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Autore: SimoInvaded    16/02/2009    4 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

Si asciugò le lacrime. “ Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo.”
Scossi la testa. “ Spero proprio di no.” dissi con l’amaro in bocca.
Presi il mio borsone ed uscii mentre Bill restò fermo sull’uscio a guardarmi.
“ Bill!!” Il suo nome risuonò nell’interno del corridoio. Dall’ascensore spuntò una ragazza castana, con un fisico snello. Con uno splendido sorriso sulle labbra, mi superò correndo verso la sua meta.
Mi voltai e la scena che mi si presentò davanti, mi fece perdere battiti al cuore. Bill che teneva stretta fra le braccia la ragazza. Braccia che fino a poco prima, avevano tenuta stretta me.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quindi non preoccuparti

non morirò per l'inganno
ti prometto che non mi vedrai mai piangere
non sentirti in colpa.
 
Feci un altro giro per la suite dorata e piena di decori. Era il nostro rifugio quello. Ogni mese. Sempre la stessa città: Parigi. Sempre la stessa suite: la numero 204.
Sul bordo del letto matrimoniale c’era il mio tanga. Il suo preferito. Pizzo nero. Lo raccolsi per poi metterlo in borsa. I suoi vestiti erano ancora sparsi sul pavimento. Di solito li raccoglievo e riponevo con cura nel suo mini trolley arancio, ma in quel momento non lo meritava. Non l’avrebbe più meritato.
Indossai il mio cappottino di raso nero e mi avviai alla porta della suite.
Proprio in quell’istante sentii la chiave della porta del bagno, girare. Il cigolio della porta stessa e dei passi. Mi voltai verso il bagno e scrutai il profilo di quell’esile figura di fronte a me. Un asciugamano copriva la parte inferiore del suo corpo. Il resto di quest’ultimo, era ancora bagnato...come anche i capelli corvini che ricadevano sulle spalle.
Guardò con espressione indecifrabile i suoi indumenti. Non si aspettava di certo che fossero buttati lì, per terra come stracci. Si voltò alla sua destra incrociando il mio sguardo.
Sorrise. “ Che c’è?” chiese.
Feci spallucce mentre lo vidi abbassarsi e raccogliere tutto.
“ Com’è che i miei vestiti sono qui?” aggiunse.
Posai il mio borsone ai piedi della porta e raggiunsi lui. “ Semplice: Non sarò più la tua schiavetta, caro.” sibilai.
Corrugò la fronte. “ Credevo ti facesse piacere. Sei davvero strana te. Ma dimmi, vai già via? E la nostra passeggiata serale?”
Mi accomodai su un angolo del letto sfatto e recuperai il suo cellulare, lì al mio fianco. Lui si era svogliatamente liberato dell’asciugamano e stava indossando i suoi soliti boxer attillati.
“ Ti vedo nervosa amore, che hai?”
Mi morsi un labbro. Ed io che volevo mascherare quel nervosismo. “ No è che...” sussurrai mentre giocherellavo con il cellulare. Il suo sguardo mi incoraggiava a proseguire. Bene.
“ Vedi prima, ha chiamato una persona sul tuo cellulare ed io ho risposto.”
“ Bene e quindi? Era Tom?” chiese indifferente.
Scossi la testa. “ No, era Dafne.” mormorai appena.
 
“ Chi sei scusa?”
“ Sono Dafne, la fidanzata di Bill. Chi sei tu, scusa?”
Respiro profondamente. “ Io, oh sono una del suo staff. Stavamo pianificando una cosa ma è andato un attimo in camera.” mento.
“ Ah, beh puoi dirgli che tra un’oretta lo raggiungo lì? Dobbiamo parlare del fidanzamento e cose così.”
Silenzio più assoluto. La voce mi muore in gola. Non riesco a spiccicare una sola parola.
“ Hai capito?” aggiunge.
Mi riprendo. “ Certo.” e attacco alla svelta.
 
