Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |       
Autore: TimeDreamer    12/10/2015    1 recensioni
Post 5x05 - Sterek
E se Stiles un pomeriggio avesse bisogno di un posto dove poter stare da solo a pensare e si ritrovasse al loft di Derek? E se il proprietario ritornasse e lo trovasse lì?
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima storia su Teen Wolf quindi siate clementi nelle recensioni, perché le aspetto. :)
I personaggi non mi appartengono. Purtroppo. Altrimenti le mie OTP sarebbero canon oramai...

 
LACRIME E SENTIMENTI
Capitolo 1
Stiles quell'estate l'aveva passata a pensare a Derek e a quello che aveva provato quel giorno in Messico. Il giorno in cui aveva rischiato di perderlo per sempre: quando lo aveva visto accasciarsi a terra aveva capito cosa provasse realmente per lui, perché rischiava sempre la vita per il lupo, come quando lo aveva sorretto per ore nella piscina della scuola.
Quando ritornava a casa dopo aver trascorso la giornata in compagnia del branco, steso sul letto in camera sua ritornava a pensare a quel momento si ritrovava in due condizioni: a piangere o nei casi peggiori ad avere un attacco di panico, che portava, poi a piangere fino ad addormentarsi.
E' in una di quelle sere che decise di dover tenere la mente occupata, e per farlo costruì un'intera casa nel bosco, da solo. Ma non una semplice casa perché non sarebbe da Stiles, non sarebbe da ragazzino iperattivo qual è, però era da lui intrufolarsi nel deposito del Municipio per recuperare i progetti, lasciati là quasi a marcire. 
Con Scott sempre occupato con Kira, Liam che passava del tempo con il suo migliore amico Mason e con Lydia che insegnava a Malia come comportarsi nel mondo civilizzato, aveva molto tempo libero e ne approfittava per costruire la casa ed essendo iperattivo in 
due mesi e mezzo l'aveva pressoché finita, mancava solo l'arredo del piano superiore, che si era ripromesso di non aggiungere fino al ritorno del proprietario.
Da quando l'aveva finita ogni  mattina si ritrovava davanti a quella grande villa: arrivava, si sedeva sulle scale del portico della grande casa fino a quando il cellulare non lo reclamava e risaliva nella sua amata jeep. Non lo faceva per controllare che non venisse distrutta ma per darsi del tempo per poter pensare a Derek, alla sua assenza senza impazzire e senza testimoni. Perché quella casa non era altro che Casa Hale. Costruita com'era in origine tranne per il fatto che fosse del tutto in cemento e non ci fosse traccia di legno che potesse prendere fuoco.

Quando la scuola iniziò ci andava nel pomeriggio per farci i compiti.
Ma quel giorno non ci tornò per studiare, anzi ci tornò perché il dolore era troppo forte da sopportare: nessuno si era accorto che stava soffrendo da mesi e tutti gli avevano dato contro quando scoprirono che aveva mollato Malia; non riusciva più a fingere di amarla; e del senso di colpa per aver ucciso Donovan che lo sta lentamente lacerando.
Entrando buttò a terra lo zaino e si sedette sul divano color ciliegia e le lacrime cominciarono a scendere copiose da quegli occhi color ambra.
Erano le sei quando Stiles si svegliò: si asciugò gli occhi, riprese il suo zaino ed accese il motore della sua adora jeep e partì senza una meta. Circa mezz'ora dopo senza accorgersene fu nel parcheggio del loft con la chiave in mano; Derek ne aveva regalato una copia in caso il branco avesse avuto un'emergenza e quella... per Stiles era un'emergenza.
