- Titolo: Il
rapporto
Nickname forum: AtobeTezuka
Nickname EFP: AtobeTezuka
Pairing e relativi Prompt scelti: Coppia A Scelta – Aomine x Wakamatsu – Mantenere un segreto – Future!fic (almeno 5 anni dopo)
Rating: Giallo
Genere: Generale (? Shounen-ai .
Avvertimenti: Linguaggio un po’ colorito
Lunghezza/tipologia: OneShot 1.221 parole secondo Microsoft World
Note autore (facoltativo): il font per il titolo http://www.dafont.com/it/ahellya.font non sono molto certa di aver usato al meglio i prompt.
Il
rapporto
- Ricordava ancora con chiarezza il giorno in cui Aomine fu affidato al suo stesso dipartimento. Per lui sarebbe stato impossibile scordarsi il momento in cui se lo trovò di fronte: e pensare che aveva sperato di non rivedere mai più quel tizio che per ben due anni alla Too Gakuen aveva messo a dura prova i suoi nervi.
- “Com’è riuscito a diventare un poliziotto?” Quante volte se l'era chiesto Wakamatsu continuando a osservare il giovane collega che come ogni volta era rannicchiato su quelle scomode panche nella sala d'attesa della centrale del distretto: non poteva credere che dopo tutti quegli anni fosse rimasto il solito scansafatiche capace solo di restarsene a poltrire trascurando i propri doveri.
- Era sempre più certo che per ottenere il diploma avesse usato qualche trucco perché era davvero impensabile per qualcuno credere che un tipo del genere fosse riuscito a superare tutti gli esami e prove d’idoneità.
- “Perché dev'essere proprio lui il mio partner?” Se l'era sempre chiesto durante quegli che gli erano sembrati degli interminabili tre anni ed era arrivato a pensare che tutto quello fosse solo un enorme scherzo di un qualche essere sovrannaturale che aveva voluto punirlo per una qualche misteriosa ragione: non esistevano altre spiegazioni alla cosa.
- “Che destino crudele” sospirò rassegnato.
- «Bastardo! Alzati subito da quella dannata panca!» Era del tutto impossibile non udire quelle urla che riecheggiavano per tutta la stazione. «È per i civili non per i tuoi insulsi pisolini!»
- Era ovvio che Amine non fosse in grado di prenderla bene, perché per lui quello era come un affronto, ma era pronto a rinfacciargli le sue colpe.
- L’unica cosa che riusciva a vedere in quel momento, erano le due enormi iridi blu del partner che sembravano cariche di una furia omicida: si sentiva quasi schiacciare dall'aura malefica emanata dal più giovane, ma non si sarebbe fermato per così poco.
- «Che diavolo hai da strillare in quel modo?» Improvvisamente le mani dell'altro gli afferrarono il colletto della camicia: sembrava quasi intenzionato a strapparglielo talmente forti lo stesse stringendo. «Vorresti rompermi i timpani o cosa?»
- Non aveva affatto paura di Aomine ma quegli occhi non auspicavano nulla di buono.
- Conosceva bene quel ragazzo e sapeva benissimo quanto odiasse essere rimproverato quando trascurava i propri dover, aveva perso il conto di quante volte lo avesse visto in quello stato nei due anni in cui erano stati iscritti allo stesso club di basket del liceo: in quegli otto anni non era cambiato e la cosa non era per nulla positiva.
- «Cos'è questo?» Non gli importava cosa l'altro avesse potuto fargli o dire, doveva assolutamente avere delle spiegazioni su quello che avevo scritto sul quel pezzo di carta.
- «Non lo vedi: è il mio rapporto.»
- Con quale faccia osava chiamare rapporto quell'inutile cartastraccia? Doveva assolutamente spiegargli che diavolo gli fosse passato in mente.
- «“Chiedetelo a Wakamatsu, ho troppo sonno per scriverlo.” Che cazzo significa?!» Non poteva tollerare un simile comportamento da qualcuno come Aomine, la sua pigrizia aveva superato i limiti storici e non avrebbe potuto dargliela vinta. «Fai su serio?»
- «Pensi che io sia diventato poliziotto per starmene rinchiuso in ufficio?» Alle orecchie di Wakamatsu quella risuonava come una domanda retorica bella e buona. «No! Io voglio l'azione starsene relegato qui è di una pallosità unica.»
- Se fosse esistito un premio per la persona più irritante del mondo, Aomine l'avrebbe vinto a ogni edizione, perché non esisteva nessuno di più fastidioso di quel bastardo.
- «Anche questi sono i doveri di un agente e tu lo dovresti sapere.»
- «Pensi davvero che sia così importante?» Nessuno poteva sapere quando odiasse Aomine in quei momenti e se ne avesse avuto la possibilità gliel'avrebbe fatta pagare.
