Il cielo si era riempito di nuvole, che inevitabilmente avevano portato la pioggia.
La volta, poco prima tersa e maestosa, adesso riusciva soltanto a trasmettere tristezza ed una sensazione di vuoto incolmabile.
Ma non c’erano vinti. Non c’erano i giusti.
“ Tengoku, io ti proibisco di sfidarli.”
Aveva mormorato Tsunayoshi, a testa bassa e in mezzo al silenzio assoluto della sala.
“ Non può più, Tsuna. Come combattente anche tu avresti dovuto capir-”
“ STA ZITTO, REBORN !”
Ma il sicario era rimasto impassibile, dritto e come al solito mai con un rimorso nel cuore.
“ … sta zitto, dannazione …”
“ Papà …”
Inaspettatamente Ten si era sbloccato dallo stato di apatia in cui era caduto. Ora stringeva debolmente la manica della camicia del padre, con uno sguardo malinconico e quasi di rassegnazione.
“ Io ho paura. Capisco cosa provi, ma non voglio più provare un tale malessere. ”
Pioggia che batteva sulle finestre.
“ Vattene. Tu e chiunque abbia intenzione di seguirti.”
Rispose freddo il Boss, dandogli le spalle e separandosi da lui con un movimento brusco.
“ Tsuna!” esclamò Kyoko, avanzando verso di lui con gli occhi sbarrati dal terrore.
“ Basta Kyoko … basta. ”
L’uomo le rivolse una sola, veloce occhiata e poi si ritirò, seguito dai suoi Guardiani.
Quella notte il ragazzo non riuscì a chiudere occhio.
La sua camera, così spoglia e così fredda, non era altro che un luogo dove versare le sue lacrime e sfogare le sue preoccupazioni.
Perché si sentiva così ?
Aveva agito per quello che riteneva giusto, ossia fermare Xian.
Il lume di una candela lo destò.
Non gridò, aveva imparato a riconoscere quella presenza.
Reborn si sedette sul letto, dando le spalle al ragazzo.
“ Sei libero di andare. Perché resti ancora qui? Non volevi forse fermare Xian ?”
Tengoku strinse i lembi della coperta, sollevandosela fin sopra la testa.
“ Papà non me lo lascerà mai fare. Che vinca o perda, dovrò per forza diventare Boss.”
Il sicario ridacchiò, voltandosi per cercare di scorgere il vis del ragazzo tra le coperte.
“ Pensi davvero che tuo padre sia così tanto rammollito. Bhe, allora ti svelo un segreto: che vinca o perda, lui ti rinnegherà come prossimo successore al titolo di Boss.”
Si udì un tonfo, talmente forte che qualcuno dal piano inferiore, probabilmente Hayato Gokudera, lanciò un’imprecazione altrettanto poderosa. Si udì anche Ryohei Sasagawa rispondergli a tono.
Ten si rialzò dal pavimento, con i capelli schiacciati sulla fronte e un livido rosso sul naso.
“ D-davvero ?!”
Reborn si alzò, continuando a guardarlo con un sorriso enigmatico in volto.
“ E’ stato lui stesso ad offrirti su di un piatto d’argenzo l’opportunità di andartene. Non gli interessa molto l’esito delle battaglie. Solo che … ogni tanto ha bisogno di frignare e fare scena, quel Dame-Tsuna da strapazzo.”
“ E quando potremo sfidare i Bravi ?!"
Chiese entusiasta il ragazzo, ignorando le urla di Gokudera e perdendosi in quegli occhi nero carbone del Tutor.
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Tengoku si svegliò nel buio.
A pochi centimetri dalla sua faccia una barriera contorta si agitava e qualcosa gli stava impedendo di muovere braccia e gambe.
Subito andò nel panico e si accorse che l’aria iniziava a mancargli.
No, presto capì che era solo un mal di testa e rimosse l’ostacolo di legno davanti al suo naso.
Tutto intorno, era un’enorme prato sconfinato, dove piccole colline si inseguivano fino all’orizzonte.
“ Ahi ahi !”
Con sua grande sorpresa, uscì Azura, con una faccia stanchissima e un diavolo per capello.
“ Ten ?” la ragazza parve un attimo stupita, ma poi, dopo essersi scrutata intorno, riportò lo sguardo sul ragazzo.
“ Mi sembra Italia del Sud.”
“ Scommetto che è tutto un piano di Reborn …”
Il Tutor era appena sbucato fuori dalla costruzione, vestito con gli abiti di sempre e il sorriso diabolico di ogni santo giorno.
Si intromise Drake, cercando una risposta negli occhi di quel sicario che, da quando era in loro compagnia aveva causato più danni che altro.
“ E voi pensate che riuscirete a batterli senza nemmeno uno straccio di allenamento? ”
“ Solo dopo che vi sarete cambiati …” ed entrò senza dire altro.
Dopo pochi secondi i ragazzi realizzarono di essere ancora in pigiama e quindi non persero tempo a correre all’interno.
Stranamente le loro piccole camere erano già fornite di tutto quello che era contenuto nella valigia prima che raggiungessero la Magione. Per fortuna nulla era stato perso.
Dopo essersi cambiati e lavati, tutti insieme furono presenti alla piccola stanza d’ingresso, dove Reborn era intento a sorseggiare un doppio caffè, seduto su di un divanetto.
Con fare formale, estrasse dalla sua giacca un foglio di carta ingiallito, sul quale accanto a più firme, brillava una Fiamma del Coraggio di Morire color arancione scuro.
Sulla facciata opposta, erano presenti delle fotografie in bianco e nero, più simili a identikit da carcerati che a fototessere.
“ Xian, in quanto Boss dei Bravi. Superbi Kravis, come Guardiano della Pioggia. Luc1f3r0, come Guardiano della Tempesta. Nostrado Geronimo, come Guardiano del Fulmine. Duncan, come Guardiano del Sole. Tortora Daezel, come Guardiano della Nebbia …”
“ E questo chi sarebbe? Non l’ho mai visto. ”
“ Bellum Korvo, in veste di Guardiano della Nuvola. Nessuna l’ho ha mai visto all’infuori dei Varia. A quanto pare era un soldato semplice della Squadra Assassina, che Xian ha reclutato.”
- Se n’è accorto.- pensò il Tutor, con una punta di fierezza.
“ L’ho notato anche io. ” ammise Akane.
“ E se a quel punto Xian minacciasse Ten? E se fosse tutto un complotto?! ” esclamò Azura, preoccupandosi al sol ipotizzare una minaccia del genere.
Il ragazzo in questione strinse i pugni, mentre ogni suo pensiero era indirizzato alla reazione di Xian della sera precedente. Era strana, ma non era dettata da semplice invidia o superbia.
“ Xian è senza controllo, nemmeno Xanxus sa niente dei suoi progetti. Forse i suoi piani sono qualcosa di talmente oscura, che ha nascosto qualsiasi indizio fin ad ora. Non è stupida, ma forse quando ci incontreremo potrebbe commettere un errore fatale.”
Ma, fortunatamente, la risposta fu uno dei soliti ghigni malefici che tanto lo avevano infastidito nel corso dei mesi:
Eccoci ritornati su Stories of a Family, stavolta con una nuova Saga: la Saga dei Sette Peccati Capitali.
‘Ma Master, sono meno di sette!’ (MC: Pensi non sappia contare?)
Scusate la lunga assenza dal sito e (soprattutto) da questa serie, ma spero di essermi parato il- ehm, fatto perdonare con questi capitoli.