“Diario  del  capitano, abbiamo  fatto ritorno  ai cantieri  di Utopia Planitia per il solito controllo  semestrale dell’enterprise. Mentre gli operai  specializzati della base lavorano  alacremente, sotto la supervisione del  signor Scott, ho concesso una licenza di  sbarco ad una buona parte dell’equipaggio. Meglio  che se ne stiano a terra piuttosto che a ciondolare per  i corridoi intralciando il lavoro  dei  tecnici.”
”Allora ?” Chiese Leroy Jethro Gibbs al  dottor Mallard ,detto  Ducky, il  suo medico  legale. 
Era mattino presto, troppo presto, e se ne stavano  in  un vicolo  stretto  tra due palazzi. Era quasi interamente  occupato  da  un ‘enorme contenitore per  i rifiuti  umidi  compostabili  ,dal  quale saliva un odore nauseabondo.Gibbs si  era portato il  suo usuale bicchiere formato extra-maxi di caf-pow, senza  il  quale non carburava, ma ora ringraziava  il  cielo  di non averlo bevuto. Con quell’odore terribile gli sarebbe ,certamente ,tornato  su, a velocità della luce. Il  suo  braccio  destro  DiNozzo  se ne stava di lato, sottovento. L’idea che quella puzza potesse impestargli il  suo  costoso  abito italiano lo atterriva. L’ingrato  compito  di  calarsi  nel  cassone e tirare fuori il  corpo  era toccato  ai  due pivelli  della squadra. McGee ,il  ragazzo un pò in sovrappeso ,dalla faccia simpatica ,era  il  genio  dell’informatica  e  la vittima preferita di  Dinozzo,  che lo  sottoponeva ad ogni  forma di  bullismo  possibile. L’allampanato e  ingenuo Jimmy  Palmer  era  invece l’aiutante del  dottor Mallard.Era un tipo  molto  paziente e sopportava  i  noiosi sermoni  del medico legale col  sorriso  sulle labbra. Ora  però i  due poveracci ,benchè rivestiti   di una  tuta bianca integrale, grondavano rifiuti  maleodoranti  da  ogni parte.Gibbs tuttavia aveva ignorato  le  loro  lamentele per concentrarsi  sul  corpo. Era quello  di  una ragazza, sulla ventina ,attraente, dai  capelli biondi portati  sulle spalle.
”Puoi  vedere da solo  la  causa della morte.”
Ducky indicò il  collo  della giovane. Gibbs annuì ,aveva  un ‘angolazione  innaturale  .Ciondolava da  un lato , chiaramente disarticolato  dal  resto  del corpo. Poi  Gibbs si irrigidì e rimase  immobile per qualche secondo .Dinozzo  era convinto che  il  suo  capo avesse degli  occhi,mimetizzati  tra i  corti  capelli  grigi  acciaio, dietro  la  nuca. Il  fatto  era  che nessuno poteva sorprendere Gibbs alle spalle , quella era la sua specialità. Ora  sentiva che dietro  di  lui c’era qualcuno  che  lo fissava. Si  voltò  di  scatto  per  fronteggiare  un  giovane alto  e  magro .Indossava  una divisa azzurra della  federazione. Portava i  capelli  neri  ,lunghissimi  , raccolti in una treccia. Era assolutamente  contrario  al  regolamento. Almeno  che il  ragazzo  non fosse  alieno (e tanto umano,in verità, non pareva ). Il  regolamento  per  le  minoranze aliene era  più permissivo. Se uno  dichiarava di  appartenere a un culto  religioso  il  cui  segno  distintivo  erano i  capelli  lunghi , non era obbligato  a tagliarli.