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Autore: Shainareth    14/10/2015    2 recensioni
Il giovane ebbe un moto d’orgoglio e tornò a rizzarsi sulle gambe, corrucciando lo sguardo e puntando un dito a mezz’aria con fare minaccioso. «La mia felicità non è una sciocchezza!» protestò a viva voce, rintronandole l’udito e disturbando anche quello degli altri tre ragazzi presenti nella stanza. «Come puoi anche solo pensarlo?! Credevo che fossimo amici!»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUARTO




Dapprima, come sempre, l’immagine apparve sfuocata. Poi, quando Beast Boy posò di nuovo le proprie mani su quelle malferme di Raven, che era tornata a toccargli la testa, tutto si fece più chiaro. Si trovavano all’aperto, da qualche parte in città. Ancora una volta erano insieme. Era l’alba? Il crepuscolo? O forse i colori della visione risultavano falsati? Raven, comunque, indossava il proprio mantello blu, il cappuccio sul capo. Stavano parlando, l’uno di fronte all’altra, ma le loro controparti del presente non riuscivano a sentire nulla, almeno fino a che la maga del futuro non mise una mano sulla spalla del compagno.
   Garfield, fermati. Basta ascoltare…
   …il mio cuore? completò lui, serio in volto. Ho capito, affermò poi, avvicinandosi a lei e sporgendo le labbra in fuori per baciarla, mentre lei lo fissava con stupore.
   Fu a quel punto che quell’ultima visione subì una brusca interruzione.
   Beast Boy aprì gli occhi di scatto, tentando istintivamente di riacciuffare fra le proprie le mani che Raven aveva di nuovo sottratto alla sua presa. «Aspetta! Perché hai fermato tutto?!»
   «E me lo chiedi?!» ribatté la ragazza, incredula per essersi sentita rivolgersi una domanda tanto stupida. Anche alla fioca luce delle candele si notava l’intenso rossore che le coloriva il viso a causa dell’imbarazzo.
   «La cosa si stava facendo interessante!» ebbe la faccia tosta di protestare l’altro.
   Questa lei non la mandò giù. «Se permetti, riguardava anche il mio, di futuro, e non ho alcuna intenzione di rovinarmelo!»
   Il giovane le rivolse uno sguardo sorpreso. «Intendi dire che vuoi vivere quel magico momento come se fosse la prima volta?» Gli occhi violetti di Raven assunsero una preoccupante sfumatura scarlatta, ma lui parve non curarsene. «Possiamo sempre portarci avanti con il lavoro», scherzò, protendendosi in avanti per imitare il suo alter ego della visione. Il rumore di un sonoro ceffone riecheggiò fra le pareti della stanza. «Ahio!»
   «Almeno così la pianterai di fare l’idiota», ringhiò la ragazza, sempre più indispettita.
   Malgrado ciò, Beast Boy non si perse d’animo e, pur massaggiandosi la guancia arrossata e dolorante, le fece dono di un sorriso malizioso. «Però un giorno quest’idiota ti piacerà.»
   «Non essere assurdo», tagliò corto la sua amica. «Nella visione non c’era alcun segno che io volessi ricambiare il tuo bacio.»
   «Solo perché l’hai fatta svanire prima che accadesse», obiettò il mutaforma, ferito nell’orgoglio. Da quel poco che erano riusciti a vedere, difatti, a lui pareva che la Raven del futuro lo trattasse con un certo affetto, nonostante tutto. E poi, insomma, si conosceva bene e, per quanto potesse essere sfacciato, non si sarebbe mai sognato di stuzzicarla in quel modo se non avesse avuto anche solo il minimo sospetto di piacerle; in caso contrario, avrebbe messo a rischio una delle cose a cui teneva maggiormente al mondo, e cioè la loro amicizia. E di certo a quella non avrebbe mai rinunciato.
   «E se invece fosse finita proprio com’è finita adesso?» lo smentì lei, insinuandogli per un attimo il tarlo del dubbio e sventolandogli sotto al naso un lungo tentacolo di nera energia magica.
   Beast Boy aggrottò la fronte, mostrando così tutta la propria contrarietà al riguardo. «No, dico… Mi hai visto? Sarò un gran fico!»
