CAPITOLO 1
Il vento gli soffiava tra i capelli, adorava quella sensazione. Stare davanti
al mare a contemplare il paesaggio con i suoi due amici…niente
di più bello. I suoi occhi color zaffiro fissavano il cielo tramontare.
- Non sarà un po’ tardi? - Chiese una ragazza dai capelli color del fuoco e due
grandi occhi viola, con uno sguardo dolce.
- Naa…non saranno nemmeno le sette…
- Le rispose un ragazzo dai capelli argentati che splendevano come il prezioso
metallo da cui prendevano il colore e due occhi color acquamarina.
Erano Kairi e Riku, gli inseparabili amici di Sora, il custode della Keyblade. Era un ragazzino bassino
ed esile, con dei capelli arruffati e castani, molto chiari, due occhi
splendidi, quasi irreali, blu intenso. Lui viveva lì, nelle isole del destino,
con Riku e con Kairi. Indossava una maglia arancione gaio e dei pantaloncini neri…non i suoi vestiti abituali. Ma era in vacanza, non
doveva indossare per forza le sue tute “speciali” che metteva nelle sue
missioni. Vacanze si, ma s’intendono da missioni pericolose, perché aveva
ripreso dopo un po’ ad andare a scuola, con corsi di recupero da fare il
pomeriggio, con Riku e Kairi. Il Re, quel topo che un po’ tutti conosciamo con
nome di “Topolino” o “Mikey”, un topo molto buffo
all’apparenza ma molto forte, aveva regalato a tutti e tre una Gummyship da spartire tra loro. Era una navicella grigia,
uno degli ultimi modelli, andava spedita, aveva l’immancabile stemma del Re, e
serviva per andare da un mondo all’altro…La città di
mezzo, Radiant Garden, La Giungla Profonda, Agrabah, Il Monte Olimpo, Atlantica, Il Paese delle
Meraviglie, La Città di Halloween, L'Isola che non c'è, Il Bosco dei Cento
Acri, Crepuscopoli, La terra dei dragoni, Il castello
della Bestia, Port Royal,
Le terre del branco e altri…c’era un infinità di
mondi al di fuori di quello, delle Isole del destino, e Sora aveva salvato
questi mondi più di una volta, oramai le avventure erano il suo pane, adorava
il pericolo, ma non troppo, amava combattere, dimostrare che era degno
dell’impegno che doveva rispettare.
Aveva un cuore puro, era dolce, amichevole, ingenuo e soprattutto, era
profondo.
- Kairi ha ragione, per quanto adori il tramonto è meglio andare a casa…non ho ancora fatto i compiti! - disse sorridendo.
- Ma Sora, dobbiamo studiare se vogliamo recuperare…
- Kairi si fermò appena vide Riku sorridere.
- Avanti Kairi, non c’è niente da recuperare, copierà i compiti da me - Disse
il ragazzo più grande.
- Io ti adoro Riku! - Sorrise Sora. Dopo di lui anche Kairi, i suoi ragazzi
erano più uniti che mai, vederli così la rendeva felice, ma allo stesso tempo
malinconica, era gelosa un po’ di tutti e due.
Tornarono a casa di Riku e Sora copiò i suoi compiti. Quel ragazzo, dopo tutto
quello che aveva passato, doveva anche studiare?No, era troppo, veniva molto
più comodo copiare i compiti da Riku.
- Finalmente abbiamo finito…che pa...schifo
la scuola - Sbuffò Sora.
- Non dire così, io penso che la scuola sia forte, insomma, è sempre un posto
in cui stiamo insieme - Aggiunse Kairi sorridendo.
- Io penso sia una gran perdita di tempo…dopo tutto
quello che abbiamo imparato negli ultimi due anni, la scuola non ci rende per
niente più maturi o intelligenti - Riku aveva spesso un’espressione tenebrosa,
o, a volte, una più scherzosa. Era un ragazzo molto bello, era alto, e la sua
figura rendeva più sicuri. Non c’era nessuno che non lo adorasse, le ragazze
stravedevano per lui, gli amici pure, piaceva persino ad alcuni ragazzi. Come
del resto anche Sora e Kairi, che non avevano però lo stesso temperamento di
Riku. No, loro erano più esuberanti, mentre lui era serio e pacato.
I suoi amici a quell’affermazione sorrisero.
Erano le otto e dieci, era più di un’ora che erano sui libri. Era il momento di
svagarsi un po’.
- Vi va di venire a dormire da me? - Propose Sora.
- Si!Non è una cattiva idea!Tu che ne pensi Riku?
- A me va bene.
- Ok!Allora mentre voi andate a prendere la vostra roba io vado ad avvertire
mia madre che venite.
