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Autore: Robigna88    11/10/2015    2 recensioni
MEGA CROSSOVER TRA Supernatural/The Originals/The Vampire Diaries/Constantine
Quando Elijah viene rapito da sua madre, Esther, e Mikael torna di nuovo dal regno dei morti intenzionato ad eliminare Niklaus, quest'ultimo, come il minore dei Winchester, sa non gli resta altro da fare che chiamare i rinforzi.
Quando Dean diventa Demon-Dean, Cass sta per esaurire la sua grazia e Sam si ritrova da solo nel momento peggiore della sua vita, sa che c'è solo una persona che può aiutarlo.
I rinforzi hanno due begli occhi nocciola, le fossette sulle guance, un caratterino per nulla facile e si chiamano Allison Morgan.
Riuscirà Allison ad aiutare la famiglia degli Originali e la famiglia dei cacciatori? E quanto la sua presenza peserà sui vari equilibri?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Penultimo capitolo di questa grande avventura. A presto con l'ultimo :) buona lettura, Roby.

PS LEGGERO RATING ROSSO ALLA FINE DEL CAPITOLO.



TFBEA


30.

 

 

 

 

 

Uccidere la strega che Josephine le aveva chiesto di levarle di torno, era stato semplice, forse fin troppo. Allison non aveva mai avuto grossi problemi con le streghe, ma quella volta era filato tutto in modo così liscio da destare sospetto.

Sì, aveva avuto l’aiuto di Cass, arrivato dal Kansas proprio per darle una mano, e per aggiornarla sulle condizioni di Dean che, a quanto le aveva detto, erano disastrose, ma era stato comunque troppo facile.

Si ripromise, mentre camminava verso l’auto con Castiel, di andare a trovare i Winchester appena possibile. Di capire che fine aveva fatto Charlie dopo la sua partenza per l’Italia e di mettersi a cercare una soluzione per il suo amico. A quel punto anche qualcosa capace di fargli guadagnare tempo sarebbe stato sufficiente.

Ora però doveva pensare ad un’altra cosa, una cosa che si era ripromessa di fare dopo il suo primo incontro con Josephine. Una cosa che non le era stata chiesta ma che sentiva dentro.

Cass,” gli disse mentre lui posava alcune cose sulla sua auto. “grazie per avermi aiutata con questa strega.”

L’angelo si strinse nelle spalle e abbozzò un sorriso. “Non c’è bisogno di dirmi grazie,” le disse. “E oltretutto è stato un gioco da ragazzi.”

“Già,” Allison si guardò indietro, con gli occhi puntati su quell’edificio dentro il quale aveva prestato fede alla promessa fatta all’anziana donna che comandava le streghe di New Orleans. Poi sorrise a Castiel “Come rubare caramelle ad un bambino.”

Lo sguardo che ricevette in ritorno era confuso e per riflesso anche lei corrugò la fronte.

“Cosa?” domandò. “Credevo che Metatron ti avesse trasformato in una specie di database della cultura pop. Non dirmi che non conosci l’espressione rubare caramelle ad un bambino.”

“La conosco.” Castiel chiuse le mani nelle tasche dell’impermeabile, alzò gli occhi al cielo per qualche secondo e poi guardò di nuovo Allison. “È solo che la trovo senza senso.”

“Come la maggior parte dei modi di dire” affermò la cacciatrice legandosi i capelli in una morbida coda di cavallo. “Cass, vorrei chiederti un altro favore prima che tu vada.”

“Qualunque cosa.”

“Ho bisogno del tuo aiuto per… sistemare qualcosa di rotto.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Il maggiordomo li fece accomodare in salotto mentre andava a chiamare la padrona di casa che già dormiva. Allison guardò l’antico orologio a pendolo posizionato all’angolo della stanza e si rese conto che effettivamente era un po’ tardi; quasi le due del mattino.

Non ci aveva fatto caso mentre guidava a velocità moderata verso la città, Castiel dietro di lei su un’auto scassata ma su cui sembrava sentirsi particolarmente a suo agio.

Mentre aspettavano che Josephine scendesse, seduti su quel divano ordinato, nel silenzio di una casa che sembrava la versione elegante di quella dentro la quale avevano cacciato, Allison ripensò al giorno in cui gli aveva dato una lezione di guida. Allora Dean gli aveva già insegnato le nozioni base, Sam lo aveva fatto esercitare e lei era arrivata solo per migliorare il tutto.

Era stata una giornata divertente, come non ne vedeva da parecchio.

“La signora sarà da voi tra qualche minuto. Posso portarvi qualcosa da bere nel frattempo?” parlò il maggiordomo interrompendo i suoi pensieri.

Entrambi Cass ed Allison scossero il capo mentre lei tirava fuori dalla tasca della giacca il suo cellulare. Un messaggio di Enzo sul display la avvertiva che si tirava fuori da quel piccolo piano che prevedeva di fingersi un alleato di Matt per scoprirne le mosse.

Ho cose più importanti di cui occuparmi recitava il testo. Ma spero che tu te la cavi, bellissima. Subito dopo un altro avviso, un nuovo messaggio da parte dello stesso mittente. Lo so, ti devo ancora un favore…

Allison serrò le labbra stringendo forte il cellulare in mano prima di spegnerlo e rimetterlo in tasca. Fu allora che Josephine arrivò in salotto, elegante e con i capelli raccolti, anche a quell’ora di notte.

“Signorina Morgan,” le disse sorpresa. “Nonostante lei mi sia particolarmente simpatica, non credo che una visita a quest’ora sia appropriata.”

“Mi dispiace Josephine” si scusò l’altra. “Ma era piuttosto urgente e non sono sicura di avere molto tempo a disposizione.”

