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Autore: XxChiaraPsychoxX    16/02/2009    2 recensioni
Andrea,Elena,Mattia,Enrico,una band,un mondo a parte...cosa accadrà quando incontreranno gli HIM?Tra amori,litigi e riappacificazioni una storia tutta a tempo di rock!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elena quella notte si era svegliata urlando di gioia. Aveva avuto finalmente l’ispirazione per scrivere delle canzoni. E le era venuto in mente anche il nome della sua band. Il problema era crearla,la band…ma si,ci avrebbe pensato la mattina seguente. Invece rimase sveglia tutta la notte per scrivere,e quando arrivò a scuola non si reggeva in piedi.

“Ehi,Ele”la chiamò il suo compagno di classe,Enrico”oggi sembri un ornitorinco con gli occhi pesti!Forse era meglio se ti mettevi un po’ di fondotinta…”

“Per piacere,Enrico,evita. Sono stata tutta la notte a…ehi,un momento,ma tu non suonavi la chitarra?”

“Si.”disse il ragazzo,con una punta di orgoglio”la suono da oltre otto anni e…””Ok,ok,può bastare”lo fermò Elena”ti piacerebbe suonare in una band?””Sarebbe fico. Impossibile,però…bisognerebbe trovare un tizio che sappia cantare bene,e poi i batteristi,quelli si che sono difficili da trovare,e inoltre…””Enrico,basta. Per quanto riguarda il cantante,ci sono io.””Nah,non ci credo. Fammi sentire.”Elena si accigliò. Lei studiava canto da quando era bambina. Con una faccia imbronciata,intonò Jesus Of Suburbia dei Green Day.

And there’s nothing wrong with me

This is how I’m supposed to be

In a land that make believe

That don’t believe in me

Enrico dovette ricredersi. Elena aveva una voce impressionante,che non era né una voce femminile né una voce maschile. Semplicemente,sembrava nata per cantare. Tuttavia,non voleva dargliela vinta. “Complimenti”borbottò”sei…bravina.”Elena scoppiò a ridere.”Ci sei rimasto secco,eh?Allora,ci proviamo a formare questa band?””Ok,ci proviamo.”

Nella stessa scuola ma qualche aula più in là,Mattia tentava di ripassare gli esercizi che il suo insegnante di musica gli aveva assegnato. Cazzo,anche oggi sarà costretto ad andare impreparato. Tutta colpa di suo padre. Se solo riuscisse a esercitarsi di nascosto con quel maledetto basso…

Più tardi,tornata a casa,Elena entrò in cucina e come al solito trovò un biglietto della madre:”Tesoro,purtroppo farò tardi anche stasera. Il pranzo è pronto,lo devi solo scaldare. Un bacio,mamma.” Elena sospirò,e le venne il dubbio che sua madre riciclasse i bigliettini che le scriveva continuamente. Ormai ci era abituata.”Ma che me ne frega?”pensò sbuffando”Tanto ormai sembriamo due estranee. Perché mi preoccupo solo adesso?”. Detto questo,si rifugiò in camera sua e accese lo stereo. La musica era tutto per Elena;per lei era di più che un semplice miscuglio di parole e note,era un rifugio,un modo per sfogarsi e manifestare le proprie emozioni. Sprofondò la testa nel cuscino,e le vennero le lacrime agli occhi quando le tornarono alla memoria gli avvenimenti di qualche tempo prima.

Da qualche mese i rapporti tra Elena e i genitori si erano fatti sempre più distaccati. A casa non c’era dialogo,specialmente con suo padre. Lui soffriva,anche se non lo dava a vedere.

Poi cominciarono i litigi. La madre di Elena se la prendeva sempre con suo padre,lo accusava di essere colpevole dei mutismi della figlia,gli urlava contro accuse e insulti. Lui sopportava in silenzio. Elena aveva raccolto tutto il coraggio che poteva raccogliere,e gli aveva parlato. Per la prima volta in vita sua,si sentì amata dalla sua famiglia. Le sembrò persino che suo padre avesse sorriso. Avevano parlato per un intero pomeriggio del più e del meno,dei ricordi dell’infanzia,avevano guardato delle vecchie foto. Ma quando il giorno dopo Elena si era svegliata,suo padre era andato via.

Da quel giorno nella ragazza qualcosa si spezzò. Non parlò più a sua madre,e si chiuse ancora di più in se stessa. Si era ripromessa di trovare suo padre,dovesse andare fino in capo al mondo. Ma sapeva dentro di se che questo era impossibile.

Elena si asciugò le lacrime. Nello stereo,i Guns’n’Roses cantavano:

She's got a smile that it seems to me
Reminds me of childhood memories
Where everything
Was as fresh as the bright blue sky
Now and then when I see her face
She takes me away to that special place
And if I stared too long
I'd probably break down and cry

La ragazza saltò giù dal letto,decisa a non farsi sopraffare dal passato. Ora aveva un unico fine,ossia trovare il bassista e il batterista per la sua band.

Molto lontano da lì,in periferia,Andrea stava suonando un pezzo alla batteria. Si era appena trasferito nella città,e questo non gli andava proprio giù. Come se non bastasse,sua madre l’aveva convinto a iscriversi al Liceo Classico.”Che vita schifosa”pensò Andrea,picchiando più forte sulla batteria”se avessi una band potrei sfogare meglio la mia rabbia…ma che le ho scritte a fare quelle canzoni,tanto non interessano a nessuno …”

Il giorno seguente,Mattia aveva la testa tra le nuvole:pensava a ciò che gli aveva detto il suo insegnante.”Mattia,lo so che tu sei pieno di talento e di volontà,ma se tuo padre non paga la retta,non puoi continuare a suonare.”Quando aveva sentito quella frase,gli erano salite le lacrime agli occhi. Suo padre era un’insensibile,non capiva che per lui la musica era tutto. Tre anni fa aveva superato il limite,spaccandogli il basso proprio davanti ai suoi occhi.”Questo coso fa solo casino!”urlava.”Smettila!Smettila,idiota!!”.Mattia era rimasto pietrificato dalla paura. Da allora,tornava a casa solo per dormire,e tutto il suo tempo lo trascorreva dai suoi amici. Ma da qualche tempo lo avevano abbandonato anche loro;aveva scoperto che ormai era conosciuto come “il figlio dell’alcolista”. Immerso com ‘era nei suoi pensieri,non si accorse del ragazzo cal quale andava a sbattere,facendogli cadere tutti i fogli che aveva in mano. “Ehi,guarda dove vai!Oggi non è proprio giornata… odio questo posto…”disse Andrea,raccogliendo i suoi scritti. Mattia tentò di scusarsi.

“Senti,io…”

“Fa niente,compare. Il fatto è che mi sono appena trasferito qui,mia madre mi ha costretto ad andare in questa fottuta scuola,e ieri ha sclerato contro la mia batteria…non vule che io la suoni…” Mattia non credeva alle proprie orecchie. “Davvero?Amico,siamo sulla stessa barca. Io suono il basso,ma mio padre non vuole.”I due si presentarono e si diressero verso le rispettive classi. Intanto,Elena ed Enrico appendevano un annuncio,sperando che qualcuno lo leggesse. Quanti bassisti e batteristi amanti del rock potevano esserci,in un Liceo Classico?

  
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