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Autore: Arain    12/10/2015    6 recensioni
Dal testo:
"Era chiuso in uno dei bagni della scuola da quasi dieci minuti, dopo aver fatto la cosa probabilmente più giusta ma al contempo la più colossale cazzata della sua vita."
Destiel Highschool!AU, tanto fluff e poco angst (per una volta). In cui Dean si trova ad affrontare le conseguenze del suo essere troppo impulsivo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ultimamente sto scrivendo un sacco e questa cosa mi piace molto. I risultati li lascio giudicare a voi XD

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Dean si sciacquò nuovamente la faccia, ma la sensazione di calore che avvertiva non se ne andò. Alzò lo sguardo e incrociò nello specchio il riflesso dei propri occhi stralunati che lo scrutavano di rimando. Aveva le guance leggermente arrossate, le pupille liquide e i capelli scompigliati a forza di passarci le mani in mezzo.

Era chiuso in uno dei bagni della scuola da quasi dieci minuti, dopo aver fatto la cosa probabilmente più giusta ma al contempo la più colossale cazzata della sua vita.

Si passò una mano sul viso bagnato, cercando inutilmente di ricomporsi. Si asciugò e finalmente si apprestò ad uscire, pregando che nel frattempo nessuno fosse venuto a cercarlo. La pausa pranzo non era ancora finita, il che voleva dire che tutti sarebbero stati in mensa o in giro per la scuola, ma temeva che Sam volesse parlargli a tutti costi dopo quello che... dopo quello che era successo.

Socchiuse piano la porta, cercando di sbirciare il corridoio. Poi si sentì un perfetto idiota, la spalancò, uscì e con suo sommo sollievo vide che il luogo era deserto. Aveva scelto il piano giusto in cui rifugiarsi.

Scosse la testa dandosi del cretino da solo e si passò nuovamente una mano sul viso, sfiorandosi inevitabilmente le labbra.

Pessima idea.

Il ricordo di ciò che era successo poco prima tornò ad invadergli la mente.

Tutto era cominciato a causa di qualche stupido bulletto che se l'era presa con il suo migliore amico.

Castiel Novak: occhi blu, capelli neri perennemente scompigliati, sguardo da cucciolo smarrito e fisico asciutto sempre coperto da felpe e maglioni che nascondevano i muscoli disegnati da anni di lezioni di karate; aveva sperimentato sulla sua pelle la sua forza quando era stato vergognosamente sconfitto a braccio di ferro.

Aveva sempre saputo che loro due formavano una strana accoppiata: Dean Winchester era uno dei ragazzi più popolari della scuola, il tipo che cambiava ragazza ogni tre settimane – ma non usciva mai con due contemporaneamente, quello non l'avrebbe mai fatto. Anche se in realtà era da un po' che non usciva con qualcuna – mentre Castiel era il classico nerd un po' sfigato che se ne sta sempre per conto suo, che sembra sempre perso nel suo mondo.

La loro amicizia era cominciata quando Castiel aveva letteralmente salvato il culo di Dean dall'inferno della scuola estiva dandogli ripetizioni e tutti i suoi appunti di matematica, facendo sì che riuscisse a passare per il rotto della cuffia l'esame finale. Doveva ringraziare anche il professor Shurley per aver praticamente costretto l'altro ad aiutarlo. Dean infatti sapeva che Cas era spesso vittima di atti di bullismo e anche se non vi aveva mai preso parte attivamente non aveva mai nemmeno fatto nulla per difenderlo.

Da quel momento in poi, però, era bastato farsi vedere insieme a lui a scuola perché gli altri smettessero di molestarlo. O almeno era quello che aveva creduto.

Sebbene lui sentisse che era profondamente sbagliato come atteggiamento era comunque contento che non lo infastidissero più, quindi aveva deciso di lasciare perdere e di non andare a cercare guai con i suoi assalitori, come gli aveva disperatamente chiesto di non fare Castiel stesso. Come aveva detto lui, “Se avessi voluto fargliela pagare ne sarei stato perfettamente in grado: faccio karate da quando avevo sette anni. Non bisogna rispondere alla violenza con altra violenza.”

