Libri > Orgoglio e Pregiudizio
Segui la storia  |       
Autore: kithiara    19/02/2009    8 recensioni
"Il signor Darcy? Avrei potuto perdonare la sua vanità, se non avesse mortificato la mia."
E se invece dietro al suo orgoglio si fosse celata soltanto una profonda timidezza?
Ecco come immagino debba aver vissuto in prima persona il primo incontro con la dolcissima e pungente Elizabeth.
Leggete e magari lasciate un commentino!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Spudorata

Va bene, solo perchè qualcuno me l'ha chiesto, ma anche un po' perchè avevo ancora qualcosa da dire su questi meravigliosi personaggi, ho continuato la fic nonostante l'avessi iniziata come una one-shot...ci sono ancora diversi incontri fra Darcy e Lizzy...spero non vi dispiacciano.

Temo però che non andrò in ordine…l’ispirazione non ha metodo e io mi lascio travolgere da essa. Infatti questa volta, più che la stessa scena vista da un altro punto di vista, si tratta di un cosiddetto missing moment, che si posiziona temporalmente subito prima dell’incontro finale nella brughiera alla prima luce del mattino…una delle scene più romantiche che io abbia mai visto!

Fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Chiara

 

 

 

 

Orgoglio o timidezza?

Ovvero: Siamo tutti folli in amore.

 

Capitolo 2 – Il sorgere di un sogno

 

“Non riuscivo a dormire.”

“Neanche io. Mia zia...

“Sì, è stata qui.”

“Come potrò mai fare ammenda per un tale comportamento?”

“Dopo quello che avete fatto per Lydia e, sospetto, anche per Jane, sono io a dover fare ammenda.”

“Dovete sapere che è stato fatto tutto per voi. Siete troppo generosa per prendervi gioco di me. Sapere che avete parlato con mia zia ieri sera mi ha fatto sperare di fare quanto prima non osavo…

Elizabeth e Darcy

 

 

“Spudorata! Come osa quella piccola insolente prendersi gioco di me in questo modo!

Le urla di Lady Catherine de Bourgh ruppero la quiete notturna di Netherfield Park.

In men che non si dica due o tre servi si affaccendarono intorno a lei per aiutarla a togliere il soprabito mentre, come una furia, si precipitava dentro l’elegante atrio, ormai buio.

 

Darcy, il quale già per conto suo non riusciva a prendere sonno, si chiese se fosse il caso di indagare sul motivo di cotanta ira e raggiunse l’anziana donna proprio nel momento in cui questa si accasciava esausta su una delle poltrone damascate del salottino.

“Cara zia, posso chiedervi cosa vi ha turbata in questo modo?” domandò premuroso.

Lady Catherine non rispose, ma continuò ad inveire a voce alta contro il suo invisibile interlocutore.

“Sfacciata ragazzina, nessuno le ha insegnato l’educazione? Rivolgersi a me come ad una sua pari…inconcepibile! Ah ma se pensa che sia finita qui si sbaglia di grosso! Finchè vivo non metterà mai le sue grinfie su…” tacque, rendendosi conto solo in quel momento di non essere sola nella stanza.

 

Il giovane, fino a quel momento rimasto in ombra, le si avvicinò piano e con sguardo interrogativo chiese ancora:

“Zia, ditemi, dove siete stata fino a quest’ ora? E soprattutto chi, o cosa, vi ha fatto infuriare fino a questo punto?

Ora, va detto che Fitwilliam Darcy non era uno stupido e un pensiero stava già iniziando a farsi strada nella sua mente, ma poichè era una persona corretta e paziente, preferì aspettare una risposta prima di trarre le sue conclusioni. Risposta che però tardava ad arrivare.

 

Ricomponendosi e sollevando altezzosa il mento, Lady Catherine fissò gli occhi liquidi in quelli del nipote, che la sovrastava dal suo metro e novanta di altezza e finalmente rispose.

“Sono stata a fare visita a Miss Bennet.”

“Come? Non  credo di aver capito bene.”

Il giovane si avvicinò ancora di un passo alla poltrona, un’espressione interrogativa nei profondi occhi azzurri.

