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Autore: Melanto    06/10/2015    17 recensioni
Quando la stanchezza di badare a due gemelli e gli allenamenti giornalieri vi allontanano dalla rilassante intimità di coppia, quanto resteresti sorpresa se la tua dolce metà ti proponesse di portare un po' brio nel vostro rapporto?
Sanae è indecisa tra l'osare e il rinunciare, ma ha bisogno di un aiuto per comprendere queste particolari istruzioni per l'uso...
...e chi chiamerai?
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nota Iniziale: due parole da spendere su questa bakata. XD
È una BAKATA. XD Lo sottolineo così non vi aspettate grandi cose o momenti di profonda letteratura. XD
Non ne troverete. No. Neanche mezzo. XD
Sappiate che la colpa di ‘sta storia va divisa in parti uguali tra Guiky80 e me (una ha fornito il materiale, l’altra c’ha messo la manodopera XD), con la partecipazione speciale di Sanae77 per aver suggerito di trasformare il tutto in una fic e aver fornito un titolo. XD Quindi, i pomodori marci non tirateli solo alla sottoscritta, grazie!!!
Questo è quello che succede se veniamo lasciate libere di chattare… le conseguenze sono disastrose!!! XD

Buona lettura, sperando vi faccia ridere un po’! XD

Istruzioni per l’uso

Che Tsubasa stesse nascondendo qualcosa a Sanae divenne evidente dopo la prima settimana ‘strana’.
Di suo marito conosceva ogni cosa, anche il segreto più segretissimo.
Conosceva il suo aspetto più sexy come la fossetta sul fondoschiena quando si piegava in un certo modo, e quello meno sensuale in assoluto come i piedi che puzzavano di cacio ogni volta che toglieva le scarpe da ginnastica. Conosceva i suoi orari giornalieri, i suoi impegni, il modo che aveva di relazionarsi con gli altri. Conosceva quando diceva la verità e quando diceva una bugia.
E conosceva, perfettamente, quando era eccitato.
Cosa che, a ben pensarci, da quando avevano avuto i bambini le era capitato di vedere molto più di rado. D’accordo che neppure lei era stata colta da chissà che desiderio, nell’ultimo periodo, ma avrebbe sfidato chiunque a biasimarla dovendo star dietro a pappe, pannolini, notti insonni e quant’altro.
Da una settimana, invece, Tsubasa pareva piuttosto su di giri. Lo vedeva andare in giro per casa con una faccia a metà tra l’infoiato e l’ebete, qualche volta l’aveva sentito infilarsi tardi sotto le coperte per andare a dormire e sempre più di frequente aveva preso a tastarle il culo.
Ok, non che ci fosse qualcosa di male, anzi.
Il sedere era sempre stata una delle sue zone erogene e adorava farsi palpare da suo marito, così come lei palpava quello di Tsubasa. Si poteva dire che il culo fosse un suo feticcio.
Il problema compariva quando, sì, iniziava a tastarla con chissà quali intenzioni e poi… puff! Niente. Tsubasa spariva quasi scappando e a lei questa situazione aveva un po’ scocciato.
Così, si era decisa ad affrontare la faccenda di petto, stava solo aspettando il momento giusto e questo le si presentò proprio quella sera.
Dopo cena, Sanae stava provvedendo a lavare i piatti quando sentì Tsubasa raggiungerla alle spalle.
«Ho appena controllato le pesti.» Le sussurrò all’orecchio. «Dormono come angioletti. Per una volta tanto.»
«Sai che non durerà a lungo, vero?» sorrise Sanae, con le mani insaponate.
Tsubasa sospirò, poggiandole il mento su una spalla e le mani sui fianchi. «Giornata lunga, mh?»
«Puoi dirlo. Daibu e Hayate piangono in fasi perfettamente alternate, nemmeno lo facessero apposta!»
«Mi spiace non esserci di più, a casa.»
Con perfidia, Sanae sorrise. «Mi consolo sapendo che agli allenamenti non ti trattano con i guanti di velluto.»
«Ah, cattiva.» Tsubasa le mollò un leggero buffetto su una chiappa, in segno di punizione, e poi vi fece scivolare sopra la mano in maniera più audace, fino a stringere interamente il gluteo nel palmo. Ma Sanae si liberò di scatto dalla presa e gli piantò un’occhiata di marmo.
«Ok, basta così» disse, togliendosi minacciosamente i guanti da cucina e chiudendo l’acqua. «Parla chiaro: sei in calore?»
Tsubasa strabuzzò gli occhi per quella domanda così diretta, tanto che si trovò ad arrossire fino alle orecchie. Era già lì pronto a negare con veemenza, ma invece emise un lungo sospiro, afflosciando le spalle. Adagio si sedette sullo sgabello del braccio all’americana.
«Scusa…» si giustificò, con aria mortificata e Sanae si dispiacque di essere stata così aggressiva nei suoi confronti. Da quando era diventata mamma, la vecchia Anego era tornata a farsi sentire con maggiore prepotenza e un pizzico di acidità, doveva ammetterlo.
Lasciò in fretta i guanti nel lavello e prese posto accanto al marito.
«No, dai, non fare quella faccia… Non voleva essere un’accusa.» Con affetto gli carezzò il viso affinché lo girasse verso di lei e gli sorrise maliziosa. «Lo sai che adoro vederti eccitato per me. Mi fai sentire così… desiderata.»
