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Autore: Ciuffettina    06/10/2015    6 recensioni
Un ordine insensato, un angelo depresso e un arcangelo incavolato. Eppure dovrebbero sapere che non si possono usare le cose di Gabriel senza il suo permesso!
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Gabriel, Naomi
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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«Casa, dolce casa» sospirò Gabriel, atterrando su una delle nuvole del Paradiso e stiracchiando le braccia e le ali. Era appena tornato da quel continente troppo piccolo o isola troppo grande (non aveva ancora capito che cosa fosse) dall’altra parte del mondo per controllare come stessero i suoi amati ornitorinchi.
Li aveva trasportati là per salvarli dal Diluvio Universale e ce li aveva lasciati per due validi motivi: il clima era perfetto per loro in più erano lontano (molto lontano!) dalle punizioni divine agli umani peccatori, le quali, spesso e volentieri, coinvolgevano anche esseri innocenti.
Certo che quando Papà s’incazza lo fa alla grande!
Come ora con le piaghe d’Egitto: suo Padre era adirato col Faraone perché non liberava il Popolo Eletto, ma finora chi ci aveva rimesso eran stati gli animali prima e i primogeniti egizi poi.
E chissà Uriel come si sarà divertito coi suoi angeli distruttori a eseguire gli ordini!” pensò disgustato.
Per fortuna lui era il Messaggero Celeste e capo degli angeli custodi, i quali non erano “disinfestatori” bensì guerrieri ma solo per difendere i loro protetti.
A proposito di angeli custodi, scorse uno dei suoi sottoposti seduto a testa bassa su una nuvoletta solitaria e con quelle ali color cobalto era impossibile sbagliarsi sulla sua identità… ma non le aveva troppo flosce? Che cosa gli era successo? Volò lì e gli si sedette accanto. «Cassy, qualcosa non va?» gli domandò gentilmente.
Castiel alzò i suoi occhi blu su di lui. «Gabriel, lo sai in che consisteva la decima piaga?» chiese con voce stravolta, poi tornò a fissarsi le mani.
«Lo so, per questo sono andato dall’altra parte del mondo, proprio per non dover ammirare Uriel e i suoi all’opera… mi dispiace, Cassy, forse avrei dovuto portarti con me, così non avresti vi…»
«Gabriel» lo interruppe a bassa voce, «io non li ho visti… li ho aiutati…»
«CHE COSA?» urlò. «Hai chiesto tu di farlo?» riprese con voce più contenuta.
Castiel si scostò spaventato: «No! Non l’avrei mai fatto volontariamente… Me l’ha ordinato Naomi… È stato orribile! Noi dovremmo essere i pastori degli umani, non i loro macellai…» La voce gli morì in gola, probabilmente se fosse stato un umano, si sarebbe messo a piangere.
Gabriel sospirò impotente: nella sua millenaria esistenza non gli era mai capitato di dover consolare qualcuno, eppure Castiel sembrava talmente sconvolto che qualcosa doveva pur fare. “D’accordo, aggiungiamo un’altra voce all’elenco ‘Le stranezze di Gabriel’”. «Non sono arrabbiato con te. Dai, vieni qui». Gli passò un braccio intorno alla schiena, facendogli appoggiare la testa contro la propria spalla e accarezzandogli i capelli.
«Gabriel, che… che stai facendo?»
«Gli umani lo chiamano abbraccio e dicono che serve a confortare, son curioso di scoprire se funziona anche con noi angeli».
«Non mi sento meglio…» disse Castiel, depresso.
«Forse non ha effetto subito, dammi tempo». Si sentiva goffo e impacciato, dannazione! Questa cosa non faceva parte del corredo delle conoscenze che un angelo ha quando viene creato. Volare, obbedire, combattere ma abbracciarsi? Consolare?
«Che cosa devo fare?» chiese Castiel.
«Prima di tutto, non dovresti stare così rigido, hai ingoiato una scopa, per caso?»
«No, non credo, avrei dovuto? Che cos’è una scopa?» gli chiese perplesso.
Gabriel sbuffò divertito: «Niente che ci interessi al momento. Se vuoi, puoi abbracciarmi anche tu, oppure no. A tua scelta!» Che situazione! Lui era bravo a fare scherzi e a scovare dolci e fichi non a consolare pulcini depressi.
Titubante Castiel allacciò le braccia intorno al corpo dell’arcangelo, appoggiando la testa sul suo petto.
«Non è stata colpa tua, Cassy, non avevi altra scelta, dovevi eseguire gli ordini…» gli sussurrò Gabriel, accarezzandogli la base di una delle ali e baciandolo sulla sommità del capo. Gli umani avevano proprio ragione, questa cosa degli abbracci cominciava a piacergli…
PAM!
Castiel aveva rialzato la testa all’improvviso, dandogli una craniata sul naso: «Gabriel! Mi sento molto meglio!»
«CAAAS!!!» strillò Gabriel, mollandolo e strofinandosi il naso. «Mai, mai sollevare la testa di scatto! Ora che stai meglio, vado ad assicurarmi che tu non sia mai più costretto a fare cose fuori della tua giurisdizione».


*****

Storia ispirata a quello che dice Naomi a Castiel nella puntata 08x21 "La grande illusione".
Il rating giallo è causato dal linguaggio colorito.
   
 
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