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Autore: Rebirthlove    18/10/2015    1 recensioni
Il Diamante, fermo nelle decisioni splenderà di parsimonia colui che governerà con saggezza e con cautela. Tagliente contro i pericoli, nessuno lo scalfirà .
La Corona, persuasivo e di grande coraggio , sarà colui che nel corso dell’epoche proteggerà il segreto più grande: la possibilità di garantire alla specie umana l’incolumità.
Lo Scettro, sostegno di potere per ciò che il bene impone, è l’intermediario, il protettore.
Cara Nightmare ha diciotto anni, un I.Q. di centocinquantatre, il corpo ricoperto da insolite cicatrici e una memoria a lungo termine danneggiata, che non ha mai interferito con le sue straordinarie doti intellettive. Vive in Germania, a Berlino. Parla fluentemente tre lingue e ha l'onore di frequentare un istituto privato, il Brillantmont. Tuttavia, la perfezione esiste solo all'Apprentice Academy, il college più rinomato nel Regno Unito, talmente esclusivo che è frequentato perlopiù da aristocratici , provenienti da ogni dove .Finanziata dalla Corona inglese, la scuola è l’emblema della Foreman Legacy, l’eredità dei Foreman.
Una delle famiglie più antiche di tutta Londra.
Una delle famiglie più potenti al mondo.
Una delle famiglie più pericolose al mondo.
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO



Osservo la mia immagine riflessa.
Sono io questa ragazza, ma il suo nome non è Cara Nightmare. La nuova identità che mi è stata fornita ha a che fare con un mondo spietato e non con ciò che per diciotto anni sono stata. Mentre mi ripulisco il sangue di qualcun'altro dal viso, noto che le mie mani non tremano più. Ora uccidono senza esitazione.
 Il diamante che risplende su quella destra mi ricorda perché sono qui.Perché mi trovo in un maledetto bagno di un hotel, a lavare via il mio peccato.Mi tolgo il vestito, lasciandolo cadere. Il contatto con l'acqua calda dell'idromassaggio mi procura un brivido, lì dove ci sono le mie innumerevoli cicatrici: segni infallibili di una promessa dimenticata, che facilmente si è trasformata in una minaccia nell'istante in cui ho incominciato a ricordare.
CAPITOLO 1
Berlino, Germania
Un anno prima.



Cara

«Papà, ti prego!» urlai.
Non c'era verso di farlo ragione. Non c'era modo di fargli capire che quella era la mia sola opportunità per diventare qualcuno. Frequentare l'Apprentice Academy apriva le porte ad un universo di possibilità di lavoro esorbitanti .Frequentare quell'accademia significava essere qualcuno nel mondo reale.
«Non se ne parla, Cara . Tu non andrai a Londra.» replicò John Nightmare, mio padre e l'unico genitore che mi restava. Aveva gli occhi cerchiati di rosso, non dormiva da giorni, e indossava ancora il camice da lavoro. Aveva i capelli brizzolati e pettinati all'indietro. Le guance erano leggermente incavate, poiché trascurava l'ora dei pasti: ormai il lavoro era ciò che lo reggeva in piedi.
John restava comunque un bell'uomo. Alto,magro, pelle scura e occhi di una tonalità di verde tendente all'azzurro. Ma era rotto e non c'era rimedio.
«Perché mi neghi questa possibilità?» sussurrai, guardandolo dritto negli occhi. Sapevo la risposta . Era l'unica cosa che non avevo mai dimenticato in quegli anni.
«Abbiamo lasciato Londra per rifarci una vita e non voglio che tu ci torni.»
Sarà difficile non farlo, pensai.
Posai sulla sua scrivania la lettera di ammissione, dove c'era scritto che ero stata selezionata per una borsa di studio. Sognavo di poter frequentare la facoltà di medicina, coi soldi messi a disposizione.