Tsubasa si rilassò, sorridendo a sua volta. Allungò le mani sul ripiano del mobile e intrecciò le dita.
«Lo so che da quando sono nati i gemelli siamo stati presissimi. Io ho gli allenamenti, tu hai la casa… e poi i bambini si prendono tutte le nostre attenzioni…» Il campione del Barcellona sospirò. «…mi mancano i momenti in cui eravamo solo noi due, sai? Ci divertivamo…»
«Volevi recuperare un po’ delle vecchie abitudini?» Sanae lo disse sfruttando di nuovo il tono malizioso e Tsubasa si passò una mano dietro la nuca con ingenuità disarmante.
«Sì, lo ammetto.»
«E allora perché ti sei tirato indietro ogni volta che, beh… eravamo lì lì per farlo? Guarda che me ne sono accorta, eh.»
«Ecco, vedi, volevo dare un po’ di brio alla nostra ‘vita di coppia’.»
«Brio?» Il sopracciglio di Sanae saettò pericolosamente verso l’alto.
Tsubasa non brillava di grandissime idee, fuori dal campo di calcio, quindi già che volesse introdurre qualche trovata a livello sessuale la impensieriva.
Eccome.
Se se ne fosse uscito con l’inserire un pallone anche sotto le lenzuola lo avrebbe preso a calci con gli anfibi dalla punta rinforzata che usava in inverno. Giusto per sottolineare quanto apprezzasse le sue idee.
«Sì! Qualcosa per variare!»
Senza darle il tempo di replicare si alzò svelto per andare a recuperare il tablet che aveva lasciato nel salotto. Ci smanettò qualche istante, cercando chissà cosa, e infine glielo piazzò davanti, aspettando la reazione.
L’ansimare dell’attrice del video amatoriale si diffuse quasi il volume fosse al massimo e invece era di poco sopra il minimo. Sanae rimase a fissare lo schermo con le braccia sopra al mobile e gli occhi spalancati, mentre la bocca rimaneva stretta.
«E questo… sarebbe…»
«Un porno.»
«No, ma dai?! E io che pensavo fosse un documentario di Discovery Channel.» Sanae gli lanciò un’occhiataccia, mentre Tsubasa rideva e tornava a indicare il tablet.
«Dai, guarda bene! Cosa stanno facendo?»
Sanae stava quasi per rispondergli con la stessa ironia, quando si focalizzò sulle parti in causa. Strinse un po’ gli occhi e avvicinò il viso.
Aveva visto male o il protagonista maschile le stava esplorando il buco… sbagliato?
«Ehm…» sollevò un dito, mentre l’attore faceva entrare in porto la sua Corazzata Potëmkin, tra ansimi e gridolini d’estasi. «…ma… gliel’ha messo… lì?»
Tsubasa era tutto un sorriso. «Già. Non è una grande idea?»
«No?»
«Non essere così prevenuta, è una cosa che fanno in tanti.»
«Che voi fate e che noi subiamo!» ci tenne a specificare Sanae per niente convinta. Tsubasa incrociò le braccia al petto.
«Non mi sembra che a lei dispiaccia…»
«E’ un’attrice porno! Il suo culo ha visto più cazzi che stronzi!»
Silenzio. Lungo momento di profondo imbarazzo da entrambe le parti.
«Scusa» tossicchiò Sanae, rossa fino alla punta delle orecchie, assumendo una posizione più composta. «Il concetto è quello.»
Un po’ affranto, Tsubasa pose i gomiti sul ripiano del braccio all’americana, affondando il viso nei palmi. Forse sua moglie non aveva tutti i torti: alla fine, nell’ottica del do ut des, il lavoro piacevole lo facevano solo loro.
«Davvero non ti andrebbe di provare? Cioè, capisco che il paragone con una pornostar non sia azzeccato, ma… beh, gli omosessuali lo fanno. Non deve essere poi così male, no?»
Sanae sospirò, tornando a guardare il video dove gli aitanti interpreti continuavano a darci dentro come nemmeno un martello pneumatico. Anche lei poggiò il viso in una mano, spostando gli occhi su Tsubasa. Sembrava davvero interessato a provare qualcosa di nuovo, e poi a livello sessuale non aveva mai avanzato pretese e alla fine era sempre stata lei a dettare tutte le regole della loro intimità. Magari avrebbero potuto provare, solo una volta, e vedere com’era. E poi, ehi!, non era stata lei a dire che il culo era un suo feticcio sexy?
«…si potrebbe tentare.»
«Davvero?!»
Sanae sospirò di nuovo. «Davvero.»
Tsubasa fece per abbracciarla, ma lei lo fermò subito, puntellandogli l’indice sul petto.
«Dopo che sarò tornata dal Giappone.»
Il giovane sorrise con affetto. Sanae sarebbe stata via una settimana e la distanza avrebbe di sicuro aumentato l’appetito. Non era male come compromesso.
«D’accordo» le disse, baciandole la fronte, mentre lei si faceva pensierosa.
«Dovrei cercare informazioni, prepararmi… non credo proprio sia una cosa così semplice e da fare su due piedi. Penso serviranno anche dei prodotti…»
«A quelli posso pensare io, basta che mi dici cosa ti serve.»
Sanae arrossì della sua inusuale intraprendenza, trovandolo estremamente affascinante e più maturo, tanto che si convinse ancora una volta in più della propria scelta.
«D’accordo, signor Ozora.» Con sensualità si lasciò finalmente avvolgere dalla sua stretta calda e rassicurante, mentre lui le sorrideva prima di baciarle le labbra.
«Torni presto, signora Ozora.»

