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Autore: sakura_kinomoto    15/02/2009    2 recensioni
“I had this dream, a couple nights ago, I have got it tattooed, I have to.”
*puts out some papers*
“It's a little different, but, I mean...”
“Oh, the Last Supper.”
Quando una scusa diventa il tuo peggior incubo.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeph Howard, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Last Supper.
Fandom: Real - People / The Used.
Personaggi: Quinn C. Allman, Jepharee M. Howard.
Autrice: me medesima stessa.
Raiting: G (c’è qualche parolaccia, ma che ci posso fare?)
Conteggio parole: 738 W, ohe-shot.
Avvertimenti: idiozia, tanta idiozia.
Riassunto: “I had this dream, a couple nights ago, I have got it tattooed, I have to.”
*puts out some papers* “It's a little different, but, I mean...”
“Oh, the Last Supper.”
Quando una scusa diventa il tuo peggior incubo.
Note: parte di ciò che è stato scritto è successo. Realmente. È questa la cosa preoccupante.
Disclaimer: i personaggi appartengono a loro stessi, blablabla, non li conosco, blablabla.


The Last Supper.

Erano in tour, finalmente. Non poteva essere più felice, vedere tutte quelle persone lì, solo per loro gli faceva sempre uno strano effetto; un misto tra eccitazione, paura e orgoglio. Si sentiva orgoglioso di tutti loro, di come erano riusciti ad arrivare fin lì. The Used.
Sorrise rigirandosi nella sua cuccetta, crogiolandosi del calore delle coperte e del silenzio. Era in uno stato di dormiveglia, più tendente al coma che al risveglio, quando sentì il rumore della tendina, che dovrebbe escludere il mondo, venir spostata lentamente. Non vi fece caso; magari era solo uno scherzo della sua immaginazione. Il freddo improvviso però no. Quello era dannatamente reale sulla sua pelle. Si alzò di scatto sbattendo la testa contro il basso soffitto e ricadde sul cuscino masticando una sequela di imprecazioni che disturbarono parecchie persone santificate e non.
- Per caso ti ho svegliato? -
- Scherzi? Mi stavo giusto chiedendo perché nessuno non fosse ancora venuto a togliermi le coperte di dosso. -
- Perfetto. -
- No, 'perfetto' cosa? -
Ma il ragazzo si stava già arrampicando nella sua cuccetta e lo stava spostando a gomitate per farsi posto. Si rialzò più lentamente andando a recuperare le coperte brutalmente sottrattigli. Lo sentì accoccolarsi al suo fianco ed emettere un sospiro rassegnato, che non presagiva nulla di buono.
- Cosa vuoi, Jeph? -
Il ragazzo non rispose, anche se lui poteva benissimo immaginarlo mentre si mordicchiava il labbro in attesa di esplodere.
- Jeph, dimmi cosa vuoi o ti faccio rotolare fuori. -
- Devo farlo. -
- Fare cosa? -
Ancora attimi di silenzio, Quinn iniziò a preoccuparsi.
- Jeph, parlami. -
- Vedi, è un segno rivelatore, il destino mi sta dicendo che devo farlo. -
Destino? Segno rivelatore? Eppure non avevano bevuto quella sera, stranamente. Che la sobrietà avesse su Jepharee Howard un effetto contrario?
- Mi fai il piacere di spiegarti? -
- Hai presente la scusa per Kat? -
- Scusa per... ? -
- Sì, la scusa per Kat. Quando siamo andati a suonare al MusInk. Cazzo Quinn! Eravamo una delle band headliner. -
- Quello me lo ricordo, è il resto che mi sfugge. -
Lo sentì muoversi alla ricerca di qualcosa, poi fu accecato dalla luce del suo IPhone mentre il ragazzo cercava qualcosa. Lo vide connettersi e cercare un video. Sentì la voce del suo bassista discutere con Kat di un tatuaggio.
- Capito? -
- Francamente no. Quale sarebbe il segno rivelatore. -
- Come quale sarebbe? Mi sono svegliato avendo in mente quel tatuaggio! -
Quinn ci mise qualche istante a collegare tutti i tasselli.
- Tu sei scemo. -
- Perché? -
- Jeph, quello era solo un gioco, una scusa per dirle che saremmo andati a suonare, vedi lo stai dicendo anche tu. -
‘cause we’re gonna play there, I hope. That’s why I came here.” °
- Ovvio, era per giustificare la scritta MusInk. Ma non è quello il punto. -
- Il punto è che non lo hai sognato. -
- Questa notte sì. -
- No, ti sei svegliato con in mente quel pensiero. Non è un segno rivelatore e non lo fai. -
- Ma... -
- No, non lo farai. Punto. Fine della discussione. -
- Quinn... -
- Jeph! Sono le... - Prese in mano il suo palmare e guardò l’ora. - Tre di notte?! Tu mi hai svegliato nel cuore della notte per un sogno che non hai nemmeno mai fatto? -
- Se la metti sotto questo punto di vista, tecnicamente non l’ho mai fatto, ma non conta. -
- ‘notte Jeph. -
Incredibile, lo svegliava per una sciocchezza del genere. Sì girò sul fianco dandogli le spalle.
- Perché non posso farlo? Il corpo è mio. -
Sapeva che la discussione non era conclusa, eppure lo sperava con tutto il cuore.
- Perché è senza significato, lo faresti per capriccio. -
- Non è vero che non ha significato! Mi ricorderebbe il MusInk. -
- Allora perché non te ne fai uno per tutte le tappe di tutti i nostri tour? -
- Potrei. -
- Non dire cazzate. Non potresti. -
- E perché mai? -
- Jeph, non ha più spazio, te lo fai in fronte? -
Lo sentì farsi pensieroso, stava davvero pensando di farsi quel tatuaggio in fronte?
- Ridimensionato, ci starebbe. -
Quinn si girò di scatto guardandolo negli occhi.
- E tu ti faresti tatuare l’ultima cena, con tutti i discepoli e Cristo trasformati in gatti, sulla fronte? -
- Perché se lo dici tu sembra la cosa più ridicola del mondo? -
- Perché lo è! Jeph, per favore, lascia stare. -
- Va bene. -
Il suo tono era quello di un bambino che è stato appena sgridato dalla madre.
- Posso restare? - Chiese timidamente.
Ecco perché amava stare in tour. Spostò il cuscino in modo che anche il bassista potesse stare comodo.
- Buonanotte, Quinn. -
- ‘notte. E vedi di non sognare la Gioconda vestita punk. -


***
° La frase, ovviamente, è stata detta da Jeph in persona, e potrete trovare tutto a questo link, quindi non sono io poi così psicopatica u.u

Come sempre, i commenti sono l’Amore *__*

  
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