Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: shirupandasarunekotenshi    04/10/2015    1 recensioni
Un compleanno da festeggiare... alcol che gira... sensi che si appannano... ed anche il più composto e posato dei samurai deve capitolare :)
[Fanfic partecipante alla challenge "In love", indetta sul forum di EFP. prompt: eros]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rowen Hashiba, Sage Date, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: In vino… lascivitas

Autore: Shirupandasarunekotenshi

Prompt: Eros

Fandom: Yoroiden Samurai Troopers (I cinque samurai)

Rating: Giallo

Avvertimenti: Shonen-ai, lime

Note degli autori: Lo sappiamo, nel testo si parla di birra più che di vino, ma il titolo ci suonava meglio così :P

 

 

 

IN VINO… LASCIVITAS

 

Fu quando, il giorno dopo il compleanno di Touma, Ryo si rese conto che tutti, ormai, avevano raggiunti i famigerati 21 anni.

Maggiore età a tutti gli effetti.

E, soprattutto, possibilità di portare alcol in casa, senza lo spazientimento di Seiji, il solito burbero che non transigeva su certe regole.

Quel giorno avrebbe dovuto dare ragione a Ryo che, contandoli tutti, era al suo venticinquesimo tentativo di intrufolare la sostanza non stupefacente, ma altamente pericolosa per le lingue di tutti.

Non che assieme non avessero affrontato pericoli di svariato genere – tra cui anche agguati... casalinghi – ma l'alcol, con il suo potere di sciogliere rigidità, pensieri, parole e, soprattutto, azioni, mancava ancora all'appello.

Quella sera, Seiji avrebbe dovuto dare ragione a Ryo. E avrebbe dovuto arrendersi all'inevitabile.

E Seiji gli diede ragione.

Con suo inquieto malincuore.

 

***

 

“Ryo ha avuto un'idea geniale!”.

“Strano che ieri sera non ci abbiamo pensato!”.

Shu e Touma si guardarono con un ghignetto e una risatina molto poco degna della loro età. Quasi pronti a gettarsi nel duro mondo del lavoro giapponese, sembravano ancora due adolescenti spensierati.

Davanti a loro, in mezzo alla sala, un quantitativo non indifferente di birra per il loro esiguo numero.

Shin si chinò un poco sul bottino e, con il dito, contò bottiglie e lattine una ad una, perplesso:

“Non credete che sia una quantità… esagerata? Va bene una piccola concessione… ma…”.

Il braccio di Ryo gli circondò prontamente le spalle:

“Pesciolino, niente arie da mammina stasera, per un giorno non ci sono regole”.

Shin e Seiji si scambiarono un’occhiata inquieta.

“Non era esattamente questa la mia concessione” borbottò Seiji, infilando un dito nel colletto della camicia: avere in giro per casa Ryo e Shu ubriachi non era una prospettiva così rosea e decisamente capiva le preoccupazioni di Shin.

Purtroppo per Seiji, si era distratto quel che bastava per essere trascinato a terra, tra Touma e Shu: Shu con aria innocente, Touma con quell'aria maliziosa e da panda che sapeva centrare il cuore del bel ragazzo di Sendai.

“È solo per una sera” borbottò questi sbattendo gli occhi.

“Vero e domani è domenica” aggiunse l'altro con l'aria di avere la ragione in tasca.

Gli occhi spalancati sotto il ciuffo scomposto, Seiji lanciò un’occhiata indignata ai due corpi che lo imprigionavano al suolo:

“Non mi renderete più malleabile con questi mezzucci, sapete?”.

Eh... come se pensassero che bastasse così poco.

Ci volle un po' di tempo e una lattina di birra in corpo perché tutte le ritrosie, paure, i freni... tutto se ne andasse a quel paese.

E le risate presero il sopravvento.

 

 

***

 

Shu, stretto tra Touma e Shin, ridacchiava e lanciava occhi dolci – più del solito – a Shin e Ryo. A volte capitava Touma nella traiettoria che, dopo aver strabuzzato gli occhi, scoppiava a ridere.