«La mamma era un medico, tu lo sei...E voglio esserlo anch'io. Sai bene che questo è l'unico posto che mi permetterebbe di fare subito carriera.Non ti chiederò nulla, ho già trovato il modo di pagarmi la retta da sola ...» Non mi stava ascoltando. Il suo sguardo era fisso sulla foto di mia madre . Ne carezzò i contorni del viso, l'amò ancora una volta e io non potei fare altro che restare a fissarlo,cercando di immaginare quell'amore. Tuttavia, continuavo a sentirmi un mostro. Un mostro che non era capace di provare quel sentimento per la propria madre, semplicemente perché non la ricordava.
Mio padre afferrò la mia mano. Ero sempre stata consapevole della sua abilità di percepire le emozioni altrui.
«Le somigli molto, Cara... » Doveva essere una punizione terribile per lui, dover catturare un riflesso della sua amata ogni giorno, uno specchio smerigliato che si aggirava intorno a lui con tanta inconsapevolezza. «Non posso permettere che tu vada.» Le sue parole erano una trappola alla quale dovevo sfuggire.
«Parto oggi stesso, starò nella casa della nonna.» affermai risoluta.
Il suo sguardo era sconcertato, ferito dalle mie parole, ma chinò il capo e ritornò ad osservare le lastre dei suoi pazienti.
«Mi dispiace di averti deluso.» continuai , nonostante avessi perso completamente la sua attenzione.
Mi recai allora in camera mia. Prima di andare a scuola per la grande cerimonia , volevo poter osservare bene il luogo in cui ero cresciuta e, in un certo senso, dirgli addio. Avevo vissuto la mia vita a metà, pur avendo soltanto diciotto anni. L'infanzia per me era stata come un profondo abisso, di cui ne sentivo   soltanto l'eco, ma per il resto era un pozzo nero senza fondo.
Nonostante la mia camera fosse un vero e proprio disastro, a me piaceva così: i poster attaccati al muro, le pareti di un verde acqua un po' sbiadito, le molteplici foto che adornavano la mia scrivania e l'enorme libreria , dove erano riposti i tomi della mamma. Il mio sguardo si posò sui bagagli , che troneggiavano al centro della stanza e sulle fotografie dei miei anni all'istituto. Compresi con rimorso che mi sarebbe mancato il Brillantmont, inclusi i suoi professori inflessibili e i miei due migliori amici.
L'istituto era in piedi da ormai un secolo e, in quella giornata, si sarebbe celebrato il centesimo anno, assieme alla consegna dei diplomi per i veterani e la presentazione del nuovo programma, che Frau Krüger aveva realizzato insieme al consiglio scolastico.
Mentre stavo scegliendo un comodo abito corto dai indossare, intravidi dalla finestra il fiume Sprea e le meravigliose barche a vela che lo attraversano. Sì,mi mancherà anche Berlino, pensai.
Dalla tasca dei jeans sentii vibrare il cellulare. Quando guardai lo schermo,non potei farea meno di sorridere.
«Non ti darò il bacio d'addio, Jo.» dissi al mio interlocutore, appoggiando il vestito sul petto per vedere come mi stava ,mentre reggevo il telefono tra l'incavo del collo .
«Liebe allora vorrà dire che mi darai qualcosa di più!» Il solito Joseph von Neumann: simpatico, carino ma perennemente eccitato.
«Ci abbiamo già provato una volta, ma il giorno dopo non ricordavo nemmeno chi eri e ti sei beccato un'ordinanza restrittiva.» Okay,ripensando a quella risposta , mi venne di nuovo da ridere per quell'episodio.Avevamo bevuto entrambi e il mio danno al lobo temporale si faceva sentire qualora la mia mente venisse stordita troppo e il giorno dopo avevo quasi dimenticato del tutto il suo nome. Il povero Joseph si era beccato una bastonata da me, una minaccia di morte da mio padre e un'ordinanza restrittiva.
