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Autore: CyanSix    15/10/2015    1 recensioni
Gli incubi di Stiles sono sempre più frequenti. E i suoi sensi di colpa per aver fatto soffrire i suoi amici quando era sotto il controllo del Nogitsune, nonostante siano passati mesi e mesi, continuano a torturare la sua anima. Soltanto il ritorno di un licantropo sfuggito alla morte riuscirà a cambiare qualcosa.
Dal testo: «Per quale motivo stiamo andando a Villa Hale?»
Stiles divenne improvvisamente serio. Quel posto portava alla luce tutti i ricordi riguardanti Derek, quelli che lui stava cercando di stipare in un angolo del suo cervello. Il perchè neanche lui lo sapeva, ma il fatto che quel Sourwolf se ne fosse andato molto tranquillamente senza neanche avvisare lo faceva incazzare e soffrire allo stesso tempo.

[Sterek]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 2 - Verità




Stiles alzò leggermente il viso, intravedendo l'inconfondibile figura di Derek stagliarsi al di sopra delle vecchie e logore scale di legno situate nel salone d'entrata. La sua voce li ammonì.
«Voi cosa ci fate qui?»
Quella voce era diversa dal solito, come fosse allarmato da qualcosa, o meglio, qualcuno; da loro. Fu Scott a rispondere repentinamente alla sua domanda, lasciando trasparire un briciolo di rammarico per la freddezza nelle parole del moro.
«Ho fiutato il tuo odore, ho capito subito che eri tornato.»
«Sono solo di passaggio, non resterò per molto, per cui andatevene.»
Stiles era rimasto stranamente in silenzio. Il suo cervello si tormentava per capire quella situazione, per capire come mai Derek se ne fosse andato e perchè, nonostante tutto, fosse ancora una volta a Beacon Hills, anche se solo di passaggio. Decise quindi di parlare.
«Tu invece, cosa ci fai qui? Te ne sei andato senza neanche avvisare il tuo branco e ti ripresenti semplicemente con un "sono solo di passaggio"? Hai lasciato tutti a chiedersi come stessi dopo che sei praticamente morto e ora pretendi di potertene andare di nuovo via senza una risposta o un briciolo di spiegazione?»
Con quelle parole Stiles cercò di buttare tutto fuori, tutta la preoccupazione che l'aveva attanagliato in quei mesi, tutta la frustrazione per essere stato trattato, per l'ennesima volta, come una persona inutile e decisamente poco importante.
«Non sono affari tuoi ragazzino.»
«Oh, si che sono affari miei! Sai, non avrò la super forza, il super udito, la super vista o il super qualsiasi cosa sia e tanto meno mi spuntano artigli e peli a comando, ma anche io faccio parte del branco!»
Aveva ragione, nessuno più di lui, nonostante fosse un semplice umano, si era reso tanto utile per il branco e questo anche Derek lo riconosceva, anche se non l'avrebbe mai ammesso, nè a se stesso, nè agli altri, nè tanto meno allo stesso Stiles. Improvvisamente al ragazzo venne qualcosa in mente.
«Dov'è Braeden? Pensavo voi piccioncini foste andati via insieme.»
Quelle parole fecero scoccare una scintilla nel licantropo che, in un breve istante, scese le scale portandosi molto vicino all'umano, con fare minaccioso.
