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Autore: Rota    12/10/2015    2 recensioni
[InsideOut!Au - SouMako week, Day 2: Au/CrossOver]
Disguskoto ammira da una posizione privilegiata la vita di Makoto Tachibana, sorseggiando caffé tutto il tempo e provando odio per quasi tutto ciò che lo circonda - quasi tutto, tranne Sousuke Yamazaki.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Tachibana, Sosuke Yamazaki
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Day 2: Alternative Universe/Crossover
Partecipa alla Challenge indetta da IMmatura sul forum di EFP La linea sottile... tra AU e Crossover
Note autore: Premessa. Io avevo fatto cose per questa week, a cui tenevo anche parecchio. Non sono riuscita a finire in tempo e quindi ho tenuto i prompt per altre cose, sempre SouMako, che pubblicherò successivamente. Intanto, però, metto questa online, dal momento che è già pronta ùù/
Ho pensato davvero tanto a questo day, perché per giorni mi sono venuti in mente solo scenari al limite dell'angst. Fortunatamente, mi è venuto anche questo, che è quel qualcosa di più vicino al fluff tra tutte le opzioni della mia mente.
Per intenderci, tutti i personaggi che finiscono in -koto sono le emozioni di Makoto, ovviamente. Quelle che finiscono in -suke sono invece le emozioni di Sousuke.
Spero vi piaccia.
Buona lettura (L)

 

 

 

 

 

 

 