Man mano che lo conosceva scopriva in lui una personalità interessante e piena di sfumature: amava leggere, soprattutto tutto quanto era connesso con fantascienza e futuri distopici ed era un avido divoratore di romanzi e film del genere. Il suo libro preferito in assoluto era Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.

Dean non lo avrebbe mai ammesso davanti a nessuno che non fosse Castiel – o quel rompiscatole di suo fratello Sam, altrettanto nerd – ma anche lui era un patito di quel genere di film.

Per di più lui e l'amico condividevano lo stesso imbarazzante gusto per le serie TV di dubbia qualità, per non dire capolavori di trashume, quali Dr.Sexy M.D. Al ricordo di tutte le serate che avevano trascorso ad insultare i personaggi – e a piangere per momenti particolarmente angst – un sorriso involontario si aprì sulle sue labbra.

Si disse che avrebbe dovuto capire che il suo migliore amico era gay, ma lui non era mai stato un cima in queste cose.

Per questo quando Cas aveva fatto coming out con lui mentre riguardavano per l'ennesima volta Star Wars per poco non si era soffocato con il pop corn che stava mangiando, mentre sullo schermo Luke urlava il suo celeberrimo “Nooooooo” dopo la sconcertante rivelazione di Dart Vader*. L'altro aveva dovuto battergli la mano sulla schiena per cinque minuti buoni prima che riuscisse a riprendersi.

Dopo questo momento di shock iniziale però gli aveva detto, credendoci con tutto il cuore, che per lui non cambiava nulla, anzi che era meglio perché così non si sarebbero mai trovati a litigare per la stessa ragazza. L'altro gli aveva regalato uno dei suoi sorrisi incredibilmente caldi e luminosi che purtroppo comparivano troppo poco spesso sul suo viso, poi era scoppiato a ridere insieme a lui, spezzando il momento di tensione che si era creato per un istante.

Dean inizialmente aveva temuto che questa rivelazione, nonostante quello che gli aveva promesso, avrebbe cambiato il loro rapporto, invece si era dovuto ricredere, perché avevano finito per passare ancora più tempo insieme e si erano trovati a condividere anche altri segreti che non avevano mai rivelato a nessuno, cementando così la loro amicizia. Dean si era ritrovato a parlare con lui della morte di sua madre e del suo complicato rapporto con il padre, argomenti di cui non parlava con nessuno, nemmeno con il fratello.

A quanto pareva il suddetto fratello Sam, più piccolo di lui di quattro anni ma fin troppo sveglio per la sua età, sapeva già tutto da un po' invece. Lui e Castiel avevano legato fin da subito, condividendo la passione per gli aspetti più tecnici – e più noiosi – di ogni film e libro che guardavano. Per non parlare della passione con cui li sentiva di scutere di ship canon e fanon – almeno credeva si dicesse così – all'interno dei loro fandom.

Dean era contento che il suo fratellino avesse trovato qualcuno con cui parlare che non fosse inquietante come quella Ruby con cui ultimamente usciva, probabilmente per far infuriare ancora di più il loro padre, troppo spesso assente per lavoro. Fortunatamente da quando il maggiore aveva compiuto sedici anni John Winchester aveva deciso che era abbastanza grande da poter rimanere a casa da solo e badare a Sammy anche per lunghi periodi, mettendo fine alla sequela infinita di traslochi che avevano compiuto da quando la loro madre, Mary, era morta in un incendio più di dieci anni prima.

Scuotendo la testa cercò di scacciare questi pensieri, ma invece di liberarsi la sua mente decise allegramente di ricordargli ciò che era appena successo.

Aveva baciato Cas. Il suo migliore amico Cas. Il suo migliore amico Cas che era un impedito nelle relazioni umane ma che inspiegabilmente aveva legato fin subito con lui. Il suo migliore amico Cas che gli aveva da poco rivelato di essere gay.

Non sapeva come fosse stato possibile che questa notizia si fosse sparsa per la scuola. Se avesse scoperto il responsabile come minimo gli avrebbe fatto saltare qualche dente. I suoi tormentatori di prima avevano ricominciato a molestarlo. Ovviamente stavano bene attenti ad insultarlo quando Dean non era presente, perché sapevano che li avrebbe gonfiati di botte. Dal canto suo Cas non faceva nulla per fermarli e non voleva dirgli i nomi per evitare appunto che lui si mettesse nei guai cercando di difenderlo. Diceva che se non avesse dato loro peso si sarebbero stancati e avrebbero smesso di prenderlo in giro. Lui e Dean avevano litigato spesso per questo.