   «Ma non mi pare che anche il tuo cervello subirà netti miglioramenti», sentenziò Raven, intrecciando le braccia al petto con aria di superiorità.
   L’altro fu costretto a mettere il broncio come un moccioso. «Sarai così simpatica anche in futuro?»
   Il sorriso a mezza bocca che lei gli rivolse fu la ciliegina sulla torta. «Spero proprio di sì.» Detto ciò, la ragazza soffiò sulla candela che si trovava fra loro e si rimise in piedi per varcare il cerchio, rompendo definitivamente l’incanto. Beast Boy la seguì con lo sguardo. «Ora, che tu sia soddisfatto o meno, quella è la porta», si sentì dire con fare spiccio.
   Per un brevissimo istante si domandò cosa diamine ci trovasse in lei di così affascinante, ma quando la vide avvicinarsi di nuovo alla libreria e le pieghe del mantello le si aprirono attorno alle gambe in modo più che appetibile, rivelando anche il ventre piatto e i piccoli seni pieni e all’insù, dovette cedere il passo al proprio istinto maschile. «Va bene, ho capito», borbottò risentito, alzandosi anche lui. «Quindi… non c’è altro?»
   «No, direi di no», rispose Raven, dandogli le spalle. «Nulla che io sia disposta a condividere ancora con te, perlomeno», preferì correggersi poi, stizzendolo ulteriormente. L’altro si lasciò andare ad un verso infastidito, ma non aggiunse alcunché e si diresse verso la porta. Quando l’aprì, tuttavia, si sentì richiamare indietro. Si volse nella direzione di lei e i loro occhi si incrociarono un’ultima volta. «Dal momento che ciò che abbiamo visto non si avvererà, suppongo sia inutile farne parola ad anima viva.»
   «Non sono così cretino da volermi far ridere in faccia dagli altri per il tuo secco rifiuto», ritorse caustico, avvertendo le budella contorcersi dolorosamente. «Grazie lo stesso.»
   Raven fece per parlare di nuovo, pentita di averlo ferito in quel modo, ma lui s’affrettò a sparire dalla sua vista e la porta si richiuse sull’uscio, creando un’ulteriore barriera fra loro. La maga tornò allora a volgere la propria attenzione al libro che ancora reggeva fra le mani e il cuore le si strinse in petto: non si era aspettata un simile risvolto, proprio no. E come poteva anche solo immaginare che Beast Boy nutrisse quel genere di sentimenti nei suoi confronti? Sapeva che lui le voleva molto bene e che ci teneva particolarmente, a lei, ma da qui a pensare che…
   Sono un’idiota, si rimproverò, furiosa con se stessa per com’erano andate a finire le cose. Serrò la presa attorno al tomo e prese la sua decisione. Tornò ad avanzare nella camera e raggiunse nuovamente il cerchio magico, che scavalcò per ricollocarsi al suo interno. Quindi, sedendo a gambe incrociate proprio come prima, accese la candela e chiuse gli occhi.
   A differenza di quanto era successo per Beast Boy, a lei non occorse molto tempo per focalizzare l’immagine che le si materializzò nella mente: era di nuovo insieme a lui, al chiuso di un luogo che le creava un certo disagio, e il giovane le dava la schiena. All’altezza delle spalle, la sua tuta era strappata e attraverso lo squarcio era possibile notare dei grossi segni d’artigli, ferite che si era probabilmente procurato durante un combattimento.
   La Raven della visione gli si avvicinò, pronta ad usare la propria magia per alleviargli il dolore, ma lui si volse e le fermò la mano. Potrei essere in grado di guarirla, gli fece sapere nella speranza di convincerlo a farsi medicare.
   Lascia stare. Il giovane sembrava contrariato per qualcosa. Deluso, rammaricato, arrabbiato. Cos’era successo per abbatterlo in quel modo?
   Io… La maga s’interruppe, abbassando sulle spalle il cappuccio che le aveva messo in ombra il volto fino a quel momento. A differenza di quella vista prima, questa Raven aveva i capelli corti, persino più di quelli da lei portati nel presente. Voglio solo che tu stia bene.
   Così sarà, le garantì Beast Boy. Si fissarono in silenzio per diversi istanti, troppo vicini per non capire come sarebbe andata a finire. Cosa? mormorò comunque lui, un attimo prima che la ragazza si sporgesse nella sua direzione per baciarlo. Questa volta accadde davvero e il giovane ricambiò subito il gesto con intenso trasporto.