Quella settimana in Giappone era stata organizzata già da tempo nel suo calendario e i biglietti prenotati con largo anticipo.
Le nonne non ce la facevano a stare tanto tempo senza i loro piccoli nipotini da coccolare e vezzeggiare e a Sanae, per una volta, quella condizione fece piuttosto comodo. Dopo aver passato giorni a girare su internet alla ricerca di informazioni in merito al sesso anale – il tutto svolto a orari improbabili e lontana da sguardi indiscreti – si era risolta di avere in testa solo una grande, enorme confusione.
C’è chi diceva che fosse doloroso, chi che bisognava provarci più volte, l’idea dei clisteri la mandava in panico e poi non capiva più niente tra tipi di lubrificanti, giochini vari, plug e quant’altro.
Così, a due giorni dal rientro per la Spagna, aveva capito che l’unica cosa da fare per tranquillizzarsi e avere le idee chiare era parlare con qualcuno che avesse più esperienza di lei. E, per fortuna, aveva sempre saputo a chi potersi rivolgere.
Seduta in un Caffè del centro di Nankatsu, Sanae aspettava, quindi, l’arrivo dei suoi due salvatori allungando il collo, di tanto in tanto, in direzione della porta. Li scorse non appena misero piede nel locale e con un largo sorriso alzò il braccio per farsi vedere.
«Yuzo! Mamoru! Sono qui!»
Yuzo Morisaki e Mamoru Izawa facevano coppia fissa già da alcuni anni, anche se la cosa era stata mantenuta nel più totale riserbo per non creare problemi a entrambi. Ne erano a conoscenza gli amici più fidati, e lei e Tsubasa rientravano in questa piccola cerchia.
Morisaki fu il primo a individuarla e la indicò al compagno, prima di muoversi insieme per raggiungerla.
Sanae accolse entrambi con un abbraccio affettuoso.
«Manager!» Yuzo la chiamava ancora così, a volte, e a lei divertiva. La faceva sentire come se fossero solo studenti di liceo pieni di sogni e con pochi problemi. «E’ bello vederti.»
«Anche per me, ragazzi! Non potevo stare una settimana qui e non salutare almeno voi che siete tra i più vicini.»
«Ryo diceva che eri una balena» scherzò Mamoru. «Mentre io ti trovo in splendida forma.»
«Ryo è invidioso! Come se non avessi notato la sua pancetta e invece io ho recuperato perfettamente il mio peso preparto.» Sanae fece una piccola giravolta con inchino trionfante.
«Cosa posso portarvi?» La graziosa cameriera comparve dopo che ebbero preso tutte e tre posto attorno al tavolino rotondo.
«Un tè verde, grazie.» Yuzo andò sul classico e Sanae si accodò.
«Uno anche per me. E una fetta di torta al cioccolato.»
«Chi è che aveva recuperato il peso forma? Una birra.» Mamoru la pungolò e lei arricciò il naso in una smorfia.
«Non dovresti berla a stomaco vuoto» gli fece notare Yuzo appena la cameriera si fu allontanata, ma lui agitò una mano.
«Tesoro, dopo aver mangiato da tua madre, tutto si può dire del mio stomaco tranne che sia vuoto.»
Sanae rise apertamente, rilassandosi un po’ nella sedia. C’era da dire che era un po’ nervosa perché non pensava che sarebbe arrivata ad affrontare un simile argomento con due ragazzi invece che chiedere aiuto alle sue amiche di sempre. Eppure sapeva che farne parola con Yukari non sarebbe stata una buona idea, con Yayoi ne avrebbe fatto un caso medico e con Kumi… l’avrebbe messa in un imbarazzo indicibile. Yuzo e Mamoru erano stati la sua unica scelta possibile e, di sicuro, tra tutte le persone, erano quelle che avrebbero saputo davvero aiutarla.
«Allora, com’è la vita da neomamma?»
«Sono a pezzi, Yuzo» buttò lì senza mezzi termini. «Due alla volta sono una punizione divina, altro che benedizione.»
«Sono sicuro che te la caverai benissimo.»
«E Tsubasa?» Mamoru inarcò un sopracciglio. «Si prende le sue responsabilità o si dà alla macchia?»