«Incidente di percorso, Liebe,ma io sono come Vin Diesel: non mi fermo di certo per questo.» pronunciò fiero il suo motto.
«Wow.Be', Vin Diesel, devo portare la mia carrozzeria fino a Grober. Tue Corine mi raggiungete a scuola?»
«Come mi liquidi in fretta, meine Liebe. Ma certo che ti raggiungeremo lì.»
Salutai Jo e cercai di chiudere la comunicazione, ma sentii lui proferire qualcos'altro. «Come, scusa?»
«Alla Haus der Kulturan ci sarà una presentazione questa sera alle nove.»
«Una presentazione di cosa?»
«Del trattamento riservato all'elitè nobiliare dell'Apprentice Academy. Io e la mia famiglia siamo stati invitati, in quanto mio padre ha ancora il titolo di mio nonno, duca di Holstein, e pensavo potessi essere la mia accompagnatrice...»
«Oh.» Non mi stupii della sua richiesta. Probabilmente, aveva pensato fosse giusto che conoscessi la concorrenza per chi ambiva ad entrare nei ranghi speciali della scuola. Ovviamente, essendo una presentazione,ci sarebbero stati anche alcuni dei miei futuri compagni di scuola.
«Non sei obbligata a...»
«Grazie,Jo.» lo interruppi, «Ci sarò. Solo, non ho un vestito elegante. Penso si tratti di un evento formale, vista la scelta della location.» L'Haus de Kulturan veniva usata per eventi internazionali e congressi. Dopotutto la famiglia titolare dell'accademia, i Foreman, era uno dei gioielli che impreziosiva la corona inglese.



«Tranquilla,meine Liebe. Corine ha già pensato a tutto.Dopo il ritiro dei diplomi andrai a casa sua per prepararti e poi passerò io a prenderti alle nove. Finito l'evento, ti accompagniamo all'aeroporto. Hai il volo a mezzanotte,giusto?»
«Sì.» Il cuore incominciò a battermi forte .
«Perfetto!Manderò diener Friedrich a prendere i tuoi bagagli.»
«Grazie,a dopo.»
Guardai l'orologio e chiusi in fretta la comunicazione. Indossai il vestito rosso con lo scollo a barca, quello che avevo adagiato prima sul mio corpo, e due comode ballerine. Presi la borsa e accostai la porta della mia camera, lasciandomi alle spalle la mia vita tedesca.
In fretta  percorsi il corridoio lungo e decorato da innumerevoli quadri. Io e mio padre avevamo arredato quella casa insieme. Quando arrivammo lì, in Germania, io avevo poco più di quattordici anni. Mi diressi verso l'ingresso,osservando un'ultima volta la porta dello studio semichiusa.
In pochi minuti, arrivai a Grober in bicicletta.Attraversare il quartiere di Tiergarten aveva suscitato in me una sensazione di libertà. Era la mia casa, sarebbe stata sempre la mia casa, come Grunewald,la sua foresta, le sue mattinate gelide e i pomeriggi afosi.
Intravidi Corine accanto alla Colonna della Vittoria.Parcheggiai la mia bici e la raggiunsi.La nostra scuola si trovava proprio alle spalle dell'impetuoso monumento .
«Hey,ho sentito che sarai la mia "Personal Stylist".Devo preoccuparmi?» Un sorriso malizioso illuminò il suo volto ricoperto di lentiggini.
«Non direi.» Alzò gli occhi al cielo, facendo finta di essere offesa. «Sarai la più sexy in circolazione.» affermò poi. Corine avrebbe potuto tranquillamente essere uscita da un libro. Lei diceva che era un lascito della Rowling: con quel fisico alto e slanciato, le gambe lunghe, i capelli rosso fuoco e gli occhi di un azzurro pallido, era una Weasley senza ombra di dubbio.
«Okay,ho capito: devo preoccuparmi.»
