Monday- SAM/JESSICA

Iniziò tutto da una promessa e da un gioco di sguardi, ma era tardi ormai.

Le fiamme sopraggiunsero sul mio corpo,
stavo bruciando.
Sam non sarebbe tornato ed io non l'avrei mai più visto.
"Ti amo" gli dissi.

 

Ricordo ancora quella notte come se fosse ieri,

ricordo ogni singolo odore, ogni singola immagine, ma soprattutto ricordo il sapore delle sue labbra che toccavano le mie.

Ricordo l'odore dei suoi lunghi capelli color mogano che toccavano il mio viso, il suo profumo e i suoi occhi dal color

verde smeraldo che penetravano i miei.

Lo guardai con un briciolo di amarezza e nostalgia, non volevo lasciarlo andare.

"Jessica, qualcosa non va?" mi disse Sam guardando il mio viso.

"No è tutto ok." gli risposi mentendo.

Eravamo lì entrambi distesi sul prato dell'università di Stanford, dove entrambi avremmo formato il nostro futuro. Eravamo lì sotto un cielo senza stelle incapaci di trovare una spiegazione a tutto quello che ci stava accadendo.

Io sapevo di Sam, del suo lavoro e di suo fratello, sapevo che prima o poi avrebbe dovuto lasciarmi, solo che non ero pronta a questa eventualità.

Lui si voltò verso di me, quello sguardo si scolpì nei miei ricordi, "Torno lunedì", mi disse Sam cercando di rassicurarmi, sebbene conoscesse il mio stato d'animo, "Va bene." gli dissi tristemente.

La giornata della sua partenza fu particolarmente buio e lugubre,soprattutto dal mio punto di vista, nel cielo predominavano grossi nuvoloni neri e soffiava un leggero venticello, lo accompagnai davanti al portone del nostro alloggio dove vi era Dean ad aspettarlo.

"Io sono qui, ricordalo." gli dissi.

"Ti amo Jessica." mi rispose.

Gli mentii, pur non sapendolo in quel momento, non sarei stata lì ad aspettarlo al suo ritorno.
Qualche giorno dopo, rientrai nella mia stanza e mi distesi sul letto quando ad un certo punto notai la presenza di un uomo, aveva gli occhi gialli, Azazel, Sam mi parlò di lui. Quel demone uccise la sua mamma, Mary Winchester.

Dominata dalla paura dalla paura cercai di precipitarmi in cucina per prendere del sale, per guadagnare tempo,inutili furono le mie urla, lui sembrò quasi non curarsene.
Mi guardò e mi lanciò un sorriso compiaciuto,sembrava quasi che in quel momento si stesse divertendo, improvvisamente sentii una lama penetrare il mio ventre, percepii un dolore insopportabile, non ebbi nemmeno il tempo di contemplare cosa mi stesse succedendo che mi ritrovai sul tetto,incapace di muovermi .
Le fiamme si accesero sotto il mio corpo, stavo bruciando e nessuno poteva sentirmi.
Il dolore si impadronì di ogni centimetro del mio corpo, il sangue gocciolava veloce sulle lenzuola bianche del mio letto.
Azazel voleva mantenermi viva per prolungare la mia sofferenza.

Erano circa le 20:00 , Sam tornò all'alloggio e molto stanco si distese sul nostro letto.
Cercavo in tutti i modi di implorarlo di non alzare il viso, non volevo che mi vedesse in quello stato, per lui sarebbe stato un dolore immenso.
Una goccia di sangue gli finì sulla fronte.
Mi vide.

Ricordo ancora le sue urla disperate, percepivo la sua tristezza e le sue lacrime.

Lui era tornato, ma io non ero rimasta lì ad aspettarlo.

"Non dimenticarmi" gli dissi tra me e me, sicura che non l'avrebbe mai fatto.