«Tieni quella maledetta bocca chiusa o ti apro la gola a morsi.»
«E' da tempo che non mi fai più paura ragazzone. Ah, e dovresti cambiare copione perchè questa frase l'ho già sentita.»
Un sorrisetto di sfida si stampò nel volto di Stiles, venendo quasi subito sostituito da una smorfia di dolore quando l'Hale, dopo aver estratto gli artigli, lo attaccò al muro facendo collidere la sua testa al legno della parete.
«Non ne saresti capace, Derek.»
«Non sfidarmi, Stiles.»
La mente del più grande iniziò a lavorare percependo un qualcosa di diverso nel ragazzino davanti a lui. Nei suoi occhi non leggeva più la paura che una volta lo spingeva a minacciare il ragazzo anche senza motivo, leggeva soltanto la sicurezza di chi ha il coraggio di affrontare la propria morte pur di far cessare un eterno incubo, il totale disinteresse nell'essere vivo. Una sensazione familiare. Soltanto la mano di Scott stretta nel suo braccio lo fece distrarre dal vuoto di quegli occhi.
«Lascialo subito o ti faccio rimpiangere di essere tornato.»
Gli occhi del più giovane si tinsero di rosso, rivelando il suo stato di Alpha, mentre quelli dell'altro si illuminarono di un forte azzurro, tipico degli Omega, ma molto più chiaro rispetto al normale. Fu proprio in quel momento che gli animi si calmarono e, molto stranamente, Derek prese a parlare.
«Sono tornato a causa di questi occhi. Mentre eravamo in viaggio ai confini del Guatemala ho avuto una strana sensazione, dopo la mia trasformazione completa in lupo mi sentivo diverso. Soltanto quando ho visto le mie iridi diventare di questo strano colore ho capito che c'era qualcosa che non andava, qualcosa da risolvere. Così ho deciso di far andare Braeden per la sua strada e io sono tornato qui per cercare di capire. Ora che avete avuto le vostre risposte potete benissimo andarvene.»
«Io e Stiles potremmo provare a chiedere a Deaton qualche spiegaz...»
«Non ho chiesto il vostro aiuto. Andatevene! Ora!»
«E va bene, fai come ti pare! Andiamo Stiles.»
Il ragazzo prese per il braccio l'amico, guidandolo verso l'uscita. Stiles si lasciò trasportare ma il suo insolito silenzio lasciava abbastanza spazio ai pensieri per roteare vorticosamente creando solo confusione. Che gli prendeva? Lui stesso si chiedeva come mai non avesse nulla da dire, come mai quelle parole gli bastassero, come mai la novità di quegli occhi non lo incuriosisse più di tanto o, più precisamente, come mai non lo stupisse. Le uniche parole che uscirono dalla sua bocca spiazzarono gli altri due ragazzi presenti nella stanza.
«Tu vai Scott, io devo parlargli.»
«Non ci penso neanche! Ti farai uccidere amico!»
Bastò un leggero sorriso per tranquillizzare il migliore amico, non c'era bisogno di parole, Scott capì che doveva fidarsi, del resto con le parole nessuno se la poteva cavare meglio di lui.
«E va bene, io rimango qua fuori ad aspettarti ma se sento un minimo accenno di rabbia, allora entro.»
Così uscì dalla villa andando ad accomodarsi in macchina, rimuginando sul perchè quei due dovessero rimanere per forza da soli.