«Sai Cara, sei decisamente offensiva!» In seguito, si diresse verso la scuola col broncio. Notai che indossava una maglietta con la scritta "You kill my Otp and I kill you",sopra un paio di skinny jeans .
«Sei senza speranza, Ariel.» risi, «Vuoi ritirare il diploma con quella?»
«Potere al Fandom, ciccia!» urlò, spalancando le braccia in un gesto plateale e attirando l'attenzione di non pochi genitori . In quei momenti, avrei davvero voluto fare finta di non conoscerla, ma poi mi rendevo conto che Corine era perfetta così. Era perfetta nella sua ostentazione, nell'energia che sprigionava e nel suoi ncredibile fascino.
Entrammo dall'ingresso posteriore, evitando una lunga fila di famiglie trepidanti.
«Grazie Gina per il passaggio segreto.» disse la mia amica.
Abbracciammo l'addetta delle pulizie, che per anni aveva permesso a me e a Corine di non beccarci un solo ritardo, facendoci accedere alle scale di servizio. Sfrecciamo sulle rampe, raggiungendo il piano di quelli del terzo anno. La consegna si sarebbe svolta nel teatro della scuola. Sbucammo dalla porta sul retro, usata soltanto dal  personale della scuola, in tempo per le presentazioni della preside.
«Dammi il cinque!» disse la mia amica col fiatone.Sghignazzai e le diedi il cinque, mentre entrambe scorgemmo Joseph e la sua cricca. Osservai bene la reazione di Corine , quando si avvicinarono: appariva tesa e impacciata.Non fui mai in grado di capire  perché fissò Alexander come se fosse una pralina ricoperta di cioccolato. Di certo, non era segreto il motivo per il quale tutti, ad eccezione di Joseph, temevano quel ragazzo. Alexander von Storch non aveva genitori, viveva da solo e aveva un brutto temperamento . La sua ragazza, Yvonne, era scomparsa pochi giorni dopo aver litigato con lui.I genitori di lei avevano gli avevano fatto causa, ma non c'erano prove abbastanza schiaccianti per ritenerlo colpevole della sua sparizione.
«Ciao Cara.» Joseph mi abbracciò e poi rivolse uno sguardo divertito alla rossa. «E ciao, Carota.»Mi allontanai per assistere divertita al battibecco quotidiano,che sempre si verificava tra i due.
«Ciao Carciofo, come mai sei qui ... Oh Dio, non ci credo: sei stato promosso? Be', gli standard sono molto calati in Germania...» Corine gli scostò un ciuffo castano e gli rivolse una smorfia di scherno, mentre afferrò la mia mano e mi trascinò verso le poltroncine rosse.
«Ah-ah.  Almeno so di essere venuto a scuola e non ad un raduno per ragazzine fissate con Twilight...»Non poteva averlo detto. «Ma come diavolo ti sei vestita ?» In un attimo, la furia di Corine lo travolse .
«Cosa?!»disse, voltandosi. «Tu, brutto babbano degenerato! Come osi...Il fandom non era solo Twilight e con questo? Ah! Ma cosa ne può capire un brutto carciofo come te!» Il suo solito sorriso da guastafeste emerse sul viso di Jo, suscitando ancora di più l'ira nella rossa. Mi lasciò andare la mano e ringraziai il cielo, mentre mi dileguavo verso i posti riservati .
«Attenta lenticchia o dovrò consegnarti io stesso nelle mani di un tipo senza  naso...»
«Il tuo è talmente enorme per entrambi. »
«Tu ami il mio naso. Tu mi ami e basta.»
«Oh ti piacerebbe Mr. "Guarda sono come Vin Diesel"» lo schernì, «Non riesci ad essere un tantino originale ?Dio, cosa ne è stato di quel bambino tenerissimo che guardava Harry Potter e Narnia?»
«Ho visto solo il primo film della saga della Rowling e Narnia lo guardavo per il leone, che poi muore ... »
«Perché non sei andato avanti, eh ? Tipico . La prima volta è sempre quella eccitante, e poi?»
