Dicono che prima di incontrare l’uomo della tua vita tu debba avere una serie di sventurati appuntamenti, un numero definito di ragazzi con cui uscire prima dell’arrivo di quello giusto.A quanto pare serve per acquistare consapevolezza. Insomma, più esci con quelli sbagliati e più diventa facile in futuro riconoscerli e starne alla larga.
Ma che succede se di quello sbagliato non puoi più farne a meno?

Prima di incontrare Andre  ero una stupida ragazzina che cercava la perfezione dimenticando, però, quanto coinvolgente ed interessante potesse essere la realtà che, al contrario, perfetta non è. Ero l’ultima delle romantiche, credevo nel grande amore e nelle favole moderne, facevo parte di quella  generazione di sognatori che si sarebbero svegliati quando ormai sarebbe stato troppo tardi e , di li a poco, lo avrei scoperto a mie spese.
Andre era un giovane musicista arricchitosi dopo aver fondato una casa discografica indipendente. Aveva lanciato la sua carriera con You Tube e in men che non si dica i suoi video erano stati condivisi e visti da migliaia di persone. Era diventato una star a tutti gli effetti e adesso anche le tv se lo contendevano.  Da settembre avrebbe fatto parte di una giuria di esperti all’interno di un Talent Show , era stato uno dei personaggi più voluti da produzione e pubblico, forse per l’incredibile successo registrato tra le ragazze, che da settimane ormai avevano preso d’assalto Twitter con l’hashtag  #AndreOnTV.
Tutte pazze per Andre insomma, tranne io.
La diretta di un programma in prima serata comportava tanti rischi e responsabilità soprattutto tra gli addetti ai lavori. Dovevamo fare i conti con così tanti problemi che uno pseudo rtista pieno di se era l’ultima cosa di cui avevamo bisogno. E’ vero non lo conoscevo, di lui avevo solo sentito parlare, ma uno che ha tanti tatuaggi sul corpo quanti selfie a torso nudo su internet doveva per forza essere un megalomane.  
Che non nutrissi particolare stima per l’individuo in questione lo avete già capito e vedersi rovesciare addosso dal sottoscritto una tazza di chissà quale intruglio proteico il primo giorno di prove, di certo, non aveva migliorato le cose. L’intero staff si sarebbe riunito di li a poco per fare il punto della situazione e partire, e io non potevo certo presentarmi con quello che sembrava essere un conato di vomito sulla camicia.

                ‹‹ Luca mi serve qualcosa di pulito ! ›› dissi entrando in sala costumi.
                ‹‹ Cosa ti è successo? ››
                ‹‹ “Andre il Magnifico” ›› replicai sarcasticamente ‹‹ non mi ha vista arrivare alle sue spalle e girandosi di scatto mi ha rovesciato questo intruglio puzzolente addosso  … chissà quali schifezze butta giù quello! ›› .

Cercando di togliere via la camicetta i capelli mi si incastrarono tra i bottoni , ed ero talmente presa dal cercare di liberarmi che non prestai minimamente attenzione allo strano tono di voce di Luca in quel momento.

                ‹‹ Beh potresti sempre andare in giro così … sicuramente non passeresti inosservata ›› .

Quella, di certo, non era la voce di Luca. Era Andre che col suo fare sfavaldo se ne stava immobile davanti a me, ed io avevo pure messo il reggiseno di Barbie quella mattina.
Imbarazzata presi la prima cosa che avevo sottomano e la portai al petto anche se, oramai, non c’era più un modo per uscire dignitosamente da quella situazione, perfino Luca si era allontanato con la scusa di cercami qualcosa da mettere su vedendo il mio viso diventare sempre più rosso.

            ‹‹ Guarda che non è la prima volta che vedo un paio di tette ›› disse Andre rompendo il silenzio ‹‹ se la cosa ti mette a disagio posso spogliarmi anche io, così ce la giochiamo alla pari ›› .
Non so dirvi perché, forse era solo una giornata iniziata male , ma io non ci trovai niente di spiritoso in quella sua affermazione.
            ‹‹ La fai facile te … sei così pieno di tatuaggi che una volta tolta quella t-shirt nessuno noterebbe la differenza ›› .

Non era certo mia intenzione farlo sorridere ma, evidentemente,  quella era la reazione che avevo provocato. Nel frattempo era finalmente ritornato Luca e con lui la maglia, ed io, farfugliando qualcosa sul quanto fossi in ritardo, ebbi modo di dileguarmi e mettermi a lavoro.
Durante la giornata sentii spesso gli occhi di Andre addosso ma forse erano solo paranoie. Decisi comunque di far finta di niente tutte le volte che incrociavo il suo sguardo e di trattarlo con l’adeguato distacco tutte le volte che ero costretta ad interagire con lui.

Quel ragazzo non aveva niente a che fare con i giovani protagonisti romantici dei miei romanzi. Probabilmente tutti quei tatuaggi erano stati studiati apposta per farlo sembrare il tipico figo da copertina e chissà quale era stato l’ultimo libro che aveva letto.
Eravamo lontani così anni luce! E forse per questo, con l’andare del tempo, proprio come pianeti continuavamo ad attrarci.  Ma cosa mi stava succedendo? Cosa mi poteva mai piacere di lui? E più continuavo a farmi queste domande e più sentivo i miei ormoni urlare la risposta.
Jane Austen non ha mai scritto nulla al riguardo perchè non esistevano le palestre nell’Hertfordshire. E io dovevo smetterla di pensare ad Andre se volevo un Mister Darcy nella mia vita.