«Se le prende, quando può. Gli allenamenti del Barça sono stancanti e lui a volte torna a casa così distrutto che si addormenta vestito.»
Izawa sospirò. «Tutto un altro livello, immagino.»
La cameriera arrivò in quel momento, servendo le ordinazioni.
Sanae si buttò sulla torta staccandone un generoso boccone.
«Divina…» sospirò con la bocca piena.
Yuzo sorrise, versando il tè per entrambi. «Al telefono mi avevi accennato a una cosa importante di cui volevi parlarci. Di che si tratta?»
Sanae drizzò improvvisamente la schiena, assumendo una posizione più composta.
Wow, avrebbero affrontato l’argomento già subito? Niente più convenevoli?
Forse era meglio così; come si diceva? Via il dente, via il dolore.
«Sì, ecco… Ragazzi, ho bisogno della vostra esperienza.»
«La nostra esperienza?» Fece eco Mamoru. «Ma non hai il più esperto di tutti al tuo fianco?! Per quanto riguarda il calcio non-»
«No, non si tratta di sport.»
«No?» Yuzo apparve perplesso, mentre lei si torceva le mani, ora in grembo.
«E’ successa una cosa e ho bisogno… della vostra esperienza omosessuale.»
Yuzo e Mamoru prima guardarono Sanae con occhi enormi e bocche leggermente aperte, poi si guardarono l’un l’altro, infine sospirarono, in coro: «Taro si è dichiarato a Tsubasa.»
«Taro?!»
Mamoru agitò una mano. «Lo sapevamo che prima o poi avrebbe fatto coming out.»
«Chi è che aveva scommesso contro? » domandò invece Yuzo e lei faceva rimpallare lo sguardo dall’uno all’altro senza riuscire a comprendere.
«Ma di che state parlando?!»
«Sanae, lo so che è difficile da capire, ma non devi sentirti tradita» le disse Mamoru con serietà, prendendola saldamente per le spalle.
«Ma che c’entra Taro adesso?!»
Yuzo e Mamoru osservarono la sua perplessità con la stessa espressione iniziale di sorpresa poi, come da copione, tornarono a scambiarsi un’occhiata di intesa.
«Niente!» esclamarono in coro fingendo di trovare improvvisamente interessante quello che avevano nei rispettivi bicchieri.
Sanae li guardò ancora più confusa di prima, poi scosse il capo, focalizzandosi solo sul suo problema. Abbassò gli occhi sul proprio tè, ancora fumante.
«Il fatto è che… ultimamente io e Tsubasa siamo stati così impegnati con i bambini… da aver trascurato la nostra… intimità… e così mi ha proposto di animare la situazione con qualcosa di nuovo… di… diverso…»
Mamoru la osservò attentamente, con un sopracciglio inarcato. «Sanae… ci starai mica per chiedere come funziona il sesso anale, per caso?»
Yuzo, che stava incautamente sorseggiando il tè, sputò d’istinto tutto quello che aveva in bocca con un lancio da dieci e lode che si attirò le occhiate di buona parte degli avventori.
La cameriera di prima accorse preoccupata. «Si è ustionato col tè, signore? Vuole che gliene porti dell’altro?»
A gesti, Yuzo le fece capire che no, stava bene così, per carità di Dio! E passò il minuto successivo a tossire come se volesse sputare i polmoni.
Sanae si fece piccola piccola. «Vi prego, siete gli unici che possono aiutarmi.»
«Noi non stiamo per avere questa conversazione, vero? Vero?!»  Yuzo cercava di sorridere, ma alternava un colorito tra il bianco-cadavere e il rosso-fuoco.
Tra tutti, Mamoru era quello che stava ridendo senza ritegno, piegandosi sulla sedia.
«Oddio, muoio!»
«Vuoi smetterla?!» abbaiò Morisaki, ma Izawa aveva la testa sul tavolo e nessuna intenzione di fermarsi.
Sanae si mortificò. «Scusate, non volevo mettervi in imbarazzo… Sapeste quanto sono in imbarazzo io!»
«Stai tranquilla, non sono io quello in imbarazzo.»  Mamoru riuscì a tirarsi su, lanciando un’occhiata eloquente al suo fianco dove un nervoso Yuzo continuava a picchiettare il tavolo con l’indice.
«Piantala di fissarmi!»
Mamoru gli passò affettuosamente una mano nei capelli. Poi tornò a guardare la moglie di Tsubasa con aria da perfetto intenditore.