Tutto questo fino a quel giorno, in mensa.

Non l'avevano notato perché non era ancora entrato, si era fermato sulla soglia a parlare con Lisa, il capitano delle cheerleader, ma lui aveva visto loro: in particolar modo aveva visto Metatron, il più odioso studente della scuola, che rovesciava per terra il vassoio a Castiel, chiamandolo “Frocio di merda”. Questo aveva dato il via ad una serie di insulti su questa linea, mentre il povero ragazzo stava immobile, a capo chino, sopportando tutto senza ribattere.

Dean era rimasto come paralizzato fino a che non aveva visto Castiel alzare un attimo lo sguardo e incrociare il suo. Quegli occhi azzurri, di solito così limpidi e chiari, erano oscurati e spenti. Ma la cosa che lo fece scattare furono le lacrime che vi vide dentro, e che stavano per rigare le sue guance.

Senza sapere bene cosa fare entrò nella mensa a passo spedito, fermandosi esattamente di fronte all'altro, che continuò a guardarlo, ora lievemente sorpreso e confuso. Dean lesse nel suo sguardo la muta richiesta, anzi la supplica, di non fare nulla che potesse metterlo nei guai.

Allora Dean fece la prima cosa che gli passò per la testa.

Afferrò il mento di Castiel e lo baciò.

La sua idea era di toccargli brevemente la bocca per poi allontanarsi, mandare a cagare tutti quegli idioti omofobi del cazzo ed uscire trionfalmente dalla stanza, come aveva visto fare in una puntata di Dr. Sexy.

Ma le labbra di Castiel erano così morbide e per la sorpresa si erano socchiuse, permettendo al suo respiro di solleticare quelle di Dean.

La sua mente a quel punto andò in tilt e lui si trovò a cercare con foga la lingua dell'altro, che dapprima rimase immobile, poi cominciò timidamente a rispondere al suo bacio. Quando gli infilò le dita tra i capelli Dean gemette piano contro la sua bocca, ma fu solo quando si accorse che stava infilando una mano sotto la felpa di Castiel che la realtà gli ripiombò addosso e lui si ricordò di trovarsi nella mensa della scuola, di fronte ad una folla di ragazzi ammutoliti per lo stupore.

Si staccò dall'altro di scatto, ignorando la spiacevole sensazione di vuoto improvviso, e prima che tutti potessero ritrovare l'uso della parola lo trascinò velocemente via da lì quasi tirandoselo dietro di peso e cominciando a correre non appena fuori dalla vista degli altri studenti.

Si fermò solo quando furono ad un piano di distanza e si appoggiò al muro per riprendere fiato, evitando accuratamente di guardare Castiel, che se ne stava immobile davanti a lui dove lo aveva lasciato.

-Grazie, Dean.- Mormorò all'improvviso.

-È stato un piacere.- Rispose lui, prima di riuscire a fermarsi e rendendosi conto dell'idiozia che aveva appena detto. Azzardò un'occhiata all'amico e vide che lo stava osservando a sua volta con un piccolo sorriso triste sulle labbra.

Le labbra che aveva appena baciato.

Prima che potesse aggiungere qualcos'altro Cas disse:

-Vado nell'aula del professor Shurley. Oggi pomeriggio è vuota, e lui mi ha già detto che posso usarla se... se voglio stare solo. Vuoi... vuoi venire?- Aggiunse alla fine titubante.

Cercando di mettere un po' d'ordine nei suoi pensieri Dean riuscì a rispondere un -Prima devo andare in bagno- per poi scappare di nuovo, lasciando l'altro da solo nel corridoio deserto.

Ed ecco il motivo per cui un quarto d'ora dopo si trovava fuori da quel bagno in un piano deserto e con la pancia vuota. Con tutto quel trambusto non era ancora riuscito a mangiare.

E la cosa più grave era che in realtà non aveva nemmeno fame.