E corsero ognuno nelle rispettive case. Kairi adorava andare a dormire da Sora
o Riku, sentiva di avere qualcuno vicino, e si divertiva in loro compagnia.
Nonostante i suoi migliori amici fossero entrambi maschi lei aveva dei modi di
fare molto femminili e quasi raffinati, eh beh, certo, in fondo era una
principessa.
E mentre Riku e Kairi si preparavano per andare da Sora, a Radiant
Garden, Leon stava conversando con Yuffie.
- Ma perché proprio a Night Town? - domandò la ragazza.
- È un posto tranquillo, e poi mi ci trasferisco solo temporaneamente. - Le
rispose Leon.
- Certo che sei strano,non ti capisco. - Osservò lei.
- Sarà…però non so, Radiant
Garden in questo periodo…insomma, mi sembra vuota, ho
bisogno di un po’ di tempo per capire se il prossimo nemico è forte…quanto è forte e che intenzioni ha. Anche se, certo,
da solo non farò un lavoro eccellente.
- Vuoi che venga con te? - Gli propose
- Ma figurati, resta qui e divertiti con gli shuriken
Yuffie, non voglio farti pesare anche le ricerche.
- Farmi pesare?Io sono fortissima!!
In quel momento, in quella conversazione, s’intromise anche Cloud.
- Si…fortissima a causare guai…
- Scherzò Cloud
- Parla proprio chi si ci mette sempre dentro! - controbatté lei
- Non ha molto torto, Yuffie - disse Leon sorridendo
in modo amichevole alla ragazza, beh, che dire, si sapeva quanto fosse combina
guai. Non che Leon non la volesse, ma stare solo sicuramente non gli avrebbe
fatto male.
- E vai via tutto solo? - Chiese Cloud.
Cloud, era un ragazzo tenebroso, almeno il triplo di quando lo fosse Riku,
Leon, anche lui, ma un tantino meno di Cloud. Erano entrambi due bellissimi
ragazzi, Leon sui vent’anni e Cloud sui ventiquattro. La differenza d’età, per
quanto piccola fosse, non si notava minimamente. Avevano gli occhi quasi dello
stesso colore, forse Cloud li aveva un po’ più chiari, ma erano di entrambi
azzurri, come il cielo. Cloud aveva una capigliatura molto particolare e dei
capelli dorati che risplendevano al brillare del sole, mentre Leon li aveva più
ordinati e castani. Non erano tanto diversi, ma Cloud era decisamente più serio
di Leon.
- Si…vi creerei solo fastidi
- Vengo anche io - Gli disse il biondo.
- E perché vorresti venire? - gli domandò l’altro.
- Per aiutarti…non dimenticarti , Leon, che un aiuto
non fa mai male.
Il più giovane ci riflettè, in effetti avere come
aiuto Cloud non poteva che rendergli la vita più semplice…del
resto, chi se non lui poteva aiutarlo?
- Sei sicuro?
- Certo.
- Ok, allora partiamo sta sera alle 10, prepara le tue cose. - La cosa buffa
era che Cloud gli sorrise, Cloud, che non sorrideva nemmeno se gli facevano il
solletico. Leon si chiese perché gli sorrise…la cosa
ovviamente non gli dispiacque…anche perché Cloud
quando sorrideva era radioso, più bello del solito.
- Ma allora vai anche tu? - Chiese Aeris rivolgendosi
a Cloud.
- Si…vedrai che non sarai sola, ci sono anche Yuffie e Tifa qui. - Le rispose il ragazzo.
- Ok, fatti sentire appena arrivi…
- Ok…
Infatti Aeris era sempre più innamorata di Cloud, e
con lei anche Tifa, ma, ahimè, il ragazzo in quel periodo era preso da ben
altro che Aeris o Tifa…già…da
ben altro.
- Tu pensi che questo nuovi nemici…insomma…attaccheranno
presto? - Gli chiese enigmatico Leon, si trovavano nella stanza del biondo, per
preparare i bagagli.
- Non è da escludere…sinceramente era troppo bello
poter credere di non avere un nemico per così tanto…
- Appena arriviamo ci riposiamo , Cid ci presta la
casa che ha lì per un po’ - riprese Leon – lui deve sbrigare degli affari a Crepuscopoli.
- Meglio così…finirebbe solo per parlare di pezzi di
navicelle.
Erano le nove, Cloud e Leon si preparavano alla partenza, mentre Riku e Kairi
arrivarono a casa di Sora nello stesso momento. Lei lo fissò, era così bello,
lui notò di essere fissato, mentre aspettarono che Sora venisse ad aprire, le
chiese:
- Perché mi fissi?