«Cosa vuoi sapere?»
«A dire il vero… non lo so neanche io. Ho letto un sacco di cose, ma mi sembra di saperne meno di prima…»
Sanae riferì loro quello che aveva appreso, elencando tutte quelle che parevano essere le tappe da rispettare per avere un giusto e appagante rapporto anale. Entrambi l’ascoltarono, chi con più imbarazzo e chi con meno. Ovviamente, il tutto riferito con tono di voce molto basso per non farsi sentire dagli altri avventori; non per niente Sanae aveva scelto un tavolino defilato.
«Ascolta, molte delle cose che hai letto sono giuste.» Mamoru la fermò, aiutandola a tirare le somme. «Ma prima di tutta la preparazione fisica, ricordati che ci vuole quella mentale. Tu devi essere convinta di volerlo fare. Una volta deciso questo, si passa alla seconda fase.»
«Se la tua mente non è pronta, non lo sarà mai neanche il tuo corpo» convenne Yuzo.
Sanae rigirò la tazza di tè ancora piena. «Ma è… doloroso come dicono?»
«Beh, se non usi il lubrificante, sì. Se Tsubasa ha le doti di un giamaicano, sì. Se Tsubasa è convinto che una volta entrato in galleria potrà andare a tutto gas, sì.»
Yuzo guardò il partner con ironia. «E tu sei convinto che la stai rassicurando, vero?»
L’altro si strinse nelle spalle. «Sì?»
Yuzo ruotò gli occhi e gli mollò uno scappellotto, prendendo la parola.
«Dipende molto dalle persone, ma di sicuro lo sarà se starai lì a preoccuparti. Ricordate sempre che il lubrificante è il vostro migliore amico. Dovrete fare un po’ di pratica, prima, abituarvi poco alla volta. Non partite col voler andare a colpo sicuro subito, non è detto che ci riusciate.»
Sanae valutò i loro consigli, passando lo sguardo dall’uno all’altro. «E le sensazioni? Cioè… sono così belle?»
«Chissà?» Mamoru si allungò sulla sedia rivolgendo un’occhiata sorniona a Yuzo. «Lo sono?»
«Perché non lo dici tu a me?» Morisaki stette al gioco e alla fine ridacchiarono entrambi.
Anche Sanae si sciolse in un sorriso divertito. Il modo scherzoso e molto rilassato in cui Yuzo e Mamoru ne parlavano riuscì o sortire quell’effetto tranquillizzante in cui aveva sperato.
«Quindi siete entrambi attivi e passivi?»
«Reversibili» scherzò Mamoru. «Siamo sempre stati per la condivisione totale dei ruoli. Insomma, così come è bello dare è bello anche ricevere. Le responsabilità sono diverse e quando dai, ne hai molte di più.»
«Devi avere cura del tuo partner, stare attento che non si faccia male e dargli il maggior piacere possibile.»
«Quando ricevi, hai la fatica fisica… ma prendi tutto. Tutto il meglio. E, sì…» Mamoru sorrise con una certa sfacciataggine. «…è figo.»
Sanae sospirò, poggiando il viso in una mano. «Un po’ vi invidio. Questa cosa di ricoprire tutti i ruoli… deve essere bello avere il potere, per una volta.»
Yuzo fece il verso a Spiderman: «Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità.»
«E grandi inculate. Nel vero senso della parola» concluse Mamoru prendendosi l'ennesimo scappellotto dietro la nuca.
«Il solito indelicato.»
«Mi adeguo alla conversazione. Scusami se l’argomento del giorno non è ‘come coltivare le violacciocche’
Sanae osservò i loro scambi, il modo in cui si provocavano a vicenda, ma si tenevano ampiamente testa. C’era un’intesa davvero completa che le fece pensare come, sotto le coperte, dovessero essere esplosivi. Per una volta, invece di arrossire, le venne da sorridere.
«Si vede che siete proprio innamorati.»
«Anche tu devi amare molto Tsubasa per essere disposta a metterti così in gioco per lui. Non è una cosa che tutte farebbero per il proprio uomo.» Mamoru le sventolò l’indice sotto al naso. «Vuoi che il vostro rapporto sia sempre al massimo, sotto ogni aspetto, e sai cosa? Credo di sapere come darti il potere che desideri.»

