maledette 500 parole, ovviamente ho pensato che portarvi una one - shot di sole 540/580 parole sembrava brutto, così ho provato ad ampliare la cosa, giusto per allungare brodo ed eccoci qua.
Parlando velocemente del contenuto, probabilmente non è molto esplicito, ma Derek sapeva già dei sentimenti di Stiles (lui ha i supersensi, oh) per questo non ha reagito come un drama queen ed ha ricambiato il bacio.
Infine, sono consapevole di alcuni errori, che provvederò a correggere appena la scuola mi darà una tregua.
E nada, se volete rendermi felike, ditemi che ne pensate con una recensione, un messaggio, un piccione viaggiatore o anche un battito di ciglia.
 
All the love, 
Cas. x
 
  
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