MELODY
Le dita di Oswald volavano sui tasti bianchi e neri del pianoforte, veloci, rapide ed eleganti, simili a piccole farfalle, e Lacie si perdeva ad osservarle per lunghi momenti, esaminandole, dettaglio per dettaglio.
Erano lunghe, molto lunghe, sottili e bianche, e si allargavano sulla tastiera, seguendo il ritmo della musica come lunghi e pallidi ragni, che tessevano una tela di note musicali intorno a loro.
A Lacie pareva quasi di vederle quelle note: le sembrava si alzassero dallo strumento e si mettessero a vorticare nell'aria, in un vortice di bellezza e armonia, intorno a Oswald.
Il volto di suo fratello era concentrato e serio, come sempre, ma nel suo sguardo viola brillava una luce diversa.
Una luce che sapeva di infanzia e di meraviglia. Di magia.
Lacie sorrideva nel vederlo trasformato, e se ne stava in un angolo, proprio dietro Levi, ad ascoltare quell'intreccio di dolci suoni che si levava nell'aria, legandosi a lei e a Oswald, unendoli come mai prima di allora.
E le sembrò quasi che la stessero chiamando. Ma non urlando. Sussurravano il suo nome come se facesse parte della musica, fondendolo in essa.
LacieLacieLacieLacieLacie...
La invitavano ad abbandonarsi a loro, con la gentile promessa di un viaggio incredibile e magico. Senza impazienza, sincere e limpide, così come suo fratello le stava creando.
E Lacie seguì le loro voci.
Avanzò verso il grande pianoforte, in piedi accanto a Oswald, la lunga veste che frusciava sul pavimento, quasi volesse tenere il ritmo.
Chiuse gli occhi, e le parole sgorgarono dalle sue labbra come un ruscello di montagna, spontanee, unendosi alla melodia, diventando un tutt'uno con essa.
Oswald la guardò stupito, ma non si fermò: le lunghe e pallide dita continuavano a danzare sui tasti del pianoforte, giocando con loro, in compagnia della voce di Lacie.
La musica viaggiò tra i cuori dei due fratelli, incatenandoli per sempre alle sue catene invisibili.