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Autore: Its Ellie    04/10/2015    1 recensioni
Newt ha accompagnato Thomas, Frypan ed il resto dei suoi amici al bar, sapendo in partenza che sarà lui a doverli riportare a casa quando saranno così ubriachi da non riuscire a reggersi in piedi.
Quando, tuttavia, un ragazzo parecchio inquietante comincia ad essere un po' troppo insistente con lui, qualcuno di totalmente inaspettato accorrerà in suo aiuto.
***
Gli occhi di Minho brillarono. “Niente di che” rispose. “Salvo solo poveri ragazzini indifesi da brutti tipi con cattive intenzioni.”
“Be’, grazie tante, mio
salvatore.” Newt non si era mai sentito così... non sapeva nemmeno che parole usare per descrivere quella sensazione fantastica. Forse, dopotutto, accompagnare i suoi amici all’Atomic Liquors non era stata poi un’idea tanto pessima.
[Minewt, perché questo fandom ne ha davvero bisogno.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Savior.
 
Newt non ci aveva impiegato molto per pentirsi di essere uscito quel sabato sera.
L’Atomic Liquors – e già dal nome il ragazzo poteva intuire che razza di posto fosse quello – era uno dei locali più popolari della zona ed i suoi amici avevano preso l’abitudine di farci un salto dopo aver vagato per il corso principale della città per tutta la sera.
Va’ a prenderci un altro drink, Newt” borbottò facendosi largo tra la calca di persone che, come lui, tentavano disperatamente di raggiungere il bancone dove la povera Brenda, la nuova ragazza di Thomas, stava cercando di non impazzire nel tentativo di accontentare tutti i clienti.
Oh Dio, sono così ubriaco che ci vorrebbe una gru per portarmi via di qua” scimmiottò Frypan, evitando solo di aggiungere la sua risata tutta grugniti con la quale si era buttato addosso a Thomas, che non si trovava in condizioni tanto migliori. “Per fortuna sei venuto con noi!
Smise di parlottare tra sé e sé quando si accorse che un ragazzo poco più grande di lui lo stava fissando in modo strano. Sentì le guance pizzicargli e, sicuro di essere arrossito, si voltò di lato, imbarazzato. Grandioso, cacchio.
Accompagnare Thomas, Frypan e gli altri del loro gruppo era stata una pessima idea, ma Newt si era stancato di ricevere chiamate su chiamate dove i suoi amici gli urlavano biasciando che non avevano idea di dove fossero e di andarli a cercare. Così aveva deciso di essere l’amico sobrio per quella sera e di prendersi la responsabilità di riportarli sani e salvi a casa. O perlomeno di riportarli a casa e basta.
Finalmente raggiunse il bancone (non senza prima essersi beccato una gomitata in faccia) e si sbracciò in direzione di Brenda.
La ragazza aveva un’aria esausta, ma gli rivolse comunque un sorriso.
“Ehi, Newt” lo salutò. “Come sta andando?”
Newt puntò l’indice e il medio a mo’ di pistola e se li ficcò in bocca. Brenda rise e annuì. “Capisco” gli disse con aria complice. “Preparo qualcosa di più leggero.”
Newt le sorrise grato e si sedette su uno degli sgabelli, tentando di riprendere fiato, quando il ragazzo di prima prese posto vicino a lui. O forse era meglio dire che si era lasciato cadere vicino a lui, accasciandosi sul marmo freddo del bancone.
“Ehi” gli fece, rivolgendogli un sorriso inquietante e scoprendo i denti ingialliti. Gli puzzava l’alito.
Newt s’irrigidì di colpo e lo ignorò, fingendo di non aver sentito e puntando il suo sguardo in lontananza, rifiutandosi di voltarsi verso di lui.
“Che bella serata, eh?” proseguì quello come se niente fosse. “L’ideale per divertirsi un po’...”
Non vedendo nessuna reazione in Newt, il ragazzo si sporse di più verso di lui, prendendogli il mento con due dita per costringerlo a voltarsi nella sua direzione e a guardarlo negli occhi.
“Guarda che parlo con te...” mormorò in un tono che fece venire i brividi a Newt. Il più piccolo gli spinse via il braccio bruscamente, pregando che Brenda facesse in fretta.