- «Sì!»
- «Hai visto i miei ultimi risultati al poligono?» Non sopportava quelle uscite arroganti di Aomine, eppure credeva che una volta cresciuto sarebbe cambiato, ma evidentemente si era sbagliato di grosso. «Ho stracciato tutti: te compreso.»
- «Quindi pensi di averla vinta solo per questo?» Doveva controllarsi perché sentiva che la sua rabbia stava prendendo il sopravvento e sperava che contare fino a dieci avrebbe attenuato la sua collera, ma fu inutile «Aomine vai a quel paese!»
- L’altro non rispose e Wakamatsu sapeva il perché: senza ombra di dubbio doveva essersi riaddormentato.
- “Lo odio!”
- Avrebbe dovuto sapere che con l'altro non ci sarebbero mai state speranze, era impossibile che cambiasse: ormai la pigrizia era radicata in ogni anglo del suo corpo e sarebbe stata impossibile per chiunque rimuoverla, forse anche il più potente degli esorcisti non lo avrebbe potuto aiutare.
- Era certo che se non fosse stato per quel suo lato sarebbe stato uno dei migliori poliziotti del dipartimento se non dell'intero Giappone: le sue abilità con le armi erano eccezionali e soprattutto le sue intuizioni si erano sempre rivelate corrette e riusciva a risolvere i più complessi dei casi in quello che sembrava un lampo.
- “Alla fine dovrò pensarci io?” Ormai era stufo del suo collega, non sapeva quante volte avesse sperato che un giorno si svegliasse e diventasse il partner ideale, ma era un sogno irrealizzabile e Wakamatsu lo sapeva benissimo.
- “Questa è la prima e l'ultima volta che l'aiuterò: lo giuro!” Non sapeva dire nemmeno lui perché avesse deciso di dargli una mano, ma alla fine era solo un rapporto, no? Un piccolo gesto che l’altro non gli avrebbe mai ripagato e tantomeno lo avrebbe ringraziato o almeno così credeva.
- *****
- Quei sei mesi erano passati davvero lentamente, come se i giorni fossero durati un'intera vita, almeno per Wakamatsu che in quell'istante era seduto al posto del passeggero sull'auto che Aomine era intento a guidare nel bel mezzo della pattuglia notturna.
- «Ho sentito che il capo ti ha fatto di nuovo i complimenti per il rapporto.» In tutto quel tempo non era mai riuscito a fare a meno di aiutare il proprio partner.
- Ogni volta si era ripromesso di non scrivere per lui tutti quei rapporti, ma nemmeno una volta era riuscito a negargli la sua mano.
- Se qualcuno li avesse scoperti sarebbero finiti nei guai, ma pur sapendolo non riusciva mai a dirgli di no.
- «Una parola di ringraziamento?»
- Vedeva il volto di Aomine avvicinarsi lentamente e per lui non fu difficile capire cosa in realtà stesse per fare, ma per Wakamatsu era difficile sottrarsi a quel richiamo e quando le labbra dell’altro catturarono per l’ennesima volta la sua bocca, in quelle gli attimi travolgenti e appassionanti, per lui fu impossibile non accoglierlo e non ricambiarlo.
- Ormai quasi non riusciva più a fare a meno dei baci del collega: si sentiva sempre più dipendente da quell'insolito contatto, che ogni volta lo rendevano inerme e incapace di opporre resistenza.
- Si staccarono lentamente dalle reciproche labbra e i due partner incrociarono i loro occhi perdendosi nei loro sguardi ed entrambi in quell’istante si sentivano in forte imbarazzo.
- «Ti pare il caso di fare una cosa simile in un posto genere?» ogni parte di lui stava ribollendo e tutto quel calore si riversava nelle sue guance che era certo fossero diventare dello stesso colore dei peperoni.
- Non sarebbe mai stato in grado di capire il collega e sopratutto quel suo strano modo di ringraziarlo: ogni volta che lo baciava si sentiva sempre più ammaliato dall'altro e il suo cuore si stava riempiendo di affetto per quel bastardo, ma avrebbe mantenuto quel piccolo segreto e non l’avrebbe rivelato a nessuno tanto meno ad Aomine.
- NOTE
- Partecipa al contest indetto da BlackIceCrystal sul forum di efp.
- Stavo già scrivendo questa storia prima dell’iscrizione al contest, ma appena l’ho visto, ho pensato subito di partecipare, anche perché rispecchiava bene il prompt bonus in lista e alla fine ho adatto la storia all’altro che avevo scelto, ma non sono del tutto convinta di averlo usato al meglio, ma mi sono divertita parecchio nella stesura.