Disguskoto rimane appoggiato con la spalla alla parete scura della corteccia cerebrale, a guardare piuttosto annoiato Giokoto e Paukoto parlottare e confabulare come al solito davanti alla console emotiva del loro ragazzo preferito. Sorseggia caffè, molto lentamente, per ricordare a se stesso come il mondo possa fare molto schifo, a cominciare dalle piccole cose – come Makoto, anche Disguskoto e tutti gli altri Koto amano il dolce, lo venerano e lo adorano.
Sente di tanto in tanto dei borbottii piuttosto contrariati venire da dietro di lui, e quando si volta a guardare Rabbikoto lo trova come al solito nel suo angolino isolato a costruire castelli di carte, aspettando di raggiungere un'altezza adeguata per distruggere tutto e infierire sul cadavere della costruzione appena ribaltata.
Povera e misera esistenza. Se non fosse Disguskoto, probabilmente proverebbe pena per quell'essere inespresso, a cui è vietato persino risiedere nel subconscio, ma così non è e quindi si limita a guardarlo dall'alto della sua posizione privilegiata. Almeno, a lui ogni tanto è concesso di intervenire, anche se ovviamente su stretta sorveglianza.
Disguskoto non crede che sia ingiusto, tutto quello. Fa parte del ciclo naturale delle cose, almeno nella sua opinione, non è neanche una questione di forza di volontà. Se solo però potesse salvarsi dalla noia di vedere sempre i soliti bisticci tra Paukoto e Tristekoto sarebbe molto meglio, per lui, anche se vorrebbe dire perdere l'occasione di approfittarsi della loro distrazione.
L'odio per l'amaro è un suo prodotto, di cui è terribilmente orgoglioso.
Giokoto pare stia urlando di nuovo, qualcosa di carino dev'essere successo. Come ogni cinque secondi dell'esistenza di Makoto, d'altronde. Disguskoto alza gli occhi al soffitto, sperando davvero che questa nuova enfasi finisca presto. Si affaccia alla finestra delle isole, mentre il fumo che viene dalla tazza che stringe in mano appanna il vetro trasparente – disegna una piccola orca che mangia un pesciolino piccino, immaginando anche una serie di dettagli macabri da aggiungere mentalmente alla scena. Non gli ha mai sfiorato l'idea che è per questo genere di stramberie che Giokoto non gli lascia toccare niente della console di manovra, di solito.
Il passaggio dell'adolescenza era stato tutto un susseguirsi di cose terribili, tra Paukoto che aveva fatto il pazzo e aveva gridato per le peggiori stupidaggini e Giokoto che non aveva dato ascolto a nessuno e aveva tentato almeno una dozzina di volte di instaurare la propria dittatura su ogni cosa esistente in quel cervello, compreso persino Rabbikoto che lo aveva guardato con sedici anni di repressione feroce negli occhi verdissimi e lo aveva fatto desistere all'istante. Ne erano usciti tutti isterici e si erano promessi che mai più avrebbero portato Makoto a quell'agitazione esistenziale.
Ne andava della salvezza di tutti loro, di certo non era qualcosa su cui scherzare.
È iniziata un'altra era, in compenso, che vede Giokoto particolarmente brillante.
Disguskoto lo sente strillare come la ragazzina che non è mentre agguanta Paukoto per le spalle e lo scuote. Si sente Makoto, al di là dello schermo, balbettare qualcosa a bassa voce; Paukoto deve aver allungato le mani inaspettatamente, altrimenti non si spiega.
-C-ciao, Sousuke.
Attorno, gli spogliatoi mezzi illuminati della palestra della Samezuka, con tutti quegli armadietti di metallo e le panche in ogni dove. Davanti al ragazzo, ci sono due occhi quasi azzurri e un'espressione che passa dalle rughe sottili del corruccio a qualcosa di stranamente rilassato e piacevole.
È stato un altro di quei divertenti incontri in cui loro fanno la figura dei poveracci e quelli della Samezuka gli forniscono un tetto e una piscina in cui allenarsi; vergogna è figlio suo e di Paukoto, altra cosa di cui è molto orgoglioso. Ma almeno Paukoto ha fatto qualcosa di utile anche quel giorno, e ha fatto finire l'incontro e anche andare via tutti gli altri ragazzi prima di piazzare Makoto davanti a quell'energumeno dall'aria troppo seria.
C'è poco da indovinare cosa stia pensando l'altro ragazzo, ha le guance un po' rosse e gli occhi che scivolano via, peggio di quelli di Makoto che non stanno fermi un attimo; anche se Tristekoto è tutto depresso e ha già cominciato a immaginare le sue solite apocalissi con tanto di esplosioni e morti ovunque. Per fortuna in questo momento non ha ancora voce in capitolo altrimenti sarebbe un vero e proprio disastro, in tutti i sensi possibili.
A Giokoto quel ragazzo piace, lo preferisce ancora più che Haruka – e tutti sanno quanto Giokoto apprezzi Haruka, specialmente quando non è incline a farsi avvicinare da Makoto: Giokoto ha uno stranissimo senso dell'umorismo, d'altronde, che Disguskoto scherna sempre molto volentieri.