Da quando aveva baciato Cas si sentiva lo stomaco chiuso e la testa pesante. Non era servito a nulla bagnarsi la faccia, avvertiva ancora quel calore invadergli il petto.

Non aveva mai provato nulla del genere.

Non per un semplice bacio. Non con nessuna ragazza. A dire la verità nemmeno per qualcosa di più.

Con non poco imbarazzo si accorse che ripensando al bacio il calore si era spostato ad una zona più bassa del suo corpo, e ancora una volta ringraziò che non ci fosse nessuno nel corridoio.

Stava cercando di ragionare con lucidità ma ogni volta che ci provava l'immagine del viso di Castiel gli riempiva la mente.

Sentiva un'incredibile confusione agitarlo. Lui era sempre stato attratto dalle donne, non aveva mai provato attrazione verso nessun ragazzo, ne era sicuro. Ma allora perché quel semplice bacio l'aveva sconvolto così tanto?

Quando per fortuna il suo “problema” passò decise che lo avrebbe affrontato. Lui era sempre stato un asso nell'evitare i casini ed ignorare i propri sentimenti, ma non poteva e non voleva permettere che ciò che era successo rovinasse la loro amicizia.

Arrivato di fronte all'ingresso dell'aula il suo coraggio venne meno.

Si disse che prima di entrare avrebbe ponderato attentamente la situazione, ecco. Il che significava arrampicarsi con non poca difficoltà sul termosifone in corridoio per spiare dalla piccola finestra a vasistas sopra la porta quello che stava facendo il suo amico. Solo per prepararsi psicologicamente prima di entrare, ovviamente.

Castiel era seduto a gambe incrociate sopra un banco. Dava la schiena alla porta e da quello che riusciva a vedere da quella posizione sembrava avere un libro in mano. Rassicurato dalla tranquillità della situazione stava per scendere ad entrare quando sentì un singhiozzo ed un tonfo. Tornò ad affacciarsi alla finestrella e scorse la figura del ragazzo rannicchiata su se stessa, quasi tremante, il libro a terra.

-Dean.- Mormorò, facendolo sobbalzare rischiando di cadere malamente a terra. -Perché mi hai fatto questo?-

All'inizio non capì il significato di questa frase. Che cosa gli aveva fatto?

-Perché non potevi... semplicemente picchiarli.-

Lui gli aveva sempre chiesto di non farlo. Che cosa diamine voleva dire?

Aveva cominciato a singhiozzare e i singulti lo scuotevano tutto, mentre si copriva il viso con le mani. Dean non l'aveva mai visto in questo stato.

-Perché... mi hai fatto sentire come... sarebbe... come... non sarà mai.-

Queste parole lo colpirono come una pugnalata.

Lui era convinto di aver incasinato solo se stesso, dandogli quel bacio. Voleva aiutarlo, voleva che quei bulletti la smettessero di rendergli la vita un inferno. Non gli era passato nemmeno per l'anticamera del cervello il pensiero che quel suo gesto avrebbe potuto fare del male anche e soprattutto a Castiel.

L'idea che il suo amico fosse... innamorato di lui non gli era mai venuta in mente.

Sentendosi il peggiore dei criminali lo ascoltò piangere, senza osare muoversi, desiderando andare lì a consolarlo con tutte le sue forse eppure continuando a fissare la sua nuca scossa dai singhiozzi senza fare nulla.

Lentamente lo vide calmarsi, asciugarsi il viso con la manica della felpa, raccattare il libro da terra e riaprirlo.

Solo allora scese dal termosifone, le braccia doloranti a causa della posizione scomoda mantenuta così a lungo.

Se ne andò quasi correndo.

 

 

Per la prima volta in vita sua ringraziò che suo padre fosse ancora via a causa del suo lavoro. Sfrecciò per le strade della città sempre più buie e deserte con la sua Impala fino a sera inoltrata. Sperò che Sam se ne fosse già andato a letto: frequentando la stessa scuola anche se non fosse stato a mensa in quel momento di sicuro più tardi avrebbe sentito la notizia.

Naturalmente il fato non poteva nemmeno concedergli questo piccolo favore.

-Fatto bisboccia?- Sentì la voce di suo fratello chiedergli quasi con noncuranza non appena mise un piede dentro casa.