“Avete sentito bene caro nipote, sono stata in visita dalla signorina Elizabeth Bennet.” Il tono dell’anziana donna era tornato apparentemente calmo, ma lui che la conosceva bene, sapeva che qualcosa l’aveva profondamente irritata. Decise di voler andare più a fondo.

“E posso chiedervi quale motivo vi spingeva a farle visita a quest’ora della notte?” chiese quindi.

“Avevo premura mio caro, c’erano questioni di vitale importanza che dovevo discutere con la ragazza.”

Non poteva essere…sua zia aveva fatto visita ad Elizabeth? Per quale motivo? Torturandosi le mani unite dietro la schiena, pose la domanda che più gli premeva.

“Quali questioni potevano mai essere così importanti, da non poter aspettare nemmeno il sorgere del sole?”

Lady Catherine lo squadrò in silenzio per un attimo, forse valutando l’entità effettiva dell’interesse che improvvisamente lo aveva animato.

“Chiacchiere e maldicenze che possono rovinare il buon nome della nostra famiglia, meritano la mia immediata attenzione.” Fu infine la su risposta laconica.

 

A quel punto iniziava a spazientirsi, sua zia non era certo la persona più loquace che lui conoscesse, ma non era mai stato così difficile estorcerle le parole di bocca.

E poi non gli piaceva il modo in cui lo stava fissando, come se volesse leggergli dentro.

“Chiacchiere e maldicenze? E in che modo in tutto questo poteva c’entrare la signorina Bennet?

L’anziana donna distolse lo sguardo sospirando spazientita, le mani congiunte nervosamente in grembo.

Quando i suoi occhi si posarono nuovamente sul nipote, in essi brillava una luce di follia che lo spaventò per la sua intensità, mentre le rughe sulla sua fronte si erano fatte più profonde a causa dell’espressione accigliata.

“Nipote, o voi siete uno sciocco e non lo credo, o siete cieco. Non vedete in quale modo quella giovane vi ha circuito con le sue grazie e raggirato, con l’unico scopo di accalappiare voi e il vostro patrimonio?!

 

Era dunque questo. Sentì ribollire dentro di sé la rabbia e dovette fare uno sforzo per mantenere il contegno che ci si aspetta da un gentiluomo.

“Mia cara zia, posso giurare che in nessun modo mi sono mai sentito raggirato da Miss Bennet, né tantomeno circuito dalle sue grazie come voi malignamente pensate, per quanto tuttavia io debba ammettere di non essere più, da lungo tempo, insensibile ad esse. Ma questo è un altro discorso e credo che non vi riguardi nel modo più assoluto.

Un’espressione arcigna si dipinse sul viso di Lady Catherine mentre con un sorriso di scherno sulle labbra spiegava:

“Temo, mio caro Darcy, che la cosa mi riguardi eccome, essendo io la vostra parente più prossima, nonchè la madre di quella che diventerà presto vostra moglie.”

 

Darcy sgranò gli occhi per la sorpresa.

“Ann? Vi prego di lasciare fuori mia cugina da questo discorso. Voi sapete bene che la simpatia che provo per lei non va oltre il semplice affetto fra parenti.

Non riusciva a credere che quella donna potessere essere così spregevole.

“Se per un qualche assurdo motivo vi siete messa in testa che io possa un giorno sposarla, bè mi dispiace, ma devo deludervi poiché questo non succederà mai!”

Ecco, lo aveva detto e ora si sentiva decisamente meglio. Ne aveva abbastanza di farsi trattare come un burattino.

A queste parole, Lady Catherine scattò in piedi quasi fosse un pupazzo a molla, avventandosi contro il nipote.

“E chi vorreste sposare mio caro…forse la signorina Bennet?”

Il giovane trasalì, mentre con orgoglio si ergeva a paladino della ragazza che amava.

“Chi deciderò di sposare non vi riguarda, ma in futuro vi pregherei di non importunare più Miss Elizabeth!”

“Miss Elizabeth…nipote, voi mi deludete immensamente. Volete forse dirmi, che le voci che ho sentito su di una vostra proposta di matrimonio a quella fanciulla sono esatte? Perché in questo caso dovrei farvi notare che non avrete mai il mio consenso.

Il suo tono era disgustato, mentre guardava il nipote che le stava di fronte, come se lo vedesse per la prima volta.

