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Autore: CrowleyDeanHell    03/10/2015    1 recensioni
-"E' questo il motivo, Lucifer? E' per questo che vuoi andartene?"-
[I muscoli facciali di Lucifero si irrigidirono, mentre le dita stringevano sempre di più le spalle della piccola sorellina, che ora lo guardava con occhi sgranati per lo stupore.]
«Lui ci ha creati. Ma crede di muoverci a suo piacimento solo perché è stato il nostro creatore. Ed io non tollero questo suo comportamento. E pretende anche che noi siamo gentili con l'altra sua creazione...gli umani. No. Io non mi prostrerò mai ai loro piedi!»
[Quelle parole furono sufficienti per Azazel per annuire con la testa due volte di seguito, mentre un piccolo sorriso si faceva largo sulle labbra carnose di lei.]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Gabriel, Lucifero, Michael
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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[Il Paradiso non era un posto sopra le nuvole come molte persone pensavano. Era un modo esattamente come il nostro! Con alberi, case, edifici e tante altre cose.
E ognuno aveva il suo piccolo Paradiso. Anche gli Angeli ne avevano uno loro. Anche se diverso da quello degli umani.
Lei non necessitava di dormire, quindi non aveva un letto. E neanche un bagno dove lavarsi o una cucina dove poter mangiare. L'unica cosa di cui necessitava era un quaderno e dei colori con cui disegnare. Lei amava disegnare. La maggior parte dei suoi disegni rappresentavano Lucifero, suo fratello maggiore. Colui che l'aveva presa sotto la sua ala e la proteggeva da qualsiasi cosa che volesse farle del male.
A volte considerava più lui un padre, che Dio. Ma non lo diceva mai ad alta voce, per paura di essere cacciata da quel posto meraviglioso pieno di luce e pace. 
Dio sapeva essere davvero cattivo se voleva.]
«Dovresti allenarti per diventare un soldato, Azazel.»
[Disse Lucifero, spuntato davanti ad lei con un sorriso furbo sulle labbra e le braccia incrociate al petto.
Azazel chiuse l'albo a disegno e sollevò lo sguardo per posarlo sugli occhi di Lucifero, che non si era spostato di un millimetro dalla sua postazione. Neanche quando Azazel si alzò dal suo posto.
Lo guardò per un paio di secondi, imitando la sua espressione da canaglia. Per poi abbassare leggermente la testa e sorpassare di lato Lucifero, con l'albo a disegno sotto il braccio.
Lucifero non esitò neanche due secondi, si teletrasportò accanto a lei in un batter d'occhio, seguendola in quella sua passeggiata tra i folti alberi. Il sole filtrava tra i rami e illuminava la chioma bionda di Azazel, rendendola ancora più lucente.]
-"Hai intenzione di seguirmi ovunque io vada?"-
[Era piccola, ma l'intelletto era come quello degli altri Angeli che la circondavano. Lucifero tacque a quella domanda e Azazel si voltò verso la sua direzione per vedere cosa gli fosse successo. Di solito Lucifero non si stancava mai di parlare. Era un campione nelle chiacchiere. Poteva anche mandare qualcuno al manicomio.]
«Hai mai pensato di abbandonare tutto questo e di vivere una tua vita? Con le tue regole e le tue opinioni? Senza che qualcuno ti ordini di fare qualcosa.»
[Quella domanda lasciò senza parole la piccola Azazel, che continuava a guardarlo con sguardo perplesso. Tornò a guardare davanti a se, passo dopo passo, per poi sospirare con il naso.
Ci aveva pensato molte volte ad abbandonare quel Paradiso. Abbandonare quel caos che non faceva altro che aumentare giorno dopo giorno. Specialmente quando di mezzo c'era Michele. Un'altro dei suoi fratelli.
Strinse al petto l'albo di disegno, tormentandosi il labbro inferiore. 
Lucifero era stato sincero con lei, ora toccava a lei ad essere sincera. Almeno con lui.]
-"Si. Ho sempre sognato di vivere una vita mia. Vorrei fare ciò che mi piace fare, senza che qualcuno controlli la mia vita come se fossi una marionetta."-
[Disse con sincerità, prima di voltarsi verso Lucifero con espressione innocente sul viso. Lucifero sorrise a quella espressione. Un sorriso soddisfatto che non si era mai visto sulle sue labbra. E la cosa rese ancora più perplessa Azazel.
L'uomo -vista il suo aspetto in quel momento- si fermò di colpo e si mise davanti alla sorella, con le ginocchia piegate. Azazel sobbalzò appena a quell'improvvisa azione, stringendo ancora di più l'albo al petto, come se si trattasse di uno scudo in grado di proteggerla. Lucifero le mise le mani sulle spalle e la guardò, questa volta, con aria seria. Gli occhi fissi in quelli di Azazel. La stretta si fece più decisa, il che portò Azazel a provare un po' di dolore sui punti toccati dal fratello.]
«Allora andiamo via da questo posto! Scappiamo via e creiamo un mondo tutto nostro! Perché dovremmo stare sotto il comando di quell'uomo barbuto che non fa altro che starsene seduto a comandare!»
-"E' questo il motivo, Lucifer? E' per questo che vuoi andartene?"-
[I muscoli facciali di Lucifero si irrigidirono, mentre le dita stringevano sempre di più le spalle della piccola sorellina, che ora lo guardava con occhi sgranati per lo stupore.]
«Lui ci ha creati. Ma crede di muoverci a suo piacimento solo perché è stato il nostro creatore. Ed io non tollero questo suo comportamento. E pretende anche che noi siamo gentili con l'altra sua creazione...gli umani. No. Io non mi prostrerò mai ai loro piedi!»
[Quelle parole furono sufficienti per Azazel per annuire con la testa due volte di seguito, mentre un piccolo sorriso si faceva largo sulle labbra carnose di lei.]