Se non fossero stati così impegnati a litigare, si sarebbero accorti di quanto fossero carini insieme. Mentre il litigio si trasformò in una battaglia di solletico, Herr Weber fece il suo ingresso sul palcoscenico. Perfino i miei due scapestrati amici presero posto. In pochi minuti, la sala fu ricolma di studenti impazienti e genitori orgogliosi. Mi sentii male e sola, in quel mare di sorrisi.
Il signor Weber illustrò i lavori svolti nel suo corso di scienze,rivolgendomi un cordiale sorriso all'accenno di un progetto artistico che mostrava la struttura di una cellula vegetale. In seguito, vennero esposti alle sue spalle i numerosi premi vinti quell'anno dai ragazzi del corso avanzato di matematica, fisica e chimica e dagli eccellenti scrittori del corso di lettere di Frau Fitz.
«Il Brillantmont è un istituto di fama eccezionale.I nostri corsi extra danno la possibilità, non solo di approfondire le conoscenze dei vostri figli,ma li invitano a ciò che in futuro potrebbe essere il loro lavoro, la loro identità.E niente di tutto questo sarebbe possibile senza il gentile contributo del nostro benefattore.» annunciò borioso l'uomo. Il benefattore , Arnold von Neumann, nonché padre di Joseph, raggiunse il professor Weber sul palco per ricevere un riconoscimento da parte dell'istituto. Sorrise nello stringere una targa d'oro scintillante. Dopo il generoso ringraziamento, sul palco fece la sua comparsa Frau Krüger che si apprestava a premiare i due migliori studenti dell'istituto. Non riuscì a far a meno di trattenere un ghigno compiaciuto quando venne annunciato il mio nome, insieme a quello di Jannis Krämer .
«Secchiona...» tossì Joseph alla mia destra .
«Sei solo invidioso !» ribattei scherzosamente, mentre mi incamminavo verso la scaletta. Qualcosa però attirò la mia attenzione: il rumore insidioso di qualcosa che si incrinava . Il mio respiro cominciò ad accelerare , la vista ad appannarsi. Inciampai e l'oscurità prese il sopravvento, presentandosi con un sottofondo di risate e schiamazzi.



«Mamma!»urlai .
C'era sangue dappertutto e non riuscivo a muovermi. Mi faceva male la schiena e sentivo che quel dolore era la fine.
Sentivo che quel dolore mi avrebbe fatto cadere.
Tutto mi spingeva verso di lei e così anche la paura , come la gravità.
Stavo precipitando.
«Stella, dimmi dove l'hai nascosta!» La voce di un uomo spezzò quel silenzio assordante .
"La mia mamma mi vuole bene." mi dissi, "La mia mamma mi tiene nascosta."
«Non lo saprai mai ! » urlò e l'uomo la schiaffeggiò ... La schiaffeggiò così forte che la sentii tremare ed era così vicino.
Non gridai. Feci la brava, perché così mi era stato detto di fare.
«Dimmi dove cazzo l'hai nascosta, Stella! O giuro che ti ammazzo .... »
"Papà...Papà dove sei? Ti prego aiutala." pregavo tra me e me, angosciata.
«Uccidimi, Killian. Uccidimi e Cara sarà la tua rovina. »
Un colpo e il silenzio. Un passo, due passi .
La voce della mamma imperversò dentro la mia testa con la stessa brutalità di un onda che si infrange contro la scogliera.
"Fai la brava."
"Dimentica tutto questo."
"Cara tu sei importante ."
"Tu sei diversa."
Di nuovo il buio. E di nuovo, urla.
Ora mi trovavo in una camera blindata, respiravo a fatica
Scorsi il volto del mio carceriere e la donna che stavano trattenendo alle mie spalle.
L'uomo aveva dei bellissimi occhi argentati, capelli candidi come la neve. Mi sorrideva calorosamente, un sorriso consono ad un principe azzurro.