Si fece coraggio prendendo un respiro profondo ed inserì la chiave ed aprì. La luce che penetrava dall'enorme finestra lo accecò un momento costringendolo a fermarsi sulla soglia e ne approfittò per inspirare l'odore di quel luogo; non era un lupo perciò non poteva sentire ogni singolo profumo che aleggiava nella stanza ma riuscì comunque a percepire un profumo selvatico, quello di Derek. Quando i suoi occhi si abituarono alla luce, lasciò andare lo zaino e si incamminò verso la vetrata e vi ci appoggiò la schiena e si sedette per terra appoggiando il mento sulle ginocchia e ricominciò a pensare ad ogni momento, ad ogni battuta detta in compagnia del sourwolf, come capitava ogni volta che la sua mente si distraeva. E come ogni volta si passò una mano tra i capelli e sentì di nuovo quel particolare nodo in gola e le prime lacrime rigargli il volto. Non seppe quanto tempo fu passato, forse ore o semplicemente minuti, ma si riscosse quando sentì una voce a lui familiare.
"Stiles."
Alzò lo sguardo e sebbene, ancora sfocato a causa delle lacrime, riuscì comunque a riconoscere l'uomo davanti a sé che lo guardava preoccupato.
"D-derek." pronunciò faticosamente cercando di trattenere ulteriori lacrime. Si alzò e corse verso il lupo e lo abbracciò con tutta la forza che possedeva.
"Stiles cosa è successo?" chiese incuriosito e ritrovandosi ad accarezzargli la testa per calmarlo.
"Derek...Non ce la faccio più..." Nascose il volto contro la maglia dell'altro in un abbraccio disperato. "Derek, l'ho ucciso!" Mormorò più a se stesso che al lupo. "Io l'ho ucciso....e adesso mi odieranno tutti...Papà, Scott...tu..."
"Stiles di chi stai parlando?" chiese alzando il mento dell'umano in modo da legare i loro sguardi. "Non potrò mai odiarti, ok? Si, sei logorroico fino allo sfinimento e ti cacci sempre nei guai, ma lo fai per aiutare le persone a cui tieni. E questa è una qualità che hanno poche persone quindi ora devi dirmi cosa è successo altrimenti non posso aiutarti."
Il castano lo guardò sorpreso e annuì andando a sedersi sul divano e si strinse al fianco del moro che appoggiò la mano sulla sua schiena e con movimenti lenti cercava di aiutarlo a regolare il respiro.
Stiles prese un respiro profondo e cominciò a raccontare dei Dread Doctors che trasformavano i ragazzi in chimere, di come fosse stato attaccato da Donovan e raccontò quello che successe in biblioteca e come si fosse sentito. Quando terminò regnava il silenzio, rotto solo dai suoi singhiozzi e fu allora che Derek prese parola.
"Non è colpa tua, Stiles. E' stata legittima difesa e lo sai anche tu." Cercò di rassicurarlo mentre gli accarezzava il braccio.
"Sono un assassino..." sussurrò l'altro asciugandosi le ultime lacrime.
"Se lo sei tu, lo sono anch'io. Ho ucciso la mia famiglia e Paige e... i miei occhi lo dimostrano."
"Non hai ucciso tu la tua famiglia, ma Kate..." disse cercando di trattenere la rabbia a quel nome "e per quanto riguarda Paige non potevi sapere che il morso non avrebbe avuto effetto su di lei..."
"Però se non avessi..."
"Derek con i se e con i ma non cambierai quello che è successo.."
"Questo vale anche per te. Lo sai vero?"
"Certo. Altrimenti tu non saresti mai rimasto in Messico per così tanto tempo...Anzi non saresti proprio partito." rispose senza accorgersi di cosa avesse detto.
"Perché?" chiese stupito.
"Perché ti a-" Stiles bloccò appena si accorse di essere ancora abbracciato al lupo e di quanto fossero vicini i loro visi e il cuore cominciò a battere più velocemente maledicendosi sapendo che lo avrebbe notato.
"Continua..." disse quasi sorridendo.