Ryo, sul lato opposto di Shin, lanciava occhiate lascive a tutti, nessuno escluso. E aveva uno sguardo più pericoloso del solito, anche se ridacchiava con la medesima divertita innocenza. Più o meno.

In una tale situazione di minaccia, Shin per un po’ era arrossito, per un po’ aveva distolto lo sguardo, poi si era deciso ad affondare le proprie insicurezze nell’alcool… e sotto gli occhi sbigottiti di Seiji, che stava perdendo il suo unico alleato, si era bevuto tutto d’un fiato tre lattine colme di birra, pronto a passare alla quarta… e oltre.

I suoi occhi si fecero sempre più vacui e lucidi e, a tratti, borbottava qualcosa tra sé, un dialogo con se stesso favorito dai fumi dell’alcool.

Seiji sospirò rassegnato e rivolse uno sguardo a Byakuen, sperando che il felino, che osservava la scena di tanto in tanto con la sua espressione sorniona, potesse ascoltare il suo pensiero:

Li ho persi tutti ormai… fai in modo che non perda anche te”.

Ma il felino dormiva e, dentro di sé, rideva.

Dopo tutto quello studio umano che, quando li prendeva, li catturava a lungo, senza possibilità di uscire, momenti simili erano un sano, anche se scavezzacollo passatempo.

“Seijiiiiiii” lo chiamò all'improvviso Touma, con il tono lamentoso di un bimbo. “Dai, unisciti a noi, Ryo ha avuto un'idea divertentissima!”.

La povera mente di Touma era già stata obnubilata dall'alcol. Se aveva quel tono 'gnauloso' si potevano ipotizzare due cose: o si sarebbe addormentato nel giro di una manciata di minuti oppure, non certo per il gaudio di Seiji, avrebbe cominciato a diventare più che malizioso. Molesto. Strofinatore.

“Così divertente che mi sembrate ridotti a un branco di esseri inebetiti… non lo trovo dignitoso”. “Io sono dignitosissimo” sbottò di colpo Shin, con una bizzarra inflessione nella voce. Si alzò in piedi per sottolineare il proprio orgoglio e, nel tentativo maldestro di dare una manata sul tavolo fece sobbalzare una lattina mezza piena che ricadde rotolando e versando tutto il liquido dorato sul tavolo e… sui vestiti di Seiji. Il samurai di Korin non poté trattenere un’imprecazione mentre si alzava a sua volta nel vano tentativo di sottrarsi a quel bagno di alcool fuori programma.

Un imbarazzatissimo Shin balbettò alcune sconnesse parole di scuse e si mise freneticamente a pulire il tavolo, per poi lanciarsi su Seiji, intenzionato a ripulire anche i suoi abiti. Purtroppo la mancanza di lucidità lo rendeva ben poco coordinato nei movimenti e Seiji se lo vide piombare addosso, raccogliendolo tra le proprie braccia per impedire che rovinasse al suolo.

“Vedo come sei dignitoso” commentò in un ringhio.

“Ma com’è fortunato Seiji” miagolò Ryo poco distante.

“Quando il Pesciolino è così innocente e coraggioso e ti è addosso... per me è la cosa più erotica del mondo!” esclamò Shu, alla terza lattina di birra. Normalmente non era così spudorato, a meno che non fosse da solo con Shin. E, qualche volta, ma solo qualche, anche con Ryo.

Touma scoppiò a ridere, chino sulla sua seconda lattina.

Era più leggero, reggeva meno l'alcol.

“Per me la cosa più erotica è la schiena nuda di Seiji! Potrei guardarla per tutta la vita”.

Strano a dirsi, Touma aveva parlato ad alta voce, senza urlare troppo.

E con lo sguardo che guardava, senza vederla, la schiena di Seiji.

Seiji strabuzzò gli occhi, poi spinse via Shin piuttosto malamente, facendolo ricadere sulla sedia più vicina e si avviò verso le scale:

“Io lo sapevo che finiva così, per questo non volevo alcool in casa!”.

“Dove credi di andare?”.

Ryo si lanciò all’inseguimento e, mentre le sue gambe incespicavano contro la tigre comodamente accucciata sul pavimento, Seiji aveva già raggiunto le scale.

