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Autore: tinebrella    16/02/2009    14 recensioni
« Devo fare... cosa? »
« Giù le braghe, Merlin. Ginocchia a terra. » ripeté Arthur, con un brillio sinistro nello sguardo.
« Ma... Arthur! » proruppe l'altro, in un tono che non avrebbe dovuto essere stridulo e petulante, nelle sue intenzioni.
« Mio Signore. » suggerì pronto l'erede al trono, con un ghigno compiaciuto.
« Ma, Mio Signore », concesse il giovane mago, « il pavimento è... uhm... lercio. Le mie ginocchia si... uhm... sporcheranno. »
Era un'argomentazione debole. La più debole che avrebbe potuto trovare.
« Oh, il pavimento... e chi ha il compito di pulire il pavimento della mia camera, Merlin? »
Il ghigno di Arthur si fece ancora più ampio.
Oh, maledizione.
[slash accennato, lieve spoiler della puntata 1x11]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Figured you out
« Devo fare... cosa? »
« Giù le braghe, Merlin. Ginocchia a terra. » ripeté Arthur, con un brillio sinistro nello sguardo. 
« Ma... Arthur! » proruppe l'altro, in un tono che non avrebbe dovuto essere stridulo e petulante, nelle sue intenzioni.
« Mio Signore. » suggerì pronto l'erede al trono, con un ghigno compiaciuto.
« Ma, Mio Signore », concesse il giovane mago,  « il pavimento è... uhm... lercio. Le mie ginocchia si... uhm... sporcheranno. »
Era un'argomentazione debole. La più debole che avrebbe potuto trovare.
« Oh, il pavimento... e chi ha il compito di pulire il pavimento della mia camera, Merlin? »
Il ghigno di Arthur si fece ancora più ampio.
Oh, maledizione.

Oh! Oh! Malediction!

