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Autore: bloodywimey    18/10/2015    4 recensioni
Newtmas OS|
dal testo:
"Da lontano potè scorgere Newt che si lanciava dalla cima di quel muro.
Il suo cuore si fermò.
Lo aveva perso. Aveva perso la sua ancora con cui stava andando avanti. Aveva perso una persona che neanche ricordava chi fosse."
Thomas lavora alla C.A.T.T.I.V.O. e assiste al tentativo di suicidarsi di Newt.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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*Se volete potete ascoltare Never too late dei Three Days Grace mentre leggete, è da lì che ho preso spunto.*

 
This world will never be
What I expected
And if I don't belong
Who would have guessed it.

La stanza era buia e silenziosa come sempre.
Gli unici suoni erano i piccoli sposamenti che gli scienziati facevano e le macchine che segnavano i dati degli immuni.
Thomas era seduto alla sua scrivania bianca, come quasi ogni altra cosa nell'intero edificio.
Ormai era quasi un anno che il progetto del labirinto era stato messo in atto.
A Thomas non sembrava essere cambiata molto la situazione nel mondo e ogni passo in più che facevano, ogni nuovo ragazzo che mandavano, gli facevano ricredere su quanto fosse "buono" tutto questo.
Eppure ci credeva, credeva alle parole di Teresa che, anche quando erano lontani, continuavano a dirgli "la C.A.T.T.I.V.O. è buona, Thomas".
Spesso provava a ripensare ai ragazzi nel labirinto, ma molte volte non gli veniva in mente nulla.
Li conosceva, questo lo poteva dire, ma non sapeva cosa avevano passato insieme prima di tutto questo, era come se un vetro li dividesse.
Si ricordava i loro nomi: ricordava Alby, Gally, Minho, Newt.
Newt.
Sentiva di avere un qualche tipo di legame con il ragazzo, anche se non sapeva quale fosse.
Si ricordava perfettamente ogni minimo dettaglio del biondino, come se lui avesse qualcosa in più degli altri.
Ogni giorno lo vedeva nella Radura. Il mattino era uno dei primi velocisti a partire nel labirinto, per poi tornare stanco e deluso di non aver trovato l'uscita.
Thomas avrebbe voluto dirgli dove andare, come uscire, ma non poteva.
I will not leave alone
Everything that I own
To make you feel like it's not too late
It's never too late.

I giorni passavano, alcuni lentamente, altri troppo velocemente.
Il mese stava per finire e ciò significava un altro ragazzo buttato nella Radura. Un altro ragazzo a cui veniva strappata la vita che aveva avuto.
"La C.A.T.T.I.V.O. è buona" continuavano a ripetergli. Ma lui ormai aveva smesso di crederci.
Non sapeva neanche più perchè continuasse a lavorare per quelle persone, perchè ogni mattina si mettesse il solito camice bianco, perchè continuasse a guardare i risultati di quelli che erano stati i suoi amici.
Era come se una forza esterna lo spingesse a fare le stesse cose ogni giorno.
Più volte avrebbe voluto spaccare ogni macchina in quelle stanze e scappare via.
Ma il suo corpo non rispondeva agli stimoli.
Even if I say:"It'll be alright."
Still I hear you say ,you want to end your life.
Now and again we try to just stay alive.
Maybe we'll turn it all around
'Cause it's not too late
It's never too late