Sospirò, chiudendosi la porta alle spalle e preparandosi a dover rispondere ad un sacco di domande spinose.

-No, ho solo guidato un po' per schiarirmi le idee.-

Sam fece la sua faccia da “certo, come no” ma stranamente non rispose subito. Lo guardò intensamente, come cercando di comunicargli qualcosa di fondamentale prima di parlare.

-Prima ha chiamato Cas.-

Dean, che si stava togliendo il giubbotto, si immobilizzò a metà del movimento. Ecco che arrivava il momento dell'inquisizione misto a rimprovero.

-Ah, e che cosa voleva?- Chiese finendo di svestirsi e cercando di non sembrare troppo interessato, ma dall'occhiata che gli lanciò il fratello dovette aver fallito miseramente.

-Solo ricordarmi che gli devo prestare un libro di Asimov.- Rispose Sam piano. -E mi ha anche chiesto di dirti che domani sera non potrà venire a guardare Dr. Sexy. Troppo da studiare.-

Una piccola parte di Dean andò in frantumi sentendo quelle parole. Da quando si conoscevano lui e Castiel non si erano mai persi una puntata, rigorosamente da guardare insieme a casa del Winchester. Inevitabilmente poi l'altro si fermava a dormire da lui. Era uno dei loro rituali più sacri. Questo, più di ogni altra cosa, fece capire a Dean che il loro rapporto non sarebbe mai più potuto tornare come prima.

Sentì una sorta di fitta al petto, come di qualcosa che si rompeva.

-Okay.- Riuscì a mormorare alla fine.

Sam fece per andarsene, ma poi cambiò idea ed aggiunse:

-So cos'è successo oggi. So che non ne vuoi parlare. Non con me.- Fece una pausa per cercare il suo sguardo.

-Ma almeno a Cas lo devi.-

E lo lasciò lì fermo sull'ingresso di casa, a chiedersi quando suo fratello fosse diventato la persona con cui aveva parlato quella sera.

 

 

Dean aveva dormito malissimo quella notte. Forse sarebbe stato più corretto dire che non aveva chiuso occhio, continuando a ripensare agli avvenimenti del giorno prima, i suoi pensieri sempre più confusi, le sue certezze sempre più profondamente scosse.

Arrivò a scuola, parcheggiò al suo solito posto, prese un bel respiro e...

E niente. Sam scese lanciandogli un'occhiata eloquente e francamente minacciosa.

Fece un altro respiro profondo e lo seguì, preparandosi ad avere gli occhi di tutti addosso.

Mentre entrava a scuola capì come si dovevano sentire le celebrità quando camminavano sul red carpet: non un singolo studente non lo stava fissando, senza cercare di fare nulla per mascherarsi. Nessuno osò dire nulla. Aveva ancora dalla sua la fama di duro dopotutto.

Cercò con gli occhi Castiel, ma non lo vide da nessuna parte. Forse aveva deciso di non venire a scuola quel giorno e Dean non lo biasimò.

Suonò la campanella e lui stava per entrare in classe quando finalmente scorse una familiare zazzera mora infilarsi nell'aula di fronte. Voleva seguirlo ma pensò che non era il caso di trascinarlo fuori in una situazione imbarazzante davanti a tutta la scuola. Di nuovo.

Decise di aspettare l'ora di pranzo.

 

 

Non andò nemmeno a cercarlo in mensa, sapeva che non sarebbe stato lì.

Si diresse verso l'unico posto in cui sperava di poterlo trovare: l'aula di matematica.

Si fermò come il giorno precedente davanti alla porta, il cuore che gli batteva sordo nelle orecchie. Provò nuovamente l'impulso quasi irresistibile di scappare.

Ma lui era Dean Winchester, non si sarebbe tirato indietro di nuovo.

Quando lo sentì entrare alzò gli occhi spaventato. Era di nuovo seduto su un banco, ma si mise subito in piedi, arretrando di un passo.

Il suo sguardo timido e quasi spaventato incrociò quello di Dean e lui capì.

Fu come se tutte le tessere di un puzzle andassero al loro posto. La sensazione di benessere che provava ogni volta che era con lui, il bisogno di proteggerlo che avvertiva, la necessità di assicurarsi che stesse sempre bene. Il calore che gli dava il suo sorriso. Ciò che aveva sentito durante il loro bacio.