“A pulirmi e cambiarmi” ruggì, “con un po’ di discrezione!”.

“SEIJIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”.

Stavolta da Touma uscì un urlo, peggio di quello di un bimbo di un anno che piange per tornare tra le braccia della mamma.

Shu gli andò dietro, ma con altro sentimento: perché mai doveva andare a cambiarsi? In casa non si doveva essere formali. E poi perché Seiji era così arrabbiato invece di essere rilassato e felice come loro?

Forse fu il richiamo di Touma, forse fu che lesse nel pensiero di Shu, forse il fatto che percepisse il disagio di Shin e prevenendo il sicuro attacco che avrebbe subito da Ryo per la sua asocialità, Seiji si convinse a fermarsi a metà della scala, sospirò e tornò sui propri passi.

“E, prima che vi facciate strane idee… non sono arrabbiato”.

Non lo era… forse… nonostante il tono lasciasse presagire tutt’altro.

“SEIJI È TORNATOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”.

E Touma avrebbe continuato a urlare come un matto se Shin non gli avesse dato una pacca sulla testa, portandolo a lamentarsi peggio di prima. Shu scoppiò a ridere di nuovo, crollando sui cuscini su cui si era seduto Shin.

Il soffitto era così bianco, bello, riposante... non si accorse nemmeno dei suoi occhi che, lenti ma inesorabili, si chiudevano.

“NON SI DORMEEEE!”.

Il dolce peso di Ryo gli piombò sullo stomaco, portandolo a boccheggiare per parecchi secondi.

Mentre Shu cercava di riprendersi dall’assalto, Seiji fece del proprio meglio per fare finta di nulla ed accomodarsi sulla poltrona, gambe accavallate e espressione che si sforzò di mantenere distante da tutto ciò che accadeva.

Touma, messa da parte la seconda lattina di birra, gattonò con non poco precario equilibrio verso Seiji. Si fermò ai suoi piedi, in una posizione molto simile a quella di un cagnolino in attesa di un ordine del suo padrone.

“Guarda che io ero sincero...”.

Seiji abbassò gli occhi con quel suo sguardo in grado di gelare chiunque, ma lo accompagnò afferrando la testa di Touma ed attirandola sulle sue ginocchia:

“Non ne dubito”.

Touma gonfiò le guance, i suoi modi sempre più infantili.

“La tua faccia dice altro... che devo stare zitto... e invece Shu può fare quello che vuole...”.

E Shu faceva quello che voleva – o, almeno, gli veniva fatto, al momento, quello che voleva: essere tra le braccia del suo Shin e sotto le maliziose attenzioni di Ryo... anche se, difficilmente, a mente lucida, l'avrebbe ammesso.

“Panda-cagnolino” chiamò Seiji rendendo la propria voce melliflua. “Lo faresti un favore al tuo padroncino?”.

Il corpo di Touma si allungò verso Seiji, come una pianta verso la sua luce.

“Qualunque cosa”.

“Mi porti da bere?”.

Sì, aveva sete e desiderava ardentemente cedere a quelle deliziose bevande che facevano bella mostra, in fondo lui non si sarebbe ubriacato, era abbastanza maturo e resistente da non cadere preda dei fumi dell’alcool, non vi era niente, in lui, di tanto infantile da farlo cadere ubriaco dopo qualche bicchiere.

Avrebbe mostrato ai suoi nakama come beve una persona adulta in grado di darsi un contegno.

Simile a un cagnolino scodinzolante, Touma andò e tornò con due lattine di birra ancora intonse e le passò nelle mani di Seiji con aria speranzosa.

Che l'alcol catturasse un po' anche lui!

Seiji si portò il pugno alla bocca e tossicchiò:

“Eh… un bicchiere… grazie…”.

Bere dalla lattina? La dignità cominciava da lì.

Touma si alzò in piedi non senza fatica. Barcollò avanti e indietro, ma riuscì a trovare un equilibrio sotto gli occhi tra il preoccupato e il divertito dei ragazzi.

“Bravo Tou-chan!” urlò Ryo. Shu gli andò dietro ridendo come un matto e stringendosi al contempo di più a Shin (cosa che di logica non ne aveva...).