Il ragazzo distinto che lei conosceva, pareva in quel momento assai diverso; c’era una luce nei suoi occhi chiari che non gli aveva mai veduto prima, una luce fiera e in qualche modo selvaggia.

Lo vide passarsi una mano fra i folti capelli scuri, mentre a capo chino cercava le parole per rispondere.

“In tal caso, io dovrei forse farvi notare, mia cara zia…che non ne avrei il più assoluto bisogno. Nel caso non lo sapeste già, cosa di cui dubito apertamente poiché so che il vostro attaccamento nei miei confronti è in parte dovuto a questo, godo di un ingente patrimonio lasciatomi in eredità da mio padre e di una rendita annuale di tutto rispetto che mi consentirebbe di contrarre matrimonio con qualsiasi giovane di mio interesse e non dovermi aspettare nessun aiuto da parte vostra.”

 

Vacillò, rischiando quasi di doversi sedere, tanta fu la sorpresa. C’era proprio qualcosa di strano in quel benedetto figliolo, se si permetteva di rivolgersi a lei in un modo così sconveniente. Poi la sorpresa lasciò spazio alla rabbia.

“Insolente! Come vi permettete di mettere in discussione il mio attaccamento per voi? Se non foste mio nipote, il figlio della mia amata sorella, vi avrei già ripudiato per questa vostra insinuazione! E vi posso assicurare, che se deciderete di sposare quella piccola arrampicatrice sociale, sarà proprio quello che farò!

“Miss Elizabeth Bennet non è una piccola arrampicatrice sociale!” ringhiò il giovane “Come potete parlare con tale disprezzo di una persona che non conoscete nemmeno? Se voi la conosceste più a fondo, sono sicuro…

“Dimenticate forse che ho avuto la sventura di conoscerla e vi posso assicurare che le mie obiezioni nei suoi confronti sono assolutamente fondate.” lo interruppe bruscamente, alzando la voce per riuscire a sovrastare quella profonda di lui “La fanciulla viene da una famiglia di estrazione sociale ben inferiore alla nostra, una famiglia che mi è stato più volte fatto notare, è totalmente incapace di mantenere un adeguato contegno in pubblico e unirsi in matrimonio con persone la cui parentela è così palesemente inadeguata, potrebbe rivelarsi molto sconveniente.”

 

L’amarezza si dipinse sul bel viso del giovane.

Siete in errore zia, l’orgoglio che vi acceca lo riconosco bene perché è lo stesso che confondeva me, ma posso assicurarvi che la fanciulla ha molte doti ed è degna, nel modo più assoluto, di poter essere mia moglie!”

“Dunque, voi non negate di provare qualcosa per lei.” domandò stupita Lady Catherine

“Come potrei negarlo ancora, sarei uno stupido se continuassi a nascondere i miei sentimenti.” rispose volgendo le spalle alla donna.

Avvicinandosi alle grandi finestre della sala, scostò le tende e il suo sguardo si perse nel buio della notte che circondava la residenza di campagna del suo migliore amico.

“E le avete chiesto di sposarvi?” la donna pareva sconcertata, non aveva ritenuto di dover credere alla veridicità di quelle voci e aveva sperato che il nipote le smentisse e invece…

“Lo confesso.” affermò Darcy, voltandosi nuovamente per guardare la zia negli occhi.

 

“Non mi risulta però che lei abbia acconsentito.” Ribattè lei in tono secco.

Un ghigno sarcastico si delineò sulle labbra del ragazzo.

“Siete ben informata, Miss Elizabeth ha rifiutato la mia proposta. Questo dovrebbe farvi cambiare opinione su di lei, un’arrampicatrice sociale non avrebbe forse dovuto accettare una così generosa offerta, fatta, ve lo assicuro, con tutto il cuore?

“Può darsi.” tagliò corto lei “Tuttavia la ragazza non ha voluto darmi l’assicurazione di non accettare mai, nemmeno in futuro, la vostra profferta. E questo è veramente scandaloso, non posso permettere che l’onore della nostra famiglia sia compromesso da un matrimonio così poco vantaggioso. Una fanciulla senza dote e con un carattere così poco raffinato e…femminile.”

