Fanfic su artisti musicali > All Time Low
Ricorda la storia  |      
Autore: imperfectjosie    07/10/2015    1 recensioni
«Jack, tu mi ami ancora?»
Il sangue del minore smise di circolare per un po'.
«Intendo dire... il testo di questa canzone. Potresti tranquillamente averla scritta tu a me» tentò di spiegarsi, avvicinandosi al volto ormai rosso di Bassam e superando l'ostacolo del computer.

| Jalex | - Fluff
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fandom: All Time Low
Rating: Green (come l'erba che mi devo essere fumata per aver scritto una cosa simile, kinda)
Pairing: Jack/Alex
Note: Ed Sheeran ci ha messo lo zampino, indirettamente ovvio, ma Jack lo ringrazia tanto!
Josie's corner:
Image and video hosting by TinyPic
Andiamo per ordine. Domani mattina mi devo svegliare alle sette, perché la mia principale non c'è e apro io il negozio, meh.
Però... potevo andarmene a dormire prima di avervi fatti morire annegati nel fluff più sfrenato? Non so, a volte penso di voler scrivere un libro, altre volte mi accontento di Alex e Jack.
Sono solo tanto stanca e non ho idea di cosa cazzo sto dicendo.
Divertitevi, sognate... tutta roba salutare.
Josie.
 

Thinking out loud

 

Era giunto alla conclusione che poteva pure smetterla di domandarsi dove diamine finissero tutti quanti dopo il concerto.
Ogni volta rimaneva da solo nel tour-bus, a fissare il monitor del PC girovagando come un povero idiota su internet. Ultimamente poi, aveva scoperto quanto potesse essere piacevole YouTube, quando sapevi quale video guardare.
O ascoltare.
Come quella sera.
Se ne stava stravaccato sul divano in pelle, le gambe toccavano il bracciolo dal lato opposto della testa e il laptop donava quel poco calore sullo stomaco, che a Dicembre non dispiaceva affatto.
Jack si accomodò meglio, portandosi il lato dell'indice destro sulle labbra e sorridendo al nulla. Non gli dispiaceva quel ragazzo di nome Ed, lo aveva addirittura conosciuto, durante un live a Wembley e in ogni caso, quella canzone toccava una grossa parte della sua vita.
Toccava una grossa parte di Alex.
Poteva compilare un'intera lista delle cose che non gli aveva ancora detto, nonostante poi, nella sua totale ignoranza, il castano fosse convinto di conoscere ogni cosa.
Perché Jack non gli avrebbe mai mentito, giusto?
Ma Jack mentiva eccome. Lo aveva fatto a se stesso, per anni. E da qualche mese, a tutti i suoi amici.
Quando il portoncino del bus si spalancò, una forte sferzata d'aria gelida quasi non gli seccò i piedi. Rabbrividì, imprecando a denti stretti.
«Gaskarth, sto congelando qui dentro»
Il ragazzo dai capelli blu sembrò valutare attentamente la muta richiesta dell'amico. Inarcò uno spesso sopracciglio, prima di aprirsi nel classico piccolo sorriso che preannunciava guai e spalancare di scatto la porticina, ancora.
Jack sbuffò un insulto, tornando con gli occhi sul Mac. Alex era un vero esibizionista, dargli corda significava smettere di vivere in pace per almeno due orette buone.
Di solito lo faceva, più per divertimento personale, ma quella sera aveva poca voglia di fare baldoria.
«Che guardi?»
Curioso come pochi.
Di tutta risposta fece spallucce, tenendosi una guancia con il dorso della mano. Il bracciolo di quel divano era dannatamente scomodo.
«Una canzone Lex. Ma dove sono gli altri?» indagò confuso, notando che Alex era l'unico ad essere tornato dalla serata alcolica.
«Boh, non ne ho idea, forse all'ennesimo pub»
Sembrava abbastanza stanco, la voce strascicata e due occhiaie spaventosamente marcate.
Sull'onda della sua preoccupazione, Jack non prestò attenzione alle dita di Alex, che nel frattempo avevano alzato il volume delle casse collegate al notebook.
«Thinking out loud» constatò con tono calmo, quasi professionale, mostrando il profilo al minore, a cui mancò il respiro per qualche secondo.
Nemmeno lui si era fatto la barba quella mattina, particolare stupido, ma eccitante.
Jack si morse il labbro, distogliendo lo sguardo dal corpo del cantante.
«Mi sembra un po' troppo melensa per te, Bassam. Cos'è? Ti sei innamorato forse?» lo canzonò, gettandosi a peso morto sulle gambe di Jack, che fece uno scatto per lo spavento e il disagio.
Sollevò di riflesso il Mac in alto, tirandogli un calcio goffo sulla spalla, che ovviamente mancò.
«Anche se fosse? Te ne fregherebbe qualcosa?» sputò acido.
Amava Alex.
E c'era stato un tempo in cui credeva che anche Alex lo amasse.
Era stato il tempo dei banchi di scuola, della sua stanza come sala prove e dei pop-corn a mezzanotte. Poi erano arrivate anche le sbronze. E con quelle, parecchie notti passate insieme a fare l'amore.
C'era stato un tempo, nei fatti, in cui Alex Gaskarth era semplicemente Alex. E non giocava a fare la rockstar, infischiandosene del suo cuore e prestando comunque più attenzione a ciò che gli altri potessero pensare o dire.
Ovviamente quei tempi erano finiti nel preciso istante in cui il castano aveva messo le cose bene in chiaro: lui non era gay.
Bugiardo.
E vigliacco.