“Non dai confidenza, eh?” ridacchiò divertito l’altro. “Meglio così, sarà molto più-”
Venne interrotto dall’arrivo di Brenda, che Newt accolse con grande gioia.
“Ecco a te” disse la ragazza, lanciando uno sguardo di traverso al tipo seduto vicino a Newt, ma senza dire niente. Si girò nuovamente verso l’amico con il suo solito sorriso, porgendogli un vassoio con bicchierini colmi di un liquido di un blu sbiadito, stracolmi di ghiaccio. “Dì loro che questo è l’ultimo giro, non voglio più vederti qui.” Gli strizzò l’occhio e si allontanò.
Newt, immensamente grato – e non solo perché Brenda aveva preparato dei cocktail che sembravano acqua con colorante blu – afferrò il vassoio e si affrettò ad allontanarsi dal bancone, senza preoccuparsi di urtare un po’ troppo bruscamente le altre persone.
Quando, tuttavia, raggiunse il tavolo dei suoi amici, si accorse che erano spariti nel nulla.
Dannazione.
Posò il vassoio sul tavolo e si girò per ispezionare la sala, ma c’erano veramente troppe persone. Non sarebbe mai riuscito a trovarli in quella bolgia.
Proprio mentre stava per prendere il cellulare, il tipo di prima spuntò all’improvviso dal nulla, facendolo sobbalzare.
“Scusa per prima, non volevo spaventarti” gli disse con il suo sorriso che di rassicurante non aveva proprio niente, mentre Newt si malediceva mentalmente per essersi mostrato spaventato.
“Ascoltami” ringhiò alla fine, stufo di quella situazione del cacchio. “Non so cosa tu voglia da me, ma è meglio se te ne vai prima che tornino i miei amici.”
Il ragazzo non sembrava per niente preoccupato, anzi, rise sguaiatamente, provocando un’ondata di terrore nel più piccolo.
“Ehi, sta’ tranquillo” esclamò tra una risata e l’altra. “Voglio solo fare due chiacchiere. Perché non mi offri un drink? Io non ho più soldi. Su, fa’ il bravo ragazzo, altrimenti...”
Non terminò la frase, ma quell’ultima parola bastò per far capire a Newt che quel tizio era davvero pericoloso, il che non aiutò a calmare la sua sensazione di panico. Dove diavolo erano Thomas e gli altri? Quando li avrebbe rivisti gliene avrebbe dette quattro.
“Ho un fidanzato” sbottò d’un tratto, ma quelle tre parole suonarono davvero fiacche alle sue stesse orecchie. Si stava mettendo male.
Tuttavia il ragazzo sembrava più divertito che irritato. Gli lanciò un’occhiata ironica e con un gran sorriso gli chiese “Ma davvero? E come si chiama, questo tuo fidanzato?”
Gli si avvicinò ancora di più e gli prese un braccio, tirandolo verso di sé. “Dai, andiamo a divertirci...” gli sussurrò in tono lascivo.
Merda. Merda, merda, merda.
Newt, spaventato, non riusciva più a pensare. Proprio mentre stava considerando l’opzione di tirargli un pugno in faccia e mettersi ad urlare, qualcuno parlò alle sue spalle.
“Si chiama Minho, il suo fidanzato, e ti farà saltare via i denti uno ad uno se non muovi quelle tue chiappette del caspio e te ne vai.”
Entrambi i ragazzi si voltarono per vedere chi avesse parlato e Newt si sentì così sollevato che per un attimo temé di accasciarsi a terra. A parlare era stato un ragazzo asiatico che doveva avere all’incirca la sua stessa età, ma che – pur essendo più basso di lui – aveva delle braccia talmente muscolose che Newt non dubitava a credere sarebbero riuscite a far saltare via davvero i denti del tipo inquietante.
Quest’ultimo, che doveva aver fatto le sue stesse considerazioni, lasciò andare immediatamente il braccio di Newt.
“Minho? Che razza di nome sarebbe Minho?” borbottò perplesso e parecchio irritato, ma poi si affrettò ad allontanarsi, girandosi ogni tanto ad osservare gli altri due.
Quando finalmente fu scomparso tra la folla, Newt si voltò per ringraziare il suo salvatore, accorgendosi però che la sua espressione dura non aveva ancora abbandonato gli occhi scuri.