«Nonno» sussurrai stordita da quel continuo fremito, che non lasciava il mio corpo .
La mia mamma batteva i pugni contro i vetri che affacciavano sul laboratorio.
«Papà!»strillava. «Papà fammi entrare ! »
Il nonno si trascinò controvoglia accanto ad un microfono dall'interruttore rosso e lo attivò. La sua dolcissima voce si propagò nell'intera stanza.
«Soggetto 42. Stabile. Mostra un'incredibile capacità cognitiva per un individuo della sua età, pertanto è stata scelta come pilota dell'operazione 9. Iniettate il siero, per favore.» Quel suono acuto mi angustiava, quel continuo stridere mandava in bestia i miei neuroni .
Cercai di portare le mani alla testa per coprirmi le orecchie,tuttavia i miei polsi erano legati .
«Ti prego, non farlo! E' solo una bambina!» La mamma piangeva disperata. «Fatemi entrare!»
Diede un pugno così forte al vetro che sentii le ossa del polso scricchiolare.
Il nonno mi accarezzò i capelli, mentre un liquido color ambrato mi entrava nelle vene e rendeva tutto meno doloroso.
«Lei è molto più di questo, Stella. Lei è la chiave per il progresso. »



Respirai a fatica, nell'istante in cui mi ripresi da quel sogno così strano. Cercai di assumere tutto l'ossigeno che mi serviva, prima di capire ciò che era accaduto.
«Cara!»La voce di Corine mi giunse rotta dal pianto. «Cara, cosa ti è successo?»
Mi accorsi di essere distesa sul lettino dell'infermeria. Non ero mai stata lì prima d'ora.
«Credo di essere svenuta.» sibilai con voce roca, cercando di sollevarmi.Nel tentativo di farlo scorsi altre due persone, insieme a Frau Becker, l'infermiera della scuola. Joseph si avvicinò, porgendomi una carezza sulla guancia,mentre con un braccio cinse la vita di Corine.
«Carotina, forse è meglio che andiamo...» La rossa mi intimò di aspettarla fuori dall'istituto. Joseph la trascinò via dalla battaglia che di lì a poco si sarebbe scatenata. In un angolo della stanza, John Nightmare aveva un espressione furiosa.
«Mi sono persa la consegna dei diplomi?» dissi per attirare la loro attenzione. Quando mio padre puntò i suoi occhi nei miei, capii che non era stata una grande idea. A grandi passi si avvicinò al mio lettino, il rumore della televisione accesa smorzava il suo suono dei suoi movimenti bruschi.
«Hai preso le pillole che ti avevo prescritto stamattina?»
«No.»Non mi andava l'interrogatorio, né tanto meno subirlo sotto lo sguardo di un altro adulto presente. Frau Becker,portandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio, sembrava a disagio.
«Sì Cara, la Fraulin Schwartz ha provveduto a ritirare anche il tuo.» proferì invano per smorzare la tensione, rispondendo alla mia precedente domanda. Almeno il diploma era nelle mani sicure di Corine.
«Non hai preso le tue pillole? Cara, perl'amor di Dio! Tu hai un danno al lobo temporale! Devi prendere le pillole!»sbottò mio padre, surclassando il suo argomento.
«Mi fanno stare male. Sto incominciando ad avere degli incubi.» risposi in fretta. Le parole sembravano fuoriuscire come un fiume in piena. Distolsi lo sguardo dal suo viso contratto,puntandolo verso il televisore .
«Che genere di incubi ?» la sua voce era stanca , di quella stanchezza che dà il vuoto e non fa respirare l'anima, come avrebbe detto Pessoa. «Rispondimi!» scattò.
«Sulla mamma.. »
Frau Becker finalmente capì che la sua presenza era soltanto di sfondo.Mi rivolse un sorriso di compassione,prima di andarsene. Continuai a mantenere lo sguardo puntato verso il telegiornale. Una notizia succulenta riuscì a catturare la mia completa attenzione.