- Io?Ah, no, niente sai, non c’è altro da fissare - la ragazza aveva
un’espressione imbarazzata - ah!E comunque ho una missione per te e Sora!
Sora aprì giusto in quel secondo:
- Oddio…non un’altra, perfavore,
e io che pensavo di stare un po’ tranquillo – disse scherzoso il ragazzo - Dai,
entrate.
Riku e Kairi entrarono, Riku si andò a distendere nel divano come se fosse casa
sua. Kairi rise dell’atteggiamento che aveva.
- Scusa Riku ma…sei stanco? - gli chiese l’amico.
- Perché me lo chiedi?
- Non so…me ne sono accorto questo pomeriggio, hai un
viso sciupato.
- Ahh, non è niente, dormo poco.
- E perché? - chiese Kairi.
- Perché sto tutta la sera a Chattare,che domande.
- Riku… - riprese Kairi.
- Riku niente, guarda che è vero - le fece notare Sora - solo che,in più, la
notte non dorme completamente...anzi, non dorme mai, quindi non è vero che
dorme poco
- E come fai a dirlo? - gli chiese l’amico.
- Perché ti conosco troppo bene.
Davvero, Riku era stanco?Kairi non se n’era accorta, mentre Sora si. Questo
perché?Se lo chiese, ma non raggiunse una conclusione. Forse,lei non era
abituata a capire lo stato d’animo di una persona. No, non era quello il
motivo. E allora quale?
Sora, quella sera, in cui la madre era uscita, aveva ordinato fast food. Scherzarono e sorrisero tutta la sera, per
addormentarsi circa verso le undici, ma non tutti. Riku infatti era restato
sveglio. Dato che Sora e Kairi si erano addormentati in soggiorno, li portò
nella camera da letto del primo, così che stessero comodi e non sentissero
freddo. Lui restò lì, nella camera di Sora, nel suo sacco a pelo, a guardare
enigmaticamente la luna che si riusciva a vedere benissimo dalla finestra della
stanza. La contemplò. La luce che emanava quella sera era poca,e molte nuvole
si affiancavano a coprirla.
“Ognuno è come la luna” - pensò - “Celiamo una nostra parte agli altri, ma lui
non è così” - si voltò verso Sora, per lui, l’amico era speciale, era sincero,
leale, dolce, affettuoso, esuberante, buffo, talvolta impacciato…ma
era Sora, quella era la cosa che contava di più per Riku.
Al mattino, Sora si svegliò, svegliato dai raggi del sole. Riku era ancora
sveglio, ma non poteva certo immaginare che non aveva dormito la notte. Kairi
dormiva, beata, accanto a Sora, lui non se la sentì proprio di svegliarla, si
voltò verso Riku e cominciò a parlargli con voce quasi insensibile
- Hey, dormito bene? - Chiese al ragazzo dai capelli
argentei.
- Come un angioletto beato, tu?
- Non c’è male, anche se lei si prende tutte le coperte - disse scherzosamente
riferendosi all’unica ragazza che c’era nella stanza.
- Andiamo a fare colazione Riku?
- Non vuoi aspettare che la principessa si svegli?
- Ti prego, sto morendo di fame - lo stava praticamente pregando di scendere
giù, alla fine, Riku lo accompagnò. Era difficile dire di no ad un essere tanto
amabile come Sora.
La mamma di Sora non era tornata, ma aveva lasciato un messaggio alla
segreteria telefonica nel quale gli diceva che sarebbe restata da sua zia
ancora per un po’.
- E se organizzassi una festa?
- Non puoi aspettare il tuo compleanno?
- Ma è tra un mese!
- Eh allora!
Scoppiarono a ridere, mentre Sora preparava dei tost,
del latte per lui, del thè per Kairi e del caffè per
Riku, l’ultimo citato guardava un po’ di tv, come ad esempio qualche anime o
qualche notizia al telegiornale.
- Sai che - urlò a Sora ch’era nell’altra stanza – Leon si è trasferito con
Cloud a Night town?
- EHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH??!!!
- Calma!Guarda ch’è vero!Mi ha inviato un sms ieri Leon.
- Ma questa è una notizia stupenda!!Night Town, anche se non ci sono ancora
stato, so che è decisamente più vicina di Radiant
Garden!Potremo invitarli qualche volta!
- Ma è provvisorio…devono fare delle ricerche.
- Di che tipo?
- Non ne ho idea, ricerche. Punto.
- E che senso ha trasferirsi lì?Si fanno ricerche migliori che a Radiant Garden?
- Dicono che essendo sempre notte e comunque essendo un mondo quasi isolato,
non c'è nessuno che dovrebbe intorrompere le
ricerche, poi lì c'è una biblioteca dieci volte quella della fortezza, e poi,
dicono che è facile che se ci saranno nuovi nemici, partiranno da lì...sai...è
un mondo...
