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Autore: OmbraClandestina    17/02/2009    1 recensioni
Dopo quasi un mese di silenzio poetico. Ecco una poesia che è scaturita dalla lettura di alcuni miei versi precedenti sulla volontà. Il componimento si propone (invano) di canonizzare (o scardinare?) una certa teoria che molto mi affascina.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho inciampato
nel ritrovo umido
e amniotico
del mio essere

volontà non voluta
e per questo
penetro il nulla.

Ho inciampato
nel mio diritto
di esistere.

Incautamente
ho annuito
al rovente no
che sprezzante
trafigge
le nostre
rappresentazioni.

Il mio occhio
è la mia volontà di vedere.

Ma non so
se il mio corpo
che si spegne
sarà la mia volontà
di morire.

E il fallo?

Rappresenta
la volontà
dello stupro?

O dell'amore?

  
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