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Autore: Dimea    14/10/2015    4 recensioni
Clarke Griffin è una neo psichiatra specializzata in traumi, che cerca di emergere dalla fama della madre, la celeberrima Cardiochirurga Abby Griffin.
Bellamy Blake è un tenente colonello dei Marine, di ritorno dall'Afghanistan che cerca di fuggire dai fantasmi che lo tormentano.
La terapia li avvicinerá, insieme al matrimonio di Octavia.
"L'aggeggio maledetto, gracchia in un angolo del comodino, segnalandomi che è ora di alzare il culo dal letto.
Finalmente mi libero delle sabbie mobili in cotone e pile, ma i postumi della nottata di ieri si fanno sentire.
Oggi ho un solo appuntamento, ma non promette nulla di buono. Un giovane Marine di ritorno dall'Afghanistan dopo due anni spesi in missioni [...]
-Dio, Clarke! Hai delle occhiaie mostruose.- squittisce la voce di Octavia alle alle mie spalle.
Non mi volto nemmeno, so perfettamente che si trova appoggiata allo stipite, con la spalla sinistra.
-Ti ho portato il caffè...- sussurra sorniona. Mi conosce troppo, per non sapere che l'unico modo per trattarmi a quest'ora, è una tazza bollente di caffè.
Ed io la conosco abbastanza bene, per sapere che non devo aspettarmi nulla di buono"

{Attenzione: Bellarke }
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XIII
Nine Crimes


 
It’s a beautiful disaster 
I get this feeling I can’t miss 
you’re getting harder to resist 
and maybe by the time I know 
it’ll be too late to let you go 
who knew my heart could beat so quick 
my life I gave away for this 
don’t care what anybody sees 
I know I am doing this for me
[Beautiful Disaster - Fedez ft Mika]

(Clarke PoV)

Qualcosa mi sfiora la mano, con la stessa delicatezza di un fiocco di neve.
Brucia quel contatto, forse perchè so da chi proviene o forse perchè quella piccola porzione di pelle è dannatamente bollente.
Tutto si offusca all'improvviso e la mia mente tartaglia.
Sento le fiamme avvolgermi con il loro calore e lentamente scivolo nel loro abbraccio sorridendo dolcemente, più a me stessa che a qualcuno in particolare.
Mi sento sicura, come durante il viaggio in Italia. Accoccolata in un bozzolo fatto di sorrisi e gesti, a volte impercettibili, congelati nel tempo.
Il silenzio ci avvolge, improvvisamente cogliendoci impreparati e complici come bambini sotto l'albero di Natale intenti a scartare i regali in anticipo.
Gli occhi delle ragazze ci passano in rassegna senza fiatare, stupite ed incredule davanti alle nostre dita intrecciate. Sento i loro sussurri rimbombarmi tra le tempie, mentre Octavia mi sorride.
Deglutisco a fatica, mentre il sangue pompa nelle vene ad una velocità sovrumana quasi a voler farmi esplodere la testa.
Una vocina mi dice che dovrei vergognarmi di me stessa, probabilmente è quella parte razionale che ultimamente ho abbandonato...
Improvvisamente un paio di occhi si fanno largo tra i mormorii e le risatine, neanche avessi a che fare con delle quindicenni. Riconosco le iridi ebano di Raven, che brillano, illuminate da un guizzo vivace. La mia amica annuisce strizzando l'occhio destro mentre il suo indice si muove circolarmente, indicandomi che dopo ne riparleremo. Non mi preoccupo, non ne ho motivo. Sembra quasi orgogliosa di me... ma di cosa, poi? Certo, lei non ha mai preso bene la mia storia con Finn, ci considera completamente diversi e male assortiti.
Lancio una rapida occhiata alla mia destra verso un disorientato Blake, che accenna un sorriso sghembo, congedandomi con un sorriso fugace sciogliendo le nostre dita.
Mi avvio in camerino senza fornire alcuna spiegazione, rendendomi conto di quanto sia tutto così semplice tra noi, così reale, naturale ed istintivo, come se non avessimo fatto altro nella nostra vita.
Lascio scivolare l'abito da Damigella d'onore, riposizionandolo sulla gruccia, prima di riprendere la mia mise ed i miei peggiori difetti.

Con Bell non sento il bisogno di sembrare migliore di ciò che sono, accanto a lui, anzi sento il bisogno di essere scoperta e di abbassare la corazza che mi sono costruita in anni.
A Bellamy ho concesso qualcosa che non avevo mai permesso a nessuno. L'ho lasciato sbirciare nella mia anima, senza replicare o senza chiudermi a riccio.

