La luna
brillava pallida sopra le Paludi Morte.
I due Hobbit
avevano ceduto al sonno, ma il loro accompagnatore non ne sentiva
minimamente
il bisogno.
Era una
creatura particolare; nella sua testa discutevano due voci. Una, di
animo buono
e gentile, si contrapponeva all’altra, malvagia, astuta e
sleale.
Era la prima
volta che Sméagol osava opporsi in quel modo a Gollum,
dopotutto era la prima
volta dopo lunghissimi anni che qualcuno trattava quella creatura con
rispetto.
Sméagol era stufo di essere sottomesso da quella che sapeva
essere soltanto una
derivazione si sé stesso, una parte malata che odiava con
tutte le sue forze. Forze
che non aveva avuto nelle buie gallerie delle Montagne Nebbiose, nelle
quali
era nato Gollum, schiavo del Tesoro che gli dava tanto potere. E piano
piano si
era fatto assoggettare dalla sua metà, diventando
un’ombra all’interno del suo
stesso corpo.
Ma ora si
sentiva più forte che mai, complice la lontananza del
Tesoro. Sapeva che Padron
Frodo lo avrebbe aiutato, e riusciva a trovare simpatico perfino quel
buffo
Hobbit che rispondeva al nome di Sam.
I ricordi
della sua vecchia vita – o meglio, le sensazioni –
gli tornavano in mente,
senza che provasse invidia come era stato negli anni precedenti.
Quella
notte, Sméagol riusciva a rispondere a tono a Gollum,
qualunque cosa egli
dicesse, qualunque idea malata proponesse, finché non
riuscì a sovrastarlo
definitivamente e a scacciarlo nei meandri più profondi
della mente.
Gollum
sembrava essersene andato definitivamente, ma Sméagol in
fondo sapeva che prima
o poi sarebbe tornato, cercando di corromperlo di nuovo. Per questo
ripromise a
sé stesso che avrebbe resistito: non sarebbe piombato nelle
tenebre un’altra
volta.
Questa
storia è nata da un evento del gruppo Facebook “We
Are Out For Prompt”. Il
prompt lo trovate in descrizione, e visto che il risultato mi piaceva,
ho
deciso di pubblicarla. Fatemi sapere cosa ne pensate, qualsiasi
recensione è
ben accetta!
Jim