Con un ultimo respiro roco, Tsubasa abbandonò il corpo accogliente di sua moglie, rotolando su un fianco.
L’orgasmo era stato appagante e travolgente e lui respirava a piena bocca, guardando il soffitto, mentre sentiva gli ultimi fremiti dell’eccitazione correre via sotto la pelle.
Due dita gli camminarono birichine lungo il braccio e una voce sensuale gli sussurrò all’orecchio.
«Mh… qui qualcuno ha bisogno di allenarsi di più. Senti che fiatone.»
Lui rise, intrecciando quelle dita alle proprie e portandole alle labbra in un bacio leggero. «Sei tu che mi metti a dura prova.»
«Ah, ma davvero? Niente straordinari, quindi?»
Stavolta, la risata di Sanae si unì alla sua.
Da che sua moglie era tornata dal Giappone era passato un mese e mezzo e loro, seguendo i consigli di Yuzo e Mamoru, avevano fatto pratica. Molta, molta pratica. Tanto che ormai stavano diventando degli esperti in materia e il bello… era che gli piaceva. La paura iniziale era stata soppiantata dal piacere e dalla voglia di esplorare di più loro stessi, per conoscere meglio il proprio intimo. Il loro rapporto di coppia ne aveva giovato tantissimo, anche sul piano più classico, e adesso sembravano quella tipica coppia di sposini felici come non lo erano mai stati nemmeno all’inizio.
Forse – e Sanae ci sperava davvero! – era la buona volta che Tsubasa iniziava a disintossicarsi dal calcio.
«Agli straordinari non si dice mai di no» provocò Ozora girandosi piano e baciandole appena la spalla nuda. Lei esibì un sorriso furbissimo.
«Era proprio quello che speravo dicessi e a questo proposito…» Con uno scatto felino, Sanae afferrò il solito tablet. «…avrei un’idea. »
Tsubasa si tirò un po’ su, sulle lenzuola, appoggiandosi tra i cuscini. «Che idea?»
«Mh, qualcosa per variare.»
Al giovane venne da ridere perché quello ricordava proprio il discorso che lui le aveva fatto quasi due mesi prima. Così si sfregò le mani, pregustando la novità che Sanae avrebbe introdotto.
«Ecco, guarda.»
Con un delizioso senso di déjà-vu, un video amatoriale comparve sul monitor del tablet e Tsubasa rise, facendole il verso.
«E questo… sarebbe…»
«Un porno!»
«Ma dai?!»
Sanae gli mollò un buffetto sul braccio, affilando però lo sguardo. «Guarda bene, Tsubasa. Guarda bene.»
E lì, guardando bene, Tsubasa gelò all’istante. La battuta che stava per fare gli rimase strozzata a metà, mentre sollevava il dito e puntava lo schermo.
«Ehm… ecco… lei…», sentì la bocca secchissima, «…glielo sta… mettendo… lì?!»
«Già! Non è una grande idea?!»
«No!»
Sanae subito incrociò le braccia al petto, scoccandogli un’occhiata torva. «Ehi! Non ci provare nemmeno a  tirarti indietro, sai? Io non l’ho fatto quando si è trattato di te!»
«Ma… ma… che c’entra?!»
«C’entra eccome, Tsubasa Ozora.» Sanae era inamovibile. «Io ho messo in gioco me stessa per il nostro rapporto e per renderti felice, tu non sei disposto a mettere in gioco te stesso per me?» fece spallucce. «E poi dicono che i maschi godano anche più delle femmine, sai? Dopotutto, se le coppie omosessuali lo fanno regolarmente, non deve essere poi così male.»
Tsubasa si trovò incastrato dalle sue stesse parole e dovette ammettere che era vero, Sanae non si era tirata indietro per lui.
Sospirò, deglutendo rumorosamente.
Che gran fregatura il do ut des.
«Magari… un tentativo…»

