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Autore: saitou catcher    04/10/2015    2 recensioni
L'evolversi dell'amore fra Bilbo e Thorin, attraverso gli occhi di tre personaggi diversi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bard, Fili, Tauriel
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la Carroccia, ha notato Fili, suo zio sembra aver cambiato notevolmente opinione sul Signor Baggins; il che è per lui un sollievo, dato che Bilbo, oltre che il bersaglio perfetto degli scherzi suoi e di Kili, è anche una bravissima persona e gli dispiaceva vederlo vittima della diffidenza generalizzata di Thorin verso chiunque non appartenga alla loro razza.

“Allora forse il Signor Boggins ha una possibilità” ha detto Kili, quando Fili gliene ha parlato, con un sorriso inquietante che andava da un orecchio all'altro. Fili non ha afferrato il senso nascosto dietro quelle parole, finché, quella sera, non gli è toccato montare il primo turno di guardia.

Ha notato solo dopo che erano entrambi ancora svegli, abbastanza vicini al loro bivacco per essere in vista, abbastanza lontani per non essere sentiti; Bilbo seduto, con l'immancabile pipa fra le labbra, e Thorin in piedi, le mani intrecciate dietro la schiena, lo sguardo fisso sul profilo lontano della Montagna appena accenato dalla notte. Parlavano, o meglio, Bilbo parlava, e Thorin ascoltava, interrompendo di tanto in tanto con qualche commento. Nel guardarli, a Fili sono venute in mente quelle conversazioni fra suo padre e suo madre, colte a tratti dietro la porta della loro stanza, quel senso di familiarità, di appartenenza, quasi si conoscessero da tutta una vita e non solo da poche settimane, quasi fossero fatti stare lì, l'uno accanto all'altro, a parlare.

Ed è stato allora che Fili ha colto appieno il significato nel sorriso di Kili, e dentro di sè, ha sorriso anche lui. Una parte di lui avrebbe voluto avvicinarsi e ascoltare, ma invece ha voltato loro le spalle, e ha ripreso il proprio turno di guardia, fischiettando appena per non intromettersi in quel momento che sa essere solo loro.

 

 

Bard ricorda di aver notato subito il Mezzuomo, quando i Nani sono arrivati a casa sua-sarebbe stato impossibile non farlo, in mezzo a quella banda di Nani barbuti e chiassosi. Ricorda di aver pensato che fosse l'unico della compagnia con un po' di buonsenso, e che, quando non era impegnato a parlare con qualcun'altro, i suoi occhi erano sempre fissi sul capo della compagnia, Thorin Scudodiquercia.

E ricorda, nel clamore delle festa che ha preceduto la loro partenza, in quella gioia laida che in realtà siglava la loro condanna a morte (Bard lo sapeva, e dovevano saperlo anche loro, ma l'oro rende sempre ciechi), ricorda uno sguardo; ricorda Bilbo Baggins, in disparte, lo sguardo che seguiva la figura di Thorin, come se non potesse staccarsi da lui, e ricorda come il Principe dei Nani si sia voltato a ricambiare, quasi avvertisse su di sè il peso di quell'occhiata. Un semplice contatto di occhi, durato meno di un'istante, eppure talmente intimo e profondo da far sembrare un intrusione anche solo essere lì a respirare la stessa aria.

Ed è quello sguardo a tormentare la mente di Bard, mentre prende l'Archengemma dalle mani dello Hobbit, è quello sguardo a fargli capire chi è che Bilbo Baggins, più degli altri, sta disperatamente cercando di salvare, è quello sguardo a fargli male, mentre dentro di sè prega che lo Hobbit non debba pagare più caro di quanto si aspetti quell'atto di disperata devozione.

 

La sala in cui hanno deposto i corpi dei tre eredi di Durin è fredda, fredda come la pietra in cui è stata scavata, fredda come i corpi di coloro che ha accolto, ma non è questo a far trasalire Tauriel, nel momento in cui vi mette piede, per dare l'estremo addio a Kili, prima che il nero abbraccio della terra glielo strappi per sempre. A farla trasalire è la consapevolezza improvvisa di non essere sola.

Il suo sguardo incontra quello dello Hobbit, in piedi accanto al corpo di Thorin Scudodiquercia, le piccole mani strette a pugno nelle tasche; nel momento in cui i loro occhi s'incrociano, un fremito di pallida sorpresa smuove per un attimo quelli del Mezzuomo, prima che questi tornino a fissarsi sul corpo del Nano caduto, fissi, vuoti, e senza più lacrime.

Quell'espressione colpisce Tauriel, perché è la stessa che sa essere presente sul proprio volto, e senza pensarci, si avvicina, fino a trovarsi pochi passi dietro lo Hobbit, la mano che percorre i segni irregolari sulla pietra runica che Kili le ha donato.

Ricorda che Kili, nei giorni trascorsi nelle prigioni di Bosco Atro, le ha parlato dello Hobbit, di quella piccola creatura furba e coraggiosa che tante volte li aveva tirati fuori dai guai, e nel guardarlo, pensa che davvero deve esserci una forza straordinaria in Bilbo Baggins, per portare quel dolore che lei gli vede impresso sul volto senza piegarsi, senza spezzarsi.

“Mi dispiace per Kili”.

La sua voce la coglie di sorpresa, sembra quasi che abbia parlato senza rendersene conto. Il nome di Kili è un coltello che le scava dentro le viscere, e Tauriel stringe la mascella fino a temere che possa spezzarsi, per trattenere il fiotto di pianto che si sente risalire dentro.

“E' morto con onore” è tutto quello che riesce a dire. Parole vuote, che non hanno alcun senso, ne per lui ne per lei.

“Sì”.

Tacciono entrambi per qualche secondo. Bilbo allunga una mano verso il viso insaguinato di Thorin, quasi volesse accarezzarlo, poi la lascia ricadere lungo il fianco. Si volta verso di lei.

“Passerà, un giorno” è tutto quello che dice.

Tauriel non sa dire se ci creda davvero, o se stia solo cercando di farsi forza. D'impulso, allunga una mano e gliela posa sulla spalla. Lo Hobbit si irrigidisce appena, ma non si allontana.

“Non vergognarti di piangerlo” sussurra Tauriel. “Tu lo amavi”.

Non ha bisogno che qualcuno glielo dica. Lo sa. Non ha nemmeno bisogno della risposta di lui, appena esalata nel dolore e nel freddo.

“Sì”.

 

Allora, o delirante popolo di EFP!

In attesa che io e mia sorella riusciamo a trovare un momento libero per aggiornare Ghost, vi propino questa piccola cavolata che mi è venuta in mente questa mattina, in uno stato di penoso dormiveglia... che dire, spero di non aver fatto pastrocchi!

Ho scelto d'iniziare con Fili, perché dei tre Durin è quello che viene filato di meno da tutti, me compresa. Bard è stata un'altra scelta quasi immediata, perché lui è uno dei miei (tanti) amori platonici della Terra di Mezzo e non mi sembrava implausibile pensare che avesse colto qualcosa. Il terzo POV è stato molto combattuto: avevo considerato anche Gandalf e Thranduil, ma ho scelto Tauriel perché l'idea di un suo eventuale confronto con Bilbo dopo la Battaglia delle Cinque Armate mi ha sempre attirata, e dunque ho colto due piccioni con una fava. Che dire, spero vi sia piaciuta,e mi raccomando, recensite!
Catcher

 

  
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