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Autore: lovingbooks    10/10/2015    3 recensioni
[Modern!AU Highschool setting | Jarida | Già conclusa]
A Merida non è mai importato nulla di quello che gli altri pensavano di lei, fino a quando Jack Frost, uno tra i ragazzi più popolari della sua scuola, non le dice che tutti la considerano la DUFF (Designated Ugly Fat Friend) di Rapunzel, la sua migliore amica e una tra le ragazze più popolari della scuola. Cosa può succedere quando la persona che odi di più al mondo, è l’unica che può aiutarti?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Merida
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 18. Importanti chiarimenti, affetto familiare e vecchie abitudini
 
L’indomani mi svegliai nel bel mezzo del pomeriggio, ancora troppo stanca per alzarmi dal letto. Purtroppo, la mia mente assonnata riuscì a ricordarmi che dovevo parlare con i miei della punizione e dare a questa una motivazione. Mi alzai di malavoglia dal letto, buttando le coperte per terra e andando in bagno solo per lavarmi i denti. Corsi subito di sotto, solo per trovare mia madre e mio padre a parlottare in salotto sul prossimo ritrovo di amici, che si sarebbe tenuto a casa di Sue, la migliore amica di mia madre. Entrai in cucina con i capelli davanti al viso e davvero poca voglia di vivere.
 
“Buongiorno, bella addormentata!” esordì mia madre, mentre soffiava sulla sua tazzina, riscaldando probabilmente il caffè.
 
Risposi con un mugugno e buttai la testa sul tavolo. Li sentii ridere entrambi alle mie spalle, ma alzai il viso solo quando mia madre mi porse la mia tazza di caffè. E iniziai a parlare solo quando ebbi abbastanza caffeina in circolo.
 
“Bene, dobbiamo parlare” iniziai, facendo sedere mia madre su una delle sedie vuote. Quando fui sicura di aver catturato la loro attenzione, iniziai a spiegare quello che era successo ieri sera –tralasciando il tradimento di Hiccup, la storia della DUFF, il mio primo bacio e il mio vero primo bacio. Una volta concluso il racconto, mio padre si passò una mano sul volto, evidentemente stressato, mormorando qualcosa con un tono di voce talmente basso che non riuscì a sentire. Mia madre, d’altro canto, stava per scoppiare da quanto era rossa.
 
“Non posso credere che ti abbia trattata così! Quel ragazzo non mi è mai piaciuto” urlò, per poi aggiungere, vedendo l’espressione di mio padre: “Questo non giustifica il tuo comportamento, signorina!”, solo che non convinse nessuno dei due.
 
Poi se ne andò dalla cucina continuando a parlare da sola e a muovere le braccia in modo isterico. Rimanemmo soli io e mio padre, in un silenzio davvero tanto pesante.
 
“Perlomeno gli hai fatto male?” mi chiese lui.
 
Io sorrisi, stupita, per poi annuire.
 
“Bene” mi disse, sorridendo a sua volta.
 
“Non sei arrabbiato?” gli domandai, giocando con il cucchiaino della mia tazza.
 
Lui scosse la testa e mi guardò.
 
“Ti ho cresciuta forte e so che te la sai cavare da sola. Se pensi di aver fatto la cosa giusta, allora mi fido di te. Solo, per favore, fa che non influenzi negativamente i tuoi voti” mi disse, per poi alzarsi e andare fuori di casa.
 
Io rimasi sbigottita a fissare un punto impreciso del tavolo. Dopo tutto quello che era successo, mi ero dimenticata della promessa fatta a mio padre di prendere bei voti. Lui voleva il meglio per me, lo ha sempre voluto. Fu per quello che, dieci minuti dopo, mi ritrovai nella mia stanza, di fronte alla scrivania, a recuperare tutto il lavoro che avevo perso –ed era davvero tanto. Così, passai il resto della giornata a studiare. Mi fermai solo quando fui abbastanza sicura di ciò che avevo ripassato. Mi addormentai così velocemente che quasi non me ne accorsi.
 
Il giorno dopo continuai a studiare, fino a cena, quando arrivò un ospite inaspettato.
 
Ero tranquilla nella mia stanza a ripassare matematica quando qualcuno bussò alla mia porta. Urlai un “avanti” e vidi spuntare una lunga chioma bionda dalla porta. Sorrisi involontariamente.
 
“Ciao anche a te, Punzie!” le dissi.
 
“Buonasera!” trillò lei, tirando fuori la borsa che nascondeva dietro le sue spalle solo per aggiungere: “Pigiama party!”.
 