Non gli piacevano i ragazzi. Gli piaceva solo Cas. Aveva bisogno solo di Cas.

E non sarebbe mai potuto essere con nessun altro.

Mentre questa realizzazione lo colpiva l'amico cominciò a parlare. Si vedeva che si era preparato a fare questo discorso.

-Dean, ciao. Volevo dirti che ho apprezzato davvero il tuo gesto per me. È stato molto coraggioso e non potrò mai ringraziarti abbastanza. Spero davvero che questo non cambi nulla tra noi e che potremo tornare ad essere amici come pri-

-No.- Lo interruppe bruscamente Dean. -Mi dispiace, ma le cose sono già cambiate, è troppo tardi. Non credo proprio che riuscirei ad essere di nuovo tuo amico.-

Lesse le emozioni passare nello sguardo dell'altro come se fossero state scritte sulla sua fronte: prima la sorpresa, poi il dolore, ed infine una totale desolazione, mentre le lacrime si formavano nei suoi occhi ed alcune cominciavano a scorrere sulle sue guance. Non potendo sopportare la sua sofferenza ulteriormente si avvicinò e gli afferrò il mento tra le mani.

-Non voglio essere di nuovo tuo amico.- Sussurrò prima di posare per la seconda volta le labbra sulle sue.

Questa volta la confusione di Castiel durò molto meno. In un attimo si trovò le sue braccia intorno al collo, mentre la sua bocca si apriva e la sua lingua cercava famelica quella dell'altro. Dean gli circondò la vita con le braccia, posando le mani sui suoi fianchi. Questo fu come un segnale per l'altro, che lo afferrò e fece sbattere la sua schiena contro il muro. Gli scappò un gemito di sorpresa e Castiel ne approfittò per entrare nuovamente nella sua bocca. Dean lo tirò ancora più stretto a sé. Con le mani cercò la pelle calda dell'altro, che a quel contatto gemette a sua volta, spingendosi ancora di più contro di lui. I loro bacini si scontrarono, provocando ad entrambi brividi di piacere.

Dean aveva ormai perso completamente il controllo. Sentiva le mani di Cas tra i suoi capelli e la sua bocca che dopo aver abbandonato le sue labbra stava scendendo lungo la linea del suo mento, lungo la curva del suo collo.

Rovesciò il capo all'indietro per lasciare all'altro un maggiore accesso alla sua pelle, sensibilissima sotto quel tocco. Le sue mani vagavano sulla schiena di Cas, sentendo i muscoli fremere sotto le sue dita.

Tornò ad appropriarsi della sua bocca, cercando subito un contatto più profondo.

Dal vortice di incoerenza in cui era sprofondato riuscì a pensare che ne voleva ancora, ancora, e ancora, e che una vita intera non sarebbe stata sufficiente.

Un angolo remoto del suo cervello percepì alcuni rumori provenienti dal corridoio, ma prima che avesse il tempo di fare qualcosa la porta dell'aula si spalancò e il professor Shurley entrò, trovandoli ancora avvinghiati contro il muro, i respiri affannati e i visi in fiamme.

Stettero una manciata di secondi a fissarsi a vicenda, poi il professore sussurrò:

-Finalmente!- Agitando un pugno per aria.

Se ne andò richiudendosi la porta alle spalle.

Dean e Castiel si guardarono esterrefatti, per poi scoppiare a ridere all'unisono.

Quando l'altro gli appoggiò la testa sulla spalla il Winchester pensò che senza l'aiuto della parete sarebbe caduto a terra.

Cosa che poi fece, scivolando lentamente contro il muro, e Castiel si sistemò contro di lui, senza lasciarlo per un secondo.

-E così... io ti piaccio.- Disse Dean, cercando di capire qualcosa in quella situazione.

Non poteva vedergli il viso, ma avrebbe giurato che l'altro avesse alzato gli occhi al cielo.

-Che cosa te lo fa pensare?- Mormorò sarcastico, prima di cercare la sua mano e stringerla dolcemente.

Stettero un po' in silenzio, godendo del calore l'uno dell'altro.