Il grosso naso di Jack si arricciò, quando lo vide sollevare il mento e cercarlo con gli occhi.
«Jack, tu mi ami ancora?»
Il sangue del minore smise di circolare per un po'.
«Intendo dire... il testo di questa canzone. Potresti tranquillamente averla scritta tu a me» tentò di spiegarsi, avvicinandosi al volto ormai rosso di Bassam e superando l'ostacolo del computer.
In quel modo, steso proprio sul petto, Alex poteva sentire il cuore di Jack. Gli piaceva. Gli era mancato. Credeva non battesse più per lui, ma si sbagliava.
In ogni caso, Gaskarth sapeva come proteggere la propria immagine. Erano soli. Particolare interessante, che innervosì il moro parecchio.
«No, Lex, mi è passata da un pezzo» rispose asciutto.
Stava mentendo, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di una dichiarazione d'amore nascosta nel buio.
Prima o poi glielo avrebbe detto in faccia, davanti ai volti e alle orecchie dei loro migliori amici. E magari anche del mondo, a tempo debito.
Alex sembrò deluso. Sospirò tornando con la guancia sul tessuto della felpa nera di Jack.
«Quando i miei capelli saranno andati e i miei ricordi svaniranno
quando le mie mani non suoneranno le corde allo stesso modo
e la folla non si ricorderà il mio nome

so che tu mi amerai allo stesso modo» cantò piano, soffiando il fiato direttamente sull'indumento, con la speranza che un minimo arrivasse a destinazione. Contro la pelle di Bassam.
Jack guardò quella testa blu con un mezzo sorriso furbesco.
L'idiota era sbronzo perso. Puzzava di Daniel's, ma decise di non chiederglielo nemmeno. Avrebbe potuto negare, comunque sarebbe stato inutile.
Alex Gaskarth mai avrebbe cantato quel pezzo proprio a lui, se fosse stato sobrio.
Andava bene.
Una piccola vittoria per Jack, una piccola speranza per entrambi.
Il minore gli posò una mano grande tra i capelli e rimase in quella posizione per un po', senza sapere esattamente cosa dire.
«Jack?»
«Cosa c'è, Lex?»
«Io non ho mai smesso. E non ho mai finto, per niente. Ma sono anche uno stronzo orgoglioso e narcisista» si fermò, ingoiando una copiosa quantità di saliva impastata d'alcol, prossima a farlo soffocare «e ho bisogno che mi aiuti. Dammi tempo, dammi quello che hai, un giorno saprò averne cura»
La voce si spense, mentre il viso di Jack era illuminato da un grande sorriso.
Lo vide sollevarsi, fino ad osservare quelle labbra sottili ma piene, ricambiare il gesto. Alex sorrideva ubriaco e gli toccava la guancia sinistra con una mano.
«Devi raderti, amico» lo informò, spalancando gli occhi come se avesse appena tastato qualcosa d'assurdo.
Jack strinse quella mano con la sua, sghignazzando.
Poche cose erano certe in quel momento, l'unica, per il moro, era la storiella che l'indomani avrebbe raccontato al suo migliore amico.
No Lex, sei entrato e ti sei steso sulla cuccetta, farneticando di 69 improbabili e tour scandinavi, poi sei svenuto. Tutto come al solito”.
«Ti amo, Lex» disse, godendosi quel momento che sapeva sarebbe finito presto. Troppo presto.
Alex ciondolò il corpo, arpionandosi al cuscino del divano per non cadere, poi ridacchiò da solo, tornando sul petto del minore con un gemito.
«Anche io Jackie, davvero tanto» biascicò lento, avvicinandosi incerto prima di posare sulle labbra ancora sorridenti del moro, un piccolo bacio.
Bagnato e sempre più profondo, quando Jack decise che per quella sera, basta mentire.
Spinse la testa blu contro la propria, trovando quella lingua bugiarda che sapeva cantare cose magnifiche al mondo intero. 


FIN

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > All Time Low / Vai alla pagina dell'autore: imperfectjosie