Altri mesi, altri ragazzi, altre vite sprecate.
"La cura" la chiamavano, dicevano che tutti quei ragazzi servivano per quello.
Thomas si chiedeva per chi lo stessero facendo. Il mondo era ormai quasi vuoto. Valeva davvero la pena di far soffrire dei ragazzi per una causa persa?
Thomas era troppo stanco per potersi ribellare, quindi passava le sue giornate a fissare i Radurai, a fissare Newt.
Era l'unica cosa che gli dava la forza di andare avanti.
Come ogni mattina, Newt si alzò prima degli altri e si fece strada verso il labirinto.
Secondo i calcoli di Thomas avrebbe fatto ritorno entro tre ore, più o meno.
Mise il cronometro come aveva sempre fatto, aveva il terrore che il biondino si potesse perdere. E odiava che fosse lui la causa di questo pericolo. Tre ore.
Di Newt nessuna traccia.
Sarà in ritardo, adesso arriva.
Tre ore e mezza, ancora nulla.
Thomas corse verso la postazione da cui si poteva vedere l'interno del labirinto. Controllò ogni sezione e lo vide.
Newt era in cima a un muro della sezione 5, gli occhi in lacrime e un'espressione di puro terrore sul viso.
Non vorrà farlo.
Newt strinse i pugni e si preparò per saltare.
"NO!"
Thomas strinse lo schermo del computer con le mani, come se potesse salvarlo in quel modo.
Tutti gli altri si girarono verso di lui, che stava urlando come un pazzo contro uno schermo.
Due scienziati lo presero per le spalle e lo spostarono, ma lui si dimenò più forte e continuò a urlare.
"NEWT! QUALCUNO LO SALVI, VI PREGO!".
Da lontano potè scorgere Newt che si lanciava dalla cima di quel muro.
Il suo cuore si fermò.
Lo aveva perso. Aveva perso la sua ancora con cui stava andando avanti. Aveva perso una persona che neanche ricordava chi fosse.
Thomas non aveva mai urlato così tanto in vita sua.

The world we knew won't come back
The time we've lost can't get back
The life we had won't be ours again.

 
La stanza era come al solito bianca, così bianca che Thomas volle strapparsi gli occhi.
Era su un letto, più specificamente legato ad un letto.
Cercò di liberarsi dalle manette che lo tenevano stretto, ma fu inutile.
In un attimo gli tornò in mente ciò che aveva visto poco tempo prima.
Newt.
"Liberatemi. Devo vedere come sta. Subito."
La dottoressa non sembrò ascoltarlo e continuò a controllare i suoi esami.
"Portatemi al computer, vi prego. Devo sapere come sta." la sua voce si fece più dolce, cosa che fece girare lo sguardo della donna.
Senza una parola la donna uscì dalla stanza e Thomas rimase solo.
Si guardò intorno e non vide nulla se non il bianco.
Odiava quel posto.
Si mise a piangere.
Newt era morto? No, non può essere morto.
La porta si aprì di nuovo, e questa volta fece capolino Ava Paige.
"Ciao Thomas." anche lei era vestita di bianco, a Thomas venne voglia di vomitare.
"Prima di procedere in quello che stiamo per fare, voglio che tu sappia che Newt sta bene. Alby è riuscito a evitare il peggio. E' rimasto solo zoppo, nulla di grave."
Thomas sorrise sollevato e sentì il suo cuore riprendere a battere.
Poi entrarono una serie di scienziati che lo legarono ancora più stretto al letto.
"Mi dispiace Thomas." il bruno riuscì a sentire solo quelle parole prima di cadere nel buio.

And I have left alone everything that I own
To make you feel like it's not too late
It's never too late.

 
Le solite giornate, i soliti vestiti bianchi, i soliti ragazzini che venivano mandati nel labirinto.
Thomas vedeva andare e venire ragazzi, di cui ormai non ricordava più il nome.
Nulla era cambiato negli ultimi giorni.
Solo una cosa aveva attirato l'attenzione di Thomas, anche se non ci aveva fatto molto caso. Newt aveva iniziato a zoppicare.
Ormai non andava più nel labirinto e passava le giornate a togliere erbacce o amministrare i vari lavori.
Qualcosa nel cervello di Thomas gli fece sembrare come se lui sapesse come era avvenuto il suo incidente, ma non sapeva come avrebbe potuto saperlo. Ormai il suo cervello era diventato bianco come le stanze di quel luogo e riusciva a pensare solo una cosa:
"La C.A.T.T.I.V.O. è buona"







A/N: note dell'autrice:
Allora premettendo che è un'idea di una serata, non so quanto potrà essere bella.
Non ho letto il prequel quindi è tutto uscito dalla mia testa.
Spero che vi piaccia.
Un grazie alle Culopesche che mi odieranno/ameranno per questa storia.
Baci,

Dalia

 
   
 
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