Scossi la testa e misi via i libri, grata di aver di nuovo Rapunzel e i nostri pigiama party. La bionda si buttò sul letto mentre finivo di sistemare la mia scrivania piena di appunti e iniziò a raccontarmi tutto quello che mi ero persa su tutta la scuola e sulla sua vita. Ed erano tante cose. Mentre parlava, però, potevo sentire che stava evitando un certo argomento e, solo quando ebbe finito il suo racconto, mi accorsi che non aveva nominato nemmeno una volta il nome di Flinn. Così decisi di tirare fuori l’argomento nel modo più delicato possibile.
 
“È successo qualcosa con Flinn?” le chiesi.
 
Lei prima fissò il soffitto e sbuffò, poi portò lo sguardo su di me, con un’aria falsamente irritata, per poi finire a fissare fuori dalla finestra.
 
“Ci siamo lasciati…” mi rispose, iniziando ad attorcigliarsi delle ciocche di capelli intorno alle dita.
 
Aggrottai le sopracciglia e aspettai un altro momento prima di parlare, cercando di alleggerire la tensione.
 
“E perché?” domandai dopo, sdraiandomi accanto a lei e fissando il soffitto.
 
“Avevi ragione tu, non parlavamo. Così, quando mi sono resa conto di quanto poco sapessi di lui, ho cercato di instaurare una conversazione più volte... solo che non ha funzionato, Flinn si è stancato e mi ha lasciata…” disse, mentre io appoggiavo la testa sulla sua spalla e mi mettevo su un fianco, cercando di abbracciarla.
 
Era una posizione piuttosto scomoda, ma non ci badai più di tanto.
 
“Non volevo dirtelo ieri sera, dato che eri così felice…” continuò, così alzai la testa per guardarla dritta negli occhi, assumendo l’aria più seria che possedevo.
 
“Potevi dirmelo comunque, stupida! Ora facciamo la nostra serata anti-ragazzi e guardiamo commedie su Brad Pitt tutta la notte. Domani è pur sempre festa, no?” dissi io, cercando di farle un sorriso.
 
Lei annuì e io mi alzai per andare a prendere il mio computer, del gelato e delle coperte. La serata anti-ragazzi era nata alle elementari, quando il primo ragazzo di Rapunzel l’ha mollata per Lisa Evans, una bambina davvero troppo viziata per la sua età. La sera della rottura, io e Rapunzel ci eravamo incontrate a casa sua per un pigiama party e lei mi aveva raccontato tutto, così, per tirarle su il morale, decisi di prendere quello che c’era in casa e fare qualcosa. Così la sera finimmo per mangiare il gelato sedute sul suo divano, con le coperte sulle gambe e un film con Brad Pitt, il suo attore preferito, alla tv. Avevamo ripetuto questa serata sin da quel giorno ogni volta che Punzie lasciava un ragazzo o viceversa, e succedeva molto spesso, data la bellezza della bionda. E anche quella sera andò così: gelato, coperta e Brad Pitt. Solo che, per la prima volta, per me non era una serata anti-ragazzi, anzi. Mandai spesso messaggi a Jack, ma poi decisi di spegnere il cellulare e prendermi cura della mia migliore amica. Alla fine, ci addormentammo mentre Angelina Jolie cercava di sparare a suo marito.

 
NOTA AUTRICE
Quinidi...eccomi qui dopo due mesi (così tanti? wow) di assenza.
Ora vi spiego il perché; giusto per rompervi le palle: ad agosto non sono quasi stata a casa. Bugia. Sono stata a casa, ma davvero poco. Poi è arrivato settembre e io vi giuro che volevo postare, ma avevo da finire alcuni compiti delle vacanze (che, indovina indovina, NON HANNO CORRETTO) e poi è iniziata la scuola (il giorno del mio complenno, voglio dire) e CI HANNO RIEMPITI. OTTOBRE È PIENO ED È GIÀ TANTO SE HO IL TEMPO PER ANDARE IN BAGNO. E lo dico sul serio. Grazie al cielo posso respirare facendo altre cose, se non avessi questa capacità straordinaria sarei già venti metri sotto terra.
Non ho proprio nulla da dire, perché ora devo scappare e finire di schematizzare filosofia, ma spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Cioè in realtà vi dico questo: c'è ancora l'epilogo e poi vi abbandono. Forse. Non lo so, deciderò. Insomma, ve lo dico nel prossimo capitolo, che posterò il più presto possibile.
Ah e volevo informare le fans delle pesche che ho una nuova passione: le mele rosse. In realtà, è tutta colpa di una mia amica e dei suoi stupidi audio (Se stai leggendo, ti amo).
Detto questo, scappo in Siberia e tanti bei sogni.
  
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