Mamoru stava portando le tazze di tè in salotto quando Yuzo arrivò col portatile.
«Ma come? Niente film?» domandò con perplessità.
«Tsubasa mi ha appena mandato un messaggio chiedendo se potevamo fare una videochiamata al volo.»
Izawa apparve perplesso, mentre poggiava le tazze sul tavolino.
«Che sarà successo? Nuovo figlio in arrivo?»
Yuzo gli diede di gomito e prese posto sul divano accanto a lui.
«Scemo.»
Il motivetto della telefonata arrivò l’attimo dopo e Morisaki premette sull’icona verde. In un istante, il viso di Tsubasa comparve nitido sul monitor anche se si trovava dall’altra parte del mondo.
«Ehi! Ciao, Tsubasa!»
– Ehilà, Yuzo! Mamoru, ci sei anche tu? Ottimo! Speravo di trovare entrambi.
«Sì, mi hai beccato davvero per caso qui a Shimizu-ku. Domani mattina rientrerò a Yokohama City.»
– Che tempismo!
«Come stai? Tutto a posto?» domandò Morisaki e Tsubasa annuì, passandosi la mano dietro la nuca con un certo imbarazzo.
– Sì, sì. Anzi, ne approfitto per ringraziarvi per l’aiuto che avete dato a Sanae e a me.
«Figurati, nessun problema.»
«E’ stato divertente! E immagino anche per voi!» Mamoru gli strizzò l’occhio, mentre Yuzo gli mollava una gomitata per la sua poca discrezione.
«Mamoru!»
Tsubasa arrossì un po’ di più, però sorrise. – Beh, sì, in effetti… lo è eccome.
«Dacci dentro, campione!»
«Mamoru, la pianti?! Tra un po’ partono anche i cori da stadio!»
– Scusate se vi ho disturbato a quest’ora, è che… beh… avevo una cosa da chiedervi, e così…
«Siamo tutt’orecchi» invitò Mamoru.
– Sì, cioè, è che… Sanae se n’è uscita con questa cosa degli strap-on(1) e io-  
Yuzo che, come al solito, sceglieva sempre il momento sbagliato per bere il tè, si esibì di nuovo in una meravigliosa ‘gara-di-sputi’ tra le risate di Mamoru e la perplessità di Tsubasa.
– Ho… ho detto qualcosa che non va?
«No, no, tranquillo. Adesso ti spiego tutto io. Dunque, devi sapere…»

 


(1) STRAP-ON: sono falli posticci indossati sia da uomini che da donne XD Poiché è una storia a rating arancione non metterò immagini esplicative, ma trovate la voce anche su Wikipedia! :D


 

Fine

 

Nota Finale: se vi state domandando se Sanae abbia soddisfatto il suo desiderio di ‘potenza’, la risposta è sì! :D
Ringrazio chiunque abbia deciso di leggere questa Bakata! Spero sia riuscita a tenervi qualche minuto di piacevole compagnia XD
Ringrazio ancora Guiky80 e Sanae77 for the lulz XD

Ci ritroveremo con qualcosa di più serio. Spero. XD

   
 
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