«Ed ecco le news in materia di gossip. Si dice che il magnete della Foreman Enterprise sia a Berlino per un ricevimento in onore di un nuovo anno per la gemella di Cambridge, l' Apprentice Academy.Nicolas Foreman, re dell'industria farmaceutica più famosa al mondo, ha però avuto dei battibecchi contro un pilastro della società,l'indiscusso Cornelius Foreman , che ha accusato il nipote di aver rubato il posto della figlia, scomparsa da anni. Secondo una fonte attendibile, la Foreman Enterprise è stata citata in tribunale per la produzione di farmaci illegali, ma la causa è stata vinta dalla spalla destra di Nicolas, Jerry Peterson, avvocato di grande fama, che ha convolato a nozze con la modella inglese Sheila Jenkins la scorsa settimana...» La voce della giornalista cessò di riempire il vuoto incolmabile di quella situazione, lo schermo diventò improvvisamente buio, mentre mio padre riponeva di nuovo il telecomando sulla scrivania di Frau Becker.
«Cara, devi restare qui con me...Non posso perdere anche te » La sua voce non era mai stata così carica di rancore. Sembrava che quell'istante avesse intensificato il suo ruolo di padre protettivo in quel gioco malato che era la mia vita, un'esistenza fatta di supposizione e niente . Non volevo più vivere così.
«Frequenterai qui un'altra università di Medicina, sarai bravissima ...»
«Sono stata un'altra persona prima della Germania...» sussurrai,respingendo i fremiti e trattenendo le lacrime, «...e io ho bisogno di tornare a casa per scoprire chi. » Fissai i suoi occhi.Non potei fare altrimenti per cercare di non crollare.

Nicolas

Alzai la testa e incontrai lo sguardo del mio collega.Mr Collins era un uomo molto potente e non sopportava essere contraddetto. La  sua postura fredda e rigida diceva tutto di lui. Indossa un completo elegante per la cena d'affari di quella sera. Era un uomo che aveva  potere grazie ai ricordi.
«Si , signore?» Gli feci  segno di accomodarsi. Odiavo lavorare per lui ma avevo bisogno del suo appoggio.
«Ha novità sulla ragazza?» chiese. Riuscii a scorgere un moto di irritazione.
«Sembra che per adesso continui a non sospettare nulla, signore. E' stata ammessa all'accademia grazie alle sue notevoli doti intellettive e presto potremo averla a nostra disposizione»
Un sospiro di sollievo rianimò il volto dell'uomo che avevo avuto il dispiacere di incontrare.
« Bene , la nostra fortuna dipende da questo.»
Uscì dall'ufficio di Collins con un moto di stizza. 
Non avrei dovuto  lavorare per quell'uomo. Tuttavia era necessario per smuovere l'ordine dei tre. 
La voce di zio Cornelius si insinuò nella mia testa con la stessa velocità con cui si propaga un veleno nel corpo: lentamente e in modo doloroso.
"Tu sei la corona, ragazzo. E lo sarai sempre."
«Ma nella corona non vi rifulge lo stesso splendore del diamante.» ripetei a me stesso .

Kol

Mi svegliai , alzando la testa dal testo di Milton, grazie al telefono che incessantemente non smise di squillare. La voce di Alex Turner in "Arabella" mi aveva scosso dal torpore e dalla stanchezza , che erano sopraggiunti dopo un lungo pomeriggio sui libri per l'esame sulla crisi dell'epica classica. Scesi da letto e afferrai il telefono sopra la scrivania , immediatamente si illuminò rivelando il contatto della chiamata.
"Spike l'idiota"
Premetti il pulsante del vivavoce , pentendomi immediatamente di quel gesto.
«Hei idiota ! Come sono le ragazze in Germania ? » disse scherzosamente.