   Raven, quella del presente, riaprì le palpebre e si accorse solo in quel momento di avere le ciglia bagnate di lacrime. L’inconscio giocava davvero degli scherzi crudeli. Si sentì stupida una volta di più e, issando le ginocchia al petto, vi nascose contro il viso, maledicendosi per l’essere inutilmente orgogliosa e scostante. La sua unica giustificazione, se proprio doveva trovarne una, era il non essere abituata a quel genere di sentimenti. Nessuno glieli aveva mai insegnati e adesso che li provava tanto profondamente, al punto da sentirsi squassare il cuore, aveva l’impressione di essere del tutto indifesa. Inadeguata, per di più, perché ancora una volta la parte demoniaca presente nel suo animo aveva dovuto cedere il passo alla sua metà umana. E lei, più di chiunque altro, anelava ad essere soltanto quello: una persona come tutte le altre.
   Beast Boy… lui era il solo che riusciva a donarle sempre un sorriso, che non la faceva mai sentire fuori luogo anche quando l’accusava di essere tetra o insensibile. Il solo che, se solo lei glielo avesse concesso, non le avrebbe mai negato un abbraccio. O un bacio, si ritrovò a riflettere Raven, confermando a se stessa di essere stata tremendamente ingiusta nei suoi confronti.
   Senza perdere altro istante, si rimise in piedi e, non curandosi di prendere il libro o di spegnere le candele, si diresse a passo spedito verso la porta. Uscì in corridoio, trovandolo vuoto proprio come si era aspettata, e si avvicinò alla camera che si trovava di fianco alla sua. Bussò con fare sicuro, ma non ottenne alcuna risposta. «Beast Boy», chiamò. Nulla. Eppure lui era lì, lo sapeva, lo sentiva. Alla mente le tornò l’ultima visione che aveva condiviso con il compagno: in quella, lo aveva chiamato con il suo vero nome, cosa che non aveva mai fatto fino a quel momento se non per prenderlo in giro. Era ciò che lui desiderava? Che lei gli si rivolgesse in quel modo?
   «Garfield?» azzardò, pur con voce malferma. Quella parola suonò strana e rassicurante al tempo stesso, dandole l’inaspettata sensazione di possederla nel profondo.
   Qualcosa si mosse al di là della porta. «Che vuoi?» si sentì chiedere in tono seccato.
   «Sono venuta a chiederti scusa.»
   «Per avermi trattato per l’ennesima volta a pesci in faccia?»
   Poteva davvero biasimarlo per quell’accusa? No, affatto. «In realtà…» cominciò, cercando di trovare dentro di sé il coraggio per continuare a parlare. Sospirò, affranta. «Non sono stata sincera.»
   A risponderle, stavolta, fu di nuovo il silenzio. Poi, dopo una manciata di secondi, l’uscio si schiuse e apparve Beast Boy che la scrutò dubbioso. «Riguardo a cosa?»
   «Posso entrare?» Dopo un’ultima esitazione, il giovane si fece da parte, lasciandole lo spazio per varcare la soglia della stanza. Era sottosopra come al solito, eppure, per quanto lei glielo rimproverasse di continuo, in quel momento quel dettaglio rassicurò Raven, dandole la forza per vuotare il sacco. «Io…» iniziò incerta, «non ti ho detto la verità riguardo al rito che abbiamo fatto.»
   Vide le sopracciglia dell’amico corrucciarsi, conferendogli un’espressione assai perplessa. «In che senso?»
   «Non… era un rito per vedere il futuro», confessò lei, d’un soffio, nascondendo il volto fra le mani per la vergogna. «Serve solo a vedere il futuro che noi vorremmo vivere.» Beast Boy rimase zitto, forse intento ad immagazzinare a dovere quell’informazione. La maga sbirciò nella sua direzione attraverso le fessure delle dita, temendo una sua più che giustificabile sfuriata. Che però lì per lì non arrivò. Anzi, lui sembrava più che altro fissarla con occhi vacui. Inspirando a fondo, Raven lasciò ricadere le braccia ai lati del corpo. «A mia discolpa posso dirti solo che volevo rassicurarti riguardo al tuo aspetto, senza per questo dover indagare nel futuro vero. Interferire con eventi che non si sono ancora verificati potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Ciò nonostante…» La sua voce ebbe un fremito, che servì al giovane per tornare in sé e prestarle maggior attenzione. «Mi vergogno per ciò che ho fatto, ma… non avevo idea che tu serbassi quel genere di… desideri per il tuo… nostro… futuro», si corresse la ragazza, abbassando il tono e lo sguardo con aria mortificata. «Scusami. Non era mia intenzione essere tanto invadente.»