Purtroppo per Seiji, Touma decise che le tazze per il tè erano decisamente più vicine dei bicchieri. Fu così che portò a Seiji quella che usava lo stesso Touma per il tè.

Il sopracciglio visibile di Seiji si inarcò, ma decise di non infierire, un gentiluomo sapeva sempre fare buon viso a cattivo gioco.

Stappò con calma una lattina e riempì la tazza, poi la portò alle labbra e sorseggiò con noncuranza ma, dopo il primo assaggio, dovette ammettere a se stesso che quel liquido dorato che non si era mai abbassato ad assaggiare risultava delizioso per il suo palato.

Gli occhi chiusi si aprirono e fissarono il contenuto della tazza, perplessi.

“Ti piace, vero?” gli occhi di Touma, invece, non lo lasciavano affatto. “Ha il tuo stesso colore...”.

Su Touma l'alcol scioglieva la lingua, fin troppo. Diceva tutto senza nemmeno arrossire. Sembrava un bambino privo delle più semplici regole di buona creanza. “Davvero trovo erotica la tua schiena... ma non solo quello, sai? Tutto tutto... dalla punta dei piedi... fino a sopra... tutto...”.

Un singhiozzo, un sorriso e, a due mani, la lattina di birra di Touma finì di nuovo sulle sue labbra e giù per la gola.

Beati 21 anni...

Seiji spostò il proprio sguardo dalla birra al suo compagno, chiedendosi se ciò che udiva fosse frutto di un sogno… o erano forse quelli gli effetti dell’alcool sui sensi? Stava avendo effetto sul suo udito? Touma non poteva essere disinibito fino a quel punto.

Le guance di Korin si fecero calde: forse era la birra… o forse no? Non ne era sicuro, in fondo ne aveva bevuto solo un goccio fino a quel momento.

Se le guance erano così calde, probabilmente il loro colorito non era più il solito pallido avorio, ma erano tinteggiate di rosso.

Colto dall’ansia di non far notare quel particolare imbarazzante, non trovò niente di meglio se non afferrare la lattina e trangugiarla tutta in un sorso, senza neanche preoccuparsi delle buone maniere che l’avevano portato, prima, a servirsi della tazza.

“Bravo Seiji!” dissero in coretto Shu e Ryo, avvinghiati in uno strano nodo di corpi dove Shin era, ovviamente, in mezzo. C'è da dire che avrebbero detto sì a qualunque cosa in quello stato...

Touma invece, abbandonata a terra la seconda lattina vuota, lo guardò con tanto d'occhi, con la bocca socchiusa in un'espressione di deliziato ma ingenuo stupore.

Era un vero miracolo che si compiva davanti ai suoi occhi.

E quando le labbra di Seiji si staccarono dalla sua lattina ormai vuota, allora il coraggio (guidato dall'alcol) di Touma si fece avanti e lo incollò al suo viso.

“Bravo Touma!” ancora un coretto di Shu e Ryo, mentre Shin guardava il tutto con l'aria di attendere – non senza una certa morbosa curiosità – il passo successivo di Seiji.

Il primo istinto di Seiji fu di fulminare uno a uno quegli irriverenti spettatori con la sola forza del suo sguardo, ma la verità era che si sentiva strano, il calore che si diffondeva dal viso a tutto il suo corpo lo metteva a disagio… o meglio… un disagio non immune da una sorta di bizzarro benessere e la vicinanza improvvisa ed inaspettata di Touma non era affatto d’aiuto.

“Che… che fai…” borbottò, ma non gli piacque affatto come la voce uscì… era impastata? Suonava strana alle proprie stesse orecchie.

Gli occhi di Touma, enormi e innocenti (o almeno così gli parvero), si fissarono intensi su di lui.

“Voglio... solo un bacio...”.

Una mano di Seiji si posò sulla sua faccia e la spinse lontano, mentre l’altra mano affondava nel ciuffo e il ragazzo scosse il capo con un sospiro di frustrazione: un inutile tentativo di dissolvere la nebbia dei suoi sensi.

“Non sono ubriaco” borbottò, “non mi condurrete a ridurmi come voi”.