Ora erano rimasti solo loro due. Derek e Stiles.
«Senti, non mi interessa. Qualunque cosa tu voglia dirmi...»
Il più giovane prese coraggio e lo interruppe.
«No Derek, ora parlo io. Hai la minima idea del modo in cui ti stai comportando? Prima che tu partissi mi sembrava fosse tutto a posto. Giurerei addirittura di averti visto anche sorridere un bel po' di volte! E ora torni come quello di prima, quello bastardo, stronzo e cinico. Non so che cosa tu abbia passato in questi mesi ma niente ti da il diritto di trattare il tuo branco come fosse spazzatura, anche se i tuoi occhi dicono che sei un Omega, sai benissimo che fai parte di qualcosa!»
Derek rimase in silenzio per un po' prima di rispondere al ragazzo.
«Vuoi sapere perchè sono andato via? Perchè tutto questo non mi appartiene. Questo è il vostro branco non il mio. E non ho intenzione di tornare a giocare ai lupetti felici con voi ragazzini.»
«Ah, fottiti Derek, me ne vado. E pensare che ritenevo fossi cambiato.»
Un flash riportò alla mente del moro tutti i ricordi dei mesi trascorsi in compagnia di quelli che prima aveva azzardato a ritenere degli amici, dalle vicende del primo approccio con gli Argent e dei vari scontri con Peter, a quelle di Jackson trasformato in Kanima, per passare al branco di Alpha e anche al Nogitsune, fino ad arrivare alle più recenti disavventure con il Benefattore e la "nuova" Kate Argent. Diavolo, ma perchè si sentiva in quel modo? Sarebbe stato molto più facile andarsene e tornare alle sue ricerche, ma qualcosa dentro di lui lo tratteneva dal lasciare anche l'unica cordicella che lo teneva attaccato a quei ricordi.
«Aspetta.»
Stiles si voltò, incredulo per quello che aveva appena sentito. Da quando in qua i miracoli esistevano? Ok a licantropi, kitsune, darach e qualsivoglia creatura, ma Derek Hale che fa un passo indietro e mette da parte il suo essere scorbutico è una cosa ancora più sovrannaturale.
«Oh, dev'essere grave amico. Sicuro di stare bene?»
«Chiudi quella maledetta bocca e stammi ad ascoltare perchè sarà l'ultima volta che sentirai queste parole uscire dalla mia bocca.»
«Oh magari adesso vorresti dirmi...»
Un ringhio fece serrare le labbra al ragazzo, gelandogli il sangue nelle vene.
«Ok sto zitto.»
Derek si morse il labbro inferiore prima di continuare a parlare, meditando bene sulle parole da utilizzare; del resto era una cosa nuova per lui parlare dei suoi problemi.
«Questi occhi, succede quando un licantropo perde una parte di se. Non so cosa voglia dire di preciso, quello sto cercando ancora di scoprirlo.»
«Beh, hai controllato di avere ancora la coda? Magari hai perso quella.»
«Sul serio Stiles?»
«Si chiama ironia!»
L'ennesima occhiataccia lo fece concentrare di nuovo sul discorso.
«Quindi quale è il punto di tutta questa storia?»
«Il punto è che sono sicuro che quella parte di me si trova qui a Beacon Hills, qualsiasi cosa sia devo risolverla. Ma ho bisogno che tu utilizzi tutto ciò di cui disponi per aiutarmi.»
«E perchè dovrei farlo proprio io?»
«Perchè se no ti uccido!»
«Sai, per tutte le volte che me l'hai detto dovrei essere morto tipo centoventicinque volte. Dammi una vera motivazione.»
L'unico modo per ricevere aiuto era uno, e Derek aveva intuito solo poco tempo prima come convincere Stiles in modo efficace.
«Perchè potrei decidere di non andarmene. Di tornare a far parte del branco.»
Colpito e affondato. Involontariamente, o forse no, il licantropo aveva colpito nel segno.
«Sai quanto me ne importa? Puoi fare quello che vuoi!»
«Non mentire Stiles.»
Il battito del suo cuore, ecco cosa l'aveva tradito, si era dimenticato che quel dannato ragazzo sapeva leggere le menzogne nelle sue pulsazioni. Si, gli mancava, gli era mancato per tutti quei mesi e ora che ce l'aveva davanti gli mancava ancora di più. Perchè non era il Derek che aveva imparato ad apprezzare, era quello che temeva ed odiava, quello che avrebbe voluto prendere a pugni per ore. E ora aveva di nuovo paura di lui, non perchè avesse timore di essere ferito, ma perchè sapeva che il suo cuore non avrebbe retto alla perdita della persona che aveva imparato ad apprezzare. O forse ad amare. Stiles scosse la testa, come per scacciare via quell'assurdo pensiero dalla sua testa. Ma nel suo cuore sapeva che qualche sentimento "strano" spuntava fuori quando si trattava di Derek Hale.
«Fottiti.»
Si diresse verso la porta ma venne interrotto dal lupo, che toccandogli una spalla cercò di fermarlo almeno per un istante.
«Non mi serve sentire il battito del tuo cuore per capire come ti senti. Basta guardarti. Sei cambiato anche tu Stiles. Non dare tutte le colpe a me perchè tu stai male. Dovresti smetterla.»
Stiles si scrollò la mano del più grande dalla spalla per poi poggiare la mano sulla maniglia.
«Dovresti smetterla anche tu di allontanare chi ti sta vicino comportandoti come uno stronzo.»
Quelle frasi accesero un barlume di speranza negli occhi di entrambi. Speranza nel ritrovare ciò che avevano perso. Quel qualcosa che aveva cambiato i loro occhi rendendoli semplici contenitori di vuoto.
«Ci proverò se questo ti convincerà ad aiutarmi.»
Stiles aprì la porta per poi richiuderla alle sue spalle senza dare un'effettiva risposta all'affermazione. Sapeva però che Derek poteva ancora sentirlo. Così accettò la proposta pronunciando una semplice frase.
«A presto Sourwolf.»




Angolo dell'autore! 
Salve di nuovo a tutti cari lettori!
Sono tornato presto con un nuovo capitolo. :3 Ebbene si, non riuscendo a dormire ho passato le ore a scrivere e beh, non so cosa possa esserne uscito (dato che la carenza di sonno non fa affatto bene alla mia povera testolina u.u), ma spero comunque che possa piacervi almeno un po'. Per qualunque consiglio, critica o qualunque altra cosa sia, lasciatemi pure una piccola recensione! :3
A presto con un nuovo capitolo!

   
 
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