   Lo aveva fatto per lui, dunque, per rassicurarlo e, al tempo stesso, dargli una lezione. Beast Boy poteva davvero ritenersi in diritto di essere arrabbiato con lei, per quanto accaduto? Probabilmente sì, almeno in parte. Eppure, l’emozione più prepotente che avvertì dopo quella confessione fu un meraviglioso senso di sollievo: quello che avevano visto era il futuro che lui avrebbe voluto veder realizzato, non quello autentico, e ciò stava a significare che non si sarebbe dovuto sforzare di cambiare un bel niente, negli eventi a venire, né avrebbe dovuto imporre a se stesso di mettere a tacere i propri sentimenti per Raven. Non era da escludere, infatti, che lei avesse reagito in modo scortese anzitutto perché era stata colta alla sprovvista da quelle fantasie romantiche, proprio come lei stessa gli aveva appena garantito. Ciò non stava forse a significare anche che non tutto era perduto?
   «Se può consolarti…» riprese a parlare la ragazza, torcendosi le dita delle mani all’altezza del ventre, «poco fa ho provato a guardare anche nel mio futuro ideale e…» Tentennò trattenendo il fiato, che poi lasciò andare rumorosamente, arrossendo in un modo che a Beast Boy parve delizioso. «Non era affatto dissimile dal tuo.»
   Quell’ultima confessione ebbe un effetto imprevisto: lo fece ridere. Di gioia e di sollievo, benché quella risata suonò abbastanza isterica alle orecchie della povera maga. Quest’ultima avvertì un soffocante dolore al petto, temendo che quello del compagno non fosse altro che il preludio di un brusco rifiuto; tuttavia, l’istante successivo si trovò stretta in un abbraccio così carico d’amore che si sentì sciogliere come neve al sole e fu costretta ad aggrapparsi alle spalle di lui con tutte le proprie forze. Senza che potesse farne a meno, scoppiò in singhiozzi, disperati, lasciando così andare via tutta la tensione che aveva accumulato fino a quel momento, mentre l’amico le passava delle rassicuranti carezze lungo la schiena e scivolava in ginocchio sul pavimento insieme a lei.












Ed eccoci qua. Ve lo avevo detto che sarebbe stata di gran lunga più romantica di Fiabe. :3
Anche per questo capitolo ho preso spunto dal comics (quello non ispirato alla serie animata) e per la precisione mi sono rifatta a queste scene:
1. Quella della prima visione è questa: https://instagram.com/p/7ys0GvibY3/ In realtà credo che le due vignette non siano consequenziali, ma mi piaceva il modo in cui sono state assemblate qui e allora mi sono divertita a mettere in imbarazzo Raven anche nella mia storia.
2. Quella della seconda visione, invece, la visione che ha soltanto Raven, intendo, l'ho presa da una pagina vera e propria: http://41.media.tumblr.com/be4a105e81e003848d15628fb0e389ec/tumblr_nla1zfHTnT1uq0o3ko1_1280.jpg
Avrei potuto prendere in esame anche altre scene del comics, riguardo loro due come coppia, ma credo che queste fossero le più adatte a spiegare l'evoluzione del loro rapporto, dando appunto l'impressione che si trattasse di un unico futuro, un futuro vero (cosa che poi è stata smentita da Raven nel finale di questo capitolo). Spero che l'idea non sia troppo banale o... stupida.
Mi fermo qua e vi do appuntamento a venerdì con l'ultimo capitolo di questa storia. Grazie a tutti i lettori, a chi ha la gentilezza di lasciarmi la propria opinione e chi inserisce questa fanfiction fra le preferite/ricordate/seguite.
Buona giornata a tutti! ♥
Shainareth





  
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