-Mi dispiace.- Sussurrò Dean. -Credevo di aiutarti e invece ho rischiato di rovinare tutto. Lo sai che sono un idiota.- Concluse.

-Lo so molto bene. Un idiota senza un minimo di perspicacia.- Sospirò Castiel.

Dean deglutì.

-Da quanto... da quanto va avanti questa cosa?-

-Vuoi davvero saperlo? Dalla prima volta in cui ti ho visto, credo. Mi ero subito messo il cuore in pace in realtà. Uno come me e uno come te non si sarebbero mai nemmeno parlati, figuriamoci fare altro... Poi quasi per caso siamo diventati amici. E io credevo di non volere di più. Di non poter sperare di più.-

Sospirò, muovendo la testa contro la sua spalla.

-Poi tu, razza di cretino, mi hai baciato. Di fronte a tutta la scuola. E lì ho creduto che non avrei mai più potuto farne a meno. Quindi... per questo ho chiamato Sam dicendogli che non potevo più vederti.-

Si interruppe di nuovo. Dean sentiva un groppo in gola, non riusciva a parlare.

-Stanotte però sono stato sveglio a riflettere. Ho capito che non avrei mai potuto tagliarti fuori dalla mia vita, per questo prima volevo dirti che avremmo potuto continuare ad essere amici.-

Si fermò, ma questa volta si scostò da lui. La mancanza del suo calore su di lui lo fece quasi stare male.

-Però... però se adesso te ne vai e mi dici che è stato solo un gioco, non riuscirò mai a tornare tuo amico.- Fece una pausa, probabilmente per cercare di controllare il tremito nella sua voce.

-Se adesso te ne vai e mi dici che volevi solo provare per vedere cosa sarebbe successo, non credo che... Dio, non credo nemmeno che riuscirei a tornare me stesso.

Calò di nuovo il silenzio.

Dean prese un respiro profondo e forzò la sua voce ad uscire.

-Ieri sono venuto a cercarti. Ti ho... ti ho visto qui. Volevo entrare ma... ma ho avuto paura. Ti ho sentito piangere, ti ho sentito... ti ho sentito dire che ti avevo fatto del male. Sono stato un codardo. Sono scappato.- Concluse mesto.

L'altro gli prese una mano.

-Ma sei tornato.- Sussurrò timidamente.

Afferrò una spalla di Castiel e lo fece girare verso di sé, guardandolo dritto negli occhi.

-Sono tornato. E ti giuro che questa volta non scapperò.- Mormorò prima di posare le labbra sulle sue.

Questa volta fu un bacio dolce e delicato, e quando si staccarono Castiel tornò a posare la testa sulla sua spalla.

 

 

Un mese dopo Dean parcheggiò l'Impala nel parcheggio della scuola, ma non scese subito.

Era troppo impegnato a baciare Castiel.

-Ew, almeno aspettate che io me ne sia andato!- Esclamò Sam dai sedili posteriori. -Già mi devo sorbire voi due che fate i piccioncini a casa nostra! Per non parlare di tutte le volte in cui lui si ferma a “dormire”-! Concluse mimando delle virgolette con le dita.

-E tu spicciati a scendere e non guardare, moccioso!- Disse Dean di rimando.

Continuando a bofonchiare il minore uscì dalla macchina seguito dagli altri due ragazzi.

Si avviarono verso l'ingresso dell'edificio.

Dopo quasi cinque settimane la maggior parte degli studenti si era abituata alla loro relazione, ma non mancavano di certo le occhiate furtive alle loro mani intrecciate o alle loro teste vicine mentre camminavano.

Mentre si girava verso Castiel, il suo ragazzo, e posava le labbra sulle sue, Dean incrociò lo sguardo di approvazione del professor Shurley.

Baciare qualcuno di fronte a tutta la scuola non era mai stato così piacevole.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Tutto questo è nato da un bellissimo prompt trovato su tumblr: person A is straight but kisses person B to piss off some homophobes and shit, maybe he's a little gay.

Vorrei ringraziare come al solito il D.I.O. per tutte le cose che mi regala. Voi rendete la mia vita migliore.

Ringrazio anche tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno.

Un bacio,

Arain

 

 

 

   
 
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