"Ti a-avrei...ti avrei impedito di andartene, di lasciarmi qui da solo... Mi sei mancato." disse imbarazzato, sedendosi con le gambe incrociate sul divano, trovando più interessante il pavimento che il mannaro.
"Ti sono mancato eh?" disse con tono canzonatorio.
"Si, ho dovuto costruire una casa, solo per evitare di pensare ad uno stupido sourwolf di mia conoscenza. E solo perché ogni volta che qualcuno pronunciava il tuo nome rischiavo di aver un infarto e quando ero solo avevo attacchi di panico, cosa che è successa parecchie volte, e io non... Quello cos'è? L'accenno di un sorriso?" Chiese stupito dimenticandosi la frustrazione degli ultimi giorni. O mesi.
"Davvero hai costruito una casa? Una casa vera o per le bambole?" domandò sarcasticamente.
"Villa Hale è abbastanza grande secondo te?" Anche questa volta aveva parlato prima ancora di pensare.
"Tu cosa?" chiese sgranando gli occhi.
"Ecco io...si insomma...Mi conosci, anzi non mi sopporti proprio perché sono iperattivo e...dovevo tenere occupata la mente...e anche il corpo. Quindi ho ricostruito la villa com'era prima, più o meno." Rivelò d'un fiato e si slacciò uno spago che portava al collo dove vi era appesa una chiave, che porse a Derek. Quest'ultimo la prese con molta cura come se fosse stata di cristallo ed osservò quell'oggetto. Poteva sembrare una normale chiave all'apparenza ma sull'impugnatura era incisa una trischele, simbolo degli Hale. E Derek fece l'unica cosa che Stiles non si immaginava. Lo baciò. Un bacio rapido e casto.
"Non c'è di che." Riuscì a farfugliare, non appena il suo cervello ricominciò a funzionare, nonostante il cuore a mille. "E' solo una chiave.." Sapeva che non era la chiave la causa ma la data di 'consegna'. Diede un'occhiata al calendario e vi trovò quello che cercava: domani era l'anniversario dell'incendio.
"Scusa, mi dis-" Stiles venne interrotto dalla suoneria del suo cellulare e si alzò in direzione dello zaino che conteneva il telefono.
"Pronto? Ciao papà. Si sto bene...Si lo prometto: rimarrò in un posto sicuro. E papà... Non addormentarti sul lavoro...Ciao." Chiuse la telefonata e guardò l'ora sul telefono che aveva ancora in mano: le otto. Erano passate due ore e non si era nemmeno accorto che l'ora di cena era passata già da un po'.
"Torna a casa." Parlò bruscamente il mannaro, ancora seduto sul divano con la chiave in mano e Stiles lo guardò confuso.
"No."
"No?"
"No." Ripeté.
"Stiles non puoi rimanere qui. E quello che è successo prima non conta nulla. E poi hai detto a tuo padre che saresti rimasto in un luogo sicuro e-."
"Questo è il luogo più sicuro che conosca." lo interruppe evitando il suo sguardo, ferito perché per lui il bacio contava, contava eccome. "E poi non posso lasciarti solo proprio adesso, né domani, ora che mi ci fai pensare..."
"Come scusa?" chiese alzandosi.
"Non posso lasciarti solo domani dato che è l'anniversario dell'incendio e..."
"Come fai a saperlo?"
"Quando Scott è stato morso ho fatto delle ricerche sul tuo conto e quello è una delle cose che sono spuntate subito fuori ." disse con sufficienza. "E poi mi ero ripromesso che entro domani avrei finito di ricostruire la villa e ce l'ho fatta. In alcune stanze mancano dei mobili ma la casa di per sé è finita."
"Non eri tenuto a farlo."
