Va bene, solo perchè qualcuno me l'ha
chiesto, ma anche un po' perchè avevo ancora qualcosa da dire su questi
meravigliosi personaggi, ho continuato la fic nonostante l'avessi iniziata come
una one-shot...ci sono ancora diversi incontri fra
Darcy e Lizzy...spero non vi dispiacciano.
Temo però che non andrò in
ordine…l’ispirazione non ha metodo e io mi lascio
travolgere da essa. Infatti questa volta, più che la
stessa scena vista da un altro punto di vista, si tratta di un cosiddetto missing moment, che si posiziona
temporalmente subito prima dell’incontro finale nella brughiera alla prima luce
del mattino…una delle scene più romantiche che io abbia mai visto!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Chiara
Orgoglio o timidezza?
Ovvero: Siamo tutti
folli in amore.
Capitolo
2 – Il sorgere di un sogno
“Non
riuscivo a dormire.”
“Neanche
io. Mia zia...”
“Sì, è
stata qui.”
“Come
potrò mai fare ammenda per un tale comportamento?”
“Dopo quello che avete fatto per Lydia e, sospetto, anche per
Jane, sono io a dover fare ammenda.”
“Dovete
sapere che è stato fatto tutto per voi. Siete troppo generosa per prendervi gioco di me. Sapere che avete parlato con mia
zia ieri sera mi ha fatto sperare di fare quanto prima non osavo…”
Elizabeth
e Darcy
“Spudorata!
Come osa quella piccola insolente prendersi gioco di me in questo modo!”
Le urla di Lady Catherine de
Bourgh ruppero la quiete notturna di Netherfield Park.
In men che non si dica due o
tre servi si affaccendarono intorno a lei per aiutarla a togliere il soprabito
mentre, come una furia, si precipitava dentro l’elegante atrio, ormai buio.
Darcy, il quale già per conto
suo non riusciva a prendere sonno, si chiese se fosse il caso di indagare sul
motivo di cotanta ira e raggiunse l’anziana donna proprio nel momento in cui
questa si accasciava esausta su una delle poltrone damascate del salottino.
“Cara zia, posso chiedervi cosa vi ha turbata
in questo modo?” domandò premuroso.
Lady Catherine non rispose,
ma continuò ad inveire a voce alta contro il suo
invisibile interlocutore.
“Sfacciata ragazzina, nessuno le ha
insegnato l’educazione?
Rivolgersi a me come ad una sua pari…inconcepibile! Ah
ma se pensa che sia finita qui si sbaglia di grosso! Finchè
vivo non metterà mai le sue grinfie su…”
tacque, rendendosi conto solo in quel momento di non essere sola nella stanza.
Il giovane, fino a quel
momento rimasto in ombra, le si avvicinò piano e con
sguardo interrogativo chiese ancora:
“Zia, ditemi, dove siete stata fino a quest’
ora? E soprattutto chi, o cosa, vi ha fatto infuriare fino a questo punto?”
Ora, va detto che Fitwilliam
Darcy non era uno stupido e un pensiero stava già iniziando a farsi strada nella sua mente, ma poichè era una persona
corretta e paziente, preferì aspettare una risposta prima di trarre le sue
conclusioni. Risposta che però tardava ad arrivare.
Ricomponendosi e sollevando
altezzosa il mento, Lady Catherine fissò gli occhi liquidi in quelli del
nipote, che la sovrastava dal suo metro e novanta di altezza e finalmente
rispose.
“Sono stata a fare visita a Miss Bennet.”
“Come? Non credo
di aver capito bene.”
Il giovane si avvicinò ancora
di un passo alla poltrona, un’espressione interrogativa nei profondi occhi
azzurri.
“Avete sentito bene caro nipote, sono stata in visita dalla signorina
Elizabeth Bennet.” Il tono dell’anziana donna era tornato apparentemente
calmo, ma lui che la conosceva bene, sapeva che qualcosa l’aveva profondamente
irritata. Decise di voler andare più a fondo.
“E posso chiedervi quale motivo vi spingeva a farle visita a quest’ora
della notte?” chiese quindi.