*****

«Io sono stufo di recitare la parte del cagnolino fidato! Quello che deve fare tutto ciò che il padrone ordina!»
[Dio e Lucifero stavano discutendo ormai da ore, mentre Michele, Gabriele e Raffaele se ne stavano in piedi uno accanto all'altro, osservando la lite con totale tranquillità. Schiena dritta e espressione seria sul volto.]
"Dovresti ringraziarmi, Lucifero. Ti ho dato tutto ciò di cui avevi bisogno. Vivi nel lusso solo grazia a ME! Ed è così che mi ripaghi? Mostrando ribrezzo nei miei confronti?!"
«Io voglio solo essere libero di scegliere cosa fare! Voglio essere l'artefice del mio destino. E NON TU!»
[Azazel, accanto a Michele, cercò di dire la sua, ma il fratello la fermò mettendole una mano sulla spalla e guardandola con aria severa. Azazel fu costretta a tornare al suo posto, mentre suo padre e suo fratello continuavano a litigare furiosamente. Lucifero se ne stava a schiena dritta con quel fare fiero che lo caratterizzava, mentre sul volto aveva una maschera di pura rabbia e disgusto nei confronti del suo creatore.
Ancora una volta, Lucifero parlò. Sputando addosso al padre altri insulti.]
«Sei solo un burattinaio che si diverte a muovere i suoi burattini. Ma la verità è solo una: Tu non sei capace di governare. IO sarei un Dio migliore. E se solo potessi farlo, ti avrei cacciato io stesso da questo posto che tu chiami Paradiso.»
[Quelle parole bastarono per far imbestialire Dio, che si alzò dal suo trono e osservò suo figlio con rabbia.]
"BASTA!"
[Urlò con voce tonante, facendo così sussultare Azazel, che si nascose dietro ai fratelli. Per paura di essere vista e, magari, scoperta. Non avrebbe dovuto annuire all'idea del fratello. Dio l'avrà vista e ascoltata. Pochi minuti e avrebbe scoperto anche il suo di tradimento.]
"Tu sei esiliato per sempre dal Paradiso! E condannato a vivere tra gli umani, esattamente come loro! Sei solo un bambino viziato che vuole sempre di più!"
[Un cenno della mano e alle spalle di Lucifero si formò una voragine, che incominciò ad allargarsi a dismisura. Un altro cenno della mano e Lucifero venne scaraventato nella voragine.]
Nell'esatto momento in cui Azazel vide il corpo del fratello cadere nella voragine, si espose a Dio. Sul viso del piccolo Angelo vi era un espressione straziante sul volto. Gli occhi ormai bagnati dalle lacrime e la bocca che formava un "O" di puro stupore. Suo fratello era appena stato cacciato dal Paradiso nel peggiore del modi. La caduta non durava due secondi e l'impatto con la terra era doloroso. Almeno era ciò che le avevano raccontato i suoi fratelli.
Dio stava per tornare a sedersi sul suo trono, ma Azazel corse verso la sua direzione per fermarlo.]
-"PADRE!"-
[Azazel cadde in ginocchio davanti alla figura imponente di suo padre. Dio si voltò immediatamente verso la sua direzione, con ancora quell'espressione severa sul viso.]
-"Perché lo avete fatto?"-
[Chiese con voce tremante, mentre le lacrime le rigavano il volto copiose.