Sbuffò: cosa stava succedendo alla sua voce?

“Nooooo, non è ubriacoooo” si levò alto il miagolio di Ryo.

“Assolutamente no...” fece di rimando Shu, probabilmente non più in grado di capire di chi si stesse parlando.

“A me basta che tu sia così... sei molto, molto, molto sexy...” disse Touma con un tono di voce fin troppo chiaro e fermo. Il suo Q.I. sotto alcool sapeva diventare un'arma pericolosa. “Lo sei sempre... ma così... c'è qualcosa che...” la bocca di Touma si richiuse appena, la lingua uscì per leccarsi le labbra, come un gatto che si pregusta un pasto. “... mi fai venire molta fame...”.

Non solo la sua voce, ma anche quelle dei nakama andavano trasformandosi in qualcosa di strano, un brusio distante e indistinto, parole che assumevano sfumature… calde… si insinuavano in lui attraverso la mente, scendevano lungo il corpo, andavano là… in basso… caldo…

Si appoggiò all’indietro contro lo schienale, lo sguardo vacuo davanti a sé:

Fame aveva detto Touma…

“Fame…” ripetè lui, senza essere sicuro di avere formulato la parola nella maniera giusta, “no… sete…”.

Sì… sete… sete di quella cosa deliziosa…

La mano strinse la tazza e scattò verso Touma:

“Ancora…”.

Shin sbatté le palpebre:

“Ma sta male?”.

Gli occhi di Ryo erano sgranati sulla meraviglia cui stavano assistendo:

“Ma no pesciolino… regge l’alcool meno di noi”.

La mano instabile di Touma gli passò, non si sa bene come, la lattina, senza rovesciarla. Gli occhi, però, erano più testardi e incollati che mai.

“Io ho fame, però. Non sete. E non ho fame di cibo. Né sete di birra...”.

Sta a vedere che Touma aveva la sbronza arrabbiata.

Seiji si lasciava accarezzare dalla sua voce euforica, ma senza coglierne esattamente il senso, troppo concentrato ad ingoiare ancora, tutto d’un fiato.

“Forse esagera” pigolò Shin, un po’ in ansia.

“Lascia che esageri” ghignò Ryo, che non aspettava altro.

La lattina si abbassò:

“Mangia se hai fame”.

Povero Seiji.

Se la sarebbe ricordata quella volta.

Soprattutto dopo che si fu ritrovato, il giorno dopo, con un bel bernoccolo in testa e collo e petto piuttosto ricchi di morsi.

Non avrebbe potuto mai immaginare quale incredibile energia avesse da sfogare il non poco ubriaco Touma su di lui. Aveva fame, era vero.

E le urla di incitamento di Shu e Ryo lo avevano infiammato ancora di più.

Aveva risvegliato la parte più attiva di Touma e l'aveva accolta così com'era – complice la botta in testa data dalla poltrona riversatasi a terra. Aveva tentato di staccarlo da sé, ma se l'era ritrovato incollato addosso come un koala al suo pranzo.

E il pranzo era pur stato consumato.

Il giorno dopo, al risveglio, Seiji si svegliò ancora riverso a terra. A petto nudo e con addosso un ancora vestitissimo Touma con un sorriso beato sulle labbra.

L’espressione di Seiji si mutò in qualcosa di strano, man mano che la nebbia svaniva e riprendeva il controllo sul pulsare insistente del capo. Un momento di riflessione, il sopracciglio che si inarcava e poi il ghigno, mentre uno sguardo furtivo andava ai nakama beatamente addormentati sul pavimento. Tutti dormivano e, si presupponeva, avrebbero dormito per ore, ma Touma si sarebbe svegliato, eccome se l’avrebbe fatto. La vendetta di Seiji cominciò dai pantaloni del nakama, ancora allacciati; con mosse dosate e una buona dose di sadismo cominciò a sbottonarli, portando le labbra a sfiorare ciò che c’era sotto. Il mugolo leggero di Touma lo folgorò e gli diede alla testa.

Alle sue spalle, Byakuen emise un ringhietto divertito, consapevole che la vendetta di Seiji era solo all’inizio e il resto sarebbe stato tutto da godere.

  
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