Lo sguardo dell’anziana signora si fece confuso prima di poggiarsi su Castiel. “Lei è?” gli chiese.

“Lui è Castiel,” rispose Allison avvicinandosi alla donna. “È qui per sistemare le sue mani.”

E uno sguardo alle mani della donna fu sufficiente a far capire a Cass cosa dovesse fare.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Le aveva detto che la amava, ma lei non aveva risposto. Almeno non a parole… perché quel bacio, quel bacio era stato la risposta migliore che potesse dargli. Eppure dopo quel momento, due sere prima, era sparita. Quando aveva provato a telefonarle non aveva risposto, e solo dopo ore lo aveva avvertito con un messaggio di testo che si stava occupando con Castiel di quella strega che Josephine le aveva chiesto di uccidere.

Si stava portando il telefono all’orecchio, per chiamarla di nuovo, quando lei avanzò nella stanza fasciata da un paio di jeans scuri che mettevano in risalto le sue forme.

Allison” le disse alzandosi per andarle incontro.

Lei lo scrutò da capo a piedi e sorrise. “Quindi è così che dormi di solito? Con i pantaloni di una tuta e senza maglietta? Ed io che credevo che dormissi indossando uno di quei pigiami di seta color blu diplomatico.”

“E perché lo pensavi?

“Non lo so,” ammise lei sedendosi sul grande davanzale della finestra. Fuori un vento fortissimo minacciava l’inizio di un temporale. “Abbiamo dormito diverse volte insieme ma ogni volta che è successo, l’uso dei vestiti non era contemplato e quindi ho iniziato a far galoppare la fantasia. Un pigiama di seta mi sembrava da te.”

Elijah accennò una risata avvicinandosi a lei. Con delicatezza le accarezzò le cosce allargandole piano, per farsi largo tra di esse. “Per una volta direi che ti sei sbagliata.”

“Sì, succede anche ai migliori a volte” disse lei poggiandogli una mano sull’addome nudo, sentendo un brivido pervaderla per intero quando i loro corpi entrarono in contatto. “Ho alcune richieste prima.”

Lui le baciò delicatamente le labbra, poi annuì. “Parla pure.”

“Abbiamo, o comunque stiamo per intraprendere una relazione, giusto?”

“Corretto.”

“Bene,” Allison gli baciò il collo ed il mento prima di continuare. “Affinché funzioni dobbiamo stabilire qualche semplice regola.”

L’Originale fece cenno di sì col capo mentre un calore lo scaldava e il suo corpo reagiva istintivamente al profumo che lei emanava.

“Primo, nessun segreto. Ci diremo tutto, anche se sapremo che l’altro non sarà d’accordo, anche se probabilmente ci arrabbieremo l’uno con l’altra. Nessun segreto” la donna alzò le braccia invitandolo a sfilarle la maglietta e lui lo fece facendo poi scorrere il dorso di una mano sulla parte di seno destro libera dal reggiseno.

“Nessun segreto” ripeté sbottonandole i jeans.

“Secondo, ci preoccupiamo l’uno per l’altra, ma rispettiamo i reciproci spazi. Io mi fiderò delle tue scelte e tu ti fiderai delle mie. Magari ne discuteremo, ma non dobbiamo mai dimenticare che indipendentemente da tutto, io so ciò che faccio e…beh anche  tu sai ciò che fai.”

“Non ti dirò mai e poi mai cosa fare. Capito.”

Allison rise facendo leva sulle braccia per sollevare il bacino e permettergli di sfilarle i jeans. Elijah tirò via anche gli slip, poi lasciò che lei slegasse i laccetti dei suoi pantaloni e lentamente li facesse scendere giù per le gambe.

“Sei sveglio, Mikaelson. Hai saputo leggere tra le righe.”

Il vampiro sospirò, le prese il viso tra le mani e disegnò il contorno di quelle labbra rosate con la punta della lingua. “Hai altre richieste?” le domandò facendo scivolare le mani fino a fianchi.

“Dimmelo di nuovo,” la voce della donna divenne un sussurro mentre lui lentamente le scivolava dentro, stringendosela addosso, facendo aderire perfettamente i loro corpi.

Elijah diede la prima spinta. “Cosa?” le chiese intrecciando le dita alle sue e sollevandole le braccia in alto, bloccandole contro il vetro freddo della finestra.

Allison gemette, chiuse gli occhi mentre il respiro diventava affannoso sotto le spinte decise ma gentili dell’Originale. Quelle labbra che le baciavano il collo, l’incavo tra i seni, la bocca… lasciavano una scia di fuoco al loro passaggio. “Che mi ami” riuscì a dire mentre i gemiti si rincorrevano nel silenzio della stanza, mentre il freddo della finestra dietro la sua schiena si faceva bollente.

Lui le strinse di più le mani, affondando la lingua dentro la sua bocca, in un bacio forte, intenso, appassionato. Si perse in quella danza calda e umida di cui non avrebbe più saputo fare a meno e le lasciò le mani per stringerla ancora di più. “Ti amo tantissimo” le sussurrò staccandosi dalle sue labbra.

Le mani di Allison si persero tra i suoi capelli, stringevano di più ad ogni spinta, seguendo quel violento piacere che sentiva nascerle dentro.

“Ti amo anche io” rispose stavolta, un attimo prima che l’orgasmo la scuotesse facendola gemere profondamente.

Elijah la seguì dopo pochi secondi; le dita strette sulle sue cosce, il viso perso tra i suoi capelli. Si sentì felice, come non si sentiva da secoli, mentre le dita affusolate della donna che amava gli accarezzavano la nuca.

Con decisione la tirò su e portandola in braccio la poggiò sul materasso con una veemenza che la fece ridere e poi tremare di nuovo di piacere.

   
 
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