Dio le diede nuovamente le spalle, e mentre tornava a sedersi sul trono, le rispose...]
"E' stato lui a volerlo."
[Azazel smise di piangere, ma l'espressione stupita sul volto rimase. I muscoli del viso si irrigidirono, facendola assomigliare ancora di più al fratello. Si alzò in piedi lentamente, con i pugni ben stretti lungo i fianchi. 
Guardò prima Michele, Gabriele e Raffaele, dopodiché posò nuovamente lo sguardo sul padre.]
-"Lui voleva solo essere amato."-
[Disse a denti stretti, mentre il respiro si faceva sempre più profondo e quasi forzato.]
-"Lui voleva solo essere considerato e non maltrattato dal suo stesso padre. E voi lo avete cacciato dal Paradiso come se si fosse trattato di immondizia, di una carcassa inutile!"-
[Gli urlò in faccia, mentre le lacrime ricominciarono a rigarle il viso. Fece qualche passo all'indietro, avvicinando alla voragine ancora aperta. Sentiva l'aria che cercava di risucchiarla verso l'interno, ma lei rimase al suo posto.]
-"Io non rimango in questo posto senza mio fratello."-
[Volse l'ultimo sguardo a Gabriele, che si trovava tra Michele e Raffaele. Michele, notando lo sguardo d'intesa tra i due, sorrise con fare mellifluo, prima di fare un passo verso la direzione della sorella e alzare un braccio. Il corpo di Azazel venne trascinato verso la voragine e venne risucchiata da quest'ultima. Cadendo dal Paradiso.]
-Cos'hai fatto?!-
[Esclamò Gabriele con stupore, mentre osservava la voragine chiudersi poco dopo, per poi posarlo di nuovo su suo fratello, che continuava a sorridere.]
Ci aveva traditi. Ha tradito nostro padre. E' stata la sua giusta punizione. Esattamente come per nostro fratello Lucifero.

****

[Michele l'aveva fatta cadere nella voragine senza battere ciglio. E lei stava cadendo. Stava ormai cadendo da molto tempo. Più cadeva e più sentiva i suoi poteri affievolirsi, diventare meno potenti. E la grazia insieme a loro. 
Sentiva come se il corpo andasse in fiamme e per la prima volta era sicura di sentire qualcosa.
L'impatto con la terra provocò come un'enorme cratere sotto di lei. La velocità con cui era caduta era così tanta, che era diventata per un momento una meteora. 
Si risvegliò al centro di un bosco. Intorno a lei tutti gli alberi erano stato distrutti ed era sola con se stessa. Si alzò da terra, rimanendo comunque seduta. Il vestito bianco si era lacerato e la testa le doleva. Non aveva più quella forza che aveva quando si trovava in Paradiso. Era debole.
Si passò una mano sul viso come per risvegliarsi da quel brutto sogno e si alzò in piedi. Mentre continuava a studiare quel posto sconosciuto ai suoi occhi.
Lucifero non si trovava lì con lei. Era stata abbandonata da suo padre e i suoi fratelli. Ed ora si trovava da sola con se stessa. Senza sapere cosa fare. Si sistemò il vestito bianco e uscì fuori dal cratere. Anche se con fatica. Iniziando poi il suo viaggio verso il nuovo mondo.] 
   
 
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