Sentì un moto di preoccupazione stringergli il cuore, chiedendosi che intenzione avesse quel ragazzo e per un attimo contemplando l’idea si svignarsela in fretta per andare a cercare i suoi amici, ma poi l’altro si girò a guardarlo e gli rivolse un sorriso caloroso che gli illuminò tutto il viso, facendolo apparire molto più simpatico di pochi attimi prima.
“Brutta gente, quella” commentò a metà tra il divertito ed il preoccupato. La sua voce scaldò il cuore di Newt, sciogliendo subito quella morsa che lo stava stringendo e facendolo rilassare così di colpo da sorprenderlo. “Stai bene?”
Newt, senza parole, annuì. Si chiese se avesse dovuto invitare il ragazzo a sedersi al suo tavolo nell’attesa che i suoi amici si facessero vivi, ma alla fine fu lui stesso ad accomodarsi su una delle sedie.
“E quindi ora sai il mio nome, non è che mi diresti il tuo?” gli chiese in tono gentile, come se fosse stato ancora un po’ preoccupato per lui. Newt decise che poteva fidarsi del suo salvatore e si sedette davanti a lui. “Mi chiamo Newt.”
“Allora dimmi, Newt-” Il modo in cui pronunciò il suo nome gli rimescolò tutto il sangue. “Che ci fa un ragazzo carino e dall’aria tanto sveglia come te da solo in un posto del genere?”
“Non sono...” fece per dire lui, ma poi s’interruppe. “Potrei farti la stessa domanda” replicò con un sorriso.
Oh Dio, pensò. Stava davvero flirtando con quel ragazzo?
Gli occhi di Minho brillarono. “Niente di che” rispose. “Salvo solo poveri ragazzini indifesi da brutti tipi con cattive intenzioni.”
“Be’, grazie tante, mio salvatore.” Newt non si era mai sentito così... non sapeva nemmeno che parole usare per descrivere quella sensazione fantastica. Forse, dopotutto, accompagnare i suoi amici all’Atomic Liquors non era stata poi un’idea tanto pessima.
Minho non rise, lo fissò invece con un sorriso compiaciuto. Newt non aveva mai visto qualcuno tanto attraente e gli venne subito voglia di conoscerlo meglio.
Stava per chiedergli di dove fosse quando qualcuno si buttò improvvisamente addosso a lui. Era Thomas.
“Newt!” urlò con un sorriso a trentadue denti, molto diverso da quello che gli aveva rivolto Minho. “Anche tu qui? Che coincidenza!”
“Ma che bello!” Nel frattempo anche Frypan e gli altri avevano raggiunto il tavolo, barcollando e ridendo per un motivo imprecisato. “Così potrai riaccompagnarci tutti a casa!”
Urla estasiate si levarono dal gruppo e Minho scoppiò a ridere.
Si alzò e raggiunse Newt dall’altra parte del tavolo, chinandosi su di lui e sussurrando. “Ti do una mano a portarli in macchina, però ti chiedo un favore in cambio.”
Newt arrossì e sentì il cuore cominciare a battergli così velocemente e con tanta potenza che temeva gli sarebbe balzato via dal petto.
“E sarebbe?” mormorò solo.
“Dammi il tuo numero.” Minho sorrise nuovamente in quel modo fantastico, continuando a sussurrargli nell’orecchio. “Ti chiamo e il prossimo fine settimana usciamo come si deve, senza gente matta e amici ubriachi. Che ne dici?”
“Bene così.” Newt si alzò, caricandosi Thomas sulle spalle senza riuscire a reprimere un sorriso.
Decisamente andare all’Atomic Liquors non era stata una pessima idea.




NdA
Eh sì, sono già tornata, stavolta con una One Shot sulla Minewt, perché io amo alla follia questi due pive.
Mi sono ispirata a questo post su Tumblr per scriverla. Ho trovato l'idea geniale e mi è subito venuta voglia di svilupparla. Spero che il risultato non faccia troppo schifo!
Che dire, fatemi sapere che ne pensate. Davvero, non lasciatemi qui a pensare che queste mie trovate siano solo pessime ^^'
Detto questo: pace, amore e shippate la Minewt. Fa bene al cuore.
Un abbraccio,
Ellie

 
   
 
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