Ma qui occorre una reazione svelta, qualcosa che non faccia cadere la conversazione. C'è già troppo silenzio e Paukoto comincia a pigiare tasti a caso sulla console davanti a sé.
Disgustoko ricorda a malapena come mai Makoto stia parlando con quell'essere, e allora gli viene un'idea.
-Nagisa ha suggerito di invitarlo a un appuntamento, ve lo ricordate?
Giokoto lo guarda con tanto d'occhi, è stato così preso dal momento da non ricordarselo minimamente. Gli dà ragione e quindi agisce di conseguenza: preme qualcosa di preciso, sulla console, così che Makoto balbetti di nuovo, arraggiando le prime parole che gli vengono in mente.
-All-lora, sei per caso libero questo weekend?
Piuttosto elementare, ma almeno ha spiccicato parola. Giokoto è entusiasta e urla, saltellando poi qui e là come un indemoniato; intanto Sousuke risponde e il dialogo comincia a prendere forma, in qualche modo. C'è persino un'idea geniale, a un certo punto, che brilla tutta felice nel cesto delle lampadine. Pare che Makoto si ricordi di un negozio di dolci in centro e voglia assolutamente andarci con Sousuke, che non fa la minima resistenza alle sue parole.
Disgustoko si chiede cosa farebbero senza di lui, di tanto in tanto, quando il caffè nella sua tazza è finito e lui deve andare a farsene dell'altro. C'è quella pausa di due minuti, molto esistenziale, in cui si interroga per tante cose. Poi torna alle cose importanti della sua triste vita, per esempio l'odio verso il mondo, e non ha davvero modo di distrarsi con altre sciocchezze.
Pare poi che Sousuke stia reagendo alla proposta di Makoto. Oh bene, meglio così; avrebbe insistito per odiarlo per sempre, nel caso contrario, e neanche Giokoto avrebbe potuto opporsi.
Si volta, quindi, andando a guardare meglio il display della vista di Makoto e avvicinandosi alla console dove gli altri sono sdraiati a braccia aperte, in attesa di una risposta. Paukoto è pronto a scattare, ha già il dito pronto vicino a un pulsante molto grosso.
Sousuke parla, tutti trattengono il fiato.
-Non mi dispiacerebbe prendere un caffè con te...
Momento di gloria.
-No, il caffè NO!
Disguskoto urla e si fa avanti correndo, quasi rovescia tutto il contenuto della tazza per schiacciare, finalmente, il suo benedetto pulsante.
Makoto fa un'espressione strana, ed è così brutto il fatto che gli sfugge una smorfia non esattamente piacevole – ma Sousuke accenna un'ombra di sorriso a quella, a quanto pare.
-N-non ti piacerebbe piuttosto mangiare dei dolci?
Disguskoto è ancora disteso per lungo sulla console quando Sousuke acconsente alla proposta con un cenno del capo, e basta. Giokoto urla nelle sue orecchie tutta la propria felicità, sottolineando il traguardo importante della giornata e tralasciando il fatto che Makoto è ancora lì, impalato come un baccalà, ad attendere istruzioni.
Ci pensa Paukoto, almeno, altrimenti sarebbero tutti nei guai.
-Allora va bene sabato, verso le tre e mezza?
-Va bene. Dove ci vediamo?
-Davanti al centro commerciale in centro. Va bene?
-Uhm
.
Giokoto preme, preme e ancora preme. Disguskoto si è allontanato per paura di venire schiacciato dalle sue mani euforiche, anche se guarda lo schermo della visione di Makoto con una certa soddisfazione.
Anche a lui Sousuke piace. Molto più di quanto gli piacesse Haruka, deve ammettere.
Ma se lo sa Giokoto sono guai seri, e quindi è bene che non lo esterni troppo.
Qualcuno sta chiamando, dall'altra parte della testa: quando Makoto si volta, vede arrivargli addosso Nagisa che saltella e gli sorride a trentadue denti, dicendo che è un pigrone e un ritardatario e dovrebbe già essere fuori da lì, con tutti loro. Tristekoto preme con sguardo vacuo un paio di bottoni, e tutto diventa blu e brutto, con Makoto che sventola la mano mentre viene trascinato via a forza e Sousuke che pian piano sparisce dalla visuale.
Ma qualcosa freme, al di sopra dello schermo della visuale. Tutte le emozioni saltano sul posto – tranne Rabbikoto, che tanto è inutile – e pare, pare davvero, che un ricordo base stia rotolando nel condotto che attraverso la parete di sinistra, arrivando velocemente in mezzo.
Un ricordo giallissimo, con una piccola punta di violetto sullo sfondo.
Giokoto è felice come non mai, prende il suo tesoro e lo porta al centro della stanza, dove solleva la colonna dei ricordi base e lo posiziona proprio lì, nel posto esatto.
Si guardano tutti quanti, scambiandosi cenni di intesa. Disguskoto ricorda di non avere più caffè, e quindi fa per andare a prenderne dell'altro.
Non prima di sentire la previsione pessima di Paukoto, appena prima che il suo gomito entri in collissione spontanea che un tasto verde e molto sporgente – quello del panico a lunga durata.
-Beh. Ora dobbiamo soltanto decidere come vestirci.
Inutile dire che per due giorni Makoto non fa altro che pensare a quello, ininterrottamente.

 

 

Makoto muove i piedi a ritmo della musica che sta ascoltando con gli auricolari, e con lui anche tutti i Koto nella sua mente. È piuttosto preso dal momento, muove persino la testa a tempo e gli occhi socchiusi evitano a tutti loro di avere il mal di mare per colpa del paesaggio che si muove a quella velocità assurda, davanti al loro schermo. Paukoto è stato sedato qualche minuto fa, dopo che ha strillato per più di mezz'ora – tutta la durata del viaggio da casa Tachibana al luogo dell'appuntamento – cose assurde.
-Magari non arriva.
-Farà finta di fare tardi per non presentarsi.
-Oddio sto sudando e ora puzzerò per sempre.
-Ma forse non gli piace il verde...
-AH!
Persino Tristekoto per un attimo ha avuto l'impulso di calpestargli un piede per farlo stare zitto, contemplando poi l'idea di dissolversi assieme al resto del corpo di Makoto per un'eventuale figuraccia presupposta sul nulla.
Questi sono i momenti tipici in cui Disguskoto è felice che Giokoto sia piuttosto preparato e che quindi sappia affrontare tutte le situazioni di panico di Makoto e affini. Ha gentilmente immesso nella testa del ragazzo un motivetto interessante, che lui ha preso a fischiare ancora in metropolitana, e che è diventato abbastanza persistente perché prendesse il proprio cellulare, attaccasse gli auricolari e si distraesse per un buon tratto di strada con quel tipo di musica.
Commerciale e banale, Disguskoto lo ha ripetuto diverse volte, ma questo non ha impedito alla mente del ragazzo di incanalarla in sè e farne la colonna sonora dei momenti meno razionali del suo pensiero. Ogni tanto torna anche in sogno, e non è propriamente una cosa molto bella.
Tengono il ritmo tutti, persino Rabbikoto nel distruggere i suoi bei castelli, mentre nessuno pensa a lui nè alla sua utilità.
La strada passa davanti agli occhi di Makoto, vivace e ben illuminata da un sole al pieno delle proprie forze. Giokoto ogni tanto schiaccia qualcosa, creando nelle sensazioni quasi una visione da favola che segue la melodia della musica che rimbomba a forza nel cervello del ragazzo: per fortuna è allegra e abbastanza lunga, altrimenti nessuno di loro avrebbe preso molto bene quel piede finito più o meno casualmente proprio nel centro di una pozzanghera freddissima.
Arrivano tutti quanti al luogo dell'appuntamento. Giokoto è svelto e fa andare avanti le canzoni, scegliendone un'altra un poco più ritmata, ben decisa e isolante.
Disguskoto è abbastanza sicuro di aver intravisto Paukoto tremare, a queste ripetute disattenzioni, ma anche in questo caso non fa altro che sorseggiare il proprio caffè ed essere scontento di tutto il mondo.
Dopo qualche secondo, Makoto percepisce le dita di qualcuno sulla propria spalla, e in un solo gesto si toglie gli auricolari e si volta, giusto per vedere Sousuke nel migliore dei maglioni che siano mai stati creati su quella terra.
E non si è accorto di lui.
E i suoi pantaloni sono bagnati fino quasi al ginocchio.
Paukoto quasi impazzisce, a quel punto, e comincia a schiacciare diversi tasti prima che Giokoto lo riesca a fermare.
-Oh, Sousuke. C-ciao!
-Makoto.
-Non ti avevo visto, scusa.
-Nessun problema.

Oh, che carino. Sousuke è veramente carino. Tutti sospirano, incantati da questo breve scambio di battute, e Giokoto finalmente riesce a intervenire e a far sorridere Makoto in qualche modo, a quella maniera così stupida che mai ha fatto – Disguskoto interviene giusto per salvare la dignità del ragazzo, perché si renda conto di cosa ha appena emesso con la voce e si riprometta, all'interno di se stesso, di non farlo più. Mai più.
Sono piccoli momenti di gloria, i suoi, in cui si sente in dovere di proteggere quel minimo di orgoglio che è rimasto in tutti loro.
Giokoto, all'inizio di quello strano esperimento sociale chiamato corteggiamento, aveva semplicemente proposto di attaccarsi all'oggetto di un tale interessamento sentimentale ed emotivo in ogni modo e guardarlo come uno stoccafisso fino a farlo sentire a disagio. Paukoto esattamente il contrario, Tristekoto voleva solo affogarsi da qualche parte, magari dove delfini e squali non sarebbero mai potuti arrivati. Per fortuna, e davvero per fortuna ha potuto avere voce in capitolo, e guidare Makoto verso un più dignitoso approcio. Poi Giokoto ha fatto il resto, ma almeno il ragazzo non ha rischiato di venire richiamato dagli insegnanti per comportamenti molesti.
Sousuke si fa vicino a Makoto, in modo inaspettato e imprevisto; questo scatena ovviamente delle reazioni precise. C'è un innalzamento della temperatura corporea, e per un momento qualcuno di non meglio identificato suggerisce all'immaginazione di Makoto l'idea del bacio alla shojo manga.
Da qualche parte nell'isola del romanticismo ci sono palloncini a forma di cuore che scoppiano in mille coriandoli colorati.
Ma Sousuke è un signore: si limita a sfiorarlo con la mano e ad usare un tono così basso della voce che solo l'altro lo può sentire chiaramente.
-Possiamo andare, che dici?
Makoto si salva con un cenno della testa e quindi prende a seguirlo, mentre si muove verso la pasticceria in cui hanno deciso di andare.
Il mondo sembra diventare meno importante del solito, attorno a lui. Ci sono dettagli che non sfuggono a Diskuskoto, mentre all'attenzione di tutti paiono non esistere neanche. E se magari Giokoto non fosse così preso da tutto quello, magari riuscirebbe a concentrarsi su questo cambiamento. Non a razionalizzarlo, perché loro sono emozioni e di certo non è quello il loro scopo nè il loro lavoro, ma almeno introdurre nel pensiero quella punta di cinismo che potrebbe far arrivare alla consapevolezza.
Perché lì tutti hanno capito cosa sta succedendo. Tutti tranne Makoto, e Disguskoto crede che sia proprio questo il grande problema.
Per quanto paradossalmente non trovi strano il desiderio di uscire solo con lui a mangiare dolci – neppure con Haruka ha mai provato qualcosa del genere, Disguskoto non si spiega come possa essere così tardo il ragazzo per cui lavora.
-Oh, Sousuke è così carino! Non trovate che sia carino?
Giokoto strilla, mentre si rivolge a tutti. Punta poi Disguskoto, perché è davvero l'unico in quel momento da cui può avere una reazione, ma l'altro è più intento a guardare Sousuke attraverso gli occhi a visione rosata di Makoto e a notare in effetti le grandi mani che stringono il menù giallo poggiato verticalmente sul tavolino.
Grandi mani.
Belle dita.
Sousuke fa un cenno a Makoto, all'improvviso.
-A te l'amaro non piace, vero?
Panico. Si ricorda qualcosa a proposito dei gusti di Makoto. Questo non era assolutamente previsto.
Giokoto ancora strilla e schiaccia cose.
-No, decisamente no.
-Cosa ti piace, allora?
-I dolci mi piacciono molto!
-Tutti?
-Specialmente quelli alla frutta.

Makoto sorride, ma non come sorride di solito. È più contento, più coinvolto, più empatico, così espressivo che pare che in ogni poro Giokoto abbia potuto far uscire la propria energia e la propria essenza – Disguskoto è sicuro di aver visto un principio di rossore sulle guance di quel ragazzo e per un momento rischia di perdere la presa sul manico della tazza da caffé.
Imbarazzo è figlio suo e di Giokoto, purtroppo. E vorrebbe davvero non farlo, ma gli tocca.
Makoto abbassa gli occhi, concentrandosi sul menù che ha davanti a sè. Sceglie una tortina ai frutti di bosco, con tanta crema e una punta di panna bianca; Sousuke qualcosa alla liquerizia, molto semplice.
Makoto in certe cose non ha bisogno di molte spinte. Basta poco, per farlo smuovere, e questo perché è adattabile e timido fino a un certo punto, ricettivo e non introverso. Anche se ovviamente mantiene in sè qualcosa di molto forte, non sminuisce l'altro con la passività di un'emozione preponderante.
E questo il più delle volte lo dipinge come adorabile agli occhi di tutti, perché mai egocentrico.
Tutti i Koto lo amano per tale motivo, e sono convinti che anche Sousuke provi esattamente la stessa cosa. Altrimenti non si spiega quella mano sul tavolo, messa molto malamente aperta e posta verso la sua direzione.
Sottile gioco di ricerca e di attenzione.
Paukoto la fissa come potrebbe fissare una tagliola arrugginita, per niente contento. Makoto parla e parla di gare di nuoto, sincronizzazione di squadra, legame di amicizia e cose davvero noiose, ma il suo pensiero è pieno di dita che ruotano e si chiudono a caso. Paukoto fa per scattare, Tristekoto lo ferma in tempo e Giokoto ne approfitta per fare cose: anche la mano di Makoto finisce sul tavolo, dopo qualche secondo, pur non toccando quella dell'altro.
Arrivano i dolci, e si fa di nuovo silenzio.
-Forse dovremmo smetterla di dire sciocchezze.
Disguskoto guarda lo schermo con un briciolo di attenzione in più, notando tante cose diverse.
Non sa se è disagio oppure solo un'illusione, ma le spalle di Sousuke sono contratte, messe in una posa plastica. Tutti loro sanno che quella parte del suo corpo è sensibile, anche se di certo in quel momento non dovrebbe sforzarsi in nessun modo.
Ma Giokoto non recepisce molto il pericolo.
-Sciocchezze, Disguskoto? Non sono sciocchezze! Sousuke sembra piuttosto interessato!
-Tu dici? Non ha spiccicato parola.
Spalanca la bocca interdetto per qualche secondo, mentre Tristekoto accanto a lui ruota sulla propria sedia davanti alla console di manovra.
Trova la scusante giusta nella propria scorta.
-Lui è così, lo sai.
Disguskoto lo guarda un po' male, e per sfregio sorseggia il caffè.
Così Giokoto torna a guardare Sousuke attraverso gli occhi di Makoto, sembra pensarci per qualche istante. Poi, idea geniale.
-Ma in effetti potremmo far parlare un po' lui. Mi piace un sacco la sua voce!
E così succede.
Sousuke non parla molto, neanche sollecitato dai continui sorrisi di Makoto – sembrano più che altro metterlo in difficoltà, ad un certo punto, quasi gli fossero d'ostacolo.
Dolce. Tenero. Makoto non smette mai di sorridere, anche se le sue mani ora sono incrociate sotto il suo mento, e si mostra così tanto interessato all'altro che lui fa di tutto per non far cadere il silenzio per più di cinque secondi.
Dolce. Davvero tanto tenero.
Tutti loro si guardano, l'un con l'altro. Anche Rabbikoto si è fatto avanti, per ammirare l'operato dei suoi colleghi; non può esserne indifferente, anche se non ne è coinvolto in prima persona, perché qualsiasi cosa riguardi Makoto alla fine riguarda anche lui. E Makoto è tanto felice, ci sono così tante sfere gialle nella barra dei ricordi che probabilmente Giokoto ne farà festa per diversi giorni.
O anni. Finché quella cosa durerà. E tutti loro sperano che durerà per sempre, a quel punto.
Non si sono mai sentiti così forti e vivi. Sembra di poter fare tutto. Arrabbiarsi persino, perché sarebbe un buon motivo per farlo. Piangere fino a prosciugarsi, avere paura di qualcosa di impensabile, provare disgusto per tutto quanto tranne che lui, solamente lui.
Giokoto brilla, e tutti gli altri attorno a loro.
Non si chiedono cosa stia accadendo, è chiaro e lampante. Makoto lo capisce implicitamente e lo accetta: un altro ricordo base viene creato, ignorato poi qualche minuto dal gruppo dei Koto, troppo intenti a godersi tutto quello.
Primo appuntamento riuscito, davvero.

 

 

***

 

 

-Lo so che è prematuro, e forse crederai che è anche un po' pazzo. Sì, decisamente un po' pazzo. Non prendertela, non voglio prenderti in giro, davvero! Sono molto serio, anche se non sembra. Ecco, io ho pensato di trovarmi bene con te. Davvero bene con te. Questa cosa è avventata, probabilmente, ma non credo di poter aspettare altro tempo. Quindi, posso chiederti se vuoi metterti con me?
Rabbisuke, per la prima volta in tanti anni di lavoro, rimane interdetto e immobile sulla propria poltrona da prima postazione. Guarda lo schermo della visione di Sousuke, senza sapere come reagire, e attorno a lui soltanto Pausuke sembra aver qualche sintomo di reazione cerebrale.
Sousuke stesso di sicuro sta annaspando nella propria stessa immaginazione.
L'isola del romanticismo è impazzita, la statua grande di quel Makoto stilizzato si muove in continuazione ed è tutto rosa, oltre che mezzo nudo.
Terzo appuntamento. Dannato terzo appuntamento. Lui voleva aspettare almeno il quinto prima di dichiararsi – Pausuke aveva detto e ribadito che una persona come Makoto doveva essere di sicuro un tipo che ama essere corteggiato e riverito, chi avrebbe mai pensato che fosse così intraprendente da bruciare quel tipo di tappe e buttarsi, letteralmente, tra le sue braccia.
Non che gli dispiacesse troppo la cosa, ma così lo privava di una reazione pronta.
E aveva balbettato. Così rosso che sembrava un piccolo pomodoro. Non lo aveva guardato neanche in faccia, preferendo le bellissime scarpe che si era comprato appositamente per uscire con lui.
-Forse... forse dovremmo baciarlo.
Giosuke alza la mano timidamente, nel silenzio generale, e prega tra sè e sè che Rabbisuke non gli urli contro come ogni volta. Inaspettatamente, l'altro è ancora così stordito che si dimentica il proprio consueto comportamento. Ma lo guarda stranito, e a lui si aggiungono i dubbi leciti di Disgusuke.
-Perché mai dovremmo farlo?
-Preferisci rispondergli a parole, forse?
Nessuno risponde, a quel punto.
Rabbisuke, con quel suo carattere da prima donna, che sempre lo ha contraddistinto e lo ha portato al comando, fa una smorfia strana e quindi sentenzia il verdetto finale.
-Penso che baciarlo sia una buona idea.
Sousuke scatta, dopo qualche secondo di stasi. Prende Makoto per le braccia – non tanto per tenerlo fermo, ma per tenere fermo se stesso, prima di caracollargli addosso in modo davvero patetico – e lo bacia con la forza di una capocciata violenta.
Makoto ride, sembra prenderla bene, tanto che dopo un po' ricambia l'abbraccio e persino il bacio.
Gioia immensa, perfetta.
Rabbisuke è davvero soddisfatto.
-Sì, un'ottima idea.

   
 
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