Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: marv_11    16/10/2015    5 recensioni
La morte di Mercuzio da un punto di vista che non è quello di Romeo.
Perché lui non era il solo a soffrire.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non abbandonare questa terra, Re del Mondo

 

 

Romeo, sono ferito” la tua voce è poco più di un sussurro, ma basta a raggiungermi.

Come sei ferito?”

Niente!Niente, è solo, solo un graffietto, no”rispondi, forse un po' troppo velocemente, mente mi respingi, mente respingi le mie braccia che vogliono venirti in aiuto, un aiuto che sei troppo orgoglioso per accettare.

La ferita non può essere grave...” dico, più che altro per convincere me stesso, ma appena finito di parlare, come a voler smentire le mie parole, le tue ginocchia cedono e tu cadi in avanti ed eviti il contatto con il freddo selciato di Verona solo grazie alle braccia dei servi Montecchi, che prontamente ti afferrano e ti sorreggono e che tu, altrettanto prontamente, scansi.

Corro verso di te, in preda alla preoccupazione e alla consapevolezza che questo sarà il nostro ultimo incontro, almeno su questa terra.

Ne sono consapevole, ma non per questo voglio o posso accettarlo. Non ho forse già sofferto abbastanza? Non Ti è bastato strapparmi via i genitori quando ero appena un bambino?

E intanto ti ho raggiunto, vedo la tua ferita, la tocco, le mie dita si imbrattano del tuo sangue e questo liquido cremisi distrugge quel barlume di speranza che ancora mi restava.

Mi guardi, i tuoi occhi nocciola colmi di sofferenza :

No, no no no no. Non è profonda come un pozzo, né larga come il portale di una chiesa, ma basterà” lo so Mercuzio, l'avevo già capito, ma sentirtelo dire mi strazia il cuore quasi quanto la domanda che, con voce spezzata, poni a Romeo:

Perchè diavolo ti sei messo tra di noi?”

Pensavo di agire per il meglio!”

Ho ricevuto il colpo da sotto il tuo braccio”

No, cugino, ti prego, non incolparti, sono le parole di un moribondo, dettate dal dolore e non dal raziocinio, parole di cui, se avesse ancora tempo si pentirebbe, sappiamo tutti com'è fatto, è impulsivo e parla senza pensare.

Ti scongiuro amico mio, non aggiungere i sensi di colpa alla nostra pena.

Benvolio, Benvolio” ti sento pronunciare il mio nome e mi volto “Portalo via”.

Perchè mi chiedi questo? Davvero pensi che sia colpa sua? O vuoi solo risparmiagli la pietosa visione del tuo corpo straziato che esala l'ultimo respiro?

Romeo mi guarda negli occhi, una muta richiesta 'ti prego, non farlo', io lo fisso di rimando, non riesco a muovermi, non riesco a reagire, e un dolore atroce mi squarcia il petto, come se il pugnale di Tebaldo avesse colpito me e non l'amico con cui ho condiviso un'intera vita.

Le energie sembrano tornare in te e, almeno per qualche attimo, ci sovrasti proclamando uno dei tuoi monologhi, probabilmente l'ultimo:

Chiedete di me domani e troverete un uomo muto come una tomba. Sono condito per bene, questa volta me la sono beccata Romeo, e dura anche!”, non puoi fare a meno di ironizzare, vero? Anche in un momento come questo la tua folle natura prevale su tutto.

Peste...Peste alle vostre famiglie!”

Cadi a terra, le tue gambe sono ormai incapaci di sopportare il peso del corpo.

Romeo corre verso di te, ti si inginocchia accanto e ti sorregge tra le sue braccia mentre io, incapace di fare di più, mi piego su me stesso, versando le mie lacrime su questa strada di Verona.

Non vedo ciò che succede, non sento le tue ultime parole, non sono cosciente di nulla finché non sento l'urlo di Romeo, l'espressione di un dolore che nemmeno le fiamme dell'inferno potrebbero provocare.

Mercuzio! Mercuzio ! Non lasciarmi ti supplico! Mercuzio fratello mio!”

Mi accascio a terra, coprendomi il volto, come se con quel gesto potessi cancellare la scena di fronte a me.

Dio la vita qui che inferno è?” non lo so cugino, in questo momento non sono nemmeno più sicuro che esista qualche Dio, perché mi hanno insegnato per tutta la vita che il nostro Dio è un padre buono e misericordioso, ma quale padre distruggerebbe così la vita dei propri figli, stappando ciò che a loro è più caro?

D'improvviso un alto grido mi strappa dai miei pensieri :

Tebaldo!”

L'espressione di Romeo cambia, sul suo viso non riesco più a leggere dolore ma solo rabbia e odio e, prima che io riesca a capire ciò che sta succedendo il corpo del Capuleti giace riverso di fronte a me.

Dei pensieri sconnessi balenano nella mia mente:

il principe, i duelli proibiti e poi tre parole che hanno su di me lo stesso effetto che potrebbe provocarmi un bagno ghiacciato : pena la morte.

La mia mente si ridesta all'improvviso, afferro mio cugino per un braccio e lo porto via dallo scenario di quei delitti atroci mentre ancora sta dando il suo addio a Mercuzio.

Tornerò anche io, amico mio. Verrò a piangerti, forse tra un'ora, forse domani, ma ora non c'è tempo, ora devo proteggere Romeo perché – e so che sono egoista a pensare solo a questo- il Signore non può portarmi via anche lui,che è l'ultima persona che mi è rimasta, non può prendersi un altro re del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di Marv:

Salve efpiani (?), non so se qualcuno ha avuto il coraggio di leggere tutta questa “cosa” ma, se ci siete riusciti GRAZIE!

Questa è la prima storia in assoluto che mi decido a pubblicare (quindi abbiate pietà, please )e, sinceramente, non è che mi convinca molto, ma, visto che tutti pubblicano la loro versione di questa (bellissima, fantastica ed emozionantissima ) scena che probabilmente è riuscita a far annegare nelle lacrime anche chi ha “la sfera emotiva di un cucchiaino” (cit. Hermione Granger <3) ho pensato di provare a mettere nero su bianco anche la mia.

Se volete lasciare una recensione la accetto con piacere, anche negativa, perché (ne sono perfettamente consapevole) ho ancora molte cose da migliorare.

   
 
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