“Avevo premura mio caro, c’erano questioni di vitale importanza che
dovevo discutere con la ragazza.”
Non poteva essere…sua zia
aveva fatto visita ad Elizabeth? Per quale motivo?
Torturandosi le mani unite dietro la schiena, pose la domanda che più gli
premeva.
“Quali questioni potevano mai essere così importanti, da non poter
aspettare nemmeno il sorgere del sole?”
Lady Catherine lo squadrò in
silenzio per un attimo, forse valutando l’entità effettiva dell’interesse che
improvvisamente lo aveva animato.
“Chiacchiere e maldicenze che possono rovinare il buon nome della
nostra famiglia, meritano la mia immediata attenzione.” Fu
infine la su risposta laconica.
A quel punto iniziava a
spazientirsi, sua zia non era certo la persona più loquace che lui conoscesse,
ma non era mai stato così difficile estorcerle le parole di bocca.
E poi non gli piaceva il modo
in cui lo stava fissando, come se volesse leggergli dentro.
“Chiacchiere e maldicenze? E in che modo in tutto questo poteva
c’entrare la signorina Bennet?”
L’anziana donna distolse lo
sguardo sospirando spazientita, le mani congiunte nervosamente in grembo.
Quando i suoi occhi si
posarono nuovamente sul nipote, in essi brillava una luce di follia che lo
spaventò per la sua intensità, mentre le rughe sulla sua fronte si erano fatte
più profonde a causa dell’espressione accigliata.
“Nipote, o voi siete uno sciocco e non lo credo, o siete cieco. Non
vedete in quale modo quella giovane vi ha circuito con le sue grazie e
raggirato, con l’unico scopo di accalappiare voi e il vostro patrimonio?!”
Era dunque questo. Sentì
ribollire dentro di sé la rabbia e dovette fare uno sforzo per mantenere il
contegno che ci si aspetta da un gentiluomo.
“Mia cara zia, posso giurare che in nessun modo mi sono mai sentito
raggirato da Miss Bennet, né tantomeno circuito dalle sue grazie come voi
malignamente pensate, per quanto tuttavia io debba ammettere di non essere più,
da lungo tempo, insensibile ad esse. Ma questo è un
altro discorso e credo che non vi riguardi nel modo più assoluto.”
Un’espressione arcigna si
dipinse sul viso di Lady Catherine mentre con un sorriso di scherno sulle
labbra spiegava:
“Temo, mio caro Darcy, che la cosa mi riguardi eccome, essendo io la
vostra parente più prossima, nonchè la madre di quella che diventerà presto
vostra moglie.”
Darcy sgranò gli occhi per la
sorpresa.
“Ann? Vi prego di lasciare fuori mia cugina da questo discorso. Voi
sapete bene che la simpatia che provo per lei non va oltre il semplice affetto
fra parenti.”
Non riusciva a credere che
quella donna potessere essere così spregevole.
“Se per un qualche assurdo motivo vi siete messa
in testa che io possa un giorno sposarla, bè mi dispiace, ma devo deludervi
poiché questo non succederà mai!”
Ecco, lo aveva detto e ora si
sentiva decisamente meglio. Ne aveva abbastanza di farsi
trattare come un burattino.
A queste parole, Lady
Catherine scattò in piedi quasi fosse un pupazzo a molla, avventandosi contro
il nipote.
“E chi vorreste sposare mio caro…forse la signorina Bennet?”
Il giovane trasalì, mentre
con orgoglio si ergeva a paladino della ragazza che amava.
“Chi deciderò di sposare non vi riguarda, ma in futuro vi pregherei di
non importunare più Miss Elizabeth!”
“Miss Elizabeth…nipote, voi mi deludete immensamente. Volete forse
dirmi, che le voci che ho sentito su di una vostra proposta di matrimonio a
quella fanciulla sono esatte? Perché in questo caso
dovrei farvi notare che non avrete mai il mio consenso.”
Il suo tono era disgustato,
mentre guardava il nipote che le stava di fronte, come se lo vedesse per la
prima volta.
Il ragazzo distinto che lei
conosceva, pareva in quel momento assai diverso; c’era una luce nei suoi occhi
chiari che non gli aveva mai veduto prima, una luce fiera e in qualche modo
selvaggia.