«Normali sai ... Hanno due braccia , due gambe... » risposi annoiato , accendendomi una sigaretta . Ultimamente fumavo troppo , quasi due pacchetti al giorno . Si stava avvicinando l'anniversario ... L'anniversario della sua scomparsa.
«Sei un bastardo ! » rise. «E io che pensavo avessero tre piedi e un occhio , come Tyson il ciclope ! » Il tono della sua voce si fece impaziente . «Andiamo, non sei nemmeno uscito dall'albergo ? »
«Ho un esame tra due giorni , Spike . E sono incazzato nero , perché mio padre mi ha trascinato qui per una stupida presentazione ! » sbottai , passandomi una mano tra i capelli , mentre con l'altra mi portavo la sigaretta tra le labbra , ispirando la nicotina e avvertendo una sensazione di pace nell'attimo in cui sentivo i miei polmoni bruciare.
«A proposito di quale presentazione si tratta ? Ieri in pista te la sei svignata non appena la tua sexy mamma è venuta a trovarti ...» C'era una certa ilarità nelle sue ultime parole , il che mi faceva infuriare ancora di più . Mio padre aveva sposato una stupida ragazzina ventenne , che ,a conti fatti, poteva essere sua figlia e mia sorella maggiore . Odiavo Sheila e odiavo ancora di più che volesse istaurare un rapporto materno con me ; cosa impossibile visto che eravamo quasi coetanei e miei amici la scambiavano per la mia ragazza e non per la novella sposa di mio padre.
«Lei non è mia madre e se dici un'altra volta una cosa del genere ,ti gonfio di botte ! Per quanto riguarda la presentazione ,è solo uno stupido programma per gente ,che oltre alla retta annuale della scuola, può permettersi anche trattamenti riservati . » proferì irritato . Per un attimo temetti che Spike mi avesse riattaccato il telefono in faccia a causa del mio sfogo brusco , però poi lo sentii sospirare.
«Senti amico , scusami so cosa stai passando ...» Sembrava sinceramente dispiaciuto , ma no , non lo sapeva.
«In ogni caso oggi alla pista è venuto uno sponsor , ha chiesto di te. Dice che corri molto bene e gli ho detto che domani saresti tornato . » Spike sapeva essere un vero deficiente , eppure non mi aveva mai negato il suo aiuto . Era l'unico su cui potessi contare davvero .
«Grazie amico , ti devo un favore . » sospirai . Ci salutammo e posi fine alla chiamata.
Chiusi gli occhi , ritrovandomi nel giardino della mia vecchia casa nel quartiere di Chelsea . Allora,  mi nascondevo tra i cespugli dietro la staccionata  . Mi piaceva osservarla . Mi piaceva osservare Cara Eleanor Nightmare , la mia vicina. C'era qualcosa di magico nel modo in cui inclinava la testa , quando doveva escogitare un piano o quando semplicemente si ritrovava di fronte un problema di matematica da risolvere .Era deliziosa e io ero innamorato di lei. A scuola non avevo il coraggio di avvicinarla , perché lei era la dodicenne più brava del nostro corso e io non sapevo cosa dire ad una ragazza per conquistarla. Così a volte soffermavo il tempo per qualche istante , distogliendo la vita da tutto ciò che mi circondava per lasciare spazio all'immagine di lei in un giorno come tanti . Passò tanto tempo prima che decidessi di esprimerle i miei sentimenti , ma lei se ne era andata all'improvviso. I suoi nonni dissero che non sapevano dove fosse diretta , che lei e suo padre non sarebbero più tornati. Piansi molto , dopotutto ero solo un ragazzino gracile e sfigato che non era capace di capire cosa gli stava accadendo . In seguito tuttavia trovai un biglietto tra i cespugli , lungo la mia parte della staccionata . 
"Ciao , non dimenticarmi."diceva.
Non l'ho mai fatto , non l'ho mai dimenticata. 
   
 
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