- Oscuro o cose del genere?
- Esatto Sora.
- E non sarà rischioso?
- Si ma è l'unico modo per saperne di più.
Scese anche Kairi che si strizzò l’occhio, vedere Sora e Riku di prima mattina
era davvero un bello spettacolo.
- Buongiorno Kairi - sorrise Sora.
- Ciao Kai, dormito bene? - Chiese Riku.
- Benissimo!Le coperte erano superconfortevoli!
“E certo, le tenevi tutte per te” - pensò Sora.
- Ah, mi hai preparato il thè?
- Al limone, come piace a te.
- Grazie Sora!
- Figurati, ecco.
Il ragazzino si rivolse anche verso Riku col caffè in mano, e glie lo porse.
- Ma perché bevi caffè?
- Non so…mi piace?
- È amaro e ingiallisce i denti, e rallenta persino la crescita.
- Nel mio caso non c’è bisogno di crescere, tu invece non dovresti proprio
prenderne - disse in tono provocatorio.
- Vuoi la guerra? - Sora gli saltò addosso e al posto di fargli del male lo
abbracciò.
- Ehi…avresti dovuto rispondere con una sottospecie
di pugno.
- Noo!!Perchèè!?Io non ti
farei mai del male!
“Come se i tuoi pugni facessero male…” - Riku vedeva
quanto Sora lo adorasse, era evidente. Gli faceva tanta tenerezza, con quel
faccino dolce e ingenuo, e con quella sua buffa capigliatura.
- Tua mamma? - chiese Kairi.
- Dalla zia ancora per un po’, ho la casa libera.
- Avanti, prepariamoci o arriveremo tardi. - Gli altri due annuirono.
La loro scuola era poco distante dalle loro case, vicine tra loro. Sora detestava
categoricamente la divisa, non era lui in quei pantaloni a scacchi blu e
verdi e quella camicia bianca e semplice fuori moda. Voleva una delle sue
mitiche tute. Kairi adorava la divisa, anche perché effettivamente le stava
molto bene. A Riku, invece, non faceva né caldo né freddo.
Quando i due ragazzi passavano, le ragazze si giravano ed invidiavano Kairi,
perché aveva la fortuna di poter sempre stare con loro. Tutte vedevano Riku
come uno splendido principe azzurro e Sora come un bellissimo eroe. Il più
piccolo odiava tutte quelle attenzioni. Basta che passava, e tutti si voltavano
per guardarlo.
Erano le nove. Avevano educazione fisica a prima ora. Riku e Sora andarono a
cambiarsi negli spogliatoi. Sora notò una cosa.
- Che ti sei fatto al polso?
- Niente…
- Fa’ vedere!
Riku gli porse il polso, aveva un graffio che sembrava piuttosto profondo. Sora
lo guardò preoccupato.
- Ti fa male?
- No
- Riku…dimmi la verità
- Solo un po’…
- L’hai disinfettato?Ma quando te lo sei fatto?
- Ieri sera per sbaglio...
- E come mai non me ne sono accorto?
- Beh, non lo so, mi è scivolato e poi l’ho raccolto, tu probabilmente eri
girato.
- AHHH!!Mi sento in colpa!
- Perché?
- Perché si!!Hey!Non puoi mica fare educazione fisica
così!
- Devo solo correre e calciare…non mi sembra che
debba usare il polso.
- Si però…sei sicuro?
- Si Sora, non ti preoccupare.
Anche i ragazzi invidiavano il rapporto che c’era tra di loro. Molti,
segretamente, avevano una bella cotta per Sora, altri erano completamente presi
da Riku. Erano entrambi così belli, che persino i maschi ne erano innamorati.
- Certo che hai una bella fortuna! - Disse la ragazza che correva accanto a
Kairi.
- Eh?
- Intendo…ad avere per migliori amici i ragazzi più
carini della scuola!
- Ah…quello!
- Si!Quello!Cavolo…certo che tu hai proprio tutto
ragazza mia
- Hai ragione!Ho proprio tutto!!
- E il bello è che lo ammetti! – disse sorridendo l’amica.
- Certo!Non dovrei?
- KAIRI!SHIZUKA!PIÙ VELOCIIIII!!
- Si professore!!!
Dall’altra parte del campo, la squadra di Riku e Sora aveva vinto la partita di
calcio. Erano entrambi sudati, i loro compagni li acclamavano, entrambi
sorridevano. Che cos’era il calcio rispetto ai pericolosi nemici che avevano
affrontato?Nulla. Era una passeggiata per loro.
In quel momento, Sora ricevette un messaggio, da un numero sconosciuto…