Lo vide passarsi una mano fra
i folti capelli scuri, mentre a capo chino cercava le parole per rispondere.
“In tal caso, io dovrei forse farvi notare, mia cara zia…che non ne
avrei il più assoluto bisogno. Nel caso non lo sapeste già, cosa di cui dubito
apertamente poiché so che il vostro attaccamento nei miei confronti è in parte
dovuto a questo, godo di un ingente patrimonio
lasciatomi in eredità da mio padre e di una rendita annuale di tutto rispetto
che mi consentirebbe di contrarre matrimonio con qualsiasi giovane di mio
interesse e non dovermi aspettare nessun aiuto da parte vostra.”
Vacillò, rischiando quasi di
doversi sedere, tanta fu la sorpresa. C’era proprio qualcosa di strano in quel
benedetto figliolo, se si permetteva di rivolgersi a lei in un modo così
sconveniente. Poi la sorpresa lasciò spazio alla rabbia.
“Insolente! Come vi permettete di mettere in discussione il mio
attaccamento per voi? Se non foste mio nipote, il
figlio della mia amata sorella, vi avrei già ripudiato per questa vostra
insinuazione! E vi posso assicurare, che se deciderete di sposare quella
piccola arrampicatrice sociale, sarà proprio quello che farò!”
“Miss Elizabeth Bennet non è una piccola arrampicatrice sociale!”
ringhiò il giovane “Come potete parlare
con tale disprezzo di una persona che non conoscete nemmeno? Se voi la
conosceste più a fondo, sono sicuro…”
“Dimenticate forse che ho avuto la sventura di conoscerla e vi posso
assicurare che le mie obiezioni nei suoi confronti sono assolutamente fondate.” lo
interruppe bruscamente, alzando la voce per riuscire a sovrastare quella
profonda di lui “La fanciulla
viene da una famiglia di estrazione sociale ben inferiore alla nostra, una
famiglia che mi è stato più volte fatto notare, è totalmente incapace di
mantenere un adeguato contegno in pubblico e unirsi in matrimonio con persone
la cui parentela è così palesemente inadeguata, potrebbe rivelarsi molto
sconveniente.”
L’amarezza si dipinse sul bel
viso del giovane.
“Siete in errore zia, l’orgoglio che vi
acceca lo riconosco bene perché è lo stesso che confondeva me, ma posso
assicurarvi che la fanciulla ha molte doti ed è degna, nel modo più assoluto,
di poter essere mia moglie!”
“Dunque, voi non negate di provare qualcosa per lei.”
domandò stupita Lady Catherine
“Come potrei negarlo ancora, sarei uno stupido se continuassi a nascondere
i miei sentimenti.” rispose volgendo le spalle alla donna.
Avvicinandosi alle grandi
finestre della sala, scostò le tende e il suo sguardo si perse nel buio della
notte che circondava la residenza di campagna del suo migliore amico.
“E le avete chiesto di sposarvi?” la donna pareva
sconcertata, non aveva ritenuto di dover credere alla veridicità di quelle voci
e aveva sperato che il nipote le smentisse e invece…
“Lo confesso.” affermò Darcy, voltandosi nuovamente per
guardare la zia negli occhi.
“Non mi risulta però che lei abbia
acconsentito.” Ribattè lei in tono secco.
Un ghigno sarcastico si delineò sulle labbra del ragazzo.
“Siete ben informata, Miss Elizabeth ha rifiutato la mia proposta.
Questo dovrebbe farvi cambiare opinione su di lei, un’arrampicatrice sociale
non avrebbe forse dovuto accettare una così generosa offerta, fatta, ve lo
assicuro, con tutto il cuore?”
“Può darsi.” tagliò corto lei “Tuttavia la ragazza non ha voluto darmi l’assicurazione di non
accettare mai, nemmeno in futuro, la vostra profferta. E questo è veramente
scandaloso, non posso permettere che l’onore della nostra famiglia sia
compromesso da un matrimonio così poco vantaggioso. Una fanciulla
senza dote e con un carattere così poco raffinato e…femminile.”