I like your pants around your feet
I like the dirt that's on your knees
And I like the way you still say please
While you're looking up at me
You're like my favourite damn disease
Figured you out, Nickelback 
Merlin si svegliò di soprassalto. Di nuovo lo stesso sogno, in cui lui e Arthur...
No. Si corresse: lo stesso incubo.
Lo stesso stramaledetto incubo, che inizialmente gli aveva provocato un salutare disgusto... salutare disgusto che si era inspiegabilmente tramutato in una timida... reazione, del suo stupido corpo... e infine, nell'ultimo periodo, in evidente e fastidiosa eccitazione.
Cosa c'era di sbagliato, in lui?
Niente, non era certo lui, ad essere sbagliato! Era tutto quel ciarlare a proposito del suo destino, del destino di Arthur, del loro destino comune.
Mica era colpa sua, se Gaius e il drago non facevano altro che blaterare del loro indistruttibile legame!
Indistruttibile forse l'aveva aggiunto lui.
Si alzò dal letto, finalmente deciso a parlarne con Gaius. Dopotutto, il guaritore di corte aveva rimedi adatti alla sua situazione, la stessa Morgana assumeva i suoi sonniferi e le sue medicine a causa degli incubi ricorrenti.
Incubi ricorrenti che, con precisione preoccupante, si avveravano.
Oh, maledizione!
---
« Sire, è colpa mia. Mi sono scordato di avvertire Arthur. »
E stavolta, purtroppo, non era altro che la verità. Arthur, la sera prima, gli aveva chiesto di informarsi sulle attività che lo avrebbero impegnato il giorno successivo e di avvisarlo di conseguenza.
Se ne era tragicamente dimenticato.
Aveva trascorso la mattinata a lambiccarsi il cervello sul modo migliore di chiedere aiuto a Gaius senza dovergli raccontare il contenuto dei suoi incubi. Insomma, non poteva semplicemente uscirsene con un 'Uh, Gaius, da qualche mese a questa parte sogno a notti alterne di essere sbattuto dal nostro amato principe ereditario, e quando dico sbattuto non intendo contro il muro. Cioè. Non solo contro il muro. Cosa mi consigli?'.
Aveva immaginato molte delle possibili risposte di Gaius, le più probabili delle quali riteneva fossero: la forca, un'esorcista, un guaritore - ma uno bravo davvero - e una secchiata d'acqua gelida.
Avrebbe potuto cercare di metterla sul vago, accennando solo al sonno agitato e ad incubi imprecisati. Ma Gaius era un uomo sveglio e un guaritore scrupoloso. Si sarebbe accorto della sua reticenza e avrebbe preteso dettagli.
Senza considerare ciò che sarebbe potuto accadere se il re in persona fosse venuto a saperlo! Sospettava che certe inclinazioni fossero seconde solo alla pratica della magia, nella personale lista nera del sovrano di Camelot.
No, si fidava di Gaius. L'avrebbe protetto anche in questo caso, semmai avesse deciso di rivelargli i suoi incubi.
...e cosa andava a pensare, poi! Lui non aveva nessuna inclinazione particolare. A parte quella verso la magia, s'intende.
« ... siamo d'accordo, padre. Me ne occuperò io. », concluse Arthur con solennità.
Fantastico. Non aveva ascoltato una sola parola.
Ma cosa c'era da ascoltare? Lo aspettava la gogna, come al solito.
« Andiamo, idiota. » lo invitò a seguirlo, quando il re li ebbe congedati.
Quando furono da soli nel corridoio, Merlin notò che si stavano dirigendo verso l'ala del castello riservata al principe.
« Niente gogna? » domandò speranzoso, e con un certo sollievo nella voce.
« Niente gogna, » confermò l'altro, « quel tipo di punizione non sembra avere migliorato la tua labile memoria. »
Proseguirono in silenzio finché non furono nella camera. Arthur si richiuse la porta alle spalle.
« Togliti i pantaloni, Merlin. », ordinò autoritario, « e inginocchiati a terra. »
Oh... maledizione.
---
« Merlin, avanti. » lo esortò, tra il serio e il canzonatorio, « non te lo ripeterò una terza volta. »
« Arthur... »
« Mio Signore. » corresse di nuovo l'altro, accompagnando le parole con un'eloquente occhiata.
« Mio Signore, » ringhiò, « non credo ci sia bisogno di arrivare a questo per... »
« Merlin. » lo zittì, con un tono che non ammetteva repliche.
Si voltò verso il muro, e fece quello che il principe gli aveva ordinato.
Provava un misto di incredulità, sdegno, incredulità, disgusto e... incredulità.
Non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere, da quello che era arrivato a considerare come un amico. Un caro amico. Un amico pronto a sacrificare la propria vita, per quello che avrebbe dovuto essere solo un servitore.
Al diavolo i suoi incubi, Arthur era cento, mille volte più... uhm... corrotto? Sbagliato? Inclinato?
E mentre rifletteva fra sé e sé sull'aggettivo più corretto e appropriato da usare - pervertito, probabilmente - la stanza si riempì della risata scrosciante del principe.
« Oh, Merlin! » sbottò, tra le lacrime, « Ti prego, alzati! Rivestiti, per l'amor di Dio! Non farei mai una cosa del genere, ho il cuore puro come quello di un giovane unicorno, ricordi? »
L'occhiata da cucciolo ferito che il giovane mago gli rivolse non fece che peggiorare la situazione.
Arthur rovesciò la testa all'indietro, scosso dalle risa, incapace di arrestare l'accesso di ilarità.
Merlin si rimise in piedi, si spolverò le ginocchia con le mani - ottenendo scarsi risultati - e si rivestì in fretta, furente.
Si diresse verso la porta, la socchiuse e poi ci ripensò.
« A volte, »  disse voltandosi appena, l'ombra di un sorriso sulle labbra, « preferirei che il vostro cuore fosse più sporco del pavimento della vostra camera, Mio Signore. »
Uscì dalla stanza e si compiacque del silenzio che regnava in quell'ala. Arthur aveva smesso di ridere.

***

Prima - e spero non ultima - incursione in questo fandom. :3
Il titolo dovrebbe essere un prompt della Writing Community 52flavours.
Val

  
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