La fronte di Bill si corrugò e si lasciò sprofondare sul letto. “ Dafne?”
“ Si, lei. Non pensavo avessi la ragazza e che foste in fase di fidanzamento ufficiale. Più che altro, pensavo di essere io la tua ragazza...con le tue frasi sdolcinate e i tuoi Ti amo. Ma si vede che una scopata al mese e una telefonata quando capita, per te non vuol dire stare insieme. Sinceramente neanche secondo me, ma volevo crederci.” dissi tutto d’un fiato.
Si mise a sedere, avvicinandosi a me. “ Io non...”
Lo interruppi. “ Non dire niente Bill. Non preoccuparti per me...preoccupati per lei. Se dovesse vederti in questo stato...” mormorai.
“ Avrei voluto dirtelo..ma sto così bene con te, tesoro.”
Lo fissai. “ E Bill cos’aspettavi? Magari tu ti saresti sposato ed io che continuavo a sperare di vederti. E tu che avresti continuato a stare con me. Per puro piacere.”
“ Vedi è che, non sapevo come dirtelo. L’ho conosciuta quando noi già ci frequentavamo. Quello che provo per lei...è diverso da quello che provo per te.”
Mi alzai con aria disinteressata. “ E Bill...si vede che per me provi solo attrazione. E vabè, ti capisco..” esclamai.
Ci squadrammo per un po’. Svariati secondi in silenzio. Dopo di che, anche lui si alzò parandosi davanti a me. “ Sei sempre così tranquilla. Se reagisci così, vuol dire che non te ne importa niente.”
Lo fissai incredula. “ Ma adesso che c’entra? Dimmi cosa c’entra! Stavamo parlando di quello che hai fatto tu, caro.”
“ Beh, avresti potuto convincermi del fatto che tu sei meglio di lei. Invece parli come se niente fosse...” disse altezzoso.
Odiavo quando cercava di mettermi in difficoltà. Soprattutto se la cosa riguardava i miei sentimenti. Sapeva che l’amavo, che mi ero concessa solo ed esclusivamente a lui, che avevo sempre aspettato con ansia quel maledetto giorno in cui ci saremmo rivisti. Sapeva che dipendevo da lui. Anche se non mi ero mai esposta più di tanto. Non era da me. Non è da me. Il povero bambino viziato vuole conferme?!
“ Bill, non ho niente da convincerti. Se stai meglio con lei e stai meglio visto che siete in quella fase, mi sembra inutile cercare di convincerti.”
Mi avviai verso la porta e la aprii. Mi sentii afferrare per un braccio e mi voltai scocciata.
“ Cos’altro vuoi Bill? Che ti implori di lasciarla perché io ti amo più della mia stessa vita?! Perché senza di te non respiro? Non posso, amore.” mormorai.
Non mi accorsi delle piccole lacrime che solcavano le sue guance pallide.
“ E’ inutile che piangi. Vedi, io non lo sto facendo. Non voglio esser complice di un tradimento, non mi chiedere di continuare come se niente fosse successo.”
“ Allora è finita..” mugugnò.
Sorrisi. “ Certo che è finita.”
“ Mi dispiace..”
“ Del tuo – mi dispiace – non me ne faccio niente. Non hai avuto gli attributi per dire la verità sia a me che a lei. Cresci Bill...tuo fratello non ti ha insegnato nulla? Almeno lui certe cose le ammette. Tu ti nascondi dietro la tua maschera del piccolo Bill che cerca il grande amore. Nel mondo dello spettacolo può anche funzionare, ma in amore no.” dissi mentre la presa al mio polso si allentava sempre di più.
Si asciugò le lacrime. “ Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo.”
Scossi la testa. “ Spero proprio di no.” dissi con l’amaro in bocca.
Presi il mio borsone ed uscii mentre Bill restò fermo sull’uscio a guardarmi.
“ Bill!!” Il suo nome risuonò nell’interno del corridoio. Dall’ascensore spuntò una ragazza castana, con un fisico snello. Con uno splendido sorriso sulle labbra, mi superò correndo verso la sua meta.
Mi voltai e la scena che mi si presentò davanti, mi fece perdere battiti al cuore. Bill che teneva stretta fra le braccia la ragazza. Braccia che fino a poco prima, avevano tenuta stretta me.
Da quella poca distanza riuscivo a sentire anche quello che si dicevano.
“ Piccolo, che ci fai ancora in mutande? Non dirmi che dormivi ancora! La ragazza del tuo staff ti ha avvisato del mio arrivo, vero?”
Ebbi come l’impressione che lo sguardo confuso di Bill si posasse sulla mia persona. Ed infatti stava guardando proprio me. Mi ringraziò silenziosamente con i suoi occhi color nocciola e poi rispose alla fidanzata.
“ Si me l’ha riferito, solo che avevo ancora sonno. Quella di oggi è stata una giornata stancante.”
Sorrisi tra me. Poteva dirlo forte. Peccato che non sarà più così. Non mi farò fregare di nuovo.
“ Perché sei venuta?” aggiunse.
“ Oh non riuscivo ad aspettare fino a domani. Ci sono tante cose da fare!” esclamò Dafne, spingendo Bill verso l’interno della camera e chiudendosi la porta alle spalle.
Sospirando, mi voltai e percorsi il grande corridoio per poi arrivare davanti le porte dell’ascensore, che era già li. Entrai e pigiai il pulsante 0. Mi appoggiai di schiena ad una delle pareti e chiusi gli occhi. In quell’istante, sprofondai in un pianto silenzioso. Per orgoglio non avevo pianto prima ma ora non c’era nessun Bill ad osservarmi.
Non avrei dovuto lasciare che si impadronisse del mio cuore. Ormai, mi era stato restituito distrutto. Praticamente fuori uso. Non so più che farmene di questo cuore ghiacciato.
Usata. Mi sono sentita davvero usata. Ed io che l’ho anche coperto. Di certo non l’ho fatto per lui, però. Ma per lei, non volevo se sentisse come mi sento io ora...Infondo non la conosco neanche. Perché rovinargli una bella storia d’amore?!”
La vibrazione al mio cellulare mi informò dell’arrivo di un messaggio. Lo lessi.
“ Grazie, Ti amo. Bill.”
Iniziai a singhiozzare e lasciai cadere il cellulare per terra. Le porte dell’ascensore nel frattempo si aprirono ed io lì che non riuscivo a muovermi.
“ Claire!” sentii pronunciare il mio nome ed alzai lo sguardo.
Deglutii un groppo di lacrime. “ Tom...” sussurrai.
“ Hai saputo di...di Bill e Dafne, vero?”
Annuii sconsolata. “ Si...”
E non preoccuparti, starò bene
ma lei sta aspettando
l’anello che le hai messo al dito perderà la sua brillantezza
quindi non preoccuparti, sii scortese.
 
E tra le sue braccia potevo finalmente piangere senza vergogna.
 
Ti prometto che non mi vedrai mai piangere.

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Salve. Per prima cosa volevo ringraziare i lettori di questa mia OS, sempre se ce ne saranno.
Ammetto che tutte le mie one shot sono sempre totalmente tristi e con un mancato lieto fine (non sempre però o.o), ma purtroppo le scrivo nei momenti in cui sopraggiunge la  tristezza. Spero vi piaccia.
Vi lascio alla lettura. E commentate in tanti vi prego, il vostro giudizio mi servirebbe molto.
Baci, Simo.


  
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