Il volto di Darcy si fece
improvvisamente cupo, mentre si avvicinava con impeto al divano dov’era seduta
sua zia.
“Fatemi capire, voi avete disturbato la quiete serale della signorina
Bennet e della sua famiglia, solamente allo scopo di estorcerle la promessa di
non sposarmi per nessun motivo?”
“Naturalmente.” rispose l’anziana donna come se
presentarsi a casa della gente nel bel mezzo della notte fosse la cosa più
ovvia di questo mondo.
“Ma avete detto che lei si è rifiutata di scendere a compromessi con
voi…”
Un sorriso dolce si allargò
sul volto di Darcy, il quale gioiva dentro di sé per lo smacco subito dalla sua
parente e si compiaceva ancora di più nel constatare
quanto fosse forte il carattere della sua Elizabeth.
Non riusciva a smettere di
pensare a ciò che le parole di Lady Catherine implicavano…
Che ci fosse qualche speranza
per lui, dopotutto?
“Esatto. Mi ha cacciata.
Per questo vi impedisco nel modo più assoluto di
continuare a frequentarla! Se doveste avere la malaugurata
idea di chiederle nuovamente la mano, sappiate che non vi considererò più mio
nipote e che non accetterò nel modo più assoluto di ricevervi a Rosings!” affermò categorica Lady Catherine de Bourgh.
Una risata gli salì alle
labbra e non riuscì a trattenerla. Quella donna si stava veramente rendendo
ridicola e lui non voleva continuare oltre quella conversazione, aveva altro a cui pensare.
“Perdonatemi cara zia, ma se Elizabeth dovesse accettare di diventare
mia moglie, penso che potrò sopportare la privazione della vostra compagnia. Ora
se volete scusarmi, penso che questa conversazione sia già andata troppo oltre.
Con permesso.”
E con un inchino si congedò
dall’anziana donna, rimasta a dir poco con un palmo di naso a fissare la stanza
vuota e silenziosa, con la bocca aperta in una o di sorpresa.
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“Se i
vostri sentimenti sono gli stessi dello scorso aprile, vi prego, ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono
immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per
sempre.
Se,
invece, i vostri sentimenti fossero cambiati, devo dirvelo: mi avete stregato
anima e corpo e vi amo... vi amo... vi amo. E d'ora in
poi non voglio più separarmi da voi.”
Darcy a
Elizabeth
Le ore passavano lente, Darcy
se ne stava immobile sul suo letto fissando il soffitto del baldacchino, le
braccia allacciate dietro al capo a sostenerlo.
Mille pensieri affollavano la
sua testa, mille dubbi dovevano essere dipanati e c’era una sola persona che
avrebbe potuto farlo.
Quando le
primi luci dell’alba rischiararono l’orizzonte, aveva preso la sua decisione;
senza nemmeno prendersi la briga di vestirsi di tutto punto e con solo indosso
i pantaloni e la camicia slacciata, si infilò il soprabito e uscì da
Netherfield Park.
Solo una persona incrociò
prima di lasciarsi alle spalle il portone della villa, uno sbadigliante
Bingley, svegliatosi solo per bere un bicchiere di latte, che lo guardò con
occhi assonnati e con voce impastata gli chiese
“Darcy, sogno o siete veramente voi? Giusto cielo, dove state andando
a quest’ora del mattino?”
Non ottenendo risposta, pensò
veramente di aver sognato e se ne ritornò subito a letto.
Darcy attraversò a passo spedito
la brughiera in direzione di Longbourn, il sole che nasceva alle sue spalle gli
illuminava il cammino.
Quando vide in lontananza una
figura femminile farglisi incontro, il suo cuore fece un balzo… Elizabeth?!
Con il cuore leggero e la
speranza ad animarlo, andò incontro al suo destino come al sorgere di un sogno.
Spazio dell'autrice
Un grazie speciale per le due anime pie che hanno lasciato un commentino e cioè Perelun (tesoro, che bello, tu ci sei
sempre!! ^.^) e Isy_264 (grazie per
i complimenti!) a
cui chiedo la cortesia di continuare a farmi compagnia e dirmi sempre
ciò che pensano!
Chiara