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Autore: ImperialPair    09/10/2015    2 recensioni
L’unica cosa che riusciva a vedere in quel momento, erano le due enormi iridi blu del partner che sembravano cariche di una furia omicida: si sentiva quasi schiacciare dall'aura malefica emanata dal più giovane, ma non si sarebbe fermato per così poco.
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Kousuke Wakamatsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il rapporto
Nickname forum: AtobeTezuka
Nickname EFP: AtobeTezuka
Pairing e relativi Prompt scelti: Coppia A Scelta – Aomine x Wakamatsu – Mantenere un segreto – Future!fic (almeno 5 anni dopo)
Rating: Giallo
Genere:  Generale (? Shounen-ai .
Avvertimenti: Linguaggio un po’ colorito
Lunghezza/tipologia: OneShot 1.221 parole secondo Microsoft World
Note autore (facoltativo): il font per il titolo http://www.dafont.com/it/ahellya.font non sono molto certa di aver usato al meglio i prompt.
Il rapporto

Ricordava ancora con chiarezza il giorno in cui Aomine fu affidato al suo stesso dipartimento. Per lui sarebbe stato impossibile scordarsi il momento in cui se lo trovò di fronte: e pensare che aveva sperato di non rivedere mai più quel tizio che per ben due anni alla Too Gakuen aveva messo a dura prova i suoi nervi.
Com’è riuscito a diventare un poliziotto?” Quante volte se l'era chiesto Wakamatsu continuando a osservare il giovane collega che come ogni volta era rannicchiato su quelle scomode panche nella sala d'attesa della centrale del distretto: non poteva credere che dopo tutti quegli anni fosse rimasto il solito scansafatiche capace solo di restarsene a poltrire trascurando i propri doveri.
Era sempre più certo che per ottenere il diploma avesse usato qualche trucco perché era davvero impensabile per qualcuno credere che un tipo del genere fosse riuscito a superare tutti gli esami e prove d’idoneità.
Perché dev'essere proprio lui il mio partner?” Se l'era sempre chiesto durante quegli che gli erano sembrati degli interminabili tre anni ed era arrivato a pensare che tutto quello fosse solo un enorme scherzo di un qualche essere sovrannaturale che aveva voluto punirlo per una qualche misteriosa ragione: non esistevano altre spiegazioni alla cosa.
Che destino crudele” sospirò rassegnato.
«Bastardo! Alzati subito da quella dannata panca!» Era del tutto impossibile non udire quelle urla che riecheggiavano per tutta la stazione. «È per i civili non per i tuoi insulsi pisolini!»
Era ovvio che Amine non fosse in grado di prenderla bene, perché per lui quello era come un affronto, ma era pronto a rinfacciargli le sue colpe.
L’unica cosa che riusciva a vedere in quel momento, erano le due enormi iridi blu del partner che sembravano cariche di una furia omicida: si sentiva quasi schiacciare dall'aura malefica emanata dal più giovane, ma non si sarebbe fermato per così poco.
«Che diavolo hai da strillare in quel modo?» Improvvisamente le mani dell'altro gli afferrarono il colletto della camicia: sembrava quasi intenzionato a strapparglielo talmente forti lo stesse stringendo. «Vorresti rompermi i timpani o cosa?»
Non aveva affatto paura di Aomine ma quegli occhi non auspicavano nulla di buono.
Conosceva bene quel ragazzo e sapeva benissimo quanto odiasse essere rimproverato quando trascurava i propri dover, aveva perso il conto di quante volte lo avesse visto in quello stato nei due anni in cui erano stati iscritti allo stesso club di basket del liceo: in quegli otto anni non era cambiato e la cosa non era per nulla positiva.
«Cos'è questo?» Non gli importava cosa l'altro avesse potuto fargli o dire, doveva assolutamente avere delle spiegazioni su quello che avevo scritto sul quel pezzo di carta.
«Non lo vedi: è il mio rapporto.»
Con quale faccia osava chiamare rapporto quell'inutile cartastraccia? Doveva assolutamente spiegargli che diavolo gli fosse passato in mente.
«“Chiedetelo a Wakamatsu, ho troppo sonno per scriverlo.” Che cazzo significa?!» Non poteva tollerare un simile comportamento da qualcuno come Aomine, la sua pigrizia aveva superato i limiti storici e non avrebbe potuto dargliela vinta. «Fai su serio?»
«Pensi che io sia diventato poliziotto per starmene rinchiuso in ufficio?» Alle orecchie di Wakamatsu quella risuonava come una domanda retorica bella e buona. «No! Io voglio l'azione starsene relegato qui è di una pallosità unica.»
Se fosse esistito un premio per la persona più irritante del mondo, Aomine l'avrebbe vinto a ogni edizione, perché non esisteva nessuno di più fastidioso di quel bastardo.
«Anche questi sono i doveri di un agente e tu lo dovresti sapere.»
«Pensi davvero che sia così importante?» Nessuno poteva sapere quando odiasse Aomine in quei momenti e se ne avesse avuto la possibilità gliel'avrebbe fatta pagare.
«Sì!»
«Hai visto i miei ultimi risultati al poligono?» Non sopportava quelle uscite arroganti di Aomine, eppure credeva che una volta cresciuto sarebbe cambiato, ma evidentemente si era sbagliato di grosso. «Ho stracciato tutti: te compreso.»
«Quindi pensi di averla vinta solo per questo?» Doveva controllarsi perché sentiva che la sua rabbia stava prendendo il sopravvento e sperava che contare fino a dieci avrebbe attenuato la sua collera, ma fu inutile «Aomine vai a quel paese!»
L’altro non rispose e Wakamatsu sapeva il perché: senza ombra di dubbio doveva essersi riaddormentato.
Lo odio!”
Avrebbe dovuto sapere che con l'altro non ci sarebbero mai state speranze, era impossibile che cambiasse: ormai la pigrizia era radicata in ogni anglo del suo corpo e sarebbe stata impossibile per chiunque rimuoverla, forse anche il più potente degli esorcisti non lo avrebbe potuto aiutare.
Era certo che se non fosse stato per quel suo lato sarebbe stato uno dei migliori poliziotti del dipartimento se non dell'intero Giappone: le sue abilità con le armi erano eccezionali e soprattutto le sue intuizioni si erano sempre rivelate corrette e riusciva a risolvere i più complessi dei casi in quello che sembrava un lampo.
Alla fine dovrò pensarci io?” Ormai era stufo del suo collega, non sapeva quante volte avesse sperato che un giorno si svegliasse e diventasse il partner ideale, ma era un sogno irrealizzabile e Wakamatsu lo sapeva benissimo.
Questa è la prima e l'ultima volta che l'aiuterò: lo giuro!” Non sapeva dire nemmeno lui perché avesse deciso di dargli una mano, ma alla fine era solo un rapporto, no? Un piccolo gesto che l’altro non gli avrebbe mai ripagato e tantomeno lo avrebbe ringraziato o almeno così credeva.