Penso di non aver mai provato ciò che Bellamy è stato in grado di donarmi in così poco tempo e così spontaneamente, senza alcuna pretesa, senza obblighi o sforzi. Probabilmente senza nemmeno rendersene conto.
Ritorna alla mente il ricordo di quelle labbra bollenti sulle mie, pronte a prosciugarmi l'anima in un solo istante. Quel bacio da ragazzini, da liceali, così proibito e pericoloso seppur dato in campo neutrale.

Non posso che sentirmi un'idiota, una bambina capricciosa, quando il volto di Finn balena nella mia mente. Ho al mio fianco un ragazzo fantastico, che non vede l'ora di ricoprirmi di dolcezza... allora perchè non mi sento completa?
Il mio ragazzo è l'uomo perfetto per me e lo so bene. Il futuro marito che mia madre vorrebbe vedere al mio fianco, colui che potrebbe essere il perfetto padre dei miei figli.
Dio, quanto detesto parlare al futuro! A malapena so cosa voglio per cena, non posso certo programmare la mia vita...
Ma l'ho fatto...
Oh mio Dio, l'ho già fatto. Senza neppure rendermene conto.
Il dormire da lui, lo spazzolino lasciato nel suo bagno... mi sono adagiata sugli allori e la motivazione posso nasconderla agli occhi altrui, ma non a me stessa.
Lo stomaco si attorciglia da solo, provocandomi delle fitte al limite della mia soglia del dolore. Conosco quella reazione, non è la prima volta che l'ansia viene a bussare alla mia porta, con prepotenza vorrebbe invadermi ed ho il terrore di non riuscire a fermarla.
Il battito accelera ed il respiro si fa corto e pesante.
Dio, no... non ora.
Un singhiozzo sommesso si fa strada tra le mie labbra e mi rendo conto di essere al punto di non ritorno.
Ma lotto con tutte le mie forze, mentre un'ombra avvolge le sue spire alle mie certezze
Inadeguata.
inutile.
Sola.
Dannatamente, tremendamente, schifosamente sola.
Le gambe tremano, sotto al peso del mondo mio tremendo mondo di cristallo, pronto a sgretolarsi, mentre le lacrime cominciano a rigare il volto.
Mi ritrovo in un angolo del camerino, tenendomi la testa e cercando di capire come sono caduta in questo baratro.
Non vedo il fondo. Non lo sento nemmeno.
Cerco di respirare.
Nulla, come se l'ossigeno fosse sparito dalla stanza.
Annego nella mia solitudine, nella mia inadeguatezza...
La solitudine è sempre stata parte di me, come un caro nemico in agguato. 
Con quel poco che mi resta di lucidità cerco di aggrapparmi ad un'ancora di certezze per poi scoprirla troppo fragile per potermi reggere.
Il panico mi assale, mentre il respiro si fa sempre più corto e pesante.
I polmoni sono vuoti. Sgonfi.
Due mani mi afferrano i polsi, ma non vedo nulla, le lacrime che mi offuscano la vista.
Mi sento scrollare, mentre una voce rassicurante chiama il mio nome. La sento lontana, ma si avvicina. Strisciando nella mia mente ed illuminando le mie paure.
-Clarke, respira... Clarke, va tutto bene-
Davanti a me Bellamy se ne sta in ginocchio, tenendomi le mani. Lo vedo pallido e preoccupato, mentre mi trascina verso di lui, stringendomi.
Resto impietrita un secondo, prendendo coscienza di ciò che è appena accaduto. Non riesco a capacitarmene.
Pensavo di aver passato da parecchio le crisi, erano anni che non se ne ripresentava una.
-Mi hai fatto prendere un colpo- sussurra Bell, con voce calma.
Affondo il volto contro la sua spalla, senza spiegare
. Senza parlare.
Forse ci sarà il momento per capire cosa sia successo... ma non ora.
Sento le sua braccia attorno a me, come un'impenetrabile muraglia, mentre respiro il suo odore e cerco di calmarmi.
Diamine, come ci riesce?
Lentamente il suo battito cardiaco aiuta il mio, riportandolo sula sua stessa frequenza.
Alzo il volto, come una bambina spaesata e lui sorride timido davanti al mio mascara colato ed i miei occhi arrossati.
-Principessa...- sussurra avvicinandosi sempre di più. Quel filo di voce lo lascio entrare, come quella volta in toscana, nella mia anima.
In un solo istante le sue labbra sono sulle mie.



Continua...


Angolo dell'autrice.
Vi chiedo perdono per il ritardo, ma ho avuto alcuni problemi... con me stessa.
Finalmente scopriamo la fragilità di Clarke, donna che tanto di ghiaccio non è.
Vi consiglio di ascoltare 9 Crimes, canzone che in qualche modo sarà presente anche nel prossimo capitolo.
Prometto di aggiornare il prima possibile.
Vi ringrazio per la pazienza.
Sempre vostra
Dimea

   
 
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