Il volto di Darcy si fece improvvisamente cupo, mentre si avvicinava con impeto al divano dov’era seduta sua zia.

“Fatemi capire, voi avete disturbato la quiete serale della signorina Bennet e della sua famiglia, solamente allo scopo di estorcerle la promessa di non sposarmi per nessun motivo?”

“Naturalmente.” rispose l’anziana donna come se presentarsi a casa della gente nel bel mezzo della notte fosse la cosa più ovvia di questo mondo.

“Ma avete detto che lei si è rifiutata di scendere a compromessi con voi…

 

Un sorriso dolce si allargò sul volto di Darcy, il quale gioiva dentro di sé per lo smacco subito dalla sua parente e si compiaceva ancora di più nel constatare quanto fosse forte il carattere della sua Elizabeth.

Non riusciva a smettere di pensare a ciò che le parole di Lady Catherine implicavano…

Che ci fosse qualche speranza per lui, dopotutto?

“Esatto. Mi ha cacciata. Per questo vi impedisco nel modo più assoluto di continuare a frequentarla! Se doveste avere la malaugurata idea di chiederle nuovamente la mano, sappiate che non vi considererò più mio nipote e che non accetterò nel modo più assoluto di ricevervi a Rosings!” affermò categorica Lady Catherine de Bourgh.

Una risata gli salì alle labbra e non riuscì a trattenerla. Quella donna si stava veramente rendendo ridicola e lui non voleva continuare oltre quella conversazione, aveva altro a cui pensare.

“Perdonatemi cara zia, ma se Elizabeth dovesse accettare di diventare mia moglie, penso che potrò sopportare la privazione della vostra compagnia. Ora se volete scusarmi, penso che questa conversazione sia già andata troppo oltre. Con permesso.”

E con un inchino si congedò dall’anziana donna, rimasta a dir poco con un palmo di naso a fissare la stanza vuota e silenziosa, con la bocca aperta in una o di sorpresa.

 

*************************************************

 

“Se i vostri sentimenti sono gli stessi dello scorso aprile, vi prego, ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre.

Se, invece, i vostri sentimenti fossero cambiati, devo dirvelo: mi avete stregato anima e corpo e vi amo... vi amo... vi amo. E d'ora in poi non voglio più separarmi da voi.

Darcy a Elizabeth

 

Le ore passavano lente, Darcy se ne stava immobile sul suo letto fissando il soffitto del baldacchino, le braccia allacciate dietro al capo a sostenerlo.

Mille pensieri affollavano la sua testa, mille dubbi dovevano essere dipanati e c’era una sola persona che avrebbe potuto farlo.

Quando le primi luci dell’alba rischiararono l’orizzonte, aveva preso la sua decisione; senza nemmeno prendersi la briga di vestirsi di tutto punto e con solo indosso i pantaloni e la camicia slacciata, si infilò il soprabito e uscì da Netherfield Park.

 

Solo una persona incrociò prima di lasciarsi alle spalle il portone della villa, uno sbadigliante Bingley, svegliatosi solo per bere un bicchiere di latte, che lo guardò con occhi assonnati e con voce impastata gli chiese

“Darcy, sogno o siete veramente voi? Giusto cielo, dove state andando a quest’ora del mattino?

Non ottenendo risposta, pensò veramente di aver sognato e se ne ritornò subito a letto.

 

Darcy attraversò a passo spedito la brughiera in direzione di Longbourn, il sole che nasceva alle sue spalle gli illuminava il cammino.

Quando vide in lontananza una figura femminile farglisi incontro, il suo cuore fece un balzo… Elizabeth?!

Con il cuore leggero e la speranza ad animarlo, andò incontro al suo destino come al sorgere di un sogno.

 

 

 

 

 

Spazio dell'autrice

 

Un grazie speciale per le due anime pie che hanno lasciato un commentino e cioè Perelun (tesoro, che bello, tu ci sei sempre!! ^.^) e Isy_264 (grazie per i complimenti!) a cui chiedo la cortesia di continuare a farmi compagnia e dirmi sempre ciò che pensano!

 

Chiara

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Orgoglio e Pregiudizio / Vai alla pagina dell'autore: kithiara