*****

Quei sei mesi erano passati davvero lentamente, come se i giorni fossero durati un'intera vita, almeno per Wakamatsu che in quell'istante era seduto al posto del passeggero sull'auto che Aomine era intento a guidare nel bel mezzo della pattuglia notturna.
«Ho sentito che il capo ti ha fatto di nuovo i complimenti per il rapporto.» In tutto quel tempo non era mai riuscito a fare a meno di aiutare il proprio partner.
Ogni volta si era ripromesso di non scrivere per lui tutti quei rapporti, ma nemmeno una volta era riuscito a negargli la sua mano.
Se qualcuno li avesse scoperti sarebbero finiti nei guai, ma pur sapendolo non riusciva mai a dirgli di no.
«Una parola di ringraziamento?»
Vedeva il volto di Aomine avvicinarsi lentamente e per lui non fu difficile capire cosa in realtà stesse per fare, ma per Wakamatsu era difficile sottrarsi a quel richiamo e quando le labbra dell’altro catturarono per l’ennesima volta la sua bocca, in quelle gli attimi travolgenti e appassionanti, per lui fu impossibile non accoglierlo e non ricambiarlo.
Ormai quasi non riusciva più a fare a meno dei baci del collega: si sentiva sempre più dipendente da quell'insolito contatto, che ogni volta lo rendevano inerme e incapace di opporre resistenza.
Si staccarono lentamente dalle reciproche labbra e i due partner incrociarono i loro occhi perdendosi nei loro sguardi ed entrambi in quell’istante si sentivano in forte imbarazzo.
«Ti pare il caso di fare una cosa simile in un posto genere?» ogni parte di lui stava ribollendo e tutto quel calore si riversava nelle sue guance che era certo fossero diventare dello stesso colore dei peperoni.
Non sarebbe mai stato in grado di capire il collega e sopratutto quel suo strano modo di ringraziarlo: ogni volta che lo baciava si sentiva sempre più ammaliato dall'altro e il suo cuore si stava riempiendo di affetto per quel bastardo, ma avrebbe mantenuto quel piccolo segreto e non l’avrebbe rivelato a nessuno tanto meno ad Aomine.

NOTE
Partecipa al contest indetto da BlackIceCrystal sul forum di efp.

Stavo già scrivendo questa storia prima dell’iscrizione al contest, ma appena l’ho visto, ho pensato subito di partecipare, anche perché rispecchiava bene il prompt bonus in lista e alla fine ho adatto la storia all’altro che avevo scelto, ma non sono del tutto convinta di averlo usato al meglio, ma mi sono divertita parecchio nella stesura.
   
 
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