"Si invece. Domani saranno quindici anni e volevo che per una volta, una sola dannatissima volta, potessi sorridere, essere felice. Dimenticarti il dolore, la sofferenza e la solitudine che ti ha causato Kate togliendoti quello che avevi di più caro e non sto dicendo che devi dimenticarti della tua famiglia perché sono il primo a non dimenticare chi ci ha lasciati, sto dicendo di ricordarli sorridenti, felici e sereni." Strinse maggiormente i pugni. "Lo dovevo fare perché se tu fossi tornato, io volevo, volevo..." deglutì a fatica cercando di sciogliere il nodo alla gola che gli impediva di continuare. "Volevo che ti rendessi conto che ci sono persone che ci tengono a te, che ti vogliono bene come Scott, Lydia e il branco e, che tu lo voglia o no,  anch'io e per te io ci sarò sempre." Disse prendendo coraggio per guardarlo in volto e lo trovò con gli occhi lucidi.
Derek aprì la bocca per dire qualcosa ma non uscì alcun suono, nemmeno un ringhio e questa, Stiles, la considerò una piccola vittoria. Dal canto suo Derek sapeva di dover dire o fare qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa. 
"Mi sei mancato anche tu..."
"Come?" Sicuro di non aver sentito bene.
"Non lo ripeterò un'altra volta!"
"Ok, ok."
"Sono tornato a Beacon Hills perché, si, domani è l'anniversario della morte della mia famiglia ma qui ce qualcosa  -o meglio qualcuno - che in Messico non avevo."
"Che stai cercando di dire?"
Tra loro non era lui quello bravo con le parole, respirò profondamente. 'Perché è così difficile?'
"Sto cercando di dire che sono tornato per te, Stiles. Dopo quello che è successo oltre confine io ho...quando stavo morendo ho rivisto i miei rimpianti più grandi e tra questi ci sei anche tu."
"A-allora perché te ne sei andato? Con Breaden poi..."
"Perché tu stai insieme a Malia e poi, tutte le persone che ho amato, che poi sono diventate la mia àncora sono tutte morte. Prima Paige, poi la mia famiglia, Laura e... Non potevo perdere anche te..."
"Ho mollato Malia se proprio vuoi saperlo. E comunque secondo te come credi mi sia sentito laggiù quando ti ho visto accasciarti a terra? Quando dopo che ti ho quasi perso te ne sei andato con lei?" Disse tra le lacrime, scaturite ripensando all'accaduto.
"Stiles...vieni qui." gli ordinò tirandolo a sé in un abbraccio. "Mi dispiace, non volevo farti soffrire..." Derek passò la mano lungo la schiena.
"Tranquillo, adesso sono qui e non ho intenzione di lasciarti." Promise contro i capelli del più piccolo.
"E' una promessa o una minaccia?" chiese scherzosamente.
"E' una minaccia ovviamente." disse baciandolo.
Si stesero sul divano ancora abbracciati e Stiles aveva trovato la posizione perfetta, proprio sotto il mento del lupo, incastrato tra collo e petto, e non esiste creatura soprannaturale che lo potesse cacciar via.
"Dovremmo comprare dei fiori." Parlò d'un tratto il figlio dello sceriffo. 
"Eh?"
"Si, da portare alla tua famiglia. Ogni anno regalo un mazzo di gigli a mia madre, erano i suoi preferiti, e potremmo farlo anche con la tua famiglia...se ti va." Chiese con nonchalance.
"Non vado a trovarli da quando..."
"Allora..ehm.. potremmo andarci insieme."
"Stiles."
"Tanto devo passare per vedere mamma, quindi..." disse interrompendo le lamentele dell'altro.
"Va bene e solo che non ci metto più piede da quando Kate..."
"Se ne sta occupando Chris e non sentiremo più parlare di lei, ok? ". Lo rassicurò alzando il viso per guardarlo negli occhi e il lupo annuì.
"Allora quali fiori portiamo alla tua famiglia?"
"Pervinca. Laura adorava i fiori di Pervinca."
"Allora domani li compriamo prima di andare. Promesso?"
"Te lo prometto." Promise